La vocazione
6-3-2004
1) Istituti secolari femminili
2) Chiesa clandestina
3) Gli istituti secolari non hanno segno di riconoscimento
4) La vocazione e i tre voti
5) Membri associati
6) La vita del catechista dell'Unione Catechisti
7) Formazione catechistica
8) I Catechisti Associati
9) Vocazione, disegno di Dio
10) Dare un segno alla propria esistenza
11) Capire per quale vita siamo nati
12) Ricevere in famiglia ciò che è necessario per crescere
13) La vocazione matrimoniale concretizzata per crescere
14) Il progetto di Dio si chiama corpo di Cristo
15) Il Battesimo è essere generati da Dio
16) La vocazione di figli di Dio
17) L'Apocalisse, la storia della salvezza molto simbolica
18) Il mistero di Gesù Cristo: tutti saranno in grado di contemplarlo
19) Contemplare il progetto di Dio per me, la mia vocazione
"Avrei una domanda: l'ordo virginum, si può configurare nell'istituto secolare, oppure è una vocazione molto particolare?"
No l'ordo virginum è tutto ciò che si riferisce alla consacrazione femminile nell'ambito della Chiesa.
Quindi si riferisce dagli istituti secolari femminili, a tutte quelle che sono le congregazioni religiose, e gli ordini religiosi.
È tutto l'ordinamento che si riferisce al mondo femminile, per quello che riguarda la consacrazione all'interno della Chiesa.
"Qui c'è scritto: in genere non informano la gente di aver scelto di amare Dio con cuore indiviso, né di aver risposto al suo invito di consacrarli a sé, ma traspare dalla loro vita che rinunciano al matrimonio per poter amare Dio con tutto il cuore indiviso, per essere pronti ad amare tutti con cuore libero."
Beh forse non siamo molto abituati a considerare gli istituti secolari, come istituti di autentica consacrazione, forse abbiamo identificato in maniera univoca la consacrazione con la visibilità, della consacrazione, ma non è sempre così.
Voi sapete che in situazioni particolari, gravi, pericolose eccetera, pure essendo personalità di spicco nel mondo ecclesiale, le persone vivono nel mondo in modo da non essere riconosciute.
Nei paesi dell'est, durante l'influenza e l'occupazione dell'unione sovietica, era risaputo che molti sacerdoti, suore, laici, religiosi, vescovi, cardinali, non si vedevano, ma c'erano.
La Chiesa era in una forma clandestina.
Non so mi pare che il cardinale di Praga, di giorno facesse il lava vetri, però era il Cardinale, e quindi clandestinamente di notte ordinava i nuovi sacerdoti.
Facevano le celebrazioni in posti sconosciuti e sempre diversi, per il pericolo delle persecuzioni.
Al tempo della rivoluzione in Messico, quando c'è stata la rivoluzione massonica, anticlericale, centinaia, migliaia di sacerdoti, suore e centinaia di vescovi e seminaristi sono stati trucidati, semplicemente perché erano cattolici.
Nella rivoluzione civile della Spagna del '36 la stessa cosa, mica sto parlando di cento anni fa.
Prendevano le persone, tutti quelli che trovavano in casa con un'immagine sacra, li fucilavano fuori della città.
Credo che da qualche parte ci sia l'immagine dei Fratelli della scuole cristiane spagnole, uccisi semplicemente perché erano cristiani.
Ecco, in quelle situazioni di pericolo, la Chiesa continua a sussistere in maniera clandestina.
Non c'è più la consacrazione? Certo che c'è la consacrazione.
Al tempo in cui la persecuzione in Cina era più violenta di quello che non sia adesso, c'era la Chiesa cinese clandestina che era quella fedele a Roma, contrapposta alla Chiesa cattolica fedele al regime comunista.
Quella Chiesa cattolica fedele al regime veniva lasciata vivere, ma l'altra era perseguitate.
E quindi i singoli rappresentanti agivano senza segni di riconoscimento, questo per un servizio maggiore.
