VII stazione

Gesù è caricato della Croce

Dal Vangelo secondo Marco 15,20

Dopo averlo schernito, spogliarono Gesù della porpora e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.

Meditazione

Fuori.

Il giusto ingiustamente condannato deve morire fuori: fuori dall'accampamento, fuori dalla città santa, fuori dal consorzio umano.

I soldati lo spogliano e lo rivestono: egli non può più disporre nemmeno del proprio corpo.

Gli caricano sulle spalle un palo, pesante pezzo del patibolo, segno di maledizione e strumento di esecuzione capitale.

Legno d'ignominia, che grava, fardello estenuante, sulle spalle piagate di Gesù.

L'odio che lo impregna ne rende insopportabile il peso.

Eppure quel legno della croce è riscattato da Gesù, diventa il segno di una vita vissuta e offerta per amore degli uomini.

Secondo la tradizione, Gesù vacilla, per tre volte cadrà sotto quel peso.

Gesù non ha posto limiti al suo amore: "avendo amato i suoi, li amò sino alla fine" ( Gv 13,1 ).

Obbediente alla parola del Padre - "Amerai il Signore tuo Dio con tutte le tue forze" ( Dt 6,5 ) - ha amato Dio e ha compiuto la sua volontà fino all'estremo.

Orazione

Gesù, re di gloria, coronato di spine, curvo sotto il peso della croce che mani d'uomo hanno preparato per te, imprimi nei nostri cuori l'immagine del tuo volto coperto di sangue, perché essa ci ricordi che ci hai amato fino a consegnare te stesso per noi ( Gal 2,20 ).

Il nostro sguardo non si distacchi mai dal segno della nostra salvezza, innalzato sul cuore del mondo, perché, contemplandolo e credendo in te, non ci perdiamo, ma abbiamo la vita eterna ( Gv 3,14-16 ).

Gesù, sulle tue spalle lacere grava l'ignobile patibolo: per tuo dono la croce diviene costellazione di gemme e l'albero del Paradiso torna ad essere albero della Vita.

R/. A te la lode e la gloria nei secoli.