Il Catechista a servizio come testimone ed educatore
8-11-2003
1) Introduzione sulla testimonianza
2) I cristiani del nostro tempo non hanno bisogno di maestri ma di testimoni ( Paolo VI )
3) Agli occhi di Dio siamo dei diamanti grezzi
4) La testimonianza cristiana
5) Mettersi nei panni della persona a cui fate la testimonianza
6) Discernimento degli spiriti
7) Diminuzione delle vocazioni
8) Testimonianza per convincere le persone ad incontrare Gesù
9) Non l'orgoglioso, ma l'umile ruba il paradiso
10) Testimonianza da mettere per scritto
11) A servizio come educatore, come modello a cui riferirsi
12) Educare ex ducere, condurre fuori dalla nebbia al sole
L'ultimo nostro incontro verteva sul catechista come testimone e il servizio della testimonianza a proposito di questo io vorrei anche sottolineare un piccolo aspetto, so che alcuni sono più abituati a quello che sto per dire altri meno, però credo che sia importante che su questo tema incominciamo ad avere delle idee un pochino chiare.
L'altra volta abbiamo parlato della testimonianza come testimonianza di vita, come esempio, come accompagnamento di tutte le persone ecc…ecc…
Mi sta tutto bene, però c'è anche l'altro aspetto della testimonianza, che forse potrebbe essere valorizzato un pochettino di più e credo che nella cultura in cui noi siamo inseriti, nel tempo che noi stiamo vivendo sia di fondamentale importanza.
Vi ricorderò che il Santo Padre Paolo VI a suo tempo, in occasione di un discorso, aveva espresso un concetto di questo genere: "i cristiani del nostro tempo non hanno bisogno di maestri ma di testimoni".
Che cosa si intende dire per testimoni? Per testimone si intende dire una persona che ha vissuto sulla propria pelle ciò di cui sta parlando.
È evidente che io non posso parlare del suicidio, se non mi sono suicidato, ma forse non è neanche necessario fare ogni tipo di esperienza per parlare di ogni cosa; ma per quello che riguarda la trasmissione della fede è un dato di fatto che essa è molto più efficace noi lo vediamo tutti quando è la comunicazione di una esperienza di vita; cioè che un grande oratore mi parli della spiritualità di Santa Teresa d'Avila, oppure che, facciamo l'esempio, Santa Teresa d'Avila stessa ci parli della sua esperienza di Dio, non credete che siano due cose diverse?
Sentir parlare delle grandi realizzazione che il santo Cottolengo ha operato nella Piccola Casa della Divina Provvidenza, non è la stessa cosa che andare lì e vedere e parlare con le persone, con le suore, il personale che da una testimonianza di come viene vissuta, per esempio, la provvidenza, la fiducia ecc…
Allo stesso modo io direi che sarebbe proprio il caso che ognuno cominciasse a pensare alla propria testimonianza di vita da poter comunicare a qualcuno, perché il catechista certo trasmette sicuramente il messaggio di Gesù Cristo, ma lo trasmette, e questo è un dato di fatto della psicologia, attraverso la sua propria vita.
Adesso capite perché insistiamo spesso sulla necessità di una direzione spirituale, perché la direzione spirituale ha proprio questa funzione, di renderci trasparenti.
Una volta mi è capitato di vedere un documentario che parlava del ritrovamento dei diamanti e quando ci facevano vedere tutti i diamanti che avevano trovato mi venivano in mente dei pezzi di quarzo.
Ora il diamante grezzo, voi lo sapete, è una pietra tutta levigata, rovinata dalla pressione a cui è sottoposta ma questo non vuol dire che non sia preziosa allora voi capite bene che noi agli occhi di Dio siamo dei diamanti talvolta però siamo dei diamanti grezzi, dei diamanti che Lui vuole incastonare nella sua corona regale, perché Gesù è veramente il re dell'Universo.
Fra poche domeniche lo celebreremo come Cristo Re dell'universo credo che sia proprio da valorizzare molto questa festa teologica, che ha dispetto di qualcuno che continua a dire che è legata ad un tempo passato noi dobbiamo ammettere che quando diciamo: Gesù è il Signore, stiamo dicendo la stessa cosa Gesù è il Re.
