La Liturgia
20-10-2007
1) Chiesa: popolo di Dio, corpo mistico di Cristo
2) I fondamentali della nostra fede: unità e trinità di Dio
3) Chiesa, ecclesia ( in greco ): assemblea di convocati
4) Per effetto del battesimo siamo molto di più che assemblea di convocati
5) La chiesa militante, purgante e trionfante
6) Il sogno di Dio: fare di tutti i suoi figli il figlio
7) Mistero dell'incarnazione: Dio si è fatto vero Dio e vero uomo
8) L'essere umano, un solo essere in tre dimensioni: spirito, mente e corpo
9) La pienezza della persona umana non è data dalle cose umane
10) Scoprire e realizzare la propria relazione personale con Dio
11) Cosa fanno gli angeli di fronte a Dio? lo lodano e lo benedicono
12) La liturgia è la celebrazione di Dio
13) Anche la chiesa purgante loda Dio
14) Un essere umano che non ha rapporto con Dio è pienamente realizzato?
15) La liturgia: l'esercizio del culto
16) La crescita integrale e spirituale della persona umana si ha nella sottomissione
17) Prendere la propria croce significa essere in comunione con Gesù Cristo
18) Dio Padre fa sempre tutto in comunione con il Figlio e lo Spirito Santo
19) L'importanza della liturgia che rende presente il mistero di Dio
20) Ognuno ha il suo disegno e la sua collocazione precisa
21) Siamo il prolungamento di Gesù Cristo nel tempo e nello spazio
Introduzione alla liturgia, ecclesìa, mistero, simbolo, incontro tra le due libertà, questo lo abbiamo visto la volta scorsa.
La Chiesa, è un mistero grande perché non si limita a ciò che noi possiamo vedere.
Nel parlare comune della gente voi sentirete sempre dire Chiesa identificata con la gerarchia, ma noi sappiamo molto bene che la gerarchia non è nient'altro che una parte della Chiesa, una parte al servizio di tutta la Chiesa, perché in realtà la Chiesa è il corpo mistico di Cristo.
Subito dopo il Concilio ci sono state alcune sottolineature che per forza di cose erano state un po' emarginate nel tempo precedente e si è voluto vedere nel concetto di Chiesa il concetto di popolo di Dio.
Tuttavia dice il cardinale Biffi, il concetto di popolo di Dio è sicuramente meno importante, meno gravoso nel senso di ricco, di profondo della dichiarazione che la Chiesa è il corpo mistico di Cristo.
Quando dico corpo mistico voi capite che cosa vuol dire? Il corpo dell'apparizione?
Mistico vuol dire mistero, quindi corpo mistico, corpo misterioso; e quando si dice misterioso non vuol dire oscuro, non vuol dire sconosciuto, vuol dire talmente grande che la nostra intelligenza fa fatica a contenere questo mistero.
Vi ricordate che la volta scorsa abbiamo fatto l'esempio del concetto importante che sono i fondamentali della nostra fede: unità e Trinità di Dio, lo credete tutto questo? Si.
Lo capite? No, lo si può intuire, lo si può contemplare, ma capire!
Se una persona ci dice che ha capito la Trinità o è l'arcangelo Gabriele o è una persona che ha le idee un po' confuse.
La Trinità si contempla. Si può restare affascinati dal mistero della Trinità, ma quanto a capirlo possiamo avere delle intuizioni.
Unità e Trinità di Dio, vuol dire un solo Dio in tre persone, non tre dei, anche se ciascuno delle persone è tutto totalmente Dio.
Voi capite che affermazioni di questo genere sono estremamente ricche, estremamente profonde, riusciamo a capirle?
Usiamo degli esempi, dei paragoni, ma sono semplicemente deficitari, ci aiutano a muoverci in quella direzione, ma niente più.
