L'arte del celebrare

24-1-2009

Don Mauro Agreste

Indice

1) La volta scorsa ci eravamo soffermati a riflettere sul carisma profetico, che è un carisma che tutti i battezzati possiedono
2) Un Sacramento è dato però perché possa operare è necessaria una collaborazione individuale
3) Più uno si mette a disposizione della Grazia più la Grazia ha la possibilità di guidare, di illuminare le azioni e le intenzioni della persona.
4) La paura fa 90 ma la Grazia fa 100
5) Allora il cammino prevede che se anche inizialmente può prevalere una certa sorta di emozionalità, questa non ha diritto di cittadinanza
6) La lettura della parola di Dio è una proclamazione di quello che Dio pensa. Il profeta è quello che prima di proferire ascolta
7) Prepararsi bene una lettura che vanno a proclamare consiste intanto in una preparazione remota che è la disponibilità all'azione della Grazia
8) Esprimere il senso profondo della parola gloria è qualche cosa di difficile
9) La parola greca doxa esprime il significato di kavod con la quale si identifica la gloria
10) Nella parola greca doxa c'è anche consenso, ma vuol dire anche splendore, lo splendore della verità che dà il consenso, l'evidenza della verità
11) Il mistero di Dio nella teologia è chiamato misterium tremendum et fascinans
12) Al tempo dell'impero "gloria" era manifestazione in cui si riconosceva la vittoria del generale
13) Tu stai dicendo gloria: stai dicendo tutto questo che è una stratificazione di esperienza spirituale
14) Succede qualche cosa di grande nel cuore di quella persona, se il lettore è una persona docile all'azione della grazia
15) Naturalmente essere disponibili all'azione della grazia per leggere la parola di Dio
16) Il lettore faccia molta attenzione agli accenti
17) Preparare la lettura vuol anche dire l'ascolto
18) Altro punto su cui fare attenzione: i punti, le virgole, il punto esclamativo, il punto interrogativo.
19) Tu in quel momento sei Ponzio Pilato! Che sei sopraffatto dai dubbi, dalle paure, dalla confusione
20) Allora dentro di te in una frase di poche parole "Cos'è la verità?" dovresti esprimere uno stato d'animo tutto affidato al lettore
21) Quello che tu stai proclamando non è il tuo dialetto, è la parola di Dio
22) Bisogna stare attenti alla pronuncia delle parole
23) Poi attenzione alle s aspre e alle s dolci
24) Altra cosa: le finali delle frasi o la finale delle parole
25) Devi sapere in che luogo ti trovi. A seconda dell'ambiente in cui sei tu non puoi leggere allo stesso modo
26) E se ti trovi in una chiesa di cemento armato? E se i microfoni non sono regolati bene?
27) La parola non ti appartiene e se non ti dispiace tu ti dai da fare perché quella parola sia ricevuta
28) Un atteggiamento del viso quando si legge ad esempio un salmodella gioia, non avere un viso lungo così

1) La volta scorsa ci eravamo soffermati a riflettere sul carisma profetico, che è un carisma che tutti i battezzati possiedono

Dunque la volta scorsa ci eravamo soffermati a riflettere, sull'importanza della lettura della parola di Dio, del lettore e del carisma profetico, che è un carisma che tutti i battezzati possiedono non solo coloro che provengono dall'esperienza carismatica, che sia il Rinnovamento dello spirito, Rinnovamento carismatico, gruppo Magnificat, e quant'altro è presente nella Chiesa.

Bisogna ricordare che il carisma profetico non è qualcosa riservato ai gruppi che vivono solitamente nella preghiera carismatica, perché fa parte dei tre poteri di Cristo: potere regale, potere profetico, potere sacerdotale e sono infusi a tutti i fedeli che ricevono il Battesimo.

2) Un Sacramento è dato però perché possa operare è necessaria una collaborazione individuale

Naturalmente per il semplice fatto che un Sacramento è dato, opera ciò che esso produce, però è anche vero che perché possa operare è necessaria una collaborazione individuale, ci vuole, parola difficile, la sinergia, parola importante, cioè una collaborazione, una identità di vedute nella quale ognuno per conto suo per la sua parte fa ciò che gli compete.

Dio da parte sua dà tutta la potenza perché l'esercizio profetico possa essere esercitato, è un po' un bisticcio di parole però è il modo più semplice di comunicarlo.