Signore, dominus dominatore quindi Re. Riconosciamo in Gesù il nostro Re.
Allora è chiaro che per Lui i gioielli preziosi non provengono, come possiamo dire da una razzia, ma da una donazione siamo noi i gioielli preziosi che Lui incastona sulla Sua corona, sullo scettro e sulla Sua veste.
Però certo possono esserci dei gioielli preziosi che sono ben lavorati, ben levigati, ben purificati dunque sono attraversati dalla luce e la riflettono, ci possono essere altri gioielli che restano preziosi ma non sono stati lavorati, quindi si dice che sono grezzi in queste pietre la luce arriva, ma non viene riflessa quindi il cammino di un cristiano, che non ci ha mai pensato prima può assomigliare a una pietra grezza che non è più in grado di riflettere la luce, la riceve ma non la riflette.
Invece la direzione spirituale, sulla quale insistiamo sempre, ha proprio questa specificità: una persona si mette nelle mani di una guida spirituale perché desidera essere levigata, purificata desidera togliere da sé tutto ciò che è in più in modo tale che la luce di Cristo attraversi la tua vita si rifletta.
La pietra grezza è una pietra egoista riceve la luce, ma non là da la pietra levigata, tagliata diventa da egoista generosa, diventa una pietra capace di amare, perché riceve certamente le luce di Gesù Cristo quindi se quella pietra risplende non risplende della sua propria gloria, ma risplende della luce del Signore, in più la riflette.
Tutto questo esempio cosa ci aiuta a capire?
Ci aiuta a capire molte cose, 1) siamo preziosi agli occhi di Dio in qualunque stato siamo.
Siamo essenzialmente preziosi; non funzionalmente preziosi, funzionalmente vuol dire per quello che faccio.
Dio dice non per quello che fai, ma per quello che sei, quindi essenzialmente siamo preziosi.
Certo la nostra preziosità può essere fine a se stessa, se non ci lasciamo levigare, diventa invece amore quando ci lasciamo guidare dallo Spirito Santo, che attraverso gli eventi della vita, gli insegnamenti della Chiesa ci aiuta ad uscire da noi stessi.
Perderemo ciò che è in più, diventeremo più piccoli però più brillanti.
Ecco che cos'è dunque la testimonianza, però la testimonianza deve essere purificata, non può essere fatta con un senso di vanità e con un senso di manifestazione di sé, dev'essere chiaro per tutti che è la testimonianza di Gesù.
Quando tu esprimi la tua fede in Gesù Cristo, in forma di testimonianza, deve essere molto chiaro che deve risaltare risplendere, deve esplodere di gioia la persona di Gesù, ciò che Lui è per te (primo punto) ciò che Lui ha fatto per te, ciò che tu senti per Lui (terzo punto).
Mi sono spiegato? È molto importante prepararsi una testimonianza cristiana: non è una manifestazione vanitosa di se stessi se in questa testimonianza risulterà visibilissima e risplendente la figura di Gesù.
Ossia se tutti gli altri, dopo aver ascoltato questa testimonianza, si rivolgeranno a Gesù con una rinnovata fede vuol dire che la tua testimonianza è stata preparata, è stata pregata, è stata vissuta ed è stata trasmessa bene.
Se tutti gli altri, dopo che avranno ascoltato la tua testimonianza parleranno di te e ricorderanno te, la tua testimonianza è stata falsa.
Certo il tema della testimonianza è un tema molto difficile, però io l'ho fatto con delle persone che presumo essere mature non solo umanamente, ma essendo in una forte ricerca spirituale è chiaro che nella ricerca spirituale è necessario l'aspetto della testimonianza.
Quindi sappiate che nei vostri incontri catechetici a qualsiasi livello: può essere all'Oratorio, nella classe, con i genitori dei ragazzi, con i cresimandi, con coloro che si preparano al matrimonio, al battesimo dei loro figli ecc…è importante la testimonianza di vita.
Nella testimonianza di vita è necessario raccontare quando ti sei accorto della presenza di Gesù nella tua vita, che cosa te lo ha fatto capire, che cosa è cambiato nella tua vita da quel momento, perché il Signore per te ha fatto, questo, questo e quest'altro e te ne sei accorto per questo, questo motivo e quindi tu hai vissuto con Lui una esperienza totalmente nuova e molto gioiosa.