Un esempio che ci può servire, non solo per il mistero della Trinità, ma per il mistero della persona umana, è l'esempio di un oggetto solido; che cos'è che contraddistingue un oggetto piano da un oggetto solido?
Le tre dimensioni altezza, larghezza e profondità.
Se ne manca una di queste tre è ancora un oggetto solido? No diventa un oggetto piano; le tre dimensioni ci fanno dire che è un solo oggetto.
Allora noi potremmo dire un solo Dio in tre persone uguali e distinte, eterne e infinite.
Tutto questo ci fa capire che è qualche cosa che supera di gran lunga tutta la nostra capacità di intendere.
Allora dire Chiesa come corpo mistico ci fa subito capire che è qualcosa di grandioso che sfugge alla capacità nostra di contenere dentro di noi che cosa sia realmente la Chiesa.
Sappiamo che nel Nuovo Testamento specialmente san Paolo ci ha detto diverse cose su questo tema e noi su quella parola affondiamo la nostra coscienza di essere Chiesa, che è più di essere assemblea di convocati, anche se il termine greco ecclesìa vuol dire assemblea di convocati.
Noi ci sentiamo semplicemente un'assemblea? ( un insieme di singoli che rimangono singoli ).
Noi nel concetto autentico di Chiesa possiamo dire di sentirci singoli?
Non è possibile per il semplice fatto che per il battesimo tu sei diventato: per, con e in Cristo una cosa sola; quindi già per questo motivo non sei più un essere singolo.
Se tutti i battezzati sono in questa relazione con Gesù Cristo è evidente che nessuno di essi è da solo e se tutti sono in una comunione definitiva con Gesù il Cristo, allora vuol dire che tutti compongono una e una cosa sola.
Quindi parlare di assemblea di convocati ci dà un'immagine, ma non ci dà l'immagine completa; parlare di popolo di Dio ci da un'immagine che ci richiama di più l'Antico Testamento, che fa riferimento sia ad Abramo che poi a Mosè e tutto quello che segue dal tempo di Mosè.
Ma io mi sento molto di più che parte del popolo di Dio, mi sento di più di una semplice pecorella che segue, mi sento per il battesimo che ho ricevuto ben più di tutto questo, perché c'è un legame sostanziale, un legame ontologico ( vuol dire essenza, un legame essenziale ).
A questo concetto di ontologico e di essenza per es. faremo riferimento quando parleremo dei sacramenti che lasciano il carattere: battesimo, cresima, ordine sacro.
Il carattere ha una diretta relazione con questo concetto di ontologico, di essenza.
Dicevamo allora che nel concetto di Chiesa, il senso di assemblea di convocati non è sufficiente per descrivere veramente quello che si è.
La Chiesa è il corpo di Cristo di cui Gesù Cristo è il capo e noi le membra.
Ora noi tutti sappiamo bene, perché a suo tempo qualcuno di voi aveva studiato a memoria le domande del catechismo, no?
La Chiesa si trova in tre situazioni diverse: la Chiesa che si trova qui sulla terra, militante; la Chiesa che si trova nella situazione della purificazione in attesa di entrare di fronte allo splendore di Dio, purgante; la Chiesa che gode della santità e della maestà di Dio partecipandone, trionfante; tutto questo si chiama Chiesa.
Dunque noi non possiamo dire che la Chiesa è solo ciò che vediamo; noi siamo inseriti in un mistero che comprende questa esistenza, ma anche l'esistenza nell'aldilà, perché uno è il corpo di Cristo.
Se uno è il corpo di Cristo e una è la Chiesa, militante, purgante e trionfante, ogni volta che il fedele si accosta per ricevere la divina Eucaristia, che cosa riceve?
Tutto il corpo di Cristo, questo vuol dire tutto Gesù Cristo, tutta la sua anima, tutta la sua divinità, tutto il suo sangue, tutta la sua reale sostanzialità e tutto ciò che compone il corpo di Cristo.
