Il Catechista a servizio come testimone
24-10-2003
1) Caratteristiche del Catechista
2) Diffusione del messaggio di Gesù
3) L'uomo non ha più bisogno di Dio
4) La libertà assoluta è quella di Gesù Cristo
5) L'uomo ha dimenticato l'aldilà
6) Il Catechista testimone della salvezza a livello personale
7) E anche a livello comunitario
8) L'amore umano, cristiano, spirituale
9) L'amore di Dio, la grazia
10) La parabola del figliol prodigo
11) La paternità di Dio
12) Fare di noi dei formatori
13) Abbiate in voi i medesimi sentimenti che furono in Gesù Cristo"
14) L'amore misericordioso è amore di verità
15) Giustizia e verità; la sussidiarietà
16) "Fare la carità" - La caritas
17) Leggete la Bibbia e consultate il catechismo della Chiesa cattolica
18) Il Catechista è partecipe del ministero dell'insegnamento
Abbiamo visto alcune caratteristiche importanti per il catechista e avevamo sottolineato in modo particolare l'umiltà, la fiducia e la verità.
E avevamo anche detto qualche cosa a proposito del combattimento spirituale: sono un po' delle cose che dovrebbero essere quasi scontate, ma vi assicuro che non sono così scontate, soprattutto, come dicevo la volta scorsa.
Quando si comincia un cammino e si vede che con la grazia del Signore si ottengono dei buoni risultati.
Può accadere che uno si lasci trascinare dal successo e si lasci anche un po' condizionare dalla vanità.
Questo lo dico non solo per quel che riguarda la catechesi, ma per qualsiasi compito si abbia nella Chiesa, in famiglia, nella società, qualunque cosa il cristiano è cristiano ovunque e quindi dovrebbe essere testimone ovunque di quella cosa speciale che è la salvezza.
In effetti dobbiamo dire che il vero cristiano è colui che ha fatto l'esperienza importante della salvezza mi rendo conto che è una cosa un po' difficile da far passare nel nostro modo di ragionare; però è anche vero che non riusciamo a trasmettere nulla di ciò che non stiamo vivendo in prima persona, o di ciò che non abbiamo vissuto.
Quindi è chiaro che l'esperienza cristiana non può essere semplicemente la ripetizione di una dottrina, certo è anche quello, perché la dottrina è ciò che mette in ordine la nostra esperienza, ma se non c'è l'esperienza che cosa comunichiamo agli altri?
Un sapere libresco molto arido?
Invece, voi sapete molto bene, che nei primi decenni del Cristianesimo la vicenda cristiana è arrivata fino in India ma perché?
Cosa è successo allora epoca in cui non c'era neanche Radio Maria, ci pensate?
Com'è che in pochi anni il messaggio di Gesù Cristo è arrivato fino in India?
Evidentemente c'era qualche cosa di speciale secondo voi che cosa poteva essere?
"Lo Spirito Santo", allora lo Spirito Santo va bene, lo Spirito Santo c'è ancora adesso?
Sì: Poi? L'entusiasmo. Questa è una cosa su cui vale la pena di riflettere.
L'entusiasmo c'era allora per che cosa?
Fate finta di essere delle persone di quell'epoca, vi entusiasmate perché?
Forse potremmo anche dire che era ciò che la gente aspettava, che cosa aspettava la gente?
Tenete presente che tutta la mitologia greca e latina vedeva l'uomo quasi completamente in balia di volontà di dei molto capricciosi e poi soprattutto incombeva il famoso Fato.
Il Fato condizionava la vita di tutti e quindi uno non poteva sfuggire al proprio fato, al proprio destino ma c'è da dire che ovviamente l'entusiasmo e il desiderio di questa novità erano tali per cui il cuore delle persone si apriva facilmente a questo messaggio.
Lo Spirito Santo è lo stesso di allora, quello che cambia è il modo di aprirsi dei cuori.
Forse la grande difficoltà odierna è l'indifferenza non solo il fato non esiste, ma tu sei l'artefice e signore di tutta la tua vita e questo essere signore e artefice di tutta la tua vita ha assunto delle dimensioni anche trascendenti, per cui l'uomo gestisce la sua vita e decide anche per l'eternità, a prescindere da quelle che sono le leggi di Dio.
Cioè l'uomo si sta facendo Dio, non ha più bisogno di Dio.
Questo concetto probabilmente è molto più diffuso di quello che noi immaginiamo, magari non in maniera esplicita però in modo implicito probabilmente si ognuno si fa da sé, non ha bisogno di un intervento esterno, soprattutto non dipende da niente e da nessuno quindi voi capite che fare l'esperienza della salvezza significa prima di tutto ammettere di essere tra coloro che hanno bisogno di essere salvati quindi se uno ha bisogno di essere salvato, sta ammettendo che è una frana, che è uno sfacelo, che è peccatore.