Come vedete il discorso che ho introdotto prima sulla necessità della testimonianza ben si inserisce nel progetto nuovo, nel preparare la Catechesi cioè in questa forma in cui le famiglie sono coinvolte in modo diretto.
Voi capite che parlare ai bambini è una certa cosa altra coca è parlare agli adulti, bisogna in qualche modo preparare la loro capacità di accogliere il messaggio cristiano in questo senso credo che sia anche molto importante che ognuno di voi abbia pronta dentro di sé la testimonianza dell'incontro cristiano, una testimonianza che serva intanto a voi stessi per ringraziare il Signore per quanto egli ha fatto nella vostra vita, ma nello stesso tempo aiuti coloro che vi ascoltano a lasciar cadere il timore o la paura di fare delle cose, per cui possono sentirsi giudicati.
Nella testimonianza voi dovete mettervi nei panni della persona a cui state facendo la testimonianza, dovete immaginare quali possono essere le sue paure i suoi freni ecc… e senza dare una risposta moralistica: "Tu devi fare….." che non serve a niente serve solo ad irritare gli animi, prevenire già tutte le opposizioni con una esposizione positiva, cioè a dire: "Ho fatto questa esperienza meravigliosa per…" dovete fare come quando dovevate far mangiare il minestrone di verdura ai vostri bambini, "ma è buono, è profumato……"
Quindi io direi che sarebbe molto importante che per la settimana prossima vi preparaste una traccia scritta della vostra personale testimonianza di vita cristiana, che non vuol dire come vivete cristianamente, ma vuol dire come avete incontrato Gesù Cristo nella vostra vita.
Quando l'avete incontrato che cosa era successo, in che situazione vi stavate trovando, come è stata la vostra preghiera in quel momento, come il Signore ha risposto; da cosa vi siete accorti che il Signore vi stava rispondendo, quali sono stati i segni che vi hanno convinti della presenza del Signore, insomma tutte belle cose se volete le potremmo catalogare delle curiosità.
Ma dovete ricordarvi che la gente del nostro tempo ha bisogno di avere chiarezza su queste cose.
Io credo che tutto questo discorso possa essere inserito nel grande discorso del discernimento in particolare nel discernimento, degli spiriti non vostro ma di coloro che vi ascoltano.
Allora per coloro che non hanno mai sentito dire questo termine sul discernimento degli spiriti riassumendo vi dirò semplicemente questo: discernimento degli spiriti è quel particolare tipo di discernimento che ci aiuta a capire da quale spirito noi siamo mossi, siamo guidati, illuminati, cosa voglio dire?
Non voglio dire che ci siano dei fantasmi ecc… ma massa da quale spirito tu fai certe cose.
Per esempio: tu fa i catechismo, sai perché?
Fai catechismo perché ti piace avere dei bambini che ti ascoltino, ti piace far finta di essere un maestro o una maestra, ti piace trattare con gli adulti, ti piace che il Parroco ti tratti con un certo riguardo perché tu sei la catechista.
Insomma tante cose, oppure tu senti davvero la necessità che questi bambini crescano e imparino tutte le cose della morale, i 10 comandamenti ecc…
Tu vedi tutta la cattiveria che c'è nel mondo e allora ti vuoi dare da fare perché ci sia più generosità, più bontà ecc… oppure tu vedi Gesù che viaggia per le strade e non c'è nessun cuore che lo lascia entrare dentro; e tu vedi queste persone, le vedi come Gesù, come Gesù affamato di conoscenza e tu vuoi dare a loro la conoscenza di Gesù, tu parli di Gesù a queste persone.
Allora voi capite che negli esempi che io ho fatto ci sono almeno 3 spiriti diversi che agiscono; nel primo spirito c'è la tua vanità, lo spirito che ti guida è quello della vanità, come mai tu desideri sentirti un maestro o una maestra?
