VII stazione

Gesù cade per la seconda volta

Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.

Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

Gesù diceva: « Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno ».

Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte ( Lc 23,34 ).

Quando passavo davanti a un carcere, mi voltavo dall'altra parte: "Tanto io non finirò mai là dentro", dicevo tra me.

Le volte che lo guardavo, respiravo malinconia e buio: mi sembrava di passare accanto a un cimitero di morti viventi.

Un giorno, poi, sono finito io dietro le sbarre, assieme a mio fratello.

Come se non bastasse, ho condotto lì dentro anche mio padre e mia madre.

Da paese straniero qual era, il carcere è diventato la nostra casa: in una cella stavamo noi uomini, in un'altra nostra madre.

Li guardavo, provavo vergogna di me: non me la sento più di chiamarmi uomo.

Stanno invecchiando in prigione per colpa mia.

Sono caduto a terra due volte.

La prima quando il male mi ha affascinato e io ho ceduto: spacciare droga, ai miei occhi, valeva più del lavoro di mio padre che si spaccava la schiena dieci ore al giorno.

La seconda è stata quando, dopo aver rovinato la famiglia, ho cominciato a chiedermi: "Chi sono io perché Cristo muoia per me?".

Il grido di Gesù – « Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno » – lo leggo negli occhi di mia madre: si è accollata la vergogna di tutti gli uomini di casa per salvare la famiglia.

E ha il volto di mio padre che, di nascosto, si disperava in cella.

Solo oggi riesco ad ammetterlo: in quegli anni non sapevo quello che facevo.

Adesso che lo so, con l'aiuto di Dio, sto cercando di ricostruire la mia vita.

Lo devo ai miei genitori: anni fa hanno messo all'asta le nostre cose più care perché non volevano che facessi vita di strada.

Lo devo soprattutto a me: l'idea che il male continui a comandare la mia vita è insopportabile.

È diventata questa la mia via crucis.

Signore Gesù, sei a terra un'altra volta: appesantito dal mio attaccamento al male, dalla mia paura di non riuscire a essere una persona migliore.

Con fede ci rivolgiamo al Padre tuo e lo preghiamo per tutti coloro che non hanno ancora saputo sfuggire al potere di Satana, a tutto il fascino delle sue opere e alle sue mille forme di seduzione.

Preghiamo.

O Dio, che non ci lasci nelle tenebre e nell'ombra della morte, sostieni la nostra debolezza, liberaci dalle catene del male e proteggici con lo scudo della tua potenza, perché possiamo cantare in eterno la tua misericordia.

Per Cristo nostro Signore.

Amen.

Pater noster

Pro peccatis suæ gentis

vidit Iesum in tormentis,

et flagellis subditum.