L'Eucaristia

19-05-2007

Don Mauro Agreste

Indice

1) L'Eucaristia continua ad essere un mistero
2) Abbiamo visto come accostarci a questo mistero attraverso la Filosofia
3) Logico non vuol dire evidente
4) Fare un discorso sull'Eucaristia significa impegnare l'intelligenza e tutte quelle che sono le strutture dell'intelligenza
5) La presenza reale di Gesù Cristo nella dottrina della Chiesa si è conservata questa affermazione della transustanziazione
6) Nel mistero eucaristico noi abbiamo la presenza reale e sostanziale
7) Nei sacramenti è Gesù Cristo che invoca lo Spirito Santo
8) Alcuni aspetti della disciplina eucaristica: dal punto di vista liturgico
9) La cosa più importante è che si è favorita la partecipazione dei fedeli alla celebrazione eucaristica
10) Il pulpito non è una cosa da eliminare, perché dal pulpito si proclama il Vangelo
11) Nelle chiese prima del Concilio, c'era la sede del sacerdote?
12) Il trono usato nella celebrazione eucaristica
13) Domanda: … il campanello …
14) Nella chiesa del Sacro Volto ci sono banchi senza l'inginocchiatoio
15) Ci sono i gesti liturgici, che fanno parte della liturgia, che vanno vissuti con lo spirito della liturgia
16) Trattando male la liturgia svendiamo i misteri che essa celebra

1) L'Eucaristia continua ad essere un mistero

È importante che noi teniamo ben presente quello che ho accennato a proposito della transustanziazione, proprio per ricordare che innanzitutto l'Eucaristia continua ad essere un mistero.

Non è che noi ci accostiamo al mistero eucaristico pensando di avere capito tutto, quindi con quella cautela, con quel rispetto, con quel senso di adorazione che ci fa capire che, pur con tutto l'utilizzo della nostra intelligenza, della mediazioni dei secoli di riflessione su questo mistero, noi abbiamo la consapevolezza che continua ad essere un qualche cosa che assolutamente ci supera, siamo d'accordo?

Abbiamo visto che spiegare la presenza reale di Gesù nel sacramento eucaristico ha tutti i limiti della spiegazione umana nei confronti di una realtà divina, giusto?

2) Abbiamo visto come accostarci a questo mistero attraverso la Filosofia

Abbiamo visto come accostarci a questo mistero attraverso la Filosofia, che è ancella della Teologia.

Cosa vuol dire ancella? A servizio della Teologia.

Ovviamente, la Teologia è un discorso su Dio, teo ( Dio ), logos ( discorso ), quindi la Teologia è un discorso su Dio.

Come si fa a fare un discorso su Dio senza la logica?

Adesso qualcuno potrebbe dire: è logico ci vuole la logica.

Sappiamo che cos'è la logica? È un altro ambito di studio, per capire come i concetti sono concatenati fra di loro, in un filo che abbia senso.

Per cui c'è un'architettura nel discorso; c'è una struttura senza della quale noi facciamo tutte le frasi slegate tra di loro, che non hanno né capo né coda. Sono delle frasi che indicano che la persona non ha le idee chiare.

La logica è, anche, la capacità di avere le idee ordinate nella mente, va bene?

Se dobbiamo fare un discorso su Dio, teo-logos, un discorso su Dio ( Teologia ) è evidente che dobbiamo avere delle idee che siano perlomeno chiare a noi stessi.

Ci devono essere delle premesse, che hanno delle conseguenze.

Allora ci sono degli studi approfonditi, si chiamano studi di logica, che coinvolgono molti ambiti della persona umana, dalla sua relazione con le cose ecc… quindi non pensate che uno dica: è una cosa logica, per dire: è una cosa evidente.

3) Logico non vuol dire evidente

No, logico non vuol dire evidente.

Per esempio ci sono delle strutture di pensiero che si chiamano: i sillogismi.

Cosa sono i sillogismi? Una struttura di pensiero in base alla quale ci sono le premesse maggiori da cui scaturiscono le conseguenze.

Se le premesse sono false, la conseguenza è falsa, diciamo erronea, che è più esatto.

Noi non stiamo facendo alcun corso di logica, però vi dico: guardate che quando si usa la parola logica non vuol dire, come possiamo dire, evidente, sotto gli occhi di tutti, vuol dire che ha una struttura che ha una ragione di essere, che ha delle basi, un'architettura.