Tanti motivi, anche qui discernimento da fare: tu desideri avere un posto di rilievo perché a suo tempo ti sei sentito emarginato, non ti sei sentito valorizzato e adesso vuoi far sentire che sei una persona che vale, perché adesso insegno io, quindi vuol dire che lo spirito che ti guida è uno spirito che proviene dal passato cioè a dire una frustrazione del passato, una ferita del passato adesso guida le tue scelte odierne ci siamo?
Quindi è lo spirito del tuo io che ti guida, la tua volontà di riscattarti di far vedere che in fondo non è vero che tu non vali niente, perché addirittura sei capace di fare questo, questo e quest'altro oppure c'è davvero uno spirito di vanità a farti vedere che sei importante; allora capisci che non è solo il tuo io, c'è una tua debolezza, una tua fragilità, una ferita del passato sulla quale si è agganciata una tentazione quindi c'è la tua debolezza umana, psicologica sulla quale si inserisce anche efficacemente uno spirito diabolico di tentazione, di vanità, quindi tu fai tutte queste cose ma con il fine sbagliato non lo fai per il bene dei tuoi allievi non lo fai per amore di Gesù, lo fai per te stesso, seguendo la tentazione della vanità.
Nell'altro spirito che cosa c'è? la necessità di fare del bene ecc… nessuno conosce la verità… quindi come possiamo dire è uno spirito moralistico uno spirito di volere tutte le cose in ordine, ma anche qui bisognerebbe scavare perché vuoi tutte le cose in ordine, perché ti metti in pace la coscienza tu?
Quindi tu lo fai di nuovo per te stesso, sei animato da un tuo bisogno non dalla verità.
Nel terzo caso invece la persona che vede Gesù nel prossimo, che vuole che tutti amino Gesù, che si sentano amati da Gesù che facciano l'esperienza meravigliosa del suo amore e che tutta la loro vita cambi che siano felici ecc…ecc…allora tu capisci da questo aspetto che ciò che ti anima è lo Spirito Santo.
Voi capite che è molto importante fare discernimento, quando voi darete la vostra testimonianza dentro di voi (non lo dovete dire esplicitamente) ma dentro di voi dovete anche sentire questa responsabilità e cioè: attraverso la mia testimonianza si deve innescare un processo a catena, che aiuterà il mio prossimo a capire il motivo per cui sta facendo tante cose.
"Mi sposo perché tutti si sposano" cominciamo già a tremare "mi sposo perché è la via più semplice", ditemi è vero o non è vero?
Vi voglio fare una domanda: esiste una via più semplice?
Sì che esiste: dare la mano a Gesù per qualunque strada Lui ti porti sia quella del matrimonio, che sia quella della vita consacrata che sia quella del sacerdozio che sia qualunque vita, non esiste una via difficile o una via facile, esiste la via bella e una via triste.
La via bella è la via nella quale tu dai la mano a Gesù e Lui ti conduce, la via triste è qualunque strada che tu faccia senza dare la mano a Gesù.
Il Signore non è che abbia privilegiato questa o quell'altra vita però c'è sicuramente un esame di coscienza serio, molto serio da farsi, per esempio sulla grande diminuzione delle vocazioni.
Il problema sta nelle famiglie, e sapete perché?
Sì che lo sapete, compito primario della famiglia è nella testimonianza, formare la coscienza.
Domanda: generalmente che testimonianza spirituale viene concessa ai nostri giovani dalle loro famiglie?
Quanti di voi che fanno catechismo potrebbero rispondersi con un gesto: si mettono le mani nei capelli.
Allora voi capite anche il perché, stiamo assistendo a un disastro sull'aspetto delle vocazioni.
Io non lo so, qui in città non ve ne rendete ancora conto, ma non passeranno molti anni che ve ne renderete conto anche qui, nella mia diocesi dove il 95% delle parrocchie non sono cittadine, la mia diocesi è molto estesa e molto frammentata, sono pochi i centri che hanno 5000 abitanti, ed è la terza diocesi del Piemonte come grandezza e come popolazione, quindi non è l'ultima, si vede molto di più questa crisi delle vocazioni: crisi delle famiglie, crisi dei matrimoni, allora c'è da domandarsi: che testimonianza cristiana hanno ricevuto queste persone?