Ora, se nella vocazione all'interno della Chiesa, gli istituti secolari hanno scelto, poi possono esserci anche degli istituti secolari che invece decidano di avere un segno di riconoscimento, ma quelli generalmente no.
Come è scritto qui nel documento di Paolo VI, lo hanno fatto per una ragione specifica: non perché vi siano delle persecuzioni, per cui sia più prudente non ostentare nessun segno di riconoscimento, ma semplicemente perché in questo modo sono posti nella situazione migliore per essere il fermento che fa lievitare tutta la pasta.
" Combinazione sabato prossimo ci sarà qualcuno che incomincia questo cammino in questa sede, qualcuno di voi lascerà la lezione un momento, farà una lezione a parte, solo per un'oretta."
- Cosa significa, fanno lezione o inizia a partecipare alla vita dell'istituto?
- " Vogliono diventare Catechisti consacrati, e iniziano il cammino per approfondire la conoscenza di che cos'è un istituto secolare, la spiritualità e il carisma del nostro istituto"
- Quindi è una bella notizia.- " E quanti sono?". "Sono solo due per adesso, due donne.
Non ne ho parlato, ma se qualcuno poi fosse interessato ancora, vi sono nel nostro istituto due possibilità.
Dipende dalla vocazione, non è detto che una vocazione è superiore all'altra, perché se il Signore ti chiama ad un determinato stato, quello è il meglio per te.
Ti chiama a diventare consacrato con i voti di castità, povertà e ubbidienza?
Questo è il meglio per te.
Ti chiama ad essere sposato? Quello è il meglio per te.
Perché se il Signore vuole quello da te, è la cosa migliore per te.
Quindi noi abbiamo i Catechisti che fanno la consacrazione con i voti di castità, povertà e ubbidienza, una castità che non è quella che si vive in un monastero, ma è la castità di una persona che vive in famiglia, vive insieme a tutti gli altri e quindi avrà degli aspetti diversi.
Perché mentre in qualche modo uno nel convento è protetto dalla comunità, qui bisogna essere un pochettino più attenti.
Soprattutto la castità consiste in un dono d'amore, è sostanzialmente quello.
Poi c'è la povertà che dovrà essere vista in un modo diverso, si tratta di avere una gestione controllata, in modo che uno rimanga nell'ambito di una correttezza.
Se deve fare delle spese di un certo rilievo chiede il permesso.
Questi sono i membri consacrati.
Poi ci sono i membri associati, che non fanno i voti ma vivono nello spirito dei voti.
Poi ci sono gli sposi Catechisti, che come coppia sono degli associati, vivono lo spirito dei consigli evangelici come coppia.
Poi ci sono i Catechisti associati singoli, soprattutto nella fascia giovanile, quando uno non ha ancora maturato una scelta per il matrimonio, poi possono continuare anche dopo, ma prevalentemente in questa fase qui.
Come vedete ci sono diverse categorie di appartenenza.
Poi ci sono gli adoratori, quelli che si impegnano a fare l'Adorazione a Gesù Crocifisso tutti i giorni, senza vincolo di peccato.
Ecco in linea di massima, consacrati, associati, sposi Catechisti, e apostoli dell'Adorazione, quelli che fanno l'Adorazione alle cinque piaghe, lo fanno e lo diffondono.
Qualche domanda particolare?"
- In cosa si concretizza la vita del Catechista dell'Unione Catechisti?
" La vita del Catechista, è innanzitutto una spiritualità da vivere e da riversare, rivelare al mondo l'amore misericordioso del Signore.
Se io di questo amore non è ho fatto esperienza, non sarò in grado di rivelarlo.
Ecco io devo stabilire un rapporto di intensa e profonda amicizia con il Signore, perché diventa poi trasparenza di Lui, in ogni ambiente, quando vado al mercato, quando vado in montagna, quando vado in piscina, alla scuola, insomma devo essere un riflesso di questo amore.
Non che devo fare la predica, non spetta a me fare la predica, ci sono i preti, devo vivere da cristiano.
Se poi c'è l'occasione di dire una parola giusta, la dico senza vergognarmi, insomma un cristiano diciamo convinto, serio.