D'altro canto il carisma profetico da parte dell'uomo significa mettersi a disposizione dell'azione della Grazia di Dio e quindi l'uomo dà a disposizione tutte le sue capacità intellettuali e fisiche; poi l'interpretazione nell'uso delle capacità intellettuali e fisiche l'uomo decide di metterla sotto la signoria di Gesù Cristo nella potenza dello Spirito Santo.

3) Più uno si mette a disposizione della Grazia più la Grazia ha la possibilità di guidare, di illuminare le azioni e le intenzioni della persona.

In questo convergere in un unico intento allora che cosa accade?

Più uno si mette a disposizione della Grazia più la Grazia ha la possibilità di guidare, di illuminare le azioni e le intenzioni della persona.

Questo significa che se una persona si rende conto che è chiamata a svolgere un certo tipo di servizio, di ministero per il bene e l'edificazione dei fedeli, come primo atteggiamento non dovrebbe avere quello: "Speriamo di non fare una brutta figura" : dovrebbe desiderare di farsi veramente strumento della Grazia.

A questo punto non possiamo fare i moralisti dicendo "Non dovrebbe…" oppure "Dovrebbe..": la fenomenologia, cioè come accadono le cose, a riguardo degli esseri umani coinvolge sicuramente le emozionalità, siamo d'accordo?

Uno deve essere cosciente delle proprie potenzialità e anche dei propri limiti.

Una persona è timida, si spaventa di tutto, è chiaro che quando dovrà andare a leggere si sentirà quasi male, tremerà da tutte le parti e la prima cosa che dirà: "Speriamo di non fare una brutta figura", però è un atteggiamento che è scusabile, perché all'inizio può accadere così, ma non è un atteggiamento da curare e da conservare e da custodire.

Nella lettera ai Romani ( Rm 6,16 ), espresso in una maniera particolare, praticamente S. Paolo dice così: ognuno si sceglie il capo a cui sottomettersi.

Questo vuol dire che io le prime volte sì, posso essere emozionato, spaventato, intimidito, ci sono mille occhi che mi stanno guardando perché in chiesa ci sono 500 persone eccetera, ma non è sufficiente per dire "Ecco adesso la mia unica preoccupazione è quella di non fare brutta figura".

4) La paura fa 90 ma la Grazia fa 100

La paura fa 90 ma la Grazia fa 100, questo vuol dire che tu puoi avere 90 gradi di paura ma ce ne devono essere 10 di Grazia e la proporzione non può restare fissa in questo modo.

Inizialmente sarà probabilmente così, siamo realistici, a meno che una persona sia vanitosa.

Le persone vanitose sono quelle che non vedono l'ora di mettersi in mostra e non gli interessa niente se leggono Tessalocinesi invece di Tessalonicesi, invece una persona che vuole avere il giusto atteggiamento, prima cosa rimane un po' intimidita dall'assemblea, ma la vera timidezza dovrebbe essere non nei confronti dell'assemblea, nei confronti della missione che tu ti accingi a compiere cioè farti portavoce di Dio!

5) Allora il cammino prevede che se anche inizialmente può prevalere una certa sorta di emozionalità, questa non ha diritto di cittadinanza

Allora il cammino prevede che se anche inizialmente per come si svolgono e com'è la natura umana può prevalere una certa sorta di emozionalità, questa non ha diritto di cittadinanza, non deve prevalere, vi deve essere una sorta di timore reverenziale che vuol dire il desiderio di onorare, ma non ci deve essere il timore opprimente: siamo lì per leggere ciò che non è farina del nostro sacco ma che Dio ha voluto passasse attraverso di noi, questo vuol dire che attraverso la mia voce, il mio modo di fare, la mia inflessione eccetera eccetera, Lui vuole comunicare qualche cosa ad un'assemblea.

6) La lettura della parola di Dio è una proclamazione di quello che Dio pensa. Il profeta è quello che prima di proferire ascolta

Non è sufficiente, dicevamo la volta scorsa fare dei corsi di dizione perché la lettura della parola di Dio non è la lettura di un romanzo: la lettura della parola di Dio è una proclamazione di quello che Dio pensa.

Dio pensa anche adesso? Sì, quindi leggendo la Sua parola noi stiamo esprimendo il suo pensiero di 3000 anni fa o il Suo pensiero di adesso?

Di adesso! Anche se quella parola è stata ispirata 300 anni fa?

Sì esattamente, la lettera agli Ebrei dice: prendete questo come è veramente, cioè parola di Dio.

Allora l'atteggiamento è quello di mettersi in ascolto, il profeta non è solo quello che proferisce, pro-ferre, vi ricordate? portare a favore di; non è solo quello che proferisce.

