I Catechisti al lavoro |
Tutto quanto è stato detto fin qui ha una sua validità ideale che va tradotta in pratica.
La serietà con cui un gruppo di Catechisti si prepara, dimostra fin dove ha compreso l'importanza della sua missione.
In questa ultima parte intendiamo proporre alcuni suggerimenti per un concreto programma di preparazione dei Catechisti.
La fede è frutto dell'incontro tra la grazia di Dio e il mistero della libertà personale.
Questo dinamismo di crescita è un processo di conversione, e richiede un'opzione decisa per Cristo;
comporta l'assunzione di atteggiamenti di fede nello sviluppo armonico di tutte le componenti della personalità: cognitiva, affettiva e di comportamento;
viene in una continua interazione degli elementi della vita cristiana:
l'ascolto della Parola, la celebrazione, l'esperienza comunitaria, la testimonianza.
La catechesi è al servizio di questo incontro delle persone con Cristo.
In questo cammino distinguiamo due momenti: il tempo dell'iniziazione, e il tempo della maturazione costante dove si affrontano le questioni decisive della vita.
Ora ritorniamo alle domande di prima: se vogliamo servire la meta della mentalità di fede bisogna smettere di organizzare la catechesi dei ragazzi come una scuola, a classi, perché la crescita non e uguale per tutti;
bisogna dare con tutte le nostre forze importanza alle persone adulte;
non possiamo avere di mira solo i sacramenti.
Ma qui bisogna riparlarne insieme e farne oggetto di attenzione di tutta la comunità.
"La catechesi è sempre ordinata a disporre e a guidare i credenti ad accogliere l'azione dello Spirito Santo per ravvivare e sviluppare la fede, per renderla esplicita ed operosa in una vita coerentemente cristiana" ( RdC, 37 ).
"Con la catechesi, la Chiesa si rivolge a chi è già sul cammino della fede e gli presenta la parola di Dio in adeguata pienezza, con tutta longanimità e dottrina, perché, mentre si apre alla grazia divina maturi in lui la sapienza di Cristo.
Educare al pensiero di Cristo, a vedere la storia come lui, a giudicare la vita come lui, a scegliere e ad amare come lui, a sperare come insegna lui, a vivere in lui la comunione con il Padre e lo Spirito Santo.
In una parola, nutrire e guidare una mentalità di fede:
questa è la missione fondamentale di chi fa catechesi a nome della Chiesa.
In modo vario, ma sempre organico.
Tale missione riguarda unitariamente tutta la vita del cristiano:
la conoscenza sempre più profonda e personale della sua fede, la sua appartenenza a Cristo nella Chiesa; la sua apertura agli altri.
il suo comportamento nella vita" ( RdC, 38 ).
Nella catechesi abbiamo fatto un progresso;
un tempo ci si preoccupava di insegnare bene i contenuti senza badare tanto alla persona, poi si è passati a concepire la proposta di fede come una risposta alle domande dell'uomo e si è data attenzione a perfezionare la risposta.
Ma quali sono le domande dell'uomo e della donna nostri contemporanei?
È necessario comprenderle, altrimenti finiamo per dare delle risposte a domande che non esistono.
Il nostro contesto culturale, censura le domande, invoca la libertà di non assumersi impegni a lunga scadenza e sente il bisogno di andare dove porta il cuore.
È tempo in cui la ragione, che per secoli è stata considerata come la guida del sapere in ogni campo, sta rinunciando al suo compito, non si pone più grandi domande, rinuncia a cercare una verità e l'uomo si trova come un navigatore che procede a vista.
In questo contesto Dio interessa poco.
Ciò che attrae e sembra necessario è avere molte opportunità e tutte per l'oggi:
i grandi progetti appaiono senza senso, mentre prevale un grande bisogno di autorealizzazione, che liberi finalmente da ogni istituzione, etichetta, progetto prefabbricato, per affermare la propria individualità e singolarità come liberazione.
In questo percorso, ognuno stabilisce da sé i suoi punti di riferimento, mentre perde di significato chiunque pretenda di costituirsi come riferimento valido per tutti.
E allora che fare? Anzitutto non lamentarsi, ma guardare alle opportunità che ci sono date.
Nel contesto di debolezza di pensiero, di riduzione della fede a una proposta qualsiasi, l'evangelizzazione si trova davanti una strada preziosa:
aiutare le persone che cercano senso alla loro vita, facendosi voce critica nei confronti dei miti, interrogativo sui mille messaggi che invadono.
Ci è aperta una via interessante: fare domande, educare le domande prima di dare risposte, perché dalle domande nasca un cammino di ricerca.
Ti pare poca cosa? lo la vedo un'opportunità ricchissima.