Ma la nostra situazione culturale odierna favorisce questi senso di peccato? No!
Favorisce un senso di autosufficienza, autoredenzione ecc.. non certo del senso di peccato non che questo peccato o questo senso di peccato non esistano più, si sono trasformati forse mai come in questa nostra epoca sono così diffusi i suicidi la cultura di morte è molto diffusa nel nostro tempo proprio perché l'uomo si scontra con se stesso e l'uomo non è capace di autoredimersi ha probabilmente questa illusione che maschera sotto l'egida di una libertà totale.
Ma la libertà totale ha il suo prezzo solo la libertà di Gesù Cristo ha tutti i pregi e nessun difetto la libertà che noi ci creiamo da noi stessi confondendola con la possibilità di fare qualunque cosa, ha il suo prezzo, perché non esiste una sola azione che non abbia delle conseguenze.
Allora se il punto di riferimento a cui tutti puntano è la libertà assoluta, ci saranno sicuramente delle tensioni psicologiche e sociali.
Voi lo sapete bene se la libertà non viene guidata, protetta, arbitrata che cosa produce?
L'anarchia. Chi è il vero anarchico?
Quello che vive da solo in un'isola deserta, perché non pesta i piedi a nessuno lì può esercitare, in teoria, la sua libertà assoluta, se non fosse limitata dalla salute, dalla condizione atmosferica, dagli animali che lo divorano quindi vedete la libertà assoluta è un'illusione, un'illusione mondana se volete la possiamo anche considerare una tentazione la vera libertà consiste nel saper mediare le tue possibilità e le libertà degli altri.
Se tutti fanno quello che vogliono c'è la legge della giungla, chi è più forte comanda.
Dunque vedete che siamo in questa situazione.
Il messaggio cristiano oggi sembra che abbia meno presa, soprattutto per questo fatto: che gli uomini non si aspettano qualche cosa di nuovo.
Possono esserci molte cause, non stiamo ad analizzarle tutte ma possiamo rifletterci.
Gli uomini si stanno creando il loro paradiso sulla terra, gli uomini hanno dimenticato la dimensione trascendentale della loro esistenza, in parole semplici gli uomini hanno dimenticato l'aldilà.
Gli uomini considerano solo una piccola parte della vita, mentre la vita tutta intera è divisa "in tre sezioni": la vita che si trascorre nel grembo della mamma, la vita che si trascorre sulla Terra e la vita che si vive nell'Aldilà in modo eterno.
È un'unica vita in tre stadi, ma è sempre la medesima vita.
Ora non possiamo togliere lo stadio più importante, più fondamentale, più rivelante e anche più ponderoso, perché tu non puoi mettermi a paragone la vita che trascorri sulla Terra con la vita eterna che non finisce mai.
Perché è chiaro che anche solo come quantità è imparagonabile ciò che vivi nell'aldilà, ciò che vivi nella vita con il Signore, perché è questo che dobbiamo raggiungere, non una vita lontano dal Signore, che è anche possibile, si chiama Inferno.
È anche possibile il fallimento completo, c'è perché altrimenti non ci sarebbe la libertà allora non si può considerare la vita semplicemente dal punto di vista della materialità; l'uomo ha dimenticato la sua dimensione spirituale.
Se l'uomo considera la sua dimensione spirituale, in taluni casi la considera semplicemente come una possibilità o come un diritto, io ho diritto ad essere felice per sempre, quindi se c'è un aldilà io sicuramente sarò in Paradiso a prescindere dai tuoi atti concreti.
E quindi c'è di fatto una distinzione tra tutto ciò che è la vita materiale e la vita spirituale, esattamente il contrario di quello che abbiamo visto noi nell'Antropologia cioè unità di corpo, mente e spirito.
Unità, non sezioni distinte. Ci sono molte cause differenti da considerare su questa difficoltà: l'entusiasmo è certamente un qualche cosa di fondamentale.
Ora il catechista dev'essere per forza di cose un testimone della salvezza tanto per intenderci, non dovrebbe essere una persona che dice: "Beh il Signore è venuto, ha fatto questo e quell'altro…."
Ma dovrebbe essere una persona che ti trasmette la presenza viva di Gesù.
Lui è vivo adesso, Lui ti parla adesso.
Non significa niente che sia stata detta 2000 anni fa, quella parola la sta dicendo a me, a te, a noi adesso, è Lui che ti sta dando un insegnamento adesso quindi c'è un atteggiamento interiore, psicologico molto diverso, anche quando tu devi proporre un insegnamento, lo puoi proporre in forma morale e cioè il Signore ci dice che dobbiamo fare questo, quest'altro ecc… oppure il Signore ha parlato adesso e sta dicendo a te, a me questo e quest'altro.