Il profeta è quello che prima di proferire ascolta.

Non si può proferire nulla se non prima ascoltando.

Se non ascolti prima, tu non sei profeta, sei semplicemente ripetitore.

Gli altoparlanti di un impianto di riproduzione di musica non è che ascoltino qualche cosa, semplicemente riportano degli impulsi elettrici che loro hanno ricevuto e che fanno fruttare in un modo diverso mediante un magnete ecc. ecc. quindi non hanno nessun merito i riproduttori, possono essere più efficaci, meno efficaci ma di per sè essi non hanno nessun merito, mentre il lettore della parola di Dio non è semplicemente un ripetitore, non è un magnetofono che metti il nastro dentro e ripete esattamente quello che c'è dentro: il lettore della parola di Dio prima di proclamare ascolta.

7) Prepararsi bene una lettura che vanno a proclamare consiste intanto in una preparazione remota che è la disponibilità all'azione della Grazia

Quindi se tra di voi ci sono alcuni a cui è chiesto di fare il lettore di tanto in tanto, anche se non sono stati proclamati, dichiarati con un ministero ufficiale della Chiesa, il ministero del lettorato ecc. ecc., non sono giustificati nel non prepararsi bene la lettura che vanno a proclamare.

Prepararsi bene una lettura che vanno a proclamare consiste intanto in una preparazione remota che è la disponibilità all'azione della Grazia e quindi una sorta di intimità di preghiera perché il Signore ti renda capace di esprimere quello che Lui vuole, non quello che vuoi tu, e che lo faccia pure attraverso il tuoi occhi, la tua bocca, la tua voce, ecc., ma anche che tu sappia cogliere il messaggio che Lui vuole comunicare a te.

8) Esprimere il senso profondo della parola gloria è qualche cosa di difficile

Allora questo messaggio non si conclude nelle parole che tu leggi, anche perché tu sai molto bene che le parole che noi usiamo quotidianamente hanno dei significati molto più profondi del primo significato che ti viene in mente, giusto?

Non so se è con voi o con altri che abbiamo affrontato per esempio la parola gloria.

9) La parola greca doxa esprime il significato di kavod con la quale si identifica la gloria

Noi siamo abituati a dire la parola gloria, però esprimere il senso profondo della parola gloria è qualche cosa di difficile che non si conclude con il suono di questa parola, il suono di questa parola ha dentro di sè un bagaglio di significato che esige una lunga spiegazione, perché gloria ci viene dal latino il quale ha preso il significato dalla parola greca che è invece doxa e la parola greca doxa esprime il significato di kavod, parola ebraica con la quale si identifica la gloria, e nella parola ebraica kavod c'è la radice ka che vuoi dire possanza e vod che vuol dire splendore.

Altre parole simili: kadosh vuol dire santità: hanno tutte e due la radice ka che vuoi dire qualcosa di possente, quindi non possiamo dimenticare , se abbiamo la possibilità di approfondire questi temi, che quando diciamo la parola gloria c'è in sè l'idea, la realtà di qualche cosa di solido, di pesante, ma non di opprimente, pesante nel senso di sicuro, di fermo, di solido, di potente, di possente, come potremmo dire, il fondamento di una grande cattedrale, quindi la pietra di fondamento come sarà, fatta di sabbia?

Sarà un blocco ben robusto, anzi potrebbe essere la roccia su cui è costruita tutta la cattedrale, la casa costruita sulla roccia che non crolla, e chi è la roccia? É Gesù Cristo.

Quindi voi capite che tu dici gloria però in questi pochi secondi ti ho già dato una rosa di immagini che ti permettono di capire in quale senso noi dobbiamo pensare alla gloria, quindi possanza, potenza, resistenza, solidità, fortezza ecc., fondamento. Roccia, Gesù Cristo.

10) Nella parola greca doxa c'è anche consenso, ma vuol dire anche splendore, lo splendore della verità che dà il consenso, l'evidenza della verità

Poi che cos'altro si può dire di gloria?

Che questo senso di potenza indica e collega al senso della verità, quindi la tangibilità della verità, la verità, l'evidenza della verità, ci siamo?

Quindi kavod; poi nella parola greca che è stata usata, che è doxa, non c'è semplicemente opinione, che è uno dei significati della parola doxa ma vuoi dire anche consenso, ma vuol dire anche splendore, lo splendore della verità che dà il consenso, l'evidenza della verità.

