Non piangete
7-11-2008
1) La guarigione più importante che il Signore ha preparato per i suoi figli non è quella fisica; è la guarigione della vista, avere una vista spirituale
2) Ora la domanda che dobbiamo porre a noi stessi è questa: siamo così tanto inquinati dal mondo da dire: "Sì, sì Gesù è importante, ma tutto sommato riusciamo egregiamente a fare a meno di Lui"?
3) Vuoi la vita eterna? Allora devi essere una persona vera, e seguire l'unica via della salvezza
4) Vizio è una struttura mentale che è diventata un'abitudine ferma, il tuo modo di pensare è anche il tuo modo di agire
5) Stasera parleremo di un veleno mortale: è l'invidia
6) L'amor proprio per essere sano e buono ha bisogno di umiltà
7) Ora gli insuccessi, mentre tu impari, se non sei umile ti trascinano lontano
8) I "fioretti" sono delle piccole rinunce che allenano la forza di volontà
9) L'invidia è una tristezza viziosa, che ormai fa parte del tuo carattere
10) L'invidioso è capace di uccidere con la lingua. Sapevate che la calunnia è un peccato mortale?
11) Riassumendo: è necessario coltivare l'umiltà
12) Mi sforzo per migliorare; però riconosco anche i doni che il Signore mi ha dato. Quali di questi doni ho messo al servizio di Dio?
13) L'altro punto su cui lavorare per distruggere l'invidia è la preghiera
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: "In verità, in verità vi dico, voi piangerete e vi rattristerete, ma il mondo si rallegrerà, voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia … ( Gv 16,20 )
La guarigione più importante che il Signore ha preparato per i suoi figli non è quella fisica anzi, se proprio lo vogliamo sapere, la guarigione fisica spesso è impedita da un cuore non libero.
È fondamentale che il nostro cuore abbia cominciato un cammino di conversione.
È fondamentale che noi cominciamo a desiderare, dentro noi stessi, non solo di sapere tante cose su Gesù, non solo di conoscerlo per sentito dire, invece cominciamo a desiderare l'incontro con Lui.
Non è che noi avremo una visione, volesse il Cielo!
Ma quello che è importante è che noi guariamo nella nostra vita, perché siamo tutti un po' ciechi.
Agganciamo la nostra vita solo sulle cose che si vedono e si toccano, solo che le cose che si vedono e che si toccano restano qui, e noi andiamo via, è vero o no?
Quindi la guarigione più importante è questa: la guarigione della vista.
Avere una vista spirituale, essere capaci di vedere la nostra stessa vita nel controluce del progetto di Dio.
Allora se abbiamo sentito bene il brano del Vangelo di questa sera, che è abbastanza breve, il Signore pone i discepoli, c'è qualche discepolo di Gesù in questa chiesa?
Alzate le mani. Chi è il discepolo di Gesù? Allora lo dice a noi: "Il vostro cuore sarà triste, ma poi ritornerò".
Il cuore si rattrista quando una persona a cui tu tieni molto, si allontana da te, senti la nostalgia.
Ma se una persona a cui tu non tieni dovesse andare lontano tu sei anche capace di dirgli: "Ciao, ci vediamo poi", si poi, ci vedremo come no.
Se una persona è nel tuo cuore, tu senti subito la sua mancanza.
Ora la domanda che dobbiamo porre a noi stessi è questa: siamo così tanto inquinati dal mondo da dire: "Sì, sì Gesù è importante, ma tutto sommato riusciamo egregiamente a fare a meno di Lui", oppure nel nostro cuore è nata una forma di nostalgia, per cui tu ti accorgi che senti il bisogno di stare con il Signore?
Perché se questo ancora non è avvenuto, allora vuol dire che più che una malattia di fegato, di cuore o di ossa, tu hai bisogno di guarire nel cuore, ma quello spirituale, hai bisogno di una guarigione spirituale.
Gesù diceva a proposito di questo: "Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero se poi perdesse la propria anima?"
Guardate lo so bene anch'io che persino tanti credenti ai nostri giorni pensano che tutto sia dovuto, anche il Paradiso. No!
Niente è dovuto. È un dono che Dio fa, badate bene, a quelli che lo vogliono.
Certo Lui ti dice: "Vuoi questo regalo? Fai questa strada, perché se tu non fai questa strada non ci arrivi a quel regalo".
E qual è la strada? "Signore non sappiamo dove vai, come facciamo a conoscere la via?" gli disse un giorno l'apostolo Tommaso, e Gesù gli disse: "Io sono la via, io sono la verità, io sono la vita".