Il discorso che tu fai, per esempio: la logica del computer, l'architettura del computer, ha una struttura in base alla quale i vari impulsi elettrici attivano degli altri canali per cui il computer, diciamo così, si attiva, funziona; ha la sua logica, va bene?

È un paragone che si regge poco però serve solo per avere un'idea.

4) Fare un discorso sull'Eucaristia significa impegnare l'intelligenza e tutte quelle che sono le strutture dell'intelligenza

Allora fare un discorso sull'Eucaristia significa impegnare grandemente l'intelligenza e tutte quelle che sono le strutture dell'intelligenza, quindi anche la logica.

Per questo la Filosofia entra in questo discorso, come ancella della Teologia.

Questo vorrebbe dire che, a un certo momento, le strutture di pensiero, le mediazioni culturali ecc… che fanno parte dell'indagine filosofica, aiutano l'intelligenza umana a fare un discorso su Dio, ma non si possono sostituire, mi sono spiegato?

Perché mentre per la Filosofia l'ambito di azione è quello del mondo empirico, cosa vuol dire empirico?

Che si può sperimentare, nella Teologia entra in gioco sia la creazione, che quindi è il mondo empirico, che la Rivelazione che è ciò che Dio dice di sé stesso, che va accettato perché Dio lo dice.

Va accettato per fede.

Quindi la Teologia poggia su queste due grandi basi: la Rivelazione e la mediazione umana che è l'intelligenza, che si serve di tutte le scienze intellettive per indagare la realtà, in una parola: la Filosofia.

5) La presenza reale di Gesù Cristo nella dottrina della Chiesa si è conservata questa affermazione della transustanziazione

La presenza reale di Gesù Cristo, abbiamo visto la volta scorsa, è stata studiata per molto tempo, è stata verificata, e nella dottrina della Chiesa si è conservata questa affermazione della transustanziazione.

Sub-stantia, ciò che sta sotto.

Avevamo fatto l'esempio delle molecole del pane che sono fatte da certi tipi di atomi, e allora dicevamo che questi tipi di atomi sono trattenuti insieme da una forza, che li fa essere la molecola del pane.

Se a questa forza naturale, io sostituisco e metto la forza di Dio, questa forza qui non si chiama più pane, ma si chiama Gesù Cristo; magari la molecola continua ad essere quella, con tutti quegli atomi che la compongono, però la forza che la tiene unita potremmo immaginare, guardate che è solo un esempio, non è così, ma è solo perché noi abbiamo un'idea di cosa si intende per substantia; viene sostituita, trans vuol dire che passa oltre, che viene sostituita, transubstantiationem vuol dire che viene sostituita la sostanza di prima e ce n'è un'altra.

Quindi se la sostanza di prima era "pane", la sostanza di adesso è Gesù Cristo.

E quindi anche se le molecole hanno la stessa forma di prima, diciamo così: la forza che le tiene insieme non è più l'essenza pane ma è l'essenza Gesù Cristo.

Questo vuol dire che essendo essenza di Gesù Cristo, c'è tutto il suo corpo, tutta la sua anima, tutta la sua divinità e tutto il suo sangue.

Questo è un possibile approccio alla presenza reale sostanziale, perché il Concilio di Trento, parlando della presenza reale di Gesù Cristo, dice che nella divina eucaristia c'è la presenza reale e sostanziale.

Allora su questi due termini si basa la teologia della Chiesa.

6) Nel mistero eucaristico noi abbiamo la presenza reale e sostanziale

Nel mistero eucaristico noi abbiamo la presenza reale e sostanziale, non reale e significativa, non reale e simboleggiativa, ma reale e sostanziale.

Perché se fosse solo significativa li dentro non ci sarebbe la presenza di Gesù Cristo, ci sarebbe la molecola del pane che rappresenta Gesù Cristo, come dicono certe Confessioni delle comunità ecclesiali protestanti, mentre nella Chiesa Cattolica la teoria che tenta di dare una luce sul mistero eucaristico è quella della transustanziazione; smette di essere pane perché viene transitata via la sostanza pane e al suo posto si inserisce la sostanza Gesù Cristo, beninteso anche se esteriormente rimangono le molecole del pane; il gusto, l'odore, il colore sono quelli del pane, ma non è pane perché è stata sostituita la substanzia con l'azione dello Spirito Santo e la Parola di Dio.

"Lo Spirito di Dio aleggiava sopra le acque informi, poi Dio disse: sia la luce, e la luce fu."