Poi evidentemente non c'è solo questo, c'è l'insegnamento Catechistico.
Io che ho scoperto l'amore del Signore, lo voglio manifestare attraverso la catechesi, lo rivelo anche agli altri.
L'insegnamento Catechistico evidentemente va proporzionato alla preparazione, all'età, alla cultura.
Cioè non posso chiedere ad una persona avanti negli anni di andare a fare catechismo ai bambini, perché gli mettono i piedi sulla testa, non riesce più a tenerli ed è normale che sia così.
Cioè ognuno ha il suo modo.
Chi ha un certa possibilità di fare quello con i bambini, con i ragazzi, con i giovani va bene.
Chi invece è più adatto a preparare gli adulti al Battesimo dei bambini, oppure al matrimonio, insomma a seconda delle possibilità.
Poi dipende anche dalla preparazione, uno deve essere preparato.
Allora nell'anno della formazione Catechistica, se uno avverte l'esigenza di fare un corso formativo, voi lo state già facendo qui in qualche modo, lo fa per diventare capace.
C'è una Catechista eritrea, che verrà in Italia a frequentare l'Università, specializzandosi in catechetica.
C'è questa esigenza: io mi preparo per poter servire meglio gli altri.
Non è che deve esserci difficoltà, perché secondo la preparazione, l'età, la cultura, i talenti che uno ha, fa catechismo in questo settore, o in quest'altro, in accordo con il responsabile, con molta semplicità.
L'essenziale è che io abbia un fuoco dentro che lavora.
Io ho stabilito un amore, un'intensità di rapporto d'amore con il Signore, che non lo posso tenere per me, lo devo dire agli altri, e lo dico con la testimonianza della vita in primo luogo, poi con la catechesi.
Noi chiediamo per esempio ai Catechisti consacrati che siano.
Coi Catechisti associati siamo un pochino più prudenti, in questo senso, specialmente nel settore degli sposi Catechisti.
Il loro compito principale è la famiglia, tu devi vivere l'insegnamento di Cristo nella famiglia, devi fare della famiglia una piccola Chiesa, questa è la cosa più importante.
Se poi, andando avanti, avevi dei bambini che sono diventati adulti, che ti lasciano una certa disponibilità di tempo, allora fai la catechesi, ma fare la catechesi e mettere in crisi la famiglia no.
Prima la famiglia, una chiesa domestica, una chiesa dove si vive nell'amore, poi fai la catechesi se hai la possibilità di farlo.
Poi il compito è di essere vicini alle famiglie in difficoltà, di stabilire dei collegamenti di sostegno, di aiuto.
Ad esempio, quella famiglia aspetta un bambino, è incerta, vogliono abortire.
Ecco dico quella parola buona e gli dò anche l'aiuto che gli posso dare.
Quindi portare l'armonia nelle famiglie, cioè fare della propria famiglia una chiesa domestica, e aiutare le altre famiglie a vivere nell'armonia, fare la catechesi, se questo non viene a turbare l'armonia della famiglia.
Invece gli apostoli dell'adorazione a Gesù Crocifisso, loro si impegnano a praticare l'adorazione e a diffonderla.
È sempre la base di ogni categoria dell'Unione, tutto si fonda sull'adorazione a Gesù Crocifisso, perché se uno ha questo amore dentro lo comunica, se non ce l'ha diventa freddo, arido, e non comunica niente.
Allora come avete sentito dire da Leandro, tutto si fonda sul grande tema della vocazione, in realtà è da qualche settimana che noi stiamo cercando di approfondire questo tema, soprattutto per il fatto che ci si rende conto, che su questo tema, non c'è un sufficiente approfondimento, né una grande comprensione.
La vocazione è un tema che risulta essere un po' misconosciuto e forse anche un po' temuto.
Però è evidente che non esiste una persona sulla faccia della terra, per la quale Dio non abbia un progetto.
Tutti noi facciamo parte di un disegno, o se volete di un sogno di Dio, un sogno che Dio ci propone e che o viene accolto, o si infrange negli scogli della nostra libertà condizionata dalla paura.