Ma in ogni caso il catechista è sempre un testimone della salvezza, cioè uno che si è accorto di essere stato salvato non significa che una persona sia sempre stata buona, sia sempre vissuta all'ombra del campanile, per cui ad un certo momento dice: "Insomma son sempre stato nell'ovile, non è che io abbia fatto chissà quale esperienza della salvezza" non è che uno debba essere uno dei ragazzi di Suor Elvira per raccontare la salvezza, che è avvenuta nella propria vita; non tutti debbono percorrere la stessa via ma la via della salvezza è per tutti.
Quindi l'esperienza della salvezza dev'essere un qualche cosa che ci coinvolge pienamente.
La salvezza può avvenire in due modi: o perché qualcuno ti getta il salvagente, perché tu sei caduto in mare e ti salva, o perché ti impedisce di cadere, non è sempre salvezza?
Allora bisogna essere sensibili nella propria coscienza nel riconoscere ciò che il Signore ha operato nella propria vita e nutrire un senso di gratitudine.
E il catechista deve coltivare questa riflessione, deve diventare consapevole di ciò che il Signore Gesù Cristo ha fatto nella tua vita, perché voi capite che il catechista non può essere meno che testimone vuol dire che il catechista in prima persona deve aver capito che il Signore ha fatto in suo favore e deve trarre da questa esperienza dei motivi di entusiasmo, di gioia, di gratitudine, di effervescenza, di voglia di raccontarlo a qualcun altro.
Quindi la catechesi diventa efficace quando smette di essere libresca e diventa condivisione.
Quindi è molto importante che voi possiate fare esempi, raccontare fatti avvenuti, raccontare quel che accade nel cuore di una persona quando sente la pace del Signore che arriva, perché la gente ha bisogno di questo, i vostri ragazzi avranno bisogno di questo, i vostri giovani, i vostri adulti qualcuno farà catechesi agli adulti ai fidanzati può darsi che il Signore attraverso il vostro parroco vi chieda di fare cose diverse.
È importante saper testimoniare come in ogni situazione di vita, il Signore si fa presente.
Allora qui ci sono alcune citazioni bibliche: "il Cristianesimo è fondamentalmente testimonianza, voi sarete testimoni di tutto ciò, diventerete miei testimoni in tutto il mondo" ( Lc 24,48 )
Altre testimonianze che vi consiglierei di andare a leggere piano, piano e vi serviranno sicuramente per le vostre condivisioni se voi dovete basare le vostre lezioni e i vostri incontri su queste testimonianze bibliche, allora il primo approccio potrebbe essere quello di un racconto di quello che c'è scritto nel Vangelo: "Per esempio Gesù una volta ha incontrato…ha detto…" lo raccontate in maniera molto sintetica però sottolineando quelli che sono i punti fondamentali; e poi potete leggere sicuramente quel brano.
Una testimonianza qualificata nasce dal radicamento nella sua comunità cristiana, nella Chiesa universale.
Una testimonianza che sia autentica non è staccata da quella che è l'esperienza della Chiesa, l'esperienza della Chiesa è l'esperienza del corpo di Cristo, ma non è solo l'esperienza della Chiesa mistica, è anche l'esperienza della Chiesa concreta reale, cosi com'è: la tua comunità oppure il luogo dove tu fai servizio, che è esperienza di Chiesa.
Quindi la testimonianza significa: condurre per mano una persona ad incontrare la presenza di Gesù vivo, nei molteplici aspetti dell'esperienza umana.
Quindi certamente individualmente, quando tu sei a casa, in ufficio, al lavoro… è un modo di testimoniare; però la testimonianza è anche l'unità con una comunità, la tua comunità parrocchiale, non come una massa di individui tutti a se stanti, ma dove tu sei inserito, dove tu fai l'esperienza che facevano i discepoli che si conoscevano tra di loro, si salutavano, erano felici di incontrarsi, di vedersi, di partecipare gli uni alle gioie degli altri o alle sofferenze degli altri, perché questa è l'esperienza di comunione.
Allora la testimonianza è a livello personale di ciò che Dio ha fatto per te ed anche a livello comunitario di ciò che Dio sta facendo con te e con i fratelli.
Quindi su questo aspetto penso valga la pena di sottolineare certe realtà, non è facile questo secondo aspetto.
Voi sapete che la Chiesa è diventata così ampia per cui è molto difficile instaurare una relazione personale con tutti, basta che non sia una scusa per non instaurare relazioni personali con nessuno.
E poi vorrei anche dire un'altra cosa: la testimonianza di radicamento in una comunità cristiana è fatta anche di momenti conviviali: facciamo una festa, una gita, un pranzo insieme… ma non è fatta solo di quello, anzi se fosse fatta solo di questo sarebbe come l'insuccesso totale dell'esperienza di comunità.
L'esperienza di comunità è l'esperienza, molto ben riassunta da San Paolo, quando dice: "Piangete con coloro che sono nel pianto, gioite con coloro che sono nella gioia" in una parola sola: esserci.