Quindi tutti i fedeli che vivono nel tempo, la Chiesa militante, sono in comunione con tutti fedeli che vivono il tempo della purificazione, la Chiesa purgante, in più sono in comunione con tutti i fedeli che sono nella gloria, la Chiesa trionfante.
Ogni volta che ci si accosta al mistero dell'Eucaristia, quando assumi dentro di te l'ostia consacrata, tu sai che stai facendo la Comunione, comune unione, stai realizzando il sogno di Dio di fare di tutti i suoi figli, il Figlio.
Ora voi capite che misteri di questo genere necessitano di una grande umiltà e di una grande attenzione, perché possano essere in qualche modo trasmessi gli uni e gli altri, perché noi non siamo dei filosofi, siamo dei credenti.
Questo vuol dire che quello che facciamo non risulta essere semplicemente lo sviluppo di pensiero o di ragionamenti che noi abbiamo fatto nella nostra vita, ma si tratta di concretizzare e di realizzare qualche cosa che manifesti ciò che noi siamo.
Questo manifestare ciò che noi siamo si chiama il culto; allora mentre per le altre religioni il culto significa fare ciò che Dio dice, quasi placare la divinità e mi vengono in mente tutte le cose che fanno gli indù, che fanno il tempio per i topi, il tempio delle scimmie.
Noi non dobbiamo placare nessuna divinità, non abbiamo bisogno di ingraziarci niente di tutto questo perché?
Perché l'ha già fatta Dio questa riappacificazione.
Noi siamo cambiati da quando Dio è venuto in mezzo a noi, si chiama il mistero della incarnazione, cioè si è fatto uomo, vero uomo e vero Dio.
Possiamo dire in maniera più esplicito: Dio si è fatto vero uomo senza smettere di essere vero Dio.
Ora voi vi rendete conto che tutto questo ha prodotto dei cambiamenti nell'umanità.
È un fatto che è accaduto 2000anni fa e non ci tocca più?
Il fatto che Dio abbia scelto restando Dio, di diventare vero e perfetto uomo, ha prodotto dei cambiamenti per tutti gli uomini?
I padri della Chiesa ci dicono che Dio si è fatto uomo affinché l'uomo potesse partecipare a ciò che è Dio.
Questo vuol dire che per il semplice fatto che Dio si è fatto uomo c'è un cambiamento tremendo in tutti noi; se è un cambiamento così grande, quando noi celebriamo il culto, vuol dire che noi non solo diamo a Dio la gloria che gli è dovuta, ma in qualche modo realizziamo noi stessi.
Forse non c'è mai venuto in mente quando partecipiamo alle liturgie in chiesa, che il culto, quindi la liturgia, è un atto non solo dovuto a Dio, ma dovuto anche all'uomo.
L'uomo che celebra il mistero di Dio, l'uomo che fa l'atto di fede o per dirlo in un linguaggio più poetico, l'uomo che piega le ginocchia è molto più grande dei più grandi uomini della storia, ma semplicemente come uomo; per quale motivo?
Perché, se ricordate bene, l'essere umano è un solo essere in tre dimensioni: spirito, mente e corpo.
Mentre per la mente e per il corpo bastano la nostra buona volontà perché ci sia la pienezza, per lo spirito ci vuole la volontà di comunione.
Ora nessun uomo si realizza nella sua pienezza se non arriva alla capacità di compiere un atto di fede personale in un Dio personale, questo è fondamentale.
Potrà essere un grande uomo dal punto di vista intellettuale, ma non potrà essere dentro un grande uomo, perché dire un grande uomo significa dire la pienezza della realizzazione in tutte le dimensioni dell'essere umano.
Quindi la pienezza della realizzazione dal punto di vista fisico cosa vuol dire? La crescita.
Naturalmente se una persona nasce con delle menomazioni avrà la sua pienezza secondo le menomazioni che ha, però giunge alla pienezza? Si.