La vocazione di Dio non deve essere intesa come un tempo in cui la persona è lasciata in balia di se stessa.
Una visione un po' antica che faceva intuire Dio come il grande giudice, colui che pretende da te una santità, lasciandoti in balia di te stesso.
È una visione un po' moralistica, una visione in cui tu sei semplicemente chiamato ad ubbidire e basta.
Ma la vocazione non è questo. La vocazione è essere effettivamente là dove Dio, che ti propone il suo modo di vedere le cose, e ti rivela il posto che tu hai nel suo sogno.
Allora in questo tempo in cui è assolutamente difficile avere una identificazione, una confermazione del nostro essere, credo che dovrebbe essere fortemente liberatoria una visione di questo genere, dovrebbe dare grande pace.
In un tempo di indecisione come quello in cui viviamo, dovrebbe essere una grande consolazione per ciascuno di noi, sapere che non si pretende solo da noi, ma abbiamo gli aiuti necessari per dare un senso alla nostra esistenza.
Il vuoto esistenziale, che porta le persone alla disperazione, tanto che magari non cercano il suicidio immediato e violento, ma tutto sommato il surrogato del suicidio non è nient'altro che gettarsi nella droga e nell'alienazione di sé.
La vocazione dovrebbe essere la parola magica che porta ossigeno ed entusiasmo nel cuore di chiunque.
Perché se ad un dato momento una persona ti dice: ma perché hai paura, il mio sogno su di te è questo, tu sei nato con questo scopo.
Prova a vedere come vedo io la storia, e quale posto tu occupi nella storia.
Quando una persona riesce ad intuire qual è il significato della propria esistenza, voi vedrete quella persona gioire, rinascere, fiorire, e diventare attiva, libera.
Il problema è che tante persone sono oppresse dalla paura, perché non sanno esattamente ciò che le aspetta, e in che cosa consista il loro vivere.
È importante vivere, ma è difficile vivere, perché il vivere è dare un senso a tutto ciò che noi facciamo e soprattutto dare uno scopo, il senso della nostra vita è lo scopo che noi vogliamo raggiungere.
Allora se la vocazione viene accolta, è evidente che la persona, se vogliamo dirlo con parole semplici, si mette il cuore in pace.
Non smette di fare tutto, ma finalmente ha capito il senso di tutto.
Una persona si sente vuota, non realizzata, finché non ha intuito qual è il suo posto nella storia.
Ora se Dio ti rivela qual è questo posto, tu non hai altro che da gioirne.
Se però la vocazione viene intesa come una imposizione da parte di Dio, che da te pretende questo o quest'altro, cose che tu non vuoi fare, allora capisci che la vocazione diventa ostica, diventa un tema da cui fuggire, cercando una fantomatica libertà, che non troverai mai.
Perché se tu sei nato per un certo tipo di realtà, non troverai la pace, finché non avrai trovato quello per cui sei nato.
Trovare il segreto della vita, è capire per quale vita noi siamo nati.
Ora come credenti noi sappiamo con certezza, che siamo nati per il Signore, in Lui viviamo, ci muoviamo, respiriamo, direbbe Paolo, il nostro scopo della vita è Lui.
La domanda è, come? Perché se siamo d'accordo, e lo siamo, che noi viviamo per il Signore, non c'è problema, ma viviamo per il Signore, come?
In quale condizione concreta?
Allora quando cominciamo a farci questa domanda, vuole dire che cominciamo ad essere seri.
Il gioco si fa serio, perché non si tratta più di un discorso a sé stante, ma diventa una concretezza.
Devo dare un indirizzo alla mia vita, devo concretizzare ciò che ho capito, vivo per il Signore, ma come?
Quindi voi capite per esempio, come sia fondamentale l'opera educativa che ognuno di noi ha ricevuto, oppure impartisce, all'interno di una famiglia.
Se ricordate qualche settimana fa, noi avevamo parlato dell'infanzia di Gesù, non so se in questa classe, comunque repetita iuvant, ripetere giova.
Si dice che Gesù cresceva in età, sapienza, e grazia.