Vuoi la vita eterna? Allora devi essere una persona vera, e se sei una persona vera non puoi che seguire l'unica via della salvezza: Gesù; non ve n'è un'altra.
Non ci sono 500 strade della salvezza, ce n'è una sola, e tutte le strade che in buona fede cercano la salvezza, arrivano a quell'unico incrocio da cui inizia l'unica via della salvezza, che si chiama Gesù Cristo.
Ora in questa via della salvezza noi siamo chiamati e in questo anno, avete visto, abbiamo meditato su tante cose che si oppongono alla salvezza di Gesù.
Si chiamano i vizi, i vizi capitali.
Capitali perché sono così importanti, e così potenti, da essere in grado di tagliarvi la testa, tagliarti il capo; vizio capitale perché tu vieni staccato dal capo, chi è il capo del corpo che è la Chiesa? Gesù Cristo.
Allora il vizio capitale ha il potere di decapitarti.
Il capo se ne sta nella gloria, ma se tu sei nel vizio sei staccato da lui, e nella gloria non ci arrivi.
Vizio, abbiamo detto la volta scorsa, è una struttura mentale che è diventata un'abitudine ferma, il tuo modo di pensare è anche il tuo modo di agire.
Vi ricordate quando vi dicevo: la pianticella la si può ancora correggere quando è ancora piccola?
Chissà quante volte i vostri genitori lo hanno detto a voi, e voi l'avete detto ai vostri figli, vero o no?
Ed è vero perché se la pianticella cresce storta, quando il tronco è diventato grosso non lo raddrizzi più.
Se vuoi fare andare una pianta diritta che cosa devi fare?
Devi tagliare tanti rami e lasci solo quel ramo che va verso il cielo, tutti gli altri li devi tagliare.
Da quel punto lì in poi la pianta crescerà dritta, e se vuoi che cresca dritta senza pietà dovrai tagliare tutti gli altri rami, perché tutti gli altri rami vanno storti, e quindi o tu vuoi che quella pianta vada storta o vuoi che vada dritta, e se vuoi che vada dritta devi tagliare tutti i rami storti, ed è doloroso.
Non è molto meglio abituarsi fin da piccoli ha vivere secondo gli insegnamenti di Gesù?
Perché poi quando si diventa grandi le abitudini si sono già cristallizzate, e se sono buone abitudini si chiamano virtù, ma se sono cattive abitudini come si chiamano? Vizi.
E liberarsi dai vizi, fratelli e sorelle, non è una risata, siete d'accordo?
Stasera parleremo di un veleno mortale, ma proprio terribile, inizia per i e finisce per a: è l'invidia.
L'invidia è qualche cosa di veramente brutto.
Allora cerchiamo di capire come può nascere l'invidia nel cuore dell'uomo.
L'invidia nel cuore dell'uomo può nascere quando, attenzione bene, l'amor proprio ha fallito il bersaglio.
Tutti noi abbiamo un certo grado di amor proprio, ve ne siete accorti?
Nella giusta misura l'amor proprio ci serve per custodirci e per farci del bene; non è necessariamente la ricerca egoistica del bene, per esempio con l'amor proprio io dico: "Bene, poiché mi voglio fare del bene adesso io mi vado a confessare, adesso mi metto in preghiera.
Poiché mi voglio del bene non nutro il risentimento ecc…".
Ma quando l'amor proprio è un po' squilibrato, esagera, va fuori strada, allora l'amor proprio cade nella vanità, ricerca di tutte le gratificazioni personali, con l'amor proprio siamo chiamati ad ispirarci al meglio, quando l'amor proprio è sano siamo chiamati ad ispirarci a ciò che è meglio, così miglioriamo anche noi.
Prendere esempio dalle persone buone, dai santi, da quelli che vivono intorno a noi e ci danno il buon esempio, ci fa crescere o no? Si.
Ma se l'amor proprio è anemico di umiltà allora si ammala.
L'amor proprio per essere sano e buono ha bisogno di umiltà, che vuol dire non valutarsi ne troppo poco ne troppo, il giusto, l'equilibrio.
Allora quando una persona è umile intorno a sé vede delle persone buone, o legge le storie dei santi dice: "Voglio prendere esempio, lo farò anch'io".
Ma se l'amor proprio è malato, è anemico di umiltà allora comincia a cadere nella vanità; ed ecco quello che può succedere: quando una persona vede dei buoni esempi intorno a sé, se la sua anima è guidata bene, cercherà di imitare le cose buone, siete d'accordo?
Ci riuscirà subito? Ci riuscirà sempre?
Qualche volta sì, tante volte no; è una legge di natura.