Il Cristianesimo non è una dottrina è una persona, questo vuol dire che le persone che il Signore vi affiderà non devono fare esperienza di una, dottrina ma di una persona.
Ecco perché è fondamentale che nella vostra testimonianza voi siate convincenti, voi dovete convincere un'altra persona a desiderare di incontrare Gesù, come voi l'avete incontrato, perché Lui è vivo, perché Lui ti vuole bene, Lui ha voluto bene a me.
Nella mia vita si è manifestato in queste occasioni, quando io ero…ecc. Lui si è fatto presente.
Dovete parlare con amore, dovete avere il coraggio di guardare negli occhi la persona che avete dinanzi e dirgli con tutta la vostra forza spirituale tutto il vostro desiderio spirituale che questa persona desideri incontrare Gesù, dovete convincerla.
Allora questa settimana vi metterete davanti allo specchio, quando non c'è nessuno in casa, e dopo che avrete preparato la vostra testimonianza, davanti allo specchio voi parlate a quella persona lì cercando di trasmettere tutto l'amore che voi avete ricevuto da Gesù, non il vostro amore.
Lo so che è un compito molto difficile però siete sufficientemente cresciuti per cui io possa sentirmi tranquillo nel darvi questo compito perché so che, desiderando veramente essere catechisti come Dio vuole, anche questo compito che vi sembra così difficile lo farete.
Spero di non sbagliarmi, cosa ne dite mi sto sbagliando?
Lo so che non mi sbaglio, però bisogna incoraggiarsi un pochino a vicenda.
Non dovete essere orgogliosi, se siete orgogliosi non lo farete, sapete perché?
L'orgoglioso vuole essere perfetto al primo colpo.
Solo Dio è perfetto, mettiamocelo ben bene nella mente.
L'orgoglioso non cambierà mai, quando all'orgoglioso viene detto: "Guarda prova un po' a vedere che qui forse si potrebbe …ecc…" ecco l'orgoglioso dice: " Ma, qui…" sempre ha il ma davanti.
Invece la persona umile, quella con cui, anche voi l'avrete visto sicuramente tante volte, si lavora bene, l'umile non è uno stupido, l'umile è uno che sa ascoltare e che sa fare tesoro di tante cose, che ti dice il suo punto di vista, ma non è arroccato nella sua posizione, l'umile è uno che sa ascoltare.
Vi ricordate quando due settimane fa vi avevo detto: "Voi dovete rubare"?
È l'atteggiamento dell'umile, rubare tutte le cose belle che vedete fare dagli altri, aprite gli occhi, guardate, non c'è il monopolio della santità.
I Domenicani non hanno il monopolio della santità, così come non ce l'hanno i Francescani, non ce l'hanno i Salesiani, né i Diocesani, né i Religiosi o gli sposati, tutti devono accedere al trono della santità di Dio, ma sapete chi è che ci arriva? L'umile.
Voi dovete desiderare di diventare umili, perché l'umile è una persona che non è piena di sé, l'umile è una persona con gli occhi aperti: "guarda che bel gesto di bontà, guarda che bel gesto di generosità, ma guarda come prega bene quella persona, non mi interessa se la sua spiritualità non è la mia spiritualità, io rubo perché dico quella persona pregando così, facendo la comunione in quel modo, con quell'atteggiamento, con quel sorriso, con quell'ordine ecc… ecc… mi sta trasmettendo un senso che anch'io voglio trasmettere agli altri".
E quindi tu guarda, ascolta, ruba, senti una bella preghiera, una bella predica, ruba tutto, ma non per tenere per te stesso perché tu dici umilmente: "io ho ricevuto con la stessa gratuità dono" quindi il Regno dei Cieli è dei furbi, perché i furbi sono quelli che approfittano di ogni situazione, l'ultimo furbo della vita terrena di Gesù sapete chi era?
Quello che era stato crocifisso con Lui, che non ha smesso di fare il ladro, perché all'ultimo momento si è rubato il Paradiso.
Se è contenuto nel Vangelo non è tanto per raccontarci la scena, sicuramente lì c'è un insegnamento spirituale, e l'insegnamento è questo: con la sua umiltà, che ha forse acquisito solo all'ultimo istante della sua vita, ma è stato quella la cosa importante, lui ha rubato il Paradiso.