Significa che nella famiglia di Gesù Lui ha ricevuto tutto ciò che era necessario per la crescita, e perché la sua risposta fosse totale nei confronti di Dio.
Allora qualcuno mi dirà, sì ma quella era la Santa Famiglia di Nazaret.
Va bene, ma il medesimo Spirito Santo, che ha permesso a Maria santissima di concepire, il medesimo Spirito Santo che viveva nel cuore di Gesù, e che illuminava la mente di Giuseppe, è il medesimo Spirito Santo che noi tutti abbiamo ricevuto nella con consacrazione con l'olio del sacro crisma nel Battesimo, e che abbiamo desiderato confermare nel giorno della Cresima.
È lo stesso medesimo, identico Spirito Santo.
Quindi significa che quella era la Santa famiglia, per un'unica ragione, perché i membri di quella famiglia, erano totalmente aperti alla grazia dello Spirito Santo.
Questo vuol dire che più noi siamo aperti alla grazia dello Spirito Santo, più la nostra vita diventa santa, e la nostra famiglia diventa santa.
Ecco, allora in un ambiente educativo, e formativo, la famiglia piccola chiesa, in cui sia chiaro questo concetto, allora è evidente che sono fortunati i membri di quella famiglia, perché gli uni aiutano gli altri nella crescita e nella risposta di sì, alla loro vocazione.
Perché non significa niente che due coniugi siano giunti al matrimonio e poi finito il rito, finito il cammino vocazionale.
No, lì inizia il cammino vocazionale.
Perché la vocazione matrimoniale non si improvvisa, si costruisce quotidianamente e a volte anche molto faticosamente.
Ma per fortuna c'è la grazia dello Spirito Santo, che con la sua carità, tiene unite due persone con formazione diverse, mentalità diverse, educazione diverse, usi e costumi diversi, culture diverse e ne fa una carne sola.
Non c'è che la carità di Cristo che viene con la potenza dello Spirito Santo, per riuscire a concretizzare una vocazione di questo genere.
Ora, dove questa vocazione viene curata, educata, protetta, incentivata, approfondita, eccetera, anche gli altri membri della famiglia che scaturiscono da questa carità di donazione reciproca tra i due coniugi, quindi i figli, oppure i genitori anziani che sono accolti in casa, perché sono ammalati, che hanno bisogno di assistenza, oppure hanno paura a vivere da soli, questa è carità. È la Chiesa.
Allora tutto questo contribuisce a far sì che ci sia una maturità umana, che ti permetta di rispondere di sì a Dio.
Perché la vocazione lì è preparata, costruita, è sensibilizzato il cuore delle persone, a capire che la nostra vita ha un progetto, ha un disegno, la nostra felicità dipende dall'adeguarsi a questa disegno.
Facciamo un esempio molto banale, se tu sei un architetto, e vuoi costruire una magnifica chiesa, questa chiesa sarà magnifica secondo il tuo progetto, solo se chi deve costruire concretamente quell'edificio, farà esattamente ciò che tu gli hai detto.
Giusto? Ma se ad un certo momento un impresario decide, no non mi piace questo arco, adesso faccio un altro arco, lo faccio più grande, più piccolo, lo faccio a punta, lo faccio piatto, allora quello che verrà fuori, sarà un orribile. Non sarà mai un'opera d'arte.
Così, Dio dice, il mio progetto per la storia degli uomini, è un capolavoro, una cosa straordinaria, si chiama corpo di Cristo.
Tutti i miei battezzati, costituiscono con Gesù, il corpo di Cristo.
Quindi tutti i battezzati, diventano parte della Trinità, pazzesco.
I battezzati entrano nell'eternità perché Dio li associa non come spettatori, ma proprio come quelli che fanno parte della Trinità.
Non lo so se qualche volta ci siamo soffermati a pensare che cosa significhi il nostro Battesimo.