Infatti la Chiesa nel mistero eucaristico, perché quella sia Eucaristia, che cosa fa?

Prima invoca lo Spirito Santo, infatti vedete il sacerdote che impone le mani sopra il calice e sopra la pisside, e si chiama gesto epicletico, che vuol dire di invocazione dello Spirito Santo ( epiclesi ).

7) Nei sacramenti è Gesù Cristo che invoca lo Spirito Santo

Nei sacramenti è Gesù Cristo che invoca lo Spirito Santo, in tutte le altre occasioni che richiamano i sacramenti è il fedele che chiama lo Spirito Santo. Sei battezzato?

Cristo vive in te? Puoi chiamare lo Spirito Santo? Come battezzato tu lo chiedi come figlio di Dio.

Quindi per l'Eucaristia ci vuole il gesto epicletico e la Parola di Dio, tant'è vero che non si può individuare il momento della transustanziazione, si indica il periodo della transustanziazione, che parte dall'imposizione delle mani sopra le Sacre Specie e comprende le parole di Gesù Cristo: "Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue" queste sono le parole esplicite che fanno un tutto unico con il gesto epicletico.

In tutto questo tempo si realizza il mistero eucaristico. Ci siamo fino a qui?

Le altre cose sono, come possiamo dire, molto descrittive, non mi fermerei a parlare di cose che potete benissimo leggere voi da soli.

8) Alcuni aspetti della disciplina eucaristica: dal punto di vista liturgico

Voglio sottolineare alcuni aspetti della disciplina eucaristica: dal punto di vista liturgico, formale, esteriore e dal punto di vista morale.

Dal punto di vista liturgico, ben poco è cambiato con la riforma liturgica riguardo all'essenza del mistero che viene celebrato, sono cambiate delle forme esteriori ma non l'essenza, va bene?

Vi ricordo che, prima della riforma liturgica, la celebrazione eucaristica era quasi completamente silenziosa, perché era un atto di culto, potremmo dire tra virgolette, riservato al ministro ordinato; la partecipazione dei fedeli era molto marginale, tant'è vero che spesse volte, anzi quasi sempre, subito dopo la parte iniziale la gente cominciava a recitare la corona del Rosario, anche perché la lettura dell' Epistola era fatta in segreto, la lettura del Vangelo era fatta in segreto, poi c'era l'Offertorio, la Consacrazione in cui era praticamente un dialogo silenzioso, e quindi i fedeli ogni tanto vedevano il sacerdote che si voltava e diceva: domine vobiscum e poi continuava.

Va bene? E quindi la gente diceva la corona del Rosario.

Con la riforma liturgica la parte essenziale non è il fatto che il sacerdote si sia rivolto verso il popolo, perché questo è un fatto marginale anche se è molto appariscente, tant'è vero che è una cosa che può essere benissimo riportata come era prima.

E ci sono in realtà delle istanze teologicamente fondate che giustificherebbero il fatto che, durante la Consacrazione, il sacerdote si deve rivolgere verso Dio, non verso il popolo.

Perché l'Eucaristia che si celebra, non è una nuova Eucaristia, è l'Eucaristia di Gesù Cristo, quella di Gerusalemme, non stiamo facendo delle nuove eucaristie, ci siamo?

9) La cosa più importante è che si è favorita la partecipazione dei fedeli alla celebrazione eucaristica

La cosa più importante è che si è favorita la partecipazione dei fedeli alla celebrazione eucaristica, voi mi direte: è già, adesso è in italiano.

No, non è quello, è il fatto che i fedeli sono resi partecipi a quello che si sta facendo.

Perché c'è la liturgia della parola non più riservata, anzi proclamata.

Se voi guardate le chiese antiche vedrete che non c'erano gli amboni, all'epoca romanica sì, ma dopo no c'era solo il pulpito, cioè il luogo della riflessione, ma l'ambone, che è il luogo da cui si proclama la parola di Dio, prima del Concilio c'erano gli amboni?

Non c'era l'ambone, c'era il pulpito.

10) Il pulpito non è una cosa da eliminare, perché dal pulpito si proclama il Vangelo

Perché il pulpito non è una cosa da eliminare, perché dal pulpito si proclama il Vangelo, e si proclama la riflessione sulla parola di Dio, quindi è un luogo privilegiato sacramentale.

Non è raro che, ultimamente, i vescovi incoraggino i sacerdoti a usare nuovamente il pulpito, perché la parola di Dio deve avere un luogo dignitoso e solenne, va bene?