Quindi da tutti quei significati di prima, si stratifica, si aggiunge lo splendore della verità che convince, che è il consenso, ma c'è anche il concetto di splendore: splendore che dà il consenso: ditemi un'altra parola che voglia dire questo.

Ve lo dico io? Inizia per f e finisce con o: fascino.

11) Il mistero di Dio nella teologia è chiamato misterium tremendum et fascinans

Il mistero di Dio nella teologia è chiamato misterium tremendum et fascinans cioè un mistero pazzescamente grande ma terribilmente affascinante, potremmo dire terribilmente affascinante.

Allora quando tu dici gloria, tu stai dicendo "lo splendore della verità terribilmente affascinante".

Alla maniera latina la parola gloria era stata associata alla vittoria, perché il generale vittorioso andava ad assumere la gloria, ma una gloria che doveva essere riconosciuta dallo stesso generale vittorioso, essere un qualche cosa di cui lui beneficiava senza possederla.

Come avveniva il corteo della vittoria?

Non ricordate qualche film che avete visto?

Allora arrivava il generale sulla sua quadriga, sul suo cocchio a quadriga e trionfale dietro al corteo di tutto l'esercito di fronte all'imperatore dietro di lui chi c'era?

C'era un inserviente che gli teneva sulla testa una corona di alloro ( di alloro perché quella dorata apparteneva solo all'imperatore ),e mentre lui viaggiava l'altro gli ripeteva semplicemente "Ricordati che sei solo un uomo" vi ricordate?

Non avete mai visto niente, ma anime, quando guardate un film dovete essere tremende.

Dovete dire, questa scena mi può servire per la catechesi?

Prendendo spunto da questo … una persona dice: bisogna ricordarsi tutti i particolari del film a questo punto!

Beh, perché no? Se questo serve per l'evangelizzazione bisogna essere dei ladri, cioè si ruba per dare, meglio di Robin Hood, dovunque vedete qualche cosa che vi può servire, per parlare e per far conoscere meglio le cose del Signore dovete farlo!

Eh, perché, com'è che era quel proverbio? Il mestiere si ruba con gli occhi!

Guardo, imparo e faccio, quindi sfruttiamo l'occasione, per esempio "Quo vadis".

12) Al tempo dell'impero "gloria" era manifestazione in cui si riconosceva la vittoria del generale

Nella connotazione latina al tempo dell'impero "gloria" era questa manifestazione in cui si riconosceva la vittoria del generale, che si manifestava con questo onore a lui dovuto, che lui riceveva ma non poteva possedere, infatti il serto di alloro non gli era imposto, gli era tenuto sollevato sulla testa, perché questa gloria, questo splendore, questa vittoria è qualche cosa di cui lui ha beneficiato, che ha ottenuto per il bene della patria ma che non possiede, non è cosa sua.

La gloria è dell'imperatore, tanto è vero che l'imperatore deteneva il serto d'alloro dorato oppure d'oro veramente, sulla testa, i generali no.

I generali che facevano il colpo di stato e poi diventavano imperatori allora questi sì, perché c'è stato anche questo nella storia romana.

13) Tu stai dicendo gloria: stai dicendo tutto questo che è una stratificazione di esperienza spirituale

Allora nella parola gloria, che voi dite "Ecco la notte di Natale gli angeli cantavano "gloria"… sufficiente?

Tu stai dicendo gloria: in una sola parola stai per esempio dicendo tutto questo che è una stratificazione di esperienza spirituale e intellettuale di secoli e di popolazioni diverse con culture diverse che sono giunte fino ai nostri giorni.

Tu fai il lettore, non fai semplicemente il ripetitore di quella parola.

L'azione della grazia quando tu devi proclamare o dichiarare quella parola farà in modo che tu riesca in qualche modo comunicare qualche cosa di questo significato.

Che cosa? Se sei una persona docile all'azione della grazia, ciò che lo Spirito Santo vuole sia recepito anche da una sola persona in quell'assemblea.

14) Succede qualche cosa di grande nel cuore di quella persona, se il lettore è una persona docile all'azione della grazia

L'azione della grazia si riferisce ai cuori dei fedeli e se il cuore di un fedele ha bisogno di percepire almeno uno dei significati che abbiamo così rapidamente e superficialmente visto su questa parola, perché sa che toccato, percepito da questo significato, da questo senso interiore succede qualche cosa di grande nel cuore di quella persona, se il lettore è una persona docile all'azione della grazia, ossia si lascia guidare nel carisma profetico allora quella parola sarà proclamata in un modo tale che permetterà la comunicazione non solo del suono delle lettere g l o r i a , no, ma molto di più di tutto ciò che esse hanno come stratificazione e come profondità nel loro significato.