Non puoi essere insensibile a ciò che vive il tuo fratello e se in quel momento tu sei chiamato ad essere spalla su cui piangere siici, fatti presente magari non devi dire nulla, perché quel momento non è il momento di dire niente.
La tua testimonianza è quella della presenza, la presenza come se tu fossi Gesù, come se tu fossi la Madonna.
Quindi in quel momento tu sai che non è il momento di dire tante cose, magari solo di esserci, ma a suo tempo il tuo esserci diventerà anche comunicazione di una parola di incoraggiamento di una parola di fede … perché tutti, in qualche momento della vita, abbiamo bisogno che qualcuno venga vicino a noi e ci dica:
"Coraggio sono vicino a te, preghiamo insieme, ricordati che il Signore ci ha detto…anche se dobbiamo passare un momento difficile Lui ci aiuta sempre ecc…ecc…" ma sempre con molta prudenza perché la carità ti dà anche la sensibilità di capire come e quando farti presente in questo modo, ma l'importante è esserci perché tutti siamo fratelli, e la fratellanza, l'esperienza di comunità si vede in questi momenti.
Voi sapete cosa aveva detto Gesù a questo riguardo: "Guardate come si amano" allora qui bisogna anche essere molto precisi: di quale amore si parla?
Dell'amore cristiano che è diverso dall'amore spirituale, è diverso dall'amore umano perché è l'insieme delle due cose non è solo l'amore umano non è solo l'amore spirituale cioè l'amore spirituale che io posso avere nei confronti della Madonna, dei santi, di Gesù stesso ecc…è un amore puro, che si esprime in modi particolari.
L'amore cristiano ha bisogno di questo amore spirituale, ma ha anche bisogno dell'amore umano quindi l'amore cristiano è l'insieme delle due cose cioè valorizza al massimo tutto ciò che è della persona: quindi tutto il corpo, tutta la mente e tutto lo spirito questo è l'amore cristiano che attraversa trasversalmente tutti i livelli della persona umana e in tutti questi livelli fa sentire la presenza dell'amore spirituale di Dio, non quello tuo.
L'amore cristiano è diverso dall'amore umano, perché non è il tuo amore è l'amore di Dio che passa dentro di te e raggiunge il fratello.
Ora se uno non vive, questa è una parentesi e dovrebbe essere scontata, una situazione di preghiera di comunione, di sacramenti, di perdono reciproco … che amore va a dare al prossimo?
Il proprio amore che è limitato: sarà bello, sarà frutto di uno sforzo ascetico di buona volontà, ma dopo un po' di tempo quell'amore lì si esaurisce, perché evidentemente le forze umane sono limitate e l'amore cristiano è quell'amore che si esprime con queste parole di Gesù: "Amate i vostri nemici"
Io voglio vedere se con l'amore umano noi lo facciamo, sì, sì voglio a tutti bene purché stiano lontani 10 Km da me.
Certe volte facciamo fatica ad amare quelli che ci sono vicini, pensate cosa significa amare i nemici.
È evidente che il Signore ci sta facendo capire che l'amore, che dovrebbe vivere dentro di noi non è l'amore umano, perché l'amore umano dice subito no, è invece l'amore di Dio.
Sull'amore di Dio non è che uno possa dire: "Ma io non so come si fa ad avere l'amore di Dio" perché l'amore di Dio è stato effuso nei nostri cuori, lo dice la lettera di Giovanni: "L'amore di Dio è lo Spirito Santo": ignis, caritas, fuoco di carità, carità ardente.
La carità che cosa è? È l'amore frutto della grazia di Dio, grazia lo sapete, per semplificare l'ho detto qualche volta, è il nome comune dello Spirito Santo.
Questo non dimenticatelo mai, scrivetelo a carattere cubitali: grazia = "nome comune"… non vorrei che qualche teologo dicesse che si semplifica troppo Noi non stiamo facendo un corso di teologia, noi dobbiamo avere delle nozioni molto semplici.
Ave Maria piena di grazia, "o sì la Madonna si muoveva con tanta grazia".
Vuol dire questo? I bambini vi dicono questo.
Una volta una bambina piccola diceva: "Angelo di Dio che sei … che ti fui affidato dalla pietà celeste e rosa".
Cioè mettetevi nella semplicità di un bambino, sente dire grazia e vede uno che si muove con grazia, allora voi dovete sempre avere delle nozioni semplicissime grazia = nome comune dello Spirito Santo, che non è facile, però deve essere chiaro dentro di voi.
Che cosa fa lo Spirito Santo? Lo Spirito Santo ama.
Lo Spirito Santo è l'amore di Dio.
Quindi quando dite l 'Ave Maria: " Ave Maria piena di grazia" cosa state dicendo?
Ave Maria piena di Spirito Santo.
È chiaro che l'Angelo dice: il Signore è con te ed è chiaro che tu sei ripiena di Dio hai lo Spirito Santo dentro di te.