Anche Gesù ha fatto così: ha fatto nascere nei discepoli la domanda.
Che dice la gente di me? Chi sono io per voi? e poi ha atteso la risposta da loro.
"La missione cristiana insita nella consegna della Parola…
suppone che Dio parli anche nel mondo e attraverso il mondo.
Non è possibile pensare che nelle sfide che provocano il mondo d'oggi non ci sia la provvidenza.
Sarebbe penoso immaginare che il mondo sia scappato di mano a Dio e che quanto Dio ci chiede, non sia altro che rubare il più possibile alle schiere avversarie e dare il resto per perso.
Il cristiano sa piuttosto che deve star dentro il mondo per reinterpretarlo e salvarlo dall'interno.
Niente è più personale della parola di Dio all'uomo: questo è il presupposto primo.
Ma niente dimostra che la Parola si è fatta davvero carne in lui, come la responsabilità con cui il credente si fa solidale con la storia umana, giudicando tutte le cose per riscattarle dalla loro vanità" ( CCA, 7 ).
Il nostro contributo più prezioso al bene del paese non può essere altro che una nuova evangelizzazione, incentrata sul Vangelo della carità, che congiunge insieme la verità di Dio che è amore e la verità dell'uomo che è chiamato all'amore: una nuova evangelizzazione consapevolmente attenta alla cultura del nostro tempo, per aiutarla a liberarsi dei suoi limiti e a sprigionare le sue virtualità positive.
È tempo di un nuovo incontro tra la fede e la cultura.
Se la fede ha bisogno della cultura per essere vissuta in modo umano, la cultura ha bisogno della fede per esprimere la pienezza della vocazione dell'uomo.
È importante:
- che ogni parrocchia costituisca il gruppo Catechisti;
- che questo gruppo sia vivo, quindi si ritrovi sovente,
altrimenti non realizza né formazione spirituale, né vita di Chiesa;
- che il gruppo non perda nessuno dei suoi elementi;
in caso contrario non riuscirà mai ad impostare un buon programma di lavoro;
- che cerchi nuovi Catechisti, possibilmente senza respingere nessuno, ma valorizzando i doni di ciascuno.
In tal modo si possono aprire nuovi campi di evangelizzazione;
- che nel gruppo Catechisti, vecchi e nuovi portino insieme la responsabilità, affiancandosi sia nella preparazione che nell'esercizio della catechesi;
si realizza così un vero apprendistato ( fare imparando e imparare facendo );
- che l'affiatamento dei Catechisti sia tale che l'esperienza di uno sia profitto di tutti;
- che il gruppo riesamini spesso la sua attività per correggere, integrare, accrescere, approfondire il proprio lavoro.
È importante infine che venga programmata una completa e seria preparazione Catechistica, sia immediata che a lunga scadenza ( sistematica ).
Il singolo atto di catechesi (lezione, incontro, adunanza) è concretamente realizzato dalla persona del Catechista, sotto l'impulso dello Spirito di Cristo.
A questo atto, che si collega direttamente all'opera di Gesù, il Catechista non deve giungere impreparato o distratto.
Gli è necessaria una preparazione immediata, una concentrazione interiore per dare il meglio di se stesso.
Vanno salvati alcuni principi:
- è il Catechista che agisce: la lezione avrà la sua impronta personale.
Dunque prepara ogni incontro, scegliendo idee e sussidi che lo aiuteranno a esprimersi meglio;
- il Catechista non agisce da solo: con lui c'è Gesù, che ha promesso l'assistenza del suo Spirito; il Catechista pone la sua fiducia in questa parola;
- il Catechista è voce della comunità: con lui c'è la Chiesa.
Ricerca quindi nella vita della Chiesa e della Comunità quegli elementi che potranno sostenere le sue parole ( liturgia, fatti, idee, iniziative … ).
Senza la testimonianza di vita della comunità, le parole del Catechista risuonano false, perché contraddette dei fatti;
- il Catechista fa parte di un gruppo:
dunque si prepara con coloro che stanno facendo il suo stesso annuncio.
- Preparo gli incontri di catechesi? Quando? Quanto tempo impiego?
- Con chi mi preparo? Con quali sussidi ( testo, guida, riviste )?
- Improvviso di volta in volta?
- Giungo alla lezione concentrato, o distratto, assente?
- Una carica interiore è certamente il sussidio più importante;
qualche istante di raccoglimento, di preghiera e di riflessione tra i Catechisti sarebbe una buona abitudine.
(i corsi per Catechisti)
La preparazione immediata è sempre necessaria, ma non è sufficiente per fondare la struttura interiore del Catechista: occorre una preparazione sistematica.
