Il catechista uomo della parola |
Ciò che qualifica il Catechista non è soltanto la testimonianza di vita ( a cui sono chiamati tutti i cristiani), ma il servizio della parola, con la quale trasmette il messaggio di Cristo.
Certo, sarebbe assurdo parlare di Cristo senza vivere di lui;
ma essere Catechista è qualcosa di più che solo vivere: è anche parlare, comunicare.
Molti Catechisti si sentono desiderosi di comunicare ad altri la fede che vivono intensamente, ma trovano difficoltà ad esprimersi.
È importante perciò conoscere le leggi della comunicazione.
Il Vangelo ci aiuta in questo.
Non appena cominciò a predicare, Gesù attirò a sé una gran folla:
lo seguivano di villaggio in villaggio, per più giorni lo ascoltavano senza stancarsi, al punto che gli apostoli non avevano più tempo di mangiare. ( Cfr. Mc 6,31 )
Nessuno ha mai parlato come costui!
Gesù ha saputo comunicare con tutti, con le grandi folle e con le singole persone:
Nicodemo lo va a cercare di notte, ( Gv 3,1-15 ) a peccatrice affronta gli occhi indiscreti dei benpensanti, per andare ai piedi di lui, ( Mt 26,6-13 ) un gruppo di Greci chiedono a Filippo di conoscere Gesù; ( Gv 12,20-22 )
altri, affascinati, gli dicono: "Ti seguirò, dovunque tu vada". ( Lc 9,57 )
I suoi stessi silenzi sono comunicativi: "Mentre ancora Pietro parlava, il gallo cantò.
E il Signore si voltò e lo guardò (…) e Pietro si allontanò di lì e pianse amaramente". ( Lc 22,61 )
Con Zaccheo si limitò a farsi invitare a tavola. ( Lc 19,1-10 )
Il pianto sulla tomba di Lazzaro creò un immediato legame con tutti i presenti. ( Gv 11 )
Anche con i gesti, con i comportamenti Gesù comunica:
cacciando i venditori dal tempio, ( Mt 21,12-13 ) lavando i piedi agli apostoli, ( Gv 13,4ss ) scrivendo per terra davanti agli accusatori dell'adultera, ( Gv 8,2ss ) abbracciando i bambini, ( Mc 10,13-16 ) mangiando con i peccatori. ( Mt 9,10 )
Gesù comunicava con persone di ogni condizione, con i poveri e i malati soprattutto, ma anche con i ricchi quando si offriva l'occasione;
con gli sposi nel giorno delle nozze. ( Gv 2 )
Comunicava con l'uomo così com'è.
Non vi è nessuna persona che abbia paura di avvicinarlo.
Una sua parola è sufficiente per entrare nel profondo del cuore e cambiare una vita:
non sono comunicazioni superficiali.
"Matteo, vieni con me". ( Mc 2,14 )
"Maria!". "Maestro mio!". ( Gv 20,16 )
"Donna, questo ora è tuo figlio". "Questa ora è tua madre". ( Gv 19,26 )
Gesù comunica con tutta la sua persona: con le mani (impose le mani e li guarì), con gli occhi ( guardandolo lo amò ), con il suo pianto, con i suoi gesti ( lo conobbero nello spezzare del pane ).
Gesù comunica la sua divinità con tutta la sua umanità.
Vedendo Gesù Uomo, incontrano Dio. Gesù non solo sa comunicare con gli altri, ma è la comunicazione stessa: Parola di Dio fatta carne, fatta vita.
La sua stessa morte in croce porta i segni della sua divinità:
"Quest'uomo era veramente figlio di Dio". ( Mc 15,39 )
"Ricordati di me quando sarai nel tuo regno". ( Lc 23,42 )
"Guarderanno a colui che hanno trafitto". ( Gv 19,37 )
Il segreto della grande comunicatività di Gesù sta in questo:
"Io e il Padre siamo una cosa sola". ( Gv 10,30 )
Il Catechista sa comunicare con gli uomini, nella misura in cui è unito a Cristo.
Una continua conversione.
Anima di questa conversione è l'amore per Gesù, e l'amore per gli uomini come Gesù li ha amati.
È questo amore che fa sentire al Catechista l'esigenza di approfondire la conoscenza degli uomini attraverso lo studio della psicologia, della sociologia e della pedagogia.
Ogni età dell'uomo ha il suo proprio significato in se stessa e la sua propria funzione per il raggiungimento della maturità. (…)
Errori e inadempienze, verificatisi a una certa età, hanno talora conseguenze molto rilevanti per la personalità dell'uomo e del cristiano.
Pertanto, in ogni arco di età i cristiani devono potersi accostare a tutto il messaggio rivelato, secondo forme e prospettive appropriate.22
L'attenzione che il Catechista rivolge all'uomo non riguarda soltanto l'individuo, ma abbraccia tutti i suoi rapporti con la società.
Ciascuno cresce e si forma in un contesto sociale, in varie comunità e gruppi, che contribuiscono al suo sviluppo.23
Il Catechista riesce a fare una sintesi vitale di ciò che ha appreso dalle scienze dell'uomo (psicologia, sociologia, …) se le pone a servizio di un buon metodo Catechistico.
Il Rinnovamento della catechesi ne parla ampiamente nel capitolo IX, dove afferma che la fondamentale legge del metodo Catechistico è la doppia fedeltà a Dio e all'uomo.
Il metodo va così ben assimilato da identificarsi quasi con la personalità del Catechista.
All'interno di questa scienza (metodologia), come del resto della stessa esperienza pastorale, si trova un sapiente principio: quello della responsabilità e della competenza ultima dell'educatore, della sua intelligente capacità inventiva. (…)
L'azione educativa rimane sua, inconfondibile, viva, quasi creatrice.
Può essere modesta e umile; se sorretta dalla carità, essa è sempre feconda.24
- La prima legge della comunicazione è l'amore:
amo veramente le persone che sono chiamato a evangelizzare?
Che posto occupano nelle mie preoccupazioni? Nei miei programmi?
- Sto a contatto delle persone per capirle e scoprire le profonde vie di una comunicazione interiore?
- Mi sento interessato a tutti i problemi che interessano la gente?
Cerco di immedesimarmi nei fatti che formano il tessuto quotidiano della loro vita?
- Ho acquisito le conoscenze fondamentali di psicologia, sociologia, pedagogia, didattica?
Sono riuscito a costruirmi un buon metodo Catechistico?
- Cerco di realizzare nella catechesi la fedeltà a Dio (lasciare posto alla sua azione, assimilare la sua pedagogia) e la fedeltà all'uomo (dare spazio alla libertà, stimolare la creatività, educare al senso sociale…)?
22 | RdC 134 |
23 | RdC 140 |
24 | Rdc 181 |