Voi capite la testimonianza serve a voi per conoscere voi stessi, non date sempre tutto per scontato, il nostro pensiero viaggia alla favolosa velocità del pensiero, ma mettere per iscritto ti costringe a conoscerti perché tu devi fare mente locale, tu devi dire ma veramente io quella volta, quando ho capito che il Signore mi stava aiutando, ma che cosa ho provato?
Certo che con la tua mente, con i tuoi ricordi magari provi la medesima cosa, mettila nero su bianco e così vedrai come era profonda quella esperienza, molto più profonda di quello che tu senti.
Perché sentire è una cosa, capire è un'altra, per esempio: se tu ascolti la "Toccata e fuga" di Bach può anche piacere, capisci che è molto complessa e difficile; quando tu vedi lo spartito cominci a spaventarti se poi ti devi mettere a suonarla tu, capisci come è profonda quella realtà ed è la stessa cosa tra sentire un'esperienza spirituale, cercare di capirla e cercare di mettere nero su bianco.
Lo so che è un punto su cui sto insistendo notevolmente perché ho anche capito che avete molte difficoltà nel voler partire a farlo.
Io non so quanti, e non voglio saperlo, quanti di voi hanno provato a farlo, perché è importante nell'anima di una persona che cominci a fare questo sistematicamente, cercare di mettere nero su bianco la tua partecipazione al mistero di Cristo, ma provaci almeno una volta.
Quando tu ti accorgi che fai una comunione veramente partecipata, tu vai a Messa, perché tanto vai a Messa, e fai una comunione e ti accorgi che quella volta tutto intorno a te ti ha aiutato ad entrare in un clima di preghiera e tu hai avuto quei 10 minuti stupendi, meravigliosi, bene, quando sei a casa, poiché quei 10 minuti ti sono piaciuti e non li vuoi perdere scriviteli, tu non puoi manco immaginare in quello che tu scriverai quale progresso spirituale riuscirai a fare.
È inutile che io te lo dica perché tanto tu non ci credi devi provarci, devi fare tu questa esperienza, ti sentirai veramente un'altra persona dopo, quindi siate nell'umiltà e provateci non fermatevi al primo colpo, ve lo dico già da adesso non sarà la cosa più facile che avete fatto nella vostra vita, perché se fate le cose come devono essere fatte, voi capite che rivestire di parole una emozione spirituale non è facile, richiede molte, molte parole un decimo di secondo di quello che voi avete vissuto, un decimo di secondo di adorazione autentica, forse vi richiede una pagina intera, per esprimere quello che avete provato in quel decimo di secondo e in quello successivo chissà che cosa altro.
Mi sono spiegato? Però se voi riuscite a fare una cosa di questo genere il vostro progresso spirituale sarà tale che capirete che ne sarà valsa la pena.
Coloro che si sentono faranno la loro testimonianza di vita cristiana, perché questo vi servirà soprattutto nel vostro impegno nella Chiesa per poter poi esprimere la vostra testimonianza di fronte agli altri.
In quel caso, sentendo le vostre testimonianze, potrei anche dirvi: "questa cosa va bene puoi dirla a tutti, quest'altra è meglio che tu la tenga riservata per te, perché gli altri non sono ancora in grado di capire un discorso di questo genere".
In primo luogo al catechista è chiesto di essere a servizio come educatore.
Egli deve essere visto come un modello, un modello a cui riferirsi, sarebbe molto bello che in ogni classe di catechismo ci potesse essere una catechista e un catechista, cioè una donna e un uomo, perché possa esserci questa possibilità di riferirsi a un modello.
Certo queste esperienze sono molto rare, però voi sappiate che sarebbe molto bello che ci fosse questo tipo di complementarietà nell'esperienza spirituale, perché?