Il lettore dunque dovrebbe almeno percepire che il compito che lo coinvolge è un compito che lo sovrasta, è un compito grande, immenso un compito che Dio gli sta affidando, esige dunque una sorta di disponibilità interiore a che lo Spirito possa usare della tua intuizione, della tua intelligenza, delle tue capacità fisiche per poter comunicare questo concetto che può essere complesso.

15) Naturalmente essere disponibili all'azione della grazia per leggere la parola di Dio

Naturalmente essere disponibili all'azione della grazia per leggere la parola di Dio è la prerogativa "sine qua non" senza della quale ciò che uno fa è mettersi in mostra, lo diciamo chiaramente?

Ci vuole un atteggiamento di umiltà e di disponibilità.

L'umiltà vuoi dire : "riconosco tutti i miei limiti," la disponibilità: "mi metto a disposizione dello Spirito di Dio, per qualche ragione mi è stato chiesto di compiere questo servizio, cioè leggere la parola di Dio, ma io non la voglio leggere, la voglio proclamare, con la potenza dello Spirito Santo perché sono un profeta, cioè proferisco ciò che non è roba mia, ciò che non è farina del mio sacco."

Abbiamo detto: prima ascolti.

Quindi almeno cerca di leggertela prima la parola di Dio. Talvolta, soprattutto nell'Antico Testamento ci sono dei nomi di personaggi che sono molto lontani dal nostro modo di pensare: chi di voi chiamerebbe il suo bambino Nabucodonosor?

"Io ti battezzo Nabucodonosor!" nessuno lo farebbe più, giusto?

Però sono nomi che sono presenti nell'antichità, nella storia della salvezza, quindi bisogna che tu sappia che quel giorno dovrai pronunciare una parola particolarmente inusuale, perlomeno.

16) Il lettore faccia molta attenzione agli accenti

Il lettore della parola di Dio per favore faccia molta attenzione agli accenti!

Spesso nelle parole che sono per noi inusuali, il lezionario viene incontro, per facilitare il compito del lettore, mettendo l'accento sulle vocali o sulle sillabe che debbono essere sottolineate: che non accada come accade tante volte di sentire dire : "Dalla lettera a Timotéo" perché Timòteo sarà un nome inusuale però esiste anche ai nostri giorni, giusto?

Allora attenzione a non essere impreparati, se ti chiedono questo e vedi che c'è Timòteo non dire Timotéo, anche se in italiano di solito l'accento va sulla penultima sillaba, perché quello è un nome greco che significa "Onoro Dio" , Timòteo significa "colui che onora Dio".

Ora se S. Paolo scrive questa cosa a Timòteo, allora tu devi sapere che esiste la parola Timòteo e anche se tuo nipote non si chiama Timòteo però devi sapere che esiste questo nome.

Ho fatto un esempio molto banale, ma ce ne sono molti altri.

Vi ho detto prima Tessalonicesi, non parliamo poi di Melchìsedek che non è Melchisédek, i Galàti che non sono i gelati, vedete, certe volte non so come trattenermi dalle risate perché ne sento dire di tutti i colori, e purtroppo alcune volte nonostante si ripeta che la lettura deve essere preparata prima ci sono le persone che sono più ostinate di un pezzo di marmo, mica la vanno a leggere prima!

Poi ci sono quelli che scambiano una sillaba per l'altra, questo accade spesso quando uno non si ferma non solo a leggere la parola di Dio ma ad ascoltarla prima di proclamarla.

17) Preparare la lettura vuol anche dire l'ascolto

Preparare la lettura non vuol dire solo vedere se ci sono delle parole difficili, vuol anche dire l'ascolto: che cosa mi sta dicendo questa parola, perché se io devo proclamare qualcosa che non è roba mia vuol dire che chi mi ha dato questa parola, cioè il Signore, avrà qualche cosa da dire in quest'assemblea?

Sì! E in quest'assemblea ci sono io?

Avrà qualche cosa da dire anche a me?

Se non ascolto come faccio a ricevere quello che la parola di Dio mi vuol comunicare?

Quindi prima di proclamarla dovrò essere tra quelli che umilmente ascoltano.

18) Altro punto su cui fare attenzione: i punti, le virgole, il punto esclamativo, il punto interrogativo.