Lo Spirito Santo è una sorgente non è una cisterna.
La stessa grazia che è in Maria è in tutti i cristiani che sono battezzati nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, che sono immersi in tutto il Padre, in tutto il Figlio in tutto lo Spirito Santo, tutto quello che possono contenere dentro di sé lo contengono, ma contengono anche tutto quello che non possono contenere dentro di sé.
Ricordatevi l'esempio della spugna immersa dentro il mare.
La spugna può contenere dentro di sé tutta l'acqua che può contenere e in più tutta quella che non può contenere, perché si lascia attraversare, allora l'immersione battesimale o l'infusione battesimale ha questo significato: tu sei ripieno di grazia, la grazia di Dio è dentro di te, cioè lo Spirito Santo è dentro di te, per questo tu puoi dire che l'amore di Dio è stato effuso nel tuo cuore solo che in base a questo amore di Dio tu diventi capace di amare il tuo prossimo e quindi la tua testimonianza di radicamento nella comunità può diventare efficace.
Ma c'è sempre il famoso "ma: Dio rispetta la nostra libertà e il nostro libero arbitrio".
Vi ricordate la parabola del figliol prodigo? Il padre non ha smesso di fare e di essere padre, è il figlio che ha smesso di comportarsi da figlio.
Quando il figlio si è ravveduto, ha deciso di ritornare verso il padre, cioè ha deciso di ri-essere ciò che era.
Prima aveva rifiutato la propria identità: "Io figlio, io dipendere da te ma manco per idea, io autonomo. Che c'entra quel vecchio"?
Ha smesso di essere figlio praticamente: non puoi geneticamente, ma moralmente lo puoi fare, ma il padre non ha mai smesso di essere padre, infatti tutte le sere stava sulla terrazza ad aspettarlo.
Allora il padre non è il guardiano e non andava in cerca di suo figlio, perché lo fa il buon pastore; il padre fa il padre ed è lì che aspetta.
Il figlio, se si ricorda ciò che è, se ritorna in se stesso e capisce ciò che è, allora ricostruisce la comunione con il padre.
Già all'epoca dei profeti, per esempio, Geremia dice: "Vi toglierò il cuore di pietra metterò dentro di voi un cuore di carne".
Qui bisogna che si legga un pò di più la Bibbia, è veramente molto importante, perché vedete come sono tutte collegate queste cose.
Vi darò un cuore di carne, come non mi dai un cuore di spirito? no, ti do il tuo cuore di carne dice Dio, perché io ti ho fatto bene e se tu sei veramente ciò che io ho fatto di te: una creatura umana e tu verso di me hai amore.
Se tu invece ti dimentichi cosa vuol dire essere un essere umano il tuo cuore diventa di pietra, tu non sei più un essere umano sei una pietra.
Vediamo si riprende più o meno lo stesso tema nella parabola del figliol prodigo perché dice: "Come io sono tuo padre, non ho smesso mai di essere tuo padre" vi ricordate cosa dice il figlio quando torna?
"Non sono più degno di essere chiamato tuo figlio" ma il padre dice: "Io sono tuo padre e tu sei mio figlio" quando il figlio si ricorda che cosa era, vuole ritornare a quello stato.
Allora lo Spirito Santo dentro ciascuno di noi dovrebbe far ricordare tutto questo, a patto che noi glielo lasciamo fare.
Dio dunque continua ad essere Dio onnipotente, creatore e padre, anche se noi ci comportiamo autonomamente nei suoi confronti.
Lui continua sempre ad essere nostro padre, noi non lo consideriamo padre e quindi facciamo quello che vogliamo, ma Lui continua ad esserlo.
Gesù il verbo fatto carne continua ad essere figlio e se tu decidi di non ricordarti che sei battezzato che vuol dire: in Gesù, con Gesù, per Gesù tu sei una cosa sola e solo per questo motivo tu sei veramente figlio di Dio, se tu dici: Gesù Cristo, me ne frega niente, allora Gesù Cristo continua ad essere il figlio di Dio, ma tu rifiuti di comportarti da figlio, Lui ti ha fatto figlio tu smetti di comportarti da figlio.
Lo Spirito Santo continuamente ti trasforma, ti plasma dentro di te, perché tu sia sempre più l'immagine del figlio di Dio, ma se tu non vuoi ascoltare i suoi suggerimenti e non ti metti al servizio dello Spirito Santo, lo Spirito Santo potrebbe urlarlo ai quattro venti che i quattro venti ascolterebbero, ma tu no.
Allora tutto questo preambolo per dire semplicemente questo: tutto dipende da come noi accettiamo o accogliamo ciò che Dio è e ciò che noi siamo con Lui, perché Dio nonostante tutta la sua infinita ed eterna potenza, anzi probabilmente proprio per la Sua infinita potenza, non fa niente per costringerci a seguirlo.
