Dall'Esodo alla terra promessa (1300 - 1000 a. C.)
- Gli Ebrei erano entrati in Egitto circa nel 1700 a.C. e vi restarono fino al 1250 circa.
In questo tempo divennero numerosi e furono resi schiavi dal faraone
Un uomo della famiglia di Levi andò a prendere in moglie una figlia di Levi.
La donna concepì e partorì un Figlio; vide che era bello e lo tenne nascosto per tre mesi.
Ma non potendo tenerlo nascosto più oltre, prese un cestello di papiro, lo spalmò di bitume e di pece, vi mise dentro il bambino e lo depose fra i giunchi sulla riva del Nilo.
La sorella del bambino si pose ad osservare da lontano che cosa gli sarebbe accaduto.
Ora la figlia del faraone scese al Nilo per fare il bagno, mentre le sue ancelle passeggiavano lungo la sponda del Nilo.
Essa vide il cestello fra i giunchi e mandò la sua schiava a prenderlo.
L'aprì e vide il bambino: ecco, era un fanciullino che piangeva.
Ne ebbe compassione e disse: "È un bambino degli Ebrei".
La sorella del bambino disse allora alla figlia del faraone: "Devo andarti a chiamare una nutrice tra le donne ebree, perché allatti per te il bambino?".
"Va'", le disse la figlia del faraone.
La fanciulla andò a chiamare la madre del bambino.
La figlia del faraone le disse: "Porta con te questo bambino e allattalo per me; io ti darò un salario".
La donna prese il bambino e lo allattò.
Quando il bambino fu cresciuto, lo condusse alla figlia del faraone.
Egli divenne un Figlio per lei ed ella lo chiamò Mosè, dicendo: "Io l'ho salvato dalle acque!".
La famiglia di Mosè era della tribù di Levi; suo padre si chiamava Amyram (popolo grande) e sua madre Yokebed (Jahvè è glorioso), suo Fratello maggiore Aronne e sua figlia Maria.
Il nome di Mosè non è ebraico, ma egiziano e significa "nato, figlio".
Il bambino è dapprima allevato dalla madre, che gli insegna a sentirsi ebreo e gli racconta le tradizioni dei Patriarchi.
In seguito è istruito nella cultura egiziana.
C'erano allora delle scuole dove tutti erano assunti e preparati per entrare nei quadri dell'esercito e dell'amministrazione.
La figura di Mosè va delineandosi sotto i nostri occhi.
Mosè avrebbe potuto far carriera alla corte del faraone e avere onori e comodità.
Invece egli, "divenuto adulto, per fede rifiutò di essere chiamato figlio della figlia del faraone, preferendo essere maltrattato con il popolo di Dio, piuttosto che godere per breve tempo del peccato" ( Eb 11,24-25 ).
Obbligato a fuggire, egli impara a viverre nel deserto presso i Madianiti.
Erano tribù imparentate da lontano con gli Israeliti: alcuni facevano commercio dall'Arabia all'Egitto, altri erano passati nel deserto del Sinai.
Quando il faraone e muore e la situazione sta per cambiare, Mosè è pronto.
Gli Israeliti oppressi gridano verso Dio e un po' alla volta prendono coscienza che qualcosa è possibile.
Dio sta per rispondere riunendoli. A questo scopo chiama Mosè.
Mosè dunque venne salvato e cresciuto alla corte del faraone, ma all'età di quarant'anni, deve fuggire dall'Egitto perché ha ucciso un egiziano.
- Per quarant'anni vive nel deserto di Madian presso Ietro, suo suocero, facendo il pastore.
- All'età di ottant'anni, Dio gli si rivela
Ora Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, e condusse il bestiame oltre il deserto e arrivo al monte di Dio, l'Oreb.
L'angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco in mezzo a un roveto.
Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva nel fuoco, ma quel roveto non si consumava.
Mosè pensò: "Voglio avvicinarmi a vedere questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?".
Il Signore vide che si era avvicinato per vedere e Dio lo chiamò dal roveto e disse: "Mosè, Mosè!". Rispose: "Eccomi!".
Riprese: "Non avvicinarti! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è una terra santa!".
E disse: "Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe".
Mosè allora si velò il viso, perché aveva paura di guardare verso Dio.
Il Signore disse: "Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sorveglianti; conosco infatti le sue sofferenze.
Sono sceso per liberarlo dalla mano dell'Egitto e per farlo uscire da questo paese verso un paese bello e spazioso, verso l'Amorreo, il Perizzita, l'Eveo, il Gebuseo.