La persona umana ha altri campi dove può e si deve sviluppare per dire questa è una persona realizzata?
Quindi è normale che una persona a seconda delle proprie necessità e possibilità tenda alla realizzazione di sé dal punto di vista intellettuale; la maggioranza delle persone, anche la maggioranza dei credenti pensano che questo sia tutto.
Invece non è tutto, perché la pienezza della persona umana non è data dalle cose umane, da quelle che si toccano; l'essere umano è l'unico essere in tutta la creazione naturale che ha la dimensione spirituale.
Quindi un essere umano non può essere considerato pienamente sviluppato se non cresce anche spiritualmente.
Siete d'accordo? Troppi cristiani questo non l'hanno mai considerato, per troppi cristiani lo sviluppo della cristianità significa semplicemente dire le preghiere e basta!
Ma non è questo, perché se tu sai ciò che sei, non puoi accontentarti di mangiare l'omogeneizzato per tutta la vita, perché se uno non sviluppa le sue capacità spirituali è come un ottantenne che continua a prendere il latte col biberon.
Ora la pienezza della persona umana ciò che la realizza nella sua completezza è proprio questo; scoprire e realizzare la propria relazione personale con Dio.
Anche questo confluisce nella dimensione del culto; quindi il culto personale, vuol dire la preghiera personale; il culto ecclesiale, vuol dire la preghiera di tutto il corpo mistico, che vuol dire tutta la Chiesa militante, tutta chiesa purgante, tutta la Chiesa trionfante.
Che cosa fanno gli angeli di fronte a Dio da quando sono stati creati? Lo lodano.
Lo possiamo sapere o ce lo siamo inventato? È scritto nella Bibbia, nella visione di Isaia; certo fa parte di un modo di esprimersi del profeta, che era un profeta di corte, abituato a che fare con la sontuosità dei palazzi regali, ecc. però c'è un messaggio chiaro che ci appare: Isaia, sommo sacerdote entra nel santo dei santi e che cosa appare di fronte a lui?
I cherubini che volteggiano di fronte allo splendore di Dio cantando cadosh, cadosh, che vuol dire santo, santo, santo, il Signore Dio degli eserciti.
Allora tutto questo ci da la dimostrazione, l'evidenza di ciò che stanno facendo gli angeli da quando sono stati creati, cioè continuamente volteggiano intorno alla maestà di Dio e lo esaltano, perché ciò che essi verificano, constatano l'esperienza che fanno di Dio da quando essi sono stati creati è una esperienza che li sconvolge, perché c'è sempre qualcosa di nuovo, di stupendo, di maestoso, di grandioso che li fa esplodere in espressioni di stupore, di magnificenza nei confronti di Dio.
In ogni istante della vita degli angeli essi vedono, sperimentano una qualità, uno splendore da parte di Dio e da quando esistono essi non fanno altro che lodarlo e benedirlo.
Gli angeli custodi stessi stanno continuamente alla presenza di Dio.
Naturalmente quella è la loro natura ed è la loro liturgia, ma la nostra liturgia abbraccia anche quello stato, perché se la liturgia è la celebrazione di Dio, la celebrazione dell'incontro tra Dio e l'uomo, se la liturgia è la realizzazione del corpo mistico di cristo di cui io faccio e tu fai parte, se la liturgia è tutto questo ed è comunione con tutti quelli che vivono adesso sulla terra, con tutti quelli che sono in purgatorio, con tutti quelli che sono in Paradiso, la liturgia potrà essere una liturgia di pianto? No.
Potrà essere una liturgia di richieste? No. Potrà essere una liturgia abitudinaria? No.
Perché noi stiamo partecipando a un mistero che ci trascende e badate bene che la maggior parte della Chiesa non si trova qui sulla terra, si trova nell'aldilà.