Guardate che ci vuole una potenza divina per riuscire a rispettare la libertà di quegli esseri agglomerati di cellule, così orgogliosi che sono addirittura capaci di sputare in faccia a Dio.
Allora la libertà che Dio ci assicura è straordinaria.
Se tu ti ricordi ciò che Dio ha fatto di te, tu di colpo cambi da così a così, perché ti rendi conto chi sei, non come dice il mondo: "Lei non sa chi sono io" ma non lo sai neanche tu chi sei.
È certo che dire: una testimonianza che nasce dal radicamento nella comunità cristiana… guardate noi non stiamo facendo un discorso moralistico, spero che ve ne rendiate conto.
Qui stiamo parlando di alta spiritualità, perché io non vi sto dicendo: ecco voi dovete partecipare alle vostre comunità… io non vi sto obbligando in nessun modo.
Sto facendo di voi dei formatori, questo vuol dire che voi potete accogliere questo discorso e farlo diventare vostro, lo vivete sulla vostra pelle e nella misura in cui voi fate questo, allora riuscirete a trasmetterlo agli altri, diversamente non lo so spero che lo ricordiate, perché a suo tempo la grazia di Dio operi questo processo di accoglienza di questa verità.
Lo so anch'io che la comunità cristiana è difficile da vivere.
Pensate al povero Gesù che razza di Chiesa si è tirato dietro, ci siamo addirittura noi dentro, pensate!
Dobbiamo essere molto onesti, molto veri, non stiamo facendo una battuta ad effetto è la verità: dobbiamo guardarci così come siamo realmente non per deprimerci, ma per avere la giusta misura di noi stessi.
Lui sta trascinando addirittura noi, quindi vuol dire che a un certo momento Lui ha la piena consapevolezza che la sua Chiesa è formata da poveracci, che forse lontanamente hanno capito qualche cosa e desiderano diventare santi.
Ma quanti sono? Non lo so, non siamo pessimisti ma voi andate in Chiesa la domenica vedete una folla di gente e domandatevi: quanti di questi hanno detto a Gesù che vogliono diventare santi? ma quello vero, un santo vero.
Direi una buona cosa, perché sembra quasi la condivisione di quella che è la speranza di Dio.
Quando uno comincia a pensare questo, vuol dire che si sta realizzando quella parola di Dio nella lettera ai Filippesi dove dice. "Abbiate in voi i medesimi sentimenti che furono di Cristo Gesù".
Quando tu vedi una folla e cominci ad avere compassione per loro, perché sono come pecore senza pastore non ti rendi conto che tu stai pensando esattamente quello che pensava Gesù, quando vedeva le folle?
Tu sai nel medesimo tempo di far parte di quella folla, che tanto spesso non sa distinguere la destra dalla sinistra, come a Ninive con il profeta Giona.
Quindi certo è il frutto della grazia uno dice ma come faccio ad amare il mio prossimo, io non ce la faccio se io vedo tutte le cose storte che fanno e che non dovrebbero fare mi viene una rabbia che mi vengono i capelli ricci certo umanamente dici così, ma a un certo momento se il tuo cuore è aperto all'azione della grazia cioè dello Spirito Santo accade dentro di te una cosa che tu stesso non sai capire da dove ti venga fuori.
Cominci a voler bene a quelle persone, anche quelle che ti hanno fatto soffrire e tu non sai perché non approvi il loro modo di fare, ma nello stesso tempo provi un senso di intercessione un senso di misericordia nei confronti di quelle persone allora, quando accade questo, voi potete dire che state facendo l'esperienza dell'amore misericordioso del Signore
Allora quando tu dirai il Padre nostro, "rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori" cominci a capire che cosa significa tanto che tu dici chiaramente: "Sì quella persona ha fatto delle cose cattive, ma io non le voglio male, io voglio il bene di quella persona, pregherò perché si salvi".
Allora capisci che veramente lo Spirito Santo dentro di te ti sta plasmando e perché ti sta plasmando? Perché tu glielo lasci fare. Solo per questo.
Naturalmente l'amore misericordioso non vuol dire l'amore privo di quelli che sono i principi morali, l'amore misericordioso è un amore di verità, quindi amare il peccatore non significa amare il peccato, quindi la tua testimonianza sarà anche più difficile da dare, perché tu non puoi amare il tuo prossimo e lasciarlo nell'ignoranza.
Le opere di misericordia spirituale sono anche quelle di consigliare i dubbiosi, istruire gli ignoranti questi qui hanno avuto un'educazione che li spinge ad essere furbi, se son capaci, a rubare al prossimo; ma tu sei un cristiano e tu sai molto bene che i 10 comandamenti valgono per tutti, perché sono stati dati a Mosè e quindi è l'alleanza che coinvolge tutti i popoli la Nuova Alleanza è in quella cristiana quella invece sono le leggi di Dio, che valgono per tutti: non rubare vale per tutti è chiaro che il tuo amore misericordioso dovrà trovare un itinerario per comunicare la verità, per aprire gli occhi alla giustizia "Vedi tu ti appropri di una cosa che una persona ha fatto molta fatica per ottenerla".