Non siamo più creature, noi siamo figli, perché con il Battesimo tu entri nella Trinità, non contempli la Trinità come fanno gli angeli, tu ci entri dentro, tu sei parte della Trinità, non per essenza, ma per partecipazione, cioè a dire per adozione divina. Come dice san Paolo, nella lettera ai Romani: "Sono figli di Dio quelli che hanno ricevuto lo Spirito di Dio". ( Rm 8,14 )
Come dice San Giovanni nel prologo del suo Vangelo: "I quali non da volere di sangue, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati". ( Gv 1,13 )
Ecco il Battesimo è essere generati da Dio, non solo voluti, ma generati.
E vi ricordo che nella Trinità, solo del Verbo si dice generato non creato, della stessa sostanza del Padre, vi ricordate il credo?
Allora quando si dice generato non creato, e si dice nel vangelo di Giovanni "da Dio sono stati generati".
È chiaro che nel Battesimo si associa la nostra esistenza, nella grazia del sacramento battesimale, alla generazione del Verbo increato.
Il Verbo increato vuol dire colui che esiste da sempre, e da sempre è figlio, cioè in una relazione totale di dipendenza, di amore, di rispetto, di legame, con Dio Padre l'onnipotente.
Lo so che questi concetti fanno girare la testa, ma questo è quello in cui siamo inseriti, e lo siamo, non è perché adesso ve l'ho detto.
Eravamo così prima, solo che adesso ci pensiamo, ci soffermiamo ad approfondire il valore della nostra fede e diciamo: ma guarda, non avevo mai considerato, sì magari lo sapevo in modo implicito, ma non avevo mai spezzettato la conoscenza di quello che è il cristianesimo, e adesso sto scoprendo un'infinità di risvolti che sono straordinari, pazzeschi, grandiosi.
Sono talmente grandi che mi fanno girare la testa, perché se tu pensi che fai parte della divina Trinità, perché Dio ti associa a suo figlio, devo dire che non so se ci sia qualche cosa di più sconvolgente di questo, su cui fermarsi a riflettere, siete d'accordo?
Questa è la vocazione.
Allora voi capite, che la vocazione su come io farò il figlio di Dio, tutto sommato è rilevante, ma insomma, hai già una vocazione straordinaria, essere figli di Dio.
Tutto il resto non è nient'altro che una conseguenza.
Tu hai un alto concetto di quello che Dio ha fatto di te attraverso il Battesimo? Oppure no.
Queste sono domande che ognuno deve porre a se stesso.
Sono battezzato, è un dato di fatto, oppure sto scoprendo la profondità incommensurabile di quello che significa: io ti battezzo, nel nome del Padre, e del Figlio, e dello Spirito Santo?
Cioè mi rendo conto che con questo Battesimo, la natura divina si è venuta ad instaurarsi sulla mia natura umana?
Non ha distrutto la mia natura umana, ma l'ha trasfigurata dall'interno?
Mi sono reso conto, che con il Battesimo si sta operando dentro di me, il risvolto del mistero dell'incarnazione.
Dio si è fatto uomo, senza smettere di essere Dio.
Con il Battesimo l'uomo viene reso Dio senza smettere di essere uomo.
È qualcosa di pazzesco. Questa è una chiamata di Dio, voglio che tu sia mio figlio.
In che modo io concretizzerò il mio essere? Identità, io sono così, sono figlio di Dio.
In che modo? In che modo eserciterò la mia figliolanza?
Potrei confondermi, potrei avere delle mie idee su come è il figlio di Dio, potrei anche sbagliarmi.
Potrei sognare di fare il figlio di Dio come Matteo Ricci, un grande evangelizzatore, fare il santo dell'evangelizzazione gesuita, e poi?
Magari è solo una mia idea. Potrei confondermi.
Potrei essere come Madre Teresa di Calcutta.
Potresti ma sei sicuro che quello sia veramente il disegno che Dio ha su di te? Allora umiltà.
Signore sono tuo figlio, mi vuoi rivelare il tuo disegno per quello che mi riguarda?
So che il disegno che riguarda la storia della salvezza è contenuto nel libro dell'Apocalisse.
Apocalisse in greco significa rivelazione.
Allora nel libro dell'Apocalisse noi abbiamo la rivelazione sul senso della storia, certo molto simbolico, simbolo non vuol dire falso, significa misterioso.