Comunque vedete: la partecipazione è consistita nel fatto di rendere partecipe l'assemblea a ciò che il ministro ordinato sta facendo a nome proprio e a nome di tutta la Chiesa.

Quindi non ci sono più i riti iniziali e basta, ci sono i riti iniziali, ci sono i riti penitenziali e c'è la liturgia della parola, che una volta non c'era se non in forma riservata, ossia c'era sul Messale la parola di Dio che veniva spostato da una parte, poi dall'altra, quindi si doveva spostare il Messale dall'altra parte per leggere la parte del Vangelo, il sacerdote se lo leggeva da solo, mi spiego?

Ora la partecipazione è data dal fatto che la parola di Dio è proclamata per tutti, e tutti sono invitati ad ascoltarla.

Tant'è vero che ciò che non accadeva prima accade adesso.

11) Nelle chiese prima del Concilio, c'era la sede del sacerdote?

Provate un po' a pensare: nelle chiese prima del Concilio, c'era la sede del sacerdote? C'era solo l'altare.

C'era il trono del sacerdote? Solo nella Cattedrale, perché c'era il trono del vescovo che si chiama: la cattedra.

E poi c'erano gli stalli dei canonici, che sono il Senato del vescovo.

Ma nelle altre chiese parrocchiali non c'era, poteva essere messo nelle messe pontificali, cioè messe cantate ecc… ma non era una suppellettile fissa, ora lo è.

Domanda: … poltrone antiche …

Certo, per le messe grandi, c'era la Cantoria, per cui dopo il Gloria il sacerdote andava a sedersi, perché tanto la Cantoria cantava da sola, e la gente si sedeva, e soprattutto la sede veniva usata al pomeriggio, quando c'erano i Vespri con benedizione, vi ricordate?

Quindi c'erano i Vespri, il sacerdote stava in presbiterio, dietro l'altar maggiore stava la Cantoria degli uomini, sull'organo stava l'altra Cantoria perché dovevano rispondersi, e in mezzo ci stava l'assemblea.

Non so se voi avete delle idee di come era una volta; era così.

Quindi la sede veniva usata non necessariamente nelle celebrazioni eucaristiche.

12) Il trono usato nella celebrazione eucaristica

Il trono usato nella celebrazione eucaristica da tutti i parroci indica una grande comunione e consonanza con l'autorità episcopale, perché è una specie di piccola cattedra, è la cattedra episcopale posta nella parrocchia; è come dire la presenza del vescovo in mezzo a noi.

Chi è il coadiutore del vescovo, il rappresentate del vescovo? Il parroco.

E quindi il parroco siede sulla cattedra. Nessuno si deve sedere su quella sedia lì.

Voi capite che ci sono dei simboli che se non sono spiegati, uno pensa che siano solo delle suppellettili, non è così, hanno un significato.

Il segno della presidenza è il trono, di vario stile, che è messo in rilevanza per indicare una comunione con il vescovo perché, in pratica, il vescovo è il parroco della diocesi, lui ha autorità su ogni chiesa della diocesi, dovunque lui vada deve trovare la sua sede, mi sono spiegato?

Allora non deve essere necessariamente una sedia da cucina la sede vero?

Le circostanze ti possono dire: in via provvisoria usiamo una sedia alla buona poi, appena posso, ne cerco una che indichi visibilmente l'importanza di questo che è un simbolo, quindi non mi vado a prendere una sedia di plastica.

Se sono al campeggio perché sto facendo la Messa al campo è un'altra cosa, ma nella chiesa parrocchiale ci dev'essere la sede perché indica la comunione con il vescovo.

Prima del Concilio non c'era questo, perché la celebrazione eucaristica era sempre in piedi, non c'era la liturgia della parola, il sacerdote se la leggeva per sé, la gente si diceva la corona.

La Chiesa è andata bene per 1900 anni, e ci sono stati moltissimi santi nonostante la gente non capisse quello che veniva fatto.

13) Domanda: … il campanello …

Domanda: … il campanello …

Si suonava il campanello proprio perché da quel momento bon, se c'era un sacerdote nel confessionale, appena sentiva il campanello si interrompeva la confessione, spesso si apriva la porta, o la tendina, per partecipare al momento dell'elevazione.

Adesso durante la consacrazione la gente sta così, mastica il "cicles", non si inginocchiano, ma, scusatemi, non sono mica stati eliminati i segni esteriori; se uno non ha dei problemi di salute, al gesto epicletico ci si inginocchia.