Sì ci sono anche i grossi ladri che nessuno persegue, perché sono i più potenti della Terra, ma a quelli ci pensa Dio stesso.
Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio, quindi Dio ha i suoi diritti e Gesù lo dice chiaramente: "Cosa credete che Dio abbia solo doveri nei vostri confronti? Dio ha i suoi diritti, date a Dio ciò che è di Dio e date a Cesare ciò che è di Cesare".
Tu rubi, rubi al tuo prossimo, vuol dire che Dio chiederà a te.
È molto semplice. Rubare significa anche creare delle strutture di peccato, delle strutture che ti spingano alla violenza, al sopruso.
Quindi ricordatevi è un tema molto complesso quello della giustizia e della verità, perché o l'uomo accoglie la verità di Gesù Cristo che ci parla del principio di sussidiarietà, quindi significa che tu aiuti chi è in difficoltà, non che tu ti sostituisci a quell'altro, la carità cristiana non è elemosina, ma è valorizzazione umana, quindi far crescere quelle che sono le doti umane, però è chiaro che giustizia prevede che ciascuno abbia il suo e dove il suo non è sufficiente, il principio di sussidiarietà prevede che chi ha di più deve far parte delle sue sostanze a chi ha di meno.
E se le sperpera? No questo non è il principio di sussidiarietà, al limite se proprio la persona non è in grado di autogestirsi il principio di sussidiarietà fa sì che tu che hai più intelligenza, più prudenza, più saper fare queste cose le gestisci tu al posto di quell'altra persona, ciò che lei non è in grado di gestire.
Certo puoi cominciare a farla riflettere: " Guarda, renditi conto tu stai facendo delle spese un po' azzardate e se poi ti succede qualche cosa? "
L'esempio classico: al semaforo c'è quello che ti vuol lavare il vetro, è molto più semplice dargli 1 euro, non è semplice?
Invece è molto più difficile fargli presente che quello è sfruttamento di lavoro minorile.
Il Cardinale Saldarini qualche anno fa aveva detto: "Non date soldi, se volete aiutare veramente i fratelli bisognosi, allora portate alla Caritas diocesana latte, pasta, riso, tutte queste cose qui, perché quelli che hanno bisogno saranno sicuramente assistiti.
Dare 1 euro significa nutrire una via parallela, che li porta all'illegalità, che li porta a sofferenze maggiori allora noi, per metterci in pace la coscienza, diamo 1 euro o 50 centesimi così diciamo: "Noi siamo bravi che abbiamo fatto la carità" e facendo così gli abbiamo fatto del male.
Voi capite quindi che la testimonianza è molto difficile perché la testimonianza non è quella del buonismo.
Il cristiano non è il buonista, il cristiano è quello autentico che vive nella verità, vivere nella verità è continua tensione tra ciò che è bene immediato e ciò che è il bene, il bene di una persona, ad esempio di un bambino tu dagliela sempre vinta su tutto, poi vedrai come diventa da adulto, quello è il suo bene?
Ma sì tu sei contento perché lo vedi ridere, gioire, gli hai dato tutti i giocattoli che voleva e ti senti buono, perché hai dato a lui tutto quello tu non potevi avere a suo tempo.
Va bene, allora tu non stai facendo il suo bene, stai facendo il tuo bene, perché tu stai colmando un vuoto tuo esistenziale e lo riversi sul figlio poi il figlio, diventato adulto, è incapace di gestirsi le priorità e incapace di saper rinunciare e così noi abbiamo dei ragazzi che per avere sempre tutto si imbottiscono di ecstasy o fanno le corse pazze sulle autostrade e, poiché i genitori, con la testa nel sacco, a un diciottenne hanno comperato la BMW, quello si permette di andare ai 180 all'ora su una strada in cui si va ai 50 e poi piangono, beh insomma quello che semini, raccogli.
Certo che è difficile dire dei no, ma tu il no sei capace a dirlo solo se ami; è anche faticoso dire no, solo se tu hai di fronte a te il vero bene da raggiungere tu dici: "Ti dico no, non perché ti voglia far soffrire, ma perché c'è in vista un bene maggiore e tu lo devi capire" e glielo illustri, perché dire no senza spiegare significa non far maturare la persona, è vero?