Ora dunque il grido degli Israeliti è arrivato fino a me e io stesso ho visto l'oppressione con cui gli Egiziani li tormentano.
Ora va'! io ti mando dal faraone. Fa' uscire dall'Egitto il mio popolo, gli Israeliti!".
Mosè disse a Dio: "Chi sono io per andare dal faraone e per far uscire dall'Egitto gli Israeliti?".
Rispose: " Io sarò con te. Eccoti il segno che io ti ho mandato: quando tu avrai fatto uscire il popolo dall'Egitto, servirete Dio su questo monte".
Mosè disse a Dio: "Ecco io arrivo dagli Israeliti e dico loro: il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi.
Ma mi diranno: come si chiama? E io che cosa risponderò?".
Dio disse a Mosè: "Io sono colui che sono!".
Poi disse: "Dirai agli Israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi".
Dio aggiunse a Mosè: "Dirai agli Israeliti: il Signore, il Dio dei vostri padri, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe mi ha mandato a voi.
Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione.
Va'! riunisci gli anziani d'Israele e dì loro: il Signore, Dio dei vostri padri, mi è apparso, il Dio di Abramo, di Isacco, d Giacobbe, dicendo: sono venuto a vedere voi e ciò che viene fatto a voi in Egitto.
E ho detto: vi farò uscire dall'umiliazione dell'Egitto verso il paese del Cananeo, dell'Hittita, dell'Amorreo, del Perizzita, dell'Eveo e del Gebuseo, verso un paese dove scorre latte e miele.
Essi ascolteranno la tua voce e tu e gli anziani di Israele andrete dal re di Egitto e gli riferirete: il Signore, Dio degli Ebrei, si è presentato a noi.
Ci sia permesso di andare nel deserto a tre giorni di cammino, per fare un sacrificio al Signore, nostro Dio.
Io so che il re d'Egitto non vi permetterà di partire se non con l'intervento di una mano forte.
Stenderò dunque la mano e colpirò l'Egitto con tutti i prodigi che opererò in mezzo ad esso, dopo egli vi lascerà andare.
Farò sì che questo popolo trovi grazia agli occhi degli egiziani: quando partirete, non ve ne andrete a mani vuote.
Ogni donna domanderà alla sua vicina e all'inquilina della sua casa oggetti di argento e oggetti d'oro e vesti; ne caricherete i vostri figli e le vostre figlie e spoglierete l'Egitto".
- Mentre Mosè pascola il gregge sul monte Oreb, Dio si manifesta in un roveto che brucia ma non si consuma.
- In questa rivelazione Dio:
- dà a Mosè la missione di liberare il popolo ebreo dalla schiavitù dell'Egitto
- gli rivela il senso del proprio nome
- gli promette il suo intervento diretto per convincere il faraone lasciare uscire il popolo ebreo dall'Egitto
I nomi di Dio nella Bibbia
EL = Divinità
ELOIM = Dio perfettissimo
ADONAI = Signore, Sovrano che ha potere su tutte le cose
JAHWEH = "Colui che è" presente nel suo popolo attivamente per salvarlo
Il nome di Jahweh, per rispetto, non veniva mai pronunciato e veniva sostituito con Adonai
EL SADDAI = Dio immutabile
EL ELION = Dio altissimo
Il nome Jahvè (JHVH) nella scrittura "quadrata " in uso da qualche secolo prima di Cristo | |
Il nome Jahvè (JHWH) nei caratteri ebraici più antichi |
Mosè convocò tutti gli anziani e disse loro: "Andate e procuratevi un capo di bestiame minuto per ogni vostra famiglia e immolate la pasqua.
Prenderete un fascio di issòpo, lo intingerete nel sangue che sarà nel catino e spruzzerete l'architrave e gli stipiti con il sangue del catino.
Nessuno di voi uscirà dalla porta della sua cassa fino al mattino.
Il Signore passerà per colpire l'Egitto, vedrà il sangue sull'architrave e sugli stipiti: allora il Signore passerà oltre la porta e non permetterà allo sterminatore di entrare nella vostra casa per colpire.
Voi osserverete questo comando come un rito fissato per te e per i tuoi figli per sempre.
Quando voi sarete entrati nel paese che il Signore vi darà, come ha promesso, osserverete questo rito.
Allora i vostri figli vi chiederanno: che significa questo atto di culto?