Da duemila anni tutti quelli che sono in comunione con Gesù Cristo e sono con Lui nell'aldilà, non che l'abbiano rifiutato che quindi si trovano all'Inferno, questi non fanno nessuna liturgia con il Signore, tutti gli altri sono di fronte allo splendore di Dio.
Tutti quelli che sono in purgatorio, cosa stanno facendo si stanno asciugando le lacrime? No, stanno lodando il Signore, perché le anime sono felici di essere in Purgatorio, perché sanno già che il loro destino è una comunione perfetta con Dio e quindi lodano la sua magnificenza, la sua bontà ecc.
Quindi vedete la maggior parte della Chiesa si trova nell'aldilà; la Chiesa che si trova nell'aldiquà fa la comunione con il Cristo tutto intero e c'è dunque questa comunicazione di amore e di misericordia che proviene dal cuore di Cristo e che passa attraverso tutti i suoi membri.
Perché Dio avrebbe potuto fare così e salvare tutti, invece ha voluto che noi non fossimo solo dei salvati, ha voluto risorgere; non ha voluto fermarsi sulla croce per la salvezza, ha voluto fare di noi con la pentecoste i suoi figli.
Quindi l'opera di Dio dopo la croce è molto più grandiosa che non dopo la creazione, perché le creature umane non sono rimaste creature umane per il mistero di Dio ha dato la possibilità agli uomini di diventare i figli di Dio i quali non da sangue né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati e gli ha dato la possibilità a tutti coloro che lo vogliono di diventare figli di Dio ( Gv 1,13 ).
Ora tutto questo ci inserisce in qualche cosa di estremamente più grande di noi stessi.
La liturgia che è un tentativo umano, è un ambito privilegiato in cui l'essere umano dovrebbe poter trovare la sua realizzazione, perché è in quell'ambito che egli costruisce il suo rapporto con Dio, quindi costruisce se stesso.
Un essere umano che non ha rapporto con Dio è pienamente realizzato?
Lui pensa di si, in realtà gli manca qualcosa, la parte più importante, la parte spirituale.
Quindi anche il più grande scienziato che però si rifiuta di riconoscere se stesso una relazione trascendentale, una relazione cioè al di sopra di noi che però coinvolge la nostra capacità di crescere.
Trascendentale vuol dire che noi siamo destinati alla trascendenza, quindi tutto in noi è una potenza che si ingrandisce, che si estende.
Dunque la più grande mente del mondo che è perfettamente realizzata dal punto di vista fisico e intellettuale, ma che non sviluppa la parte spirituale è un bambino.
L'umile vecchietta invece che magari non ha una grande cultura, piena di acciacchi, ma che poi coltiva dentro di sé un'autentica spiritualità, un autentico abbandono, un'autentica fiducia in Dio è un gigante che supera di gran lunga le grandi menti che ci siano nel mondo.
Perché nel cammino ecclesiale non contano le lauree, neppure quelle in teologia.
Nel cammino ecclesiale conta la comunione, e la liturgia cioè l'esercizio del culto, è proprio questo: questo tentativo di rendere sempre più esplicito ed efficace il cammino della comunione.
Lo Spirito Santo è l'anima di tutta la Chiesa, per questo Dio Padre, per mezzo di Gesù Cristo, ha voluto che tutti i credenti fossero costituiti in Chiesa attraverso la Pentecoste.
La Chiesa è prefigurata nell'acqua e sangue che esce dal Cristo, ma è realizzata dal giorno di Pentecoste.
La Chiesa è prefigurata dall'ultima cena, ma è realizzata nella Pentecoste, perché con la Pentecoste noi abbiamo ricevuto un solo Spirito, lo Spirito di Dio; vuol dire che dentro di noi alberga il pensiero di Dio, alberga il desiderio che Dio ha su tutta l'umanità.
Lo Spirito di Dio ci comunica ciò che Dio sogna per tutta la creazione? Certo che ce lo comunica.
Ed è quello che san Paolo chiamava la metànoia ( cambiamento radicale di mentalità ).