Quindi la testimonianza radicata nella comunità cristiana, che sarà in primo luogo la tua famiglia, poi via via il tuo ambito, perché insomma certe persone considerano la vita famigliare come la conclusione della vita cristiana non è così, la famiglia fa parte della Chiesa, non è una monade a sé stante e cioè intangibile, intoccabile da tutto allora diventa davvero un'isola o felice o infelice, perché non ha rapporti con nessun altro e la famiglia tante volte è molto comoda: "Io non posso, perché ho troppi impegni da sbrigare"
La parola di Dio. Qui abbiamo già sottolineato la necessità di doverla leggere, di tenerla sul comodino, tenetevi la vostra Bibbia e non chiudete gli occhi la sera senza aver letto almeno una pagina non ho detto che uno deve farsi lo studio biblico, cominciate a leggerla, la parola di Dio deve entrare nel vostro cuore e nella vostra mente.
Sapete quando vi accorgerete che tutto questo è avvenuto?
Quando comincerete a parlare in modo biblico cioè a dire, parlate e mentre parlate vi viene in mente un riferimento biblico e cioè dice: "ecco proprio come diceva Gesù qui, qui, qui" allora capite che il pensiero di Dio è diventato il vostro pensiero, lo avete assimilato e voi parlate con parole di Dio.
Naturalmente la parola di Dio è necessario conoscerla bisogna leggerla, saperla e cercare anche di ricordarla, anche perché avete un compito non indifferente però è necessario anche che da questa parola di Dio si desuma l'insegnamento concreto della vita cristiana.
L'insegnamento concreto sui vari temi che emergono dalla Rivelazione è contenuto nella sua pienezza nel Catechismo della Chiesa Cattolica spero che ognuno di voi abbia a casa propria un'edizione del CCC l'edizione integrale, non i riassunti, perché è molto importante voi avete anche l'indice analitico nel quale trovate non solo tutte le fonti da cui sono stati presi gli insegnamenti quindi: Rivelazione, primi Concili, i Padri della Chiesa, Santi, mistici ecc…documenti della Chiesa e del Magistero, ma avete praticamente l'analisi dettagliata di qualsiasi tema se tu vai nel Catechismo e cerchi "umiltà" ti dice numero e pagina dove si parla di umiltà e tu hai una nozione che potrai spezzettare, semplificare, perché voi sapete che il CCC è stato scritto per i vescovi di tutto, il mondo in modo tale che per tutta la Chiesa Cattolica ci sia questo insegnamento ufficiale.
Dal Catechismo si creano gli altri catechismi nazionali, però la fonte la base su cui si costruisce è quella voi avete dei dubbi, volete chiarire qualche cosa?
Cercate la voce lì sopra e troverete, avrete delle nozioni, lì c'è tutta la dottrina non lo studio teologico; cioè lì sopra voi non trovate le teorie dei teologi, perché le teorie dei teologi debbono ancora essere considerate dal Magistero.
È il Magistero che dice sì, quello che dice quel teologo questo va bene, questo non va bene questo fa parte del bagaglio della Chiesa o questo non ne fa parte.
L'ultima parola non ce l'hanno i teologi; il lavoro del teologo è quello di studiare, di indagare, di proporre le sue teorie, ma l'ultima parola ce l'ha il Magistero.
Ricordatevi che Gesù le chiavi non le ha date all'apostolo più sapiente, ma a quello che ha i piedi più per terra.
Era magari anche un po' irruente Pietro, uno abituato ad aver a che fare con le cose concrete, quindi se Gesù ha dato il potere delle chiavi a Pietro e ai suoi successori c'è una ragione.
Non l'ha dato a Giovanni che aveva le visioni, che ha scritto l'Apocalisse, come mai non le ha date a Giovanni mistico?
Perché il magistero non è mistica, ma è insegnamento di Dio calato nella concretezza della realtà.
Quindi è anche un compito difficile, faticoso il vostro compito, perché a livelli diversi voi partecipate in qualche modo di questa forma di ministero, ministero dell'insegnamento.
Come catechisti, come testimoni voi state portando gli insegnamenti di Dio, non i vostri, non il vostro gusto personale, o le vostre aspirazioni, o le vostre interpretazioni sulla parola di Dio il Magistero della Chiesa insegna certe cose, voi non state insegnando il vostro personale cristianesimo, ma state insegnando il Cristianesimo di Gesù Cristo, così come è radicato nella Chiesa fino ai nostri giorni.
Perché Gesù Cristo ha voluto così, che la nave della Chiesa sia sballottata dalle onde, sia oggetto di tante critiche… può essere vero, però è anche vero che Gesù Cristo ha detto: "Le porte degli inferi non prevarranno." quindi vuol dire che, nonostante tutte le difficoltà umane e nel corso dei secoli ce ne sono state tante e ce ne saranno ancora tante, perché la Chiesa è fatta da uomini questo non ci dà il diritto di confondere l'azione degli uomini con l'insegnamento della Chiesa.
Capite? È molto diffuso questo atteggiamento: "Non credo alla Chiesa per questa e quell'altra ragione".
Calmati, gli uomini possono sbagliare, ma Dio no. Pensa che Dio si fida persino di te.
Sia lodato Gesù Cristo.