Sono cose di psicologia che più o meno possiamo conoscere, il modo di vivere la spiritualità può essere diverso a seconda che ci sia una impostazione femminile o una impostazione maschile, perché la psicologia femminile e quella maschile funzionano in due modi diversi, non opposti ma complementari sì, quindi sarebbe molto interessante, molto bello che ci potesse essere questa duplice esperienza del vivere la fede, con tutte le particolarità e tutti i risvolti che ne emergono, che può essere tipico di una comunicazione femminile, ma con tutta la solidità e la coerenza che è magari tipica di un modo di vivere la spiritualità maschile, dove questo non sia possibile allo Spirito Santo voi come catechisti dovete chiedere la grazia di poter esprimere la globalità dell'esperienza cristiana quindi con tutta quella particolarità, quella fantasia ecc… che è tipica della spiritualità femminile e con tutta quella coerenza, quella fermezza, consequenzialità, ordine ecc…che è tipico del modo di affrontare i problemi maschile.
Questo vuol dire che alle catechiste sarà chiesto di assumere, nella grazia dello Spirito Santo quella fermezza e quella consequenzialità tipica maschile.
Magari voi ricordate i vostri papà che magari non erano di tante parole, ma che erano di una onestà cristallina per cui voi ricorderete che avete imparato tantissimo semplicemente dai suoi atteggiamenti di onestà assoluta, di consequenzialità senza muoversi di un millimetro, anche nella sopportazione delle varie conseguenze.
Allora alla catechista donna è richiesto un atteggiamento anche di questo tipo, al catechista uomo invece è richiesto anche, dove non è possibile che ci siano queste due esperienze, tutta quella particolarità, quella insieme di piccoli particolari di cesello che sono tipici della presenza continua, assidua, quasi silenziosa di un modo femminile di vivere la spiritualità, ricordate le vostre mamme quando essendo spesso, almeno le mamme di una volta, molto a casa molto in famiglia, ogni occasione era motivo per dare un insegnamento.
È un lavoro di cesello, non c'era il grande insegnamento, c'era l'insegnamento continuo con quella miriade di particolari che possono servire quindi quella delicatezza, quella capacità di sentire, di mettersi nell'altro, che è un po' meno famigliare al modo maschile di affrontare i problemi.
Questa è una grazia che potete, e io direi dovete, chiedere allo Spirito Santo ogni volta che siete chiamati a dare la vostra testimonianza.
Quindi vuol dire che per qualsiasi cosa si rivolgeranno a voi non solo per temi spirituali, ma per le cose che succedono durante la vita e da voi non vorranno sapere le cose che possono sapere da chiunque: dallo psicologo, dal medico, dall'insegnante, da voi vogliono sapere il vostro modo di vivere, vogliono imparare a vivere su di voi.
Avranno stima di voi e diranno: ma io vado da questa persona, ma perché?
Non è un professore, non è un' insegnante… però è una persona che ha capito come si fa a vivere e allora io vado a chiedere consiglio a quella persona; magari fra dieci anni avete avuto il bambino piccolo, quando sarà adulto verrà da voi e vi chiederà consiglio.
Il modello è proprio questo.
Educatore, lo dice la parola ex-ducere, condurre fuori quindi voi siete come educatori coloro che prendono per mano una persona nella nebbia e la portano al sole.
Però voi dovete sapere dove è il sole.
Quindi voi avete questo dono meraviglioso che sono le persone che Dio vi affiderà, certo qui parla di adolescenti, di ragazzi, può darsi che nel vostro compito la Chiesa non vi chieda di fare catechismo agli adolescenti, ai ragazzi, ma agli adulti cambia qualcosa? No.
Cambia che bisogna essere molto più all'essenziale.
Allora mi raccomando di preparare le vostre testimonianze, non le state facendo per me, lo state facendo anche per voi ma soprattutto per quelle persone che il Signore vi farà incontrare nella vostra vita magari quando quest'estate sarete in spiaggia, voi non lo sapete ma in quel momento lo Spirito Santo dirà: adesso dai la tua testimonianza e tu non devi dire: "quale testimonianza?" tu devi dire: "È vero l'ho preparata apposta la conosco già, so quello che voglio dire perché questa persona che vive solo di rotocalchi sia folgorata dallo splendore di Gesù."
Il Signore vi accompagni in questa settimana vi dia proprio la grazia che vi sentiate condotti da Lui e dalla Sua luce, per scoprire quali sono le cose importanti che dovete testimoniare per il vostro bene e per la santificazione del vostro prossimo.
Sia lodato Gesù Cristo.