C'è qualcuno tra di voi che è nato con la camicia? Qualcuno è nato professore?
Quindi s'impara a fare qualunque cosa. Si impara.
Non è innato s'impara.
Ora gli insuccessi, mentre tu impari, se non sei umile ti trascinano lontano.
Il bambino quando impara a camminare, quante volte cade?
Però si rialza sempre, è una dote naturale per cui non si spaventa quando cade, cade e non si preoccupa se lo guardano e si rialza, ma quando si tratta di costruire la virtù allora noi siamo sempre molto attenti, e se l'amor proprio non è umile allora noi facciamo molto a caso su tutto ciò che succede intorno a noi, per cui gli insuccessi quando noi cerchiamo di migliorare sono all'ordine del giorno, nessuno si spaventi, dice: "Ecco io voglio migliorare ma non ci riesco mai".
Continua a provare, umilmente, perché se cominci a scoraggiarti vuol dire che dentro di te sta crescendo un senso di inferiorità e di vanità.
Quindi considera: le circostanze possono produrre degli insuccessi, persino il tuo carattere ti può favorire oppure ti può ostacolare nel cammino verso la bontà, magari la tua forza di volontà non è abbastanza forte, devi allenarti.
Magari quando eri piccolo nessuno ti ha mai detto di fare i "fioretti", perché i "fioretti" sono delle piccole rinunce che allenano la forza di volontà, così quando tu sei grande, se la tua forza di volontà è stata allenata, con le cose piccole, sarai capace anche di dire no alle cose cattive, alle cose grandi.
Certo se non sei stato mai allenato nella forza di volontà, la tua forza di volontà è debole, in qualunque occasione ti scoraggi subito.
Poi ci può essere la timidezza, il senso d'inferiorità, le frustrazioni e la pigrizia.
Tutte queste cose possono produrre un insuccesso, e se il tuo amor proprio è ammalato di vanità, perché non è umile, l'insuccesso non lo digerisci.
Cominci a chiuderti in te stesso e il tuo amor proprio ferito comincia a trasformarsi in orgoglio.
Perché? Perché tu fai i paragoni con gli altri, tu ti stai misurando con gli altri, tu stai vedendo che cosa pensano gli altri, tu stai immaginando dentro di te che cosa gli altri possono immaginare di te, ti senti un senso d'inferiorità e non lo digerisci.
Ed ecco pronta la strada per l'invidia, è un veleno mortale.
L'invidia è una tristezza viziosa, vuol dire una tristezza che ormai fa parte del tuo carattere, si è cristallizzata fa parte del tuo modo di essere, una tristezza molto strana e molto brutta, molto appiccicosa, molto soffocante, perché è una tristezza che ti fa provare dispiacere per il bene che c'è nelle altre persone, per il bene delle altre persone, per il loro successo e, addirittura, per le loro qualità morali o spirituali, per cui tu vedi una persona buona, generosa, di fede, di preghiera, piena di carità, di sopportazione, di pace, di sorriso, e invece di dire: "Voglio diventare anch'io così" cominci a provare tristezza e dispiacere.
Dispiacere perché quella persona è così e invece tu non lo sei. Questo è vizio.
Badate bene, non provate neanche a dire a una persona: "Sei invidiosa", perché se glielo dite, voi scappate lontano perché nessuno accetta di sentirsi dire sei una persona invidiosa, è vero o no?
Perché è terribilmente umiliante scoprire che uno è invidioso.
Capite il geloso è geloso per qualche cosa che è suo, ma l'invidioso è invidioso di qualche cosa che non è suo, quindi è terribile scoprire che uno è invidioso.
Ma ricordate questo vizio, serpeggiante, camuffato, nascosto, non è mica tanto raro, direi che è molto diffuso, per questo è importante che noi scopriamo se ci sono dei presupposti dentro di noi che fanno crescere questo vizio dell'invidia.
Perché, ve l'ho detto prima, l'invidia è una tristezza viziosa del bene altrui, ed è prodotta dalle circostanze, dal carattere, dalla forza di volontà debole, dalla timidezza, dallo stato d'inferiorità, dalle frustrazioni e dalla pigrizia, quindi se tu ti vuoi liberare dall'invidia è su questi punti che devi lavorare, è qui che devi chiedere una guarigione al Signore.
Se tu cominci a guardare gli altri e li vedi tutti meglio di te e dentro di te provi una certa rabbia, attento è già invidia.
Se le circostanze della vita ti hanno lasciata in una situazione dolorosa, e quando vedi gli altri e provi rabbia, è già invidia.