Altro punto su cui fare attenzione: i punti, le virgole, i due punti, il punto esclamativo, il punto interrogativo.

Il punto interrogativo o il punto esclamativo indicano un atteggiamento psicologico, quindi vuol dire che se tu non stai ascoltando il brano, non lo inserisci nel contesto, se tu non sei entrato in quello che stai leggendo, tu non riesci a capire e mi farai dei segni di interpunzione pazzeschi, per esempio, la domenica delle Palme si legge il Passio, il racconto della passione del Signore.

Allora c'è il sacerdote che fa la parte di Gesù Cristo e ci sono altri lettori: chi fa il narratore, chi fa la folla, ecc. si può preparare bene essendoci più persone.

Chi fa il narratore spesso deve descrivere la scena e ci sono dei punti esclamativi, e ci sono dei punti interrogativi, lo stesso chi fa i personaggi.

Se ad un certo momento uno fa Ponzio Pilato e legge come leggerebbe un bambino delle elementari, gli si presenta Gesù che gli parla della Verità e Ponzio Pilato, c'è scritto: "Cos'è la verità?"

Col punto interrogativo,vi ricordate? Allora un bambino delle elementari come lo leggerebbe: "Cos'è la veritàààà????"

É vero o no? Ma cosa stai comunicando il quel momento?

19) Tu in quel momento sei Ponzio Pilato! Che sei sopraffatto dai dubbi, dalle paure, dalla confusione

Tu in quel momento sei Ponzio Pilato!

Che sei sopraffatto dai dubbi, dalle paure, dalla confusione!

Sai che il Sinedrio sta odiando Gesù Cristo, non hai capito bene perché, ti sei reso conto che c'è una bega politica lì sotto, sei stato minacciato perché dicono "Se no lo diciamo a Cesare!"

D'altro canto tua moglie ti ha appena detto che di notte è stata turbata perché ha sognato una cosa ingiusta, inoltre l'hai fatto flagellare.

Però non riesci a capire perché la folla continua a dire "Crocifiggilo" e d'altro canto la folla vuole che sia liberato un malfattore assassino operatore di attentati; allora tu che stai leggendo questa frase "Cos'è la verità?" devi renderti conto che tu in quel momento non sei tu, tu sei Ponzio Pilato che ha dentro di se tutto questo intreccio di emozioni, di non senso, di incomprensioni, di tensione ecc.

Sai che tu vorresti salvare questo giovane rabbì perché tutto sommato ti stanno antipatici questi del Sinedrio che vogliono dimostrare che sono più potenti di Roma.

Chi siete voi che volete dirmi quello che devo fare, io vengo dall'imperatore, e d'altro canto gli altri sibilanti gli hanno fatto capire che a un certo momento potrebbero anche denunciarlo presso l'imperatore perché lui non fa quello che è giusto.

20) Allora dentro di te in una frase di poche parole "Cos'è la verità?" dovresti esprimere uno stato d'animo tutto affidato al lettore

Allora dentro di te in una frase di poche parole "Cos'è la verità?" dovresti esprimere uno stato d'animo di questo genere, e non si tratta semplicemente di recitare, certo è una parola che va proclamata, ma tu in quel momento, sei Ponzio Pilato!

Quindi quel punto interrogativo che un bambino delle elementari leggerebbe come ti ho detto prima, tu come lo leggi?

Come lo dichiari, come tenti di far capire il travaglio interiore ed esteriore di Ponzio Pilato, la difficoltà della sua decisione?

Oppure: l'Angelo si presenta a Maria; Maria fa le sue domande, le sue obiezioni ecc, l'Angelo fa le sue proposte ecc., devi renderti conto, come sto esprimendo tutto questo?

Il lettore, come minimo, nell'umiltà, deve rendersi conto: io sto proclamando qualche cosa che è pazzescamente più grande di me quindi è necessario che io mi renda disponibile.

Come esprimo l'intenzionalità dell'Angelo, il dubbio della Madonna, la sua fedeltà, la sua fiducia, il suo abbandono ecc., ecc.? Tutto affidato al lettore!

21) Quello che tu stai proclamando non è il tuo dialetto, è la parola di Dio

Ultima parte non meno importante delle altre: attenzione alle inflessioni dialettali: sono delle difficoltà che magari non sono completamente superabili, però non è accettabile che si mantengano i difetti di pronuncia perché…

"Ah, ma tanto il Signore ama tutti!"

Il Signore ama tutti e su questo non ci piove, ma tu sei lì per fare un servizio al popolo di Dio.