Molte volte, mossi dall'entusiasmo e dalla voglia di impegnarsi, i Catechisti sottovalutano l'importanza di questa preparazione e si accontentano di avere letto qualche libro o di aver partecipato a qualche breve corso ( tre sere, convegni, lezioni sporadiche e slegate fra loro ).
Altre volte sono i sacerdoti responsabili, che sotto l'urgenza di molteplici impegni pastorali non trovano il tempo di organizzare questi corsi o si sentono impreparati.
La preparazione sistematica è un impegno da anteporre a molti altri:
una comunità che non prepara i suoi Catechisti non potrà mai impostare un programma pastorale di un certo impegno:
saranno sempre pochi a doversi addossare tutte le responsabilità.
L'Ufficio Catechistico viene incontro alle esigenze delle parrocchie e delle zone, fornendo sussidi adeguati e mobilitando persone esperte.
È opportuno che i corsi sistematici vengano organizzati a livello zonale o interparrocchiale:
ciò permette di concentrare meglio le energie e di utilizzare come docenti persone veramente valide.
Nel programmare questi corsi si tenga conto delle esigenze dei Catechisti, della situazione specifica delle comunità e delle scelte diocesane.
I corsi sistematici per la formazione dei Catechisti possono essere di due tipi:
- un corso biennale o triennale, da ottobre a maggio, comprendente 2-3 ore di lezione settimanali e affiancato da un tirocinio pratico;
- due/tre corsi intensivi ( di una decina di incontri ciascuno ):
questi corsi hanno carattere monografico e vengono organizzati tutti gli anni, a modi di "formazione permanente".
I docenti di questi corsi, di solito possono essere reperiti nella stessa zona;
non è necessario che abbiano una preparazione scientifica di alto livello, ma chiarezza e semplicità di idee e grande capacità comunicativa.
Ogni corso abbia un responsabile dell'organizzazione;
in ogni parrocchia uno o più animatori seguiranno i Catechisti, aiutandoli ad assimilare i principi a calarli nella catechesi.
Ogni zona è invitata a farsi il suo programma del corso ( unico, o da ripetersi in diverse parti della zona ), movendosi con libertà all'interno di discipline e temi che sono fondamentali e irrinunciabili.
- Per la formazione dottrinale: seguendo i cc. IV del "Rinnovamento della Catechesi" , che, ponendo al centro il mistero di Cristo, sviluppa in modo vivo e organico i temi:
Dio, la Chiesa, i sacramenti, l'uomo, la vita cristiana fino al compimento nel Regno
- Per la formazione psicologica e pedagogica: partendo dalle grandi linee del c. VII del RdC, si illuminino le varie età dell'uomo e le esigenze di una educazione integrale.
- Per la formazione sociologica: si aiuti il Catechista ad avere presenti i grandi fenomeni della vita sociale di oggi, in continua evoluzione, che condizionano gli uomini, specialmente nell'accostarsi al problema religioso.
- Per la formazione metodologica e didattica: ispirandosi al c. IX del RdC, si approfondiscano le leggi della fedeltà a Dio e all'uomo.
È auspicabile che le parrocchie e le zone che organizzano i corsi portino i loro elaborati a conoscenza dell'UCD, che li potrà così diffondere, a vantaggio di tutti.
Il singolo atto di catechesi si inserisce nel contesto più ampio di un intero ciclo Catechistico.
Come va preparato ogni incontro, così va programmato l'intero ciclo.
La programmazione ha un'importanza fondamentale perché la preparazione dei Catechisti e la loro buona volontà non vengano vanificate.
Come si realizza una programmazione?
- Si parte da una conoscenza della situazione:
delle persone che operano nel campo della catechesi, dei loro limiti e delle loro capacità e attitudini;
dei soggetti ai quali la catechesi è diretta, dell'ambiente, delle difficoltà, ecc.
- Si fissano le mete generali e particolari da raggiungere.
Le osservazioni raccolte in queste pagine servono come prospettiva, come stimolo e suggestione per una ricerca locale, aderente alle esigenze di ciascuna comunità.
- Si stabiliscono programmi e modalità di lavoro.
La catechesi è trasmissione di un messaggio, che va attentamente studiato;
vanno perciò chiariti quali sono i contenuti da trasmettere e il modo della trasmissione.
Si forniscono sussidi adeguati.
- Si ricercano e si preparano i Catechisti necessari.
- Si fissano delle scadenze.
- Si incaricano dei responsabili per seguire con impegno il lavoro.
Una tale programmazione richiede di essere avviata molto per tempo, e di essere studiata da tutto il gruppo. Nelle scelte di fondo sia coinvolta l'intera comunità.