Voi direte loro: è il sacrificio della pasqua per il Signore, il quale è passato oltre le case degli Israeliti in Egitto, quando colpì l'Egitto e salvò le nostre case, il popolo si inginocchiò e si prostrò.
Poi gli Israeliti se ne andarono ed eseguirono ciò che il Signore aveva ordinato a Mosè e ad Aronne; in tal modo essi fecero.
Dio chiede al popolo, per mezzo di Mosè, di:
- celebrare il sacrificio di un agnello
- bagnare con il sangue della vittima gli stipiti e la trave della porta delle case
- mangiare la carne arrostita della vittima e bruciare ogni avanzo
Questo sacrificio:
- salva il popolo dal castigo di Dio
- segna l'inizio della liberazione
- è la Pasqua del popolo ebreo
- viene rinnovata ogni anno come "memoriale" dell'intervento di Dio
- è il segno che l'alleanza con Dio rimane per sempre
Il popolo di Dio si trova in una situazione umanamente senza via d'uscita:
- davanti ha il mare
- dietro ha l'esercito egiziano
Dio manifesta:
- la sua presenza in mezzo al popolo (angelo e nube)
- il suo potere di comandare alle cose della natura per salvare il suo popolo
- nel suo modo di agire, che si serve sempre di qualcuno o scelto da Lui (Mosè), infatti gli dice:
- ordina di levare l'accampamento
- stendi la tua mano sul mare e dividilo
- stendi la tua mani e le acque torneranno sugli egiziani
- Dio presenta al suo popolo, in modo chiaro, gli impegni che il popolo dovrà mantenere per essere fedele alla "ALLEANZA"
- Dio inizia mettendo in evidenza che Egli è "il Dio che, liberandolo, ha fatto uscire il popolo dall'Egitto".
Quindi enumera gli impegni da osservare:
1. Non avrai altri dei di fronte a me.
2. Non nominerai il mio nome inutilmente.
3. Ricordati del giorno del sabato per santificarlo.
4. Onora tuo padre e tua madre.
5. Non farai omicidio.
6. Non farai adulterio.
7. Non ruberai.
8. Non pronuncerai falsa testimonianza.
9. Non desidererai la casa del tuo prossimo.
10. Non desidererai la moglie del tuo prossimo.
5° Intervento - ( Es 25,8-22 )
- Dio vuole lasciare un segno della sua presenza in mezzo al popolo e ordina la costruzione dell'Arca dell'Alleanza.
- Da lì in avanti Dio si rivolgerà a Mosè sempre parlando dell'arca.
- L'arca viene collocata in una tenda.
- La tenda viene montata in un recinto separato dall'accampamento, nel quale c'è l'altare per i sacrifici.
- Il Dio unico è il Dio di Israele. Il suo nome è Jahvè, "Colui che è"; non accetta che ci si serva di un'immagine per rendergli onore.
- Per propria iniziativa Dio ha scelto Abramo e in seguito il popolo di Israele. Li ha salvati, resi liberi, e ha loro proposto un'alleanza.
- L'alleanza è stata accettata, e questo legame con Dio è per Israele la fonte di tutti i beni.
- La fedeltà all'alleanza è la condizione della prosperità di Israele; l'infedeltà è causa di ogni sciagura.
- La fedeltà si mostra anzitutto nell'adesione all'unico Dio e, di conseguenza, nell'obbedienza ai suoi comandamenti
- L'alleanza crea una solidarietà tra le tribù e le riunisce in un popolo unico. Nessun capo supremo è indispensabile: Dio stesso è il re di Israele.
- Gli interessi civili e religiosi si confondono dunque in uno stato teocratico.
- Le colpe di apostasia sono punite con la morte perché distruggono l'unità nazionale. Così pure i peccati contro la famiglia e la vita (adulterio, incesto, vizi contro natura). Questi peccati intaccano la dignità umana, la stabilità familiare e la potenza demografica.
- Il senso di solidarietà, l'atmosfera religiosa e morale che circonda le leggi penali e civili, creano una viva sensibilità all'aspetto umanitario del comportamento sociale. Tale sensibilità anche a favore degli stranieri che si trovano in Israele.
- È interdetta ogni alleanza, soprattutto attraverso matrimoni, con i popoli vicini, specialmente con i Cananei: è un pericolo molto grave di contaminazione religiosa e morale.