Il popolo di Dio è formato da persone di ogni genere e di ogni ceto e quello che tu stai proclamando non è il tuo dialetto, è la parola di Dio, questo vuol dire che tu devi fare attenzione a come si proclamano le parole, perché non ti appartengono, non è un tuo discorso, se è un tuo discorso fai pure tutti gli errori di pronuncia che vuoi, ammesso che gli altri non sorridano sotto i baffi, se ce li hanno, però se tu stai proclamando la parola di Dio, no! proprio no! tu devi stare attento e verificare: primo: che la tua voce si senta, e che si capisca quello che stai dicendo!

Posso capire che inizialmente l'emozione spinga le persone a leggere a una velocità supersonica, l'avete notato che a volte succede?

Lo capiamo può essere l'emozione, la timidezza, ecc., ma dopo le prime volte questo piano piano si ridimensiona e la difficoltà viene superata

22) Bisogna stare attenti alla pronuncia delle parole

Però allo stesso tempo bisogna stare attenti alla pronuncia delle parole, senza diventare dei professionisti della dizione, però è necessario essere disponibili ed essere docili per fare un autentico servizio, non stiamo servendo noi stessi non ci stiamo facendo vedere dagli altri, quindi la pronuncia delle vocali non è uguale; la e non è sempre una è e non è neanche sempre una é e così pure la i, la o, la u e la a; quindi la pronuncia deve essere fatta articolando bene la bocca e la lingua: se tu provi con la bocca stretta è chiaro che si sente lo stesso quello che dici ma… si capisce un po' di meno, non ti pare?

Puoi modulare la voce, nel senso che può essere più intensa, meno intensa, più acuta, più grave, puoi dare un'inflessione musicale alle frasi che pronunci, perché anche quando parli dai un'inflessione musicale, a seconda della cosa che dici e come la vuoi dire, la tua frase assume una musicalità diversa.

Se avete una possibilità vedete invece come non è così, quando nei computer c'è quella bocca che parla e ti legge un testo scritto senza alcuna inflessione per cui voi sentite il testo scritto però non sentite nessuna inflessione: capite che differenza c'è tra un testo letto e un testo proclamato.

23) Poi attenzione alle s aspre e alle s dolci

Poi attenzione alle s aspre e alle s dolci, alle z aspre e alle z dolci, alle d di dado e alle t di Torino, alle r alle s e così via di seguito

 Mi è capitato in qualche posto di sentire che veniva cantato Kyrje elejson, non esiste Kyrje elejson perché è una s aspra, quindi è Kyrje elejson.

Per esempio il Papa lo dice addirittura alla greca non dice Kyrje ma dice Kürje perché in realtà la lettera y dovrebbe essere pronunciata oggi con la ü : Kürje elejson, ma attenzione, queste sono finezze di pronuncia, però attenzione, le doppie e le semplici sono tutte cose da pronunciare in maniera corretta.

24) Altra cosa: le finali delle frasi o la finale delle parole

Altra cosa: le finali delle frasi o la finale delle parole.

Ci sono alcuni che senza accorgersene dicono forte la prima parte della parola e piano la seconda parte della parola così può capitare che uno non capisca il finale: è plurale? è singolare? è maschile? è femminile? Non si capisce.

Allora che cosa accade? Che bisogna essere docili, disponibili e caritatevoli.

Perché mica tutti hanno un udito da gatto come te!

Se tu hai un udito da gatto, anche sussurrando capisci tutto!

Avete sentito? Siete tutti gatti allora qui!

Ma in chiesa potrebbe anche esserci un serpente che non ha le orecchie, oppure adesso, a parte le battute, una persona anziana, la cui circolazione è diminuita e percepisce sì le parole, ma dato che si percepisce con l'orecchio ma si sente con il cervello, l'orecchio percepisce ma poi trasmette il suono e viene interpretato nel cervello, se tu leggi troppo veloce, con il finale delle parole in silenzio, senza un'inflessione ecc., ecc., cosa accade?

Che quella persona sente metà delle parole e non capisce quello che stai leggendo e poi dice: "Eh ma io non ci vado in quella chiesa lì perché non si capisce niente quello che viene detto".

25) Devi sapere in che luogo ti trovi. A seconda dell'ambiente in cui sei tu non puoi leggere allo stesso modo

Altro problema: devi sapere in che luogo ti trovi.

A seconda dell'ambiente in cui sei tu non puoi leggere allo stesso modo.