Nella liturgia confluisce tutta questa significanza.
Vi ricordate quando Gesù fu ritrovato fra i dottori del tempio?
Figlio perché ci hai fatto questo? Come, non sapete … e tornò a casa con loro restando loro sottomesso e cresceva in sapienza età e grazia; tre cose, perché tre sono le dimensioni dell'unica persona umana.
Sapienza, dimensione mentale; età, dimensione fisica; grazia Spirituale.
Quindi la crescita integrale, la realizzazione della persona umana si ha nella sottomissione.
Ma come, il verbo di Dio che si è fatto carne e che diceva: come non sapete che io devo fare le cose del Padre mio, stava loro sottomesso? Beh!
Questo vuol dire che la sottomissione è un criterio fondamentale, non c'è crescita spirituale se c'è l'orgoglio, ma se c'è l'umiltà si.
L'umiltà significa essere in grado di accogliere quello che Dio ci comunica nel modo e nel tempo in cui Lui ce lo comunica.
Siete d'accordo con me?
E allora come mai quando una persona è ammalata dice: perché il Signore mi ha dato questa croce? È una bestemmia!
Il Signore da le croci? A me sembrava che se le fosse prese Lui.
Prendete su di voi la vostra croce e venite dietro di me, perché chi prende il mio carico lo trova dolce e soave.
Quindi non è che prende una croce e te la tira addosso; prenditi la tua, perché io ho già la mia e la mia croce comprende le croci di tutti, per questo la tua la troverai leggera.
Certo che se tu prendi la tua croce senza essere in comunione con Gesù Cristo, allora tutto il peso della croce te lo tieni tu.
Ma se tu la prendi in comunione con Gesù Cristo allora la tua croce c'è, nessuno può dire che non c'è; c'è qualcuno senza croce qui? Gli do subito la mia.
Certo che c'è il peso della croce, ma se tu sei in comunione con Gesù Cristo, la tua croce è portabile, sarà faticoso, tutto quello che vuoi, ma ce la fai.
Sono sicuro che tutti voi mi potrete dire: ho passato un periodo terribile nella mia vita, non so come ce l'ho fatta a portarlo avanti.
Te lo dico io: c'era Gesù Cristo che portava la tua croce con te e tutte le volte che ti dimenticavi di portare la tua croce con Cristo, pesava e tu cadevi sotto quella croce, e vero?
Poi quando ti ricordavi: Ah! già, ma il Signore mi sta aiutando, mi deve aiutare, gli chiedo l'aiuto, di colpo ce la facevi.
E passato quel periodo quanti di voi hanno detto: non so come ho fatto a superare quel tempo!
Allora è proprio vero quello che c'è scritto nel Vangelo.
Domanda di Alfredo: Gesù non può fare tutto deve chiedere aiuto a Dio?
Risposta. Ma Gesù Cristo è Dio, Gesù Cristo è vero Dio, totalmente Dio, ma ricordiamoci sempre che tutto Dio Padre, tutto Dio figlio e tutto Dio Spirito Santo non fanno mai niente da soli.
Fanno sempre tutto in comunione.
Dio Padre ha creato il mondo per mezzo di Gesù Cristo, non lo ha fatto da solo, prologo di san Giovanni.
Lo Spirito Santo aleggiava sopra le acque informi, secondo versetto del libro della Genesi.
Questo vuol dire che persino la creazione di tutto ciò che esiste proviene da Dio, nella sua interezza e Dio è un essere solo in tre persone uguali e distinte.
E quindi la creazione è l'opera congiunta di Dio nella sua completezza, di Dio Padre di Dio figlio di Dio Spirito Santo, quindi nella creazione c'è l'impronta della paternità, della figliolanza e della comunione.
Questo lungo preambolo per introdurci all'importanza della liturgia, che tante volte purtroppo non è compresa neppure dai credenti.