È triste che qualche tempo fa qualcuno ne abbia fatto una bandiera, uno slogan: "Anche i ricchi piangono" questo serve a far crescere l'invidia, non fa crescere il darsi da fare per creare una società migliore, siete d'accordo?
Allora attenzione bene, noi come credenti siamo servitori del Dio carità, non del dio che vuole dividere, ma il Dio che è un fuoco ardente che unisce tutti i cuori nella misericordia, nel gareggiare a stimarsi a vicenda.
Se dentro di te non c'è la stima per una persona che è migliore di te attento, il tuo cuore potrebbe già essere avvelenato dall'invidia.
Magari è poca ma la devi debellare perché è come un virus, si moltiplica e dilaga e non solo dentro di te, ma anche contagia quelli che sono vicini a te.
Perché chi è ammalato d'invidia è triste e porta la tristezza dovunque vada, porta la critica, la maldicenza fino al suicidio, fino all'omicidio, fino alla calunnia pur di distruggere quelli, che in qualche modo, ti stanno schiaffeggiando perché sono migliori di te, l'invidioso è capace di uccidere con la lingua.
Poi vi sono i casi in cui le persone non fanno proprio nessun cammino cristiano e che quindi oltre che con la lingua, che è già un peccato mortale; sapevate che la calunnia è un peccato mortale?
Bene la calunnia è un peccato mortale, a volte questi non si fanno tanti scrupoli proprio di uccidere l'avversario perché?
Per invidia. È un'opera diabolica perché è tipica del diavolo essere invidiosi.
Perché il diavolo disturba gli uomini? Perché è invidioso di loro, lui ha già deciso di starsene lontano da Dio, noi non l'abbiamo ancora deciso, noi abbiamo tutto il tempo per dire: "Signore, perdonami accoglimi tra le tue braccia, per questo, per invidia, il diavolo fa di tutto perché tu non pensi mai e non dica mai questa verità.
Riassumendo: è necessario coltivare l'umiltà, l'umiltà è una forma di verità.
Il Signore ti ha dato questi doni, questi talenti, queste capacità, io scopro che ho questi limiti, cercherò di migliorare, di superarli, però devo sapere realmente chi sono e come sono, si tratta di realismo. Senza realismo non c'è umiltà, è la verità, essere persone vere, quindi l'umiltà si nutre di verità.
Il bisogno di essere vero con me stesso, di dire a me stesso: "Io ho tutti questi limiti, capisco di averli, non mi adagio dicendo sono così, mi dovete accettare così, no cerco di migliorarmi".
"Mi sforzo per migliorare; però riconosco anche i doni che il Signore mi ha dato", l'intelligenza, la simpatia, la salute, il gusto artistico, la fantasia, la creatività, chissà quanti doni ognuno di noi ha?
Quali di questi doni ho messo al servizio di Dio?
Io penso che questa sia una cosa che il Signore ci chiederà quando saremo di fronte al Suo trono, e che Lui ci ha dato intelligenza, ci ha dato vari tipi di capacità, ma noi cosa di tutto questo abbiamo messo al Suo servizio?
Oppure li abbiamo usati solo per il nostro tornaconto, per fare carriera, per avere una bella casa, una macchina ancora più bella, cambiare arredamento tutte le volte, non parliamo poi del guardaroba, al Signore non interessa mica niente se avrai la macchina più lunga o la casa più lussuosa, Lui ti chiederà semplicemente: "Tutti questi doni per chi li hai usati?
Per te stesso o per me e per il mio Regno?"
E l'altro punto su cui lavorare per distruggere l'invidia è la preghiera.
Se tu scopri che c'è qualcosa che sta inquinando la tua anima, è il momento di dire: "Signore guariscimi dal paragonarmi con gli altri, dal senso d'inferiorità, liberami dalla pigrizia, guarisci la mia volontà debole falla diventare forte, lo Spirito Santo mi ha dato il dono della fortezza per cosa?
Per questo, e poi il combattimento spirituale: "Non mi sottometto più alla invidia, non mi sottometto più ha fare i paragoni, e se sento tristezza perché vedo uno che è migliore di me allora combatterò e invece dirò grazie Signore per quella persona che mi sta dando il buon esempio, con il Tuo aiuto voglio imitarla".
Perché se tu non ti opponi con la tua intelligenza, vuol dire che tu hai dato la chiave della tua intelligenza a qualcun altro.
Il Signore dia a noi, questa sera, una grande guarigione su questo punto, in questa Eucaristia ognuno di noi, presenti alla Sua infinita misericordia tutte quelle parti della nostra psiche che hanno bisogno di essere guarite perché possono lasciare la porta aperta all'invidia.
Sia lodato Gesù Cristo.