Puoi leggere in questa stanza in un certo modo e in quella cappella in un altro modo, perché è più piccola, perché ha i banchi, ha il pavimento di legno, ha tutti gli anfratti delle finestre, ha un certo tipo di rifrazione sonora, ha il soffitto curvo, invece qui è piatto, questo vuol dire che una parola pronunciata qui dentro e una parola pronunciata nell'altra stanza è diversa: qui dentro si sente in un modo là si sente in un altro modo; qui ci sono le tende di stoffa là non ci sono, se ci sono le tende di stoffa tu sai molto bene che c'è meno eco quindi la tua parola sarà più pulita, si percepisce meglio.

26) E se ti trovi in una chiesa di cemento armato? E se i microfoni non sono regolati bene?

E se ti trovi in una chiesa di cemento armato? Pazzesco!

Rimbomba tutto! E se i microfoni non sono regolati bene? Cosa farai, dirai "Eh, i microfoni.. non si sente.." e tutti ti guardano?

Oppure dici "No, io devo essere al servizio della comunità: visto che ho capito che dai microfoni non si sente bene cosa farò, parlerò più forte?

Oppure parlo più vicino? Quando parli vicino al microfono stai attento alle p alle t alle d, alle r perché al microfono si sente pf, pf, pf .

Il microfono percepisce il suono ma anche il fiato, quindi se tu dici "popolo di Dio" quando dici p esce fuori dell'aria, mettete una mano qui davanti, poi dite "popolo di Dio" esce l'aria?

Quest'aria che tu senti sul dito si sente anche dal microfono e fa "pum!" allora tu devi pronunciare la p in modo che non vada l'aria sul microfono, e tutte queste cose che io ho semplicemente elencato, fanno parte del servizio del lettore, perché se il lettore serve se stesso che gliene importa?

Basta che tutti lo ammirino!

27) La parola non ti appartiene e se non ti dispiace tu ti dai da fare perché quella parola sia ricevuta

Ma se il lettore serve la parola di Dio si deve rendere conto che queste cose che qualcuno dice "Banalità, pignolerie!" bene pignolerie, ma la Parola non è mica mia e non è neanche tua, quindi tu devi servire non me ma devi servire la Chiesa di Cristo che in quel momento dichiara la parola di Dio e quindi la parola non ti appartiene e se non ti dispiace tu ti dai da fare perché quella parola sia ricevuta, non solo subita.

Quindi tenete presente tutto questo, che sono solo delle tecniche ecc., poi per quello che si riferisce all'atteggiamento da tenere quando ci si reca per la lettura della parola di Dio voi sapete molto bene se c'è il tabernacolo si fa la riverenza alla presenza reale di Gesù Cristo, se non c'è si fa la riverenza all'altare che rappresenta il Cristo.

Non si fa la riverenza con il sedere ma la si fa con il capo! Va bene?

Quindi esercitarvi! Tutti fanno la riverenza piegando la schiena all'altezza delle anche, no!

Si deve piegare la schiena in modo curvo, le anche stanno dritte!

Perché non è gentile che tu metta in mostra ciò che ti serve per sederti. Giusto?

28) Un atteggiamento del viso quando si legge ad esempio un salmo della gioia, non avere un viso lungo così

Intervento : "Volevo soltanto commentare anche un atteggiamento del viso quando si legge ad esempio un salmo della gioia, non avere un viso lungo così, perché a volte succede, leggono il gloria, cantiamo inni al Signore nella gioia con un muso lungo, cioè adeguare un pochino anche l'espressione, poi quando si leggono anche cose tristi con un atteggiamento di sofferenza, di tristezza…"

Certamente, tutto fa parte di questa disponibilità all'interpretazione della proclamazione della parola di Dio.

Non è recitare, è rendersi disponibili.

Da questo a recitare la parola di Dio ce ne passa ancora eh!

La liturgia della Chiesa non ti chiede di recitare la parola di Dio, ti chiede di proclamarla e questo proclamarla ti mette al riparo dal rischio di emergere tu.

Un attore che recita la parola di Dio ci mette molto del suo, un lettore della parola di Dio ci mette del suo ma ci mette soprattutto dello Spirito di Dio

 Quindi c'è questa necessità di raggiungere l'equilibrio tra la Grazia e l'azione dell'uomo, la Grazia e la disponibilità.

L'azione dello Spirito e la risposta dell'uomo, e questo per esempio confluisce in questo ambito della lettura della parola di Dio. Sia lodato Gesù Cristo.