14) Nella chiesa del Sacro Volto ci sono banchi senza l'inginocchiatoio

Domanda: Nella chiesa del Sacro Volto ci sono banchi senza l'inginocchiatoio ….

Purtroppo, perché gli architetti che progettano le chiese, sono persone che non vanno in chiesa.

Le prima file hanno l'inginocchiatoio che va su e che va giù, le altre non ce l'hanno più.

Se dovete far progettare una chiesa a qualcuno sappiate se è un credente, se è un praticante.

Se è un credente non praticante dovete dirgli: guardi che ci sono dei testi liturgici che possono essere favoriti, quindi la sedia non è la cosa più adatta in una chiesa.

Perché in Francia tutte le cattedrali o le chiese più importanti hanno le sedie?

E voi andate o in Germania o in Austria, nelle chiese della stessa epoca, trovate dei banchi favolosi, perché?

Perché c'è stata la Rivoluzione Francese 1789, con la Rivoluzione Francese hanno depredato tutto, e poiché c'era guerra civile e c'era carestia e fame, le prime cose ad essere bruciate per scaldarsi e per fare cibo, in disprezzo alla religione furono i banchi delle chiese.

Poi non li hanno più rifatti, d'altronde la Francia ha avuto una rivoluzione dopo l'altra; dopo il 1789 il periodo del terrore, dopo il periodo del terrore Napoleone, con tutte le guerre, e dopo Napoleone la Restaurazione, dopo la Restaurazione, all'inizio del '900 le leggi anticlericali.

Voi capite che per noi spiritualmente la Francia non è un ideale, è una condanna.

Non è che noi dobbiamo avere come ideale come si vive la fede in Francia, perché i francesi dicono: beati voi italiani che lì avete ancora dei preti.

Perché c'è un clima laicista culturalmente non laico.

15) Ci sono i gesti liturgici, che fanno parte della liturgia, che vanno vissuti con lo spirito della liturgia

Quindi attenzione ci sono i gesti liturgici, che fanno parte della liturgia, che vanno vissuti con lo spirito della liturgia.

Lo spirito della liturgia è quello dell'adorazione del mistero di Dio che si rende visibile per gli uomini, questo vuol dire che il mistero di Dio affidato all'intelligenza dell'uomo, alla creatività dell'uomo, deve pur sempre manifestare l'importanza del mistero divino: quindi non può essere una cosa sciatta, la liturgia è affidata al ministro, non è proprietà del ministro, le norme liturgiche sono norme che vanno seguite, non che possono solo essere prese come un'indicazione; perché la liturgia è la celebrazione della gloria di Dio con ciò che Lui ha fatto a favore dell'uomo.

Nella liturgia latina ci si muove in una certa situazione, nella liturgia orientale in un'altra situazione, ma pur sempre è celebrazione del mistero e dello splendore e della gloria di Dio, e va trattata con la dignità che le è propria.

La liturgia va fatta come dev'essere fatta se no diventa o una rappresentazione folcloristica, quando si tiene conto solo dell'esteriorità, oppure diventa un mistero buffo alla Dario Fo, che più dissacrante di quello non so che cosa ci sia.

16) Trattando male la liturgia svendiamo i misteri che essa celebra

Quindi attenzione bene: trattando male la liturgia svendiamo i misteri che essa celebra; trattando bene la liturgia e quindi spiegando anche i gesti liturgici, gli abiti liturgici, le suppellettili liturgiche, preparando bene l'aula della preghiera, che può essere una semplice aula, come può essere una cattedrale, allora voi capite che curando i particolari tu curi la celebrazione del mistero di Dio, essendo trasandato nei particolari, non spiegandoli, non spezzandoli e allora è evidente.

scusatemi Gesù ne ha fatti di miracoli nella Sua vita? Ne ha dati di insegnamenti?

Ma poi, in separata sede, ai suoi spiegava ogni cosa.

Il gesto era stato fatto e poi era stato spiegato.

Spezza il pane e dice: Questo non è un pezzo di pane spezzato, questo è il mio corpo; e non ha detto: è come il mio corpo, ricorda il mio corpo, simboleggia il mio corpo, indica il mio corpo, no ha detto: "Questi è", e quindi ha dato una spiegazione.

Domanda: Domenica scorsa c'erano le comunioni, c'era una cagnara …

Lì dipende sia dal tipo di popolazione che c'è e dai richiami che debbono essere fatti prima della celebrazione.