La liturgia è insieme il sinodo, l'intersecarsi tra le realtà infinite e maestose dell'aldilà e la povertà dell'aldiquà, perché si tratta di esprimere con la nostra capacità dei misteri che superano di gran lunga la nostra capacità di intendere.
Noi possiamo fare un'esperienza particolare di Dio, ma possiamo avere un'estrema difficoltà nel comunicarla e questo avviene anche nelle cose che non sono necessariamente divine.
La liturgia serve per rendere presente il mistero di Dio, ma non solo dal punto di vista intellettuale ed emozionale, anche dal punto di vista esperienziale, perché se la liturgia è solo la comunicazione di un concetto allora possiamo anche andare a teatro a vedere un'opera di Shakespeare e facciamo la stessa esperienza.
Ma la liturgia è molto di più, non è qualche cosa che tu vedi, è qualche cosa a cui tu partecipi essendo uno degli attori principali.
Il popolo di Dio deve comprendere che ognuno ha il suo disegno preciso e la sua collocazione precisa e corrisponde allo splendore del progetto di Dio solo se riconosce ciò che è se stesso, qual è la sua vocazione, qual è il suo stato di vita.
Il ministro consacrato ha il suo ruolo, che non è quello del semplice ministro laico.
Il ministro laico ha il suo ruolo, che non è quello di scimmiottare o di pagliacciare ciò che fa il ministro consacrato, perché per ciascuno c'è uno stato di vita, un progetto, una realizzazione che comprende tutti gli ambiti di vita non solo il momento in cui si celebra la liturgia in chiesa.
San Paolo stesso dice: mica tutti possono essere occhi; può mica il piede dire: ah, poiché non sono occhio, io non mi sento degno di questo corpo, mi stacco.
Il piede staccato dal corpo è destinato alla morte e fa zoppicare tutto il corpo.
Ora nel corpo mistico si ha la pacificazione con se stessi, perché si fa l'esperienza di quanto sia necessario la realizzazione di ciò che tu sei, senza malcelate gelosie o invidie o paragoni, perché i paragoni che noi possiamo compiere all'interno del corpo mistico che è la Chiesa, non sono tra di noi, sono con Gesù il Cristo e per la potenza dello Spirito Santo ognuno di noi è chiamato a diventare una presenza visibile e tangibile di Gesù Cristo lì dove siamo.
Tu sei il prolungamento di Gesù Cristo nel tempo e nello spazio.
Sei in ufficio, bene, tu sei il Cristo; certo continui a chiamarti Lucia, Alfredo, Francesco o Stefano, ma ricordati che come battezzato tu porti in te il vero Dio.
Non vi ho detto forse prima che i padri della Chiesa ci dicono che l'incarnazione è Dio che si fa uomo, senza smettere di essere Dio, affinché l'uomo senza smettere di essere uomo, partecipi all'essenza di Dio.
Sono i due lati della stessa medaglia, l'incarnazione in senso discendente e in senso ascendente.
Dio che si fa uomo trasforma tutta l'umanità e tu che hai accettato, voluto e desiderato il battesimo, tu vuoi questo, non vuoi solo placare Dio o ubbidire alle sue leggi, tu vuoi essere figlio nel Figlio, quindi tu partecipi alla Trinità di Dio.
È una cosa impensabile, è una cosa pazzesca, il nostro cervello non ce la fa a capire che cosa significhi tutto questo, tuttavia la realtà nostra è questa.
Perché tu puoi fare la comunione? Perché fare la comunione vuol dire tra di noi circola lo stesso sangue divino, io partecipo di quello che tu sei, vivo della tua vita.
In realtà questo dovrebbe voler dire, quindi io la penso come te, voglio le stesse cose che vuoi tu, sogno, desidero, tutto quello che tu sogni e desideri, ecc.
Per oggi possiamo terminare, tutto me lo fa capire e tutti ridono.