- L'interesse per l'umanità intera si afferma fin dai primi capitoli della genesi, dal giardino di Eden a Babele ( nn. 2-7 ). Israele si definisce come un popolo scelto per la benedizione di tutte le nazioni ( nn. 8, 17, 46 ).
La speranza della salvezza si trova nel protovangelo: la maledizione del serpente orienta a sperare per tutti gli uomini una vittoria sul peccato.
La figura personale di un Salvatore è appena delineata in pochissimi passi ( nn. 28 e 60 ), se letti alla luce del messianismo davidico, di cui vedremo più avanti la nascita e lo sviluppo.
- La religione di Mosè, come si trova nel Pentateuco, non conosce ancora né punizione, né ricompensa in un'altra vita.
Si pensa a una certa sopravvivenza dei morti, ma non si dice che possano provare felicità o dolore per le azioni fatte sulla terra.
Si pensa che la giustizia di Dio si realizzi interamente quaggiù, sul piano della nazione più ancora che sul piano degli individui.
La retribuzione personale in un'altra vita non sarà rivelata che negli ultimi libri dell'Antico Testamento.
- Un'osservanza rituale, caratteristica della religione mosaica, è la circoncisione dei bambini ancora piccoli (n. 11).
Un'altra è l'uso del sangue per l'espiazione, legato ad una coscienza approfondita del peccato (nn. 81, 82).
Ma i peccati veramente gravi non potevano essere espiati così: dovevano essere puniti con la morte.
- Confrontata con le altre religioni dell'epoca, la religione dell'alleanza era immensamente migliore. Era una tappa nella storia della salvezza. Ma S. Paolo dimostrerà, nelle lettera ai Galati, che questa disposizione era transitoria.
Sotto la legge il popolo di Israele era custodito, quasi isolato dal resto del mondo perché la sua speranza rimanesse intatta.
La legge era come il servo che custodisce sotto tutela i figli del padrone e li conduce fino a che venga il maestro.
Così la legge conduceva il popolo di Dio al Cristo e lo custodiva nell'attesa ( Gal 3,19-24 ).
La legge di Mosè come tale quindi non ha più ragione di essere, nel nuovo ordine stabilito da Gesù. Ma egli stesso dice che è venuto a perfezionarla, e non ad abrogarla ( Mt 5,17 ).
Perciò dobbiamo saper scoprirvi molti insegnamenti utili e la testimonianza di uno stadio importante della storia della salvezza.
6° Intervento - ( Gs 6,6-16.20 )
Dio manifesta la sua potenza e fedeltà alle promesse fatte ai Patriarchi e a Mosè:
- facendo cadere le mura della città senza intervento umano (al suono delle trombe)
- offrendo un segno evidente della sua protezione in favore del suo popolo
GLOSSARIO:
- Madian = territorio dei Madianiti situato ad oriente nel golfo di Aqabah
- Oreb = nome con cui viene a volte chiamato il monte Sinai
- Stipiti = colonne verticali che sostenevano la traversa della porta
- Pasqua = dall'ebraico "Pésah", vuol dire: "passaggio"
- Memoriale = fatto che serve a rinnovare e ricordare un evento più antico
- Teofania = manifestazione di Dio
- Decalogo = raccolta scritta delle dieci clausole del patto di alleanza tra Dio e il suo popolo
- Arca dell'Alleanza = cofano di legno di acacia che misurava cm 112,5 per cm 67,5
- Propiziatorio = coperchio dell'Arca in oro massiccio con sopra due serafini alati pure in oro massiccio
- Giudici biblici = personaggi scelti da Dio per liberare il suo popolo dai nemici
QUESTIONARIO
1. Quando gli Ebrei entrarono in Egitto?
2. Fino a quando gli Ebrei restarono in Egitto?
3. Quali sono i fatti più importanti della vita di Mosè?
4. Dove e come si manifesta Dio a Mosè?
5. Che cosa fa Dio rivelandosi a Mosè?
6. La Bibbia con quali nomi chiama Dio?
7. Che cosa chiede Dio al suo popolo per mezzo di Mosè?
8. Il sacrificio dell'agnello che senso e che valore ha?
9. Che cosa manifesta dia facendo passare il suo popolo attraverso il mare?
10. Quali sono gli impegni dell'Alleanza tra Dio e il suo popolo?
11. Che cos'è l'Arca dell'Alleanza?
12. Come era costruita l'Arca dell'Alleanza?
13. Che cosa manifesta Dio con la conquista di Gerico?