Misterioso non vuol dire inconoscibile, vuol dire una verità talmente grande che la nostra testa non riesce a contenerla, allora ha bisogno di una specie di parabola per riuscire a intuirla.
Diciamo che il mistero è una specie di parabola.
Guardate che sto spezzettando le parole, non è che sia proprio così, però per intuire.
Mistero è come una specie di spiegazione in semplice di quello che c'è, il simbolo.
Ma è chiaro che quello che c'è è infinitamente più grande.
Quello che mi è rappresentato attraverso un crocifisso, è molto più piccolo di ciò che è in se stesso il crocifisso.
Perché io qui ho una rappresentazione, ma nella verità, su quella croce c'è il figlio di Dio.
Quindi la verità di ciò che era in quel momento, è assolutamente più grande della mia capacità di capire Gesù Cristo.
Gesù Cristo è Dio, ed è uomo nello stesso tempo.
Fin quando ci saranno gli uomini sulla terra, ci saranno persone che rifletteranno.
Ma chi sei tu Gesù Cristo? Perché la sua grandezza è tale per cui nessun uomo sarà in grado di contenere il mistero di Gesù Cristo, tutti saranno in grado di contemplarlo.
Come dice Isaia, guarderanno a colui che hanno trafitto, ne faranno lutto come si fa lutto per la morte di un figlio primogenito, per le sue piaghe siamo guariti.
Una cosa è guardare nella contemplazione, in cui noi veniamo trascinati in quello che guardiamo, una cosa è capire.
Lo scienziato cerca di capire come funziona la molecola, quindi lo scienziato prende le distanze.
Dice: tu sei la molecola, io sono lo scienziato.
Il contemplatore, non prende le distanze, il contemplatore si lascia trascinare e travolgere dal mistero che sta contemplando.
Esempio, posso essere un critico musicale, mi prendo lo spartito, me lo studio, e dico: ah sì, qui ha usato un accordo di do maggiore, qui invece ha usato un po' di contrappunto, quindi io prendo le distanze, il critico musicale, o lo studioso musicale, è diverso dall'ascoltatore, che si mette ad ascoltare quel meraviglioso coro, e resta travolto dal mistero che gli viene proposto, lui fa parte di quella melodia. Sono cose diverse, ma la realtà è poi la stessa.
Allora il contemplatore, il cristiano è chiamato non a studiare, ma a contemplare, la vita di Dio.
Il progetto di Dio contemplato, ti travolge, ti affascina, ti trascina, ti assorbe, ti attira fino al punto che tu dici: ne voglio fare parte, io sono lì dentro.
Devo solo capire dove, ma io ci sono, perché non posso avere contemplato uno splendore di questo genere ed io esserne fuori.
Dove sono Signore io in questo disegno?
E questa è la vocazione, e il Signore ti rivela, ecco per te figlio mio prediletto, ho pensato questa vita meravigliosa, tu sarai….
E ognuno scoprirà quotidianamente, il significato del suo esistere.
Una volta che tu hai scoperto, o che diventi sacerdote, o che diventi suora, o che sei nell'Istituto secolare, o che vivi nella situazione matrimoniale, o qualunque altra situazione di risposta a Dio, non dici a bene, adesso sono col cuore in pace, perché ho finito tutto.
Dici ah bene, adesso inizia la realizzazione di quel disegno che io ho contemplato.
Michelangelo disegna su un cartone un arazzo, e il papa dice: uh che meraviglioso arazzo che ci parla della storia della salvezza.
Il disegno è stato contemplato, adesso inizia il lavoro.
Bisogna tessere, cucire, mettere un filo di un colore, uno di un altro fino a che, dopo moli anni, il capolavoro si è realizzato, e per tutto quel tempo, era un orrore: c'erano solo fili che giravano da tutte le parti.
Solo alla fine dell'opera ci si rende conto che quello è un capolavoro straordinario.
Solo alla fine dei tempi, si vedrà il significato della nostra vita sulla terra, che cosa avrà permesso a Dio di realizzare semplicemente con il nostro sì.