L'amore di Dio
14-1-2006
1) La scoperta dell'amore di Dio
2) Come possiamo amare colui che è l'amore?
3) Per poter amare Dio, bisogna prima imparare a lasciarsi amare
4) Si riceve l'amore di Dio accogliendo il messaggio di Dio
5) Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato
6) Cosa ci insegna S. Paolo ispirato dallo Spirito Santo sul credere
7) La fede dipende dalla predicazione che si attua per la parola di Cristo
8) C'è un itinerario preciso sulla fede
9) L'azione è quella dello Spirito Santo per il riconoscimento di Gesù Cristo come Signore
10) Illustrare in quale modo che cos'è l'amore
11) Non date mai per scontate le parole che usate
12) Amare è volere e fare la felicità piena dell'altro
13) Per tutti l'appagamento giunge dalla vita di fede, attraverso la parola e i sacramenti
14) L'amore che viene da Dio supera i limiti della condizione umana
Allora dopo avere, come dire, in qualche modo affrontato il problema peccato ci troviamo ora ad affrontare il momento dell'amore di Dio, la scoperta dell'amore di Dio.
Ora nella settimana passata abbiamo visto come fosse necessario che la persona si rendesse conto della situazione di peccato, perché solo chi si rende conto della situazione reale in cui si trova è in grado di ricevere l'amore di Dio.
Erroneamente forse nell'inconscio o forse per un certo tipo di formazione per molto tempo e per molte persone anche per coloro che vivono lontano dalla Chiesa e dalla fede, pensare all'amore significa qualche cosa che uno deve fare in favore di un altro.
Quindi quando si parla dell'amore di Dio generalmente la maggioranza delle persone dice: sì dobbiamo amare Dio, è vero.
Mentre il discorso che dobbiamo affrontare per un cammino di crescita nella fede oppure per l'accensione della fede nella vita dei credenti non è tanto quello che i credenti devono fare nei confronti di Dio, cioè amare Dio ed è giusto che sia così.
La verità è che noi siamo chiamati ad amare Dio, ci siamo fino qui?
Ma nessuno può dare qualcosa che prima non abbia ricevuto specialmente per quello che si riferisce all'amore di Dio.
Anche la semplice logica ci fa capire in quale modo noi possiamo dare amore a Dio, che sia un amore che lo raggiunga e che in qualche modo gli sia gradito.
Cioè dov'è che noi abbiamo così tanto amore da colmare anche un angolino piccolissimo dell'infinito?
Tu pensa se Dio è infinito anche un angolino non può essere piccolissimo, sarà infinito.
Allora con l'amore umano è impossibile piacere a Dio, si piace a Dio per la fede come dice nella lettera agli Ebrei: "Abramo piacque a Dio per la fede.
Allora la fede che cosa fa? Apre il tuo cuore alla presenza di Dio, quindi tu ricevi Dio e ricevendo Dio ricevi il Suo amore.
Ricevere il Suo amore significa crescere nella fede e nella fiducia e nell'abbandono, cose che si richiamano continuamente.
Dunque il secondo tema che vale la pena affrontare in una condivisione di fede è proprio quello dell'amore di Dio e appena viene annunciato questo tema le persone pensano a un punto di vista morale, dobbiamo amare Dio moralmente, non fa una grinza tutto questo, il punto di domanda è come?
Come possiamo amare Colui che è l'Amore?
L'unico modo è ricevendo il Suo amore per restituirglielo.
Mi piace ricordare un significato derivato da quello che è il Magnificat, che la Madonna esclama quando va a trovare la parente Elisabetta, in latino c'è una frase che suona così: "omnia respexit humilitatem ancillae suae" in italiano "perché ha guardato l'umiltà della sua serva".
Tuttavia respexit mi pare che in sé può contenere anche un altro significato che è quello del rispecchiare, perché Dio si è rispecchiato nell'umiltà della Sua serva.
Quindi Dio ha riversato la Sua misericordia che si è riflessa ed è stata restituita "quia respexit humilitatem ancillae suae".
L'amore di Dio è qualche cosa che Dio versa di gloria in gloria, di grazia in grazia, perché sia rispecchiata nella vita degli uomini.
Allora amare Dio è certamente ciò che gli uomini danno a Dio, ma come risposta a ciò che Dio ha dato agli uomini, mi sono spiegato?
Per potere amare Dio come Dio è giusto che sia amato, bisogna prima imparare a lasciarsi amare, e lasciarsi amare significa in ultima analisi riconoscere la propria condizione di beneficati di avere ricevuto, di essere al centro dell'attenzione, al centro del cuore di Dio.
Quindi avere sperimentato lo stupore dell'interesse che Dio ha per noi e per esempio l'avere scoperto la Sua azione misericordiosa.
Per questo abbiamo visto nelle settimane precedenti il tema del peccato con i suoi molteplici risvolti che non è un tema da vivere semplicemente da un punto di vista legalistico, ma è una situazione di disarmonia, di unità o di comunione spezzata, mi sono spiegato?
Di contro l'esperienza dell'amore di Dio è lo stupore nello scoprire che, nonostante questa situazione di disarmonia, di unità spezzata ecc. ecc. come contro facciata non hai giudizio, condanna, oppressione, allontanamento, ma hai accoglienza, attesa, misericordia, essere rivestito ecc. ecc.
Allora questa duplice polarità di opposti si richiama e fa si che da questo incontro scaturisca la fiducia.
Voi capite peccato, misericordia, fiducia, vita nuova, avete capito?
Visibilmente con i bambini si può anche fare peccato, misericordia, fiducia ( la preghiera ) vita nuova.
Allora questo è poi l'itinerario che si può immaginare sul motivo per cui si riflette su questo tema dell'amore di Dio: scoprire in che modo noi possiamo ricevere questo amore di Dio, si riceve l'amore di Dio accogliendo il messaggio di Dio.
Nella lettera ai Romani cap. 10 si parla della trasmissione della fede a partire dal versetto 10 in poi.
Qui c'è un itinerario da riflettere perché serve per capire in che modo dobbiamo muoverci per cominciare ad accogliere l'amore di Dio.
Allora Romani 10 "Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza".
Dice infatti la Scrittura: "Chiunque crede in Lui non sarà deluso.
Poiché non c'è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che Lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che l'invocano.
Infatti: "chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato".
Ecco questa affermazione è molto importante, chiunque invocherà il nome del Signore vuol dire chiamerà dentro, invocare chiamare dentro, dentro cosa?
Dentro il tuo cuore, dentro la tua vita, dentro tutta la tua esperienza, invocare non significa solo dire il nome del Signore, ma significa chiamarlo dentro la tua situazione.
Io ci terrei che proprio queste parole, direi tutto il capitolo 10 è importante da meditare, perché qui c'è un itinerario fondamentale da sottolineare.
Ora vers. 14 "come potranno invocarlo il Signore Gesù", cioè come potranno chiamarlo dentro la loro vita il Signore Gesù senza aver prima creduto il Lui?
Ora c'è la parola credere: andiamo a cercare nel cap. 10 dove si parla del credere, vediamo un po', "Fratelli il desiderio del mio cuore, la mia preghiera sale a Dio per la loro salvezza, rendo infatti loro testimonianza che hanno zelo per Dio, ma non secondo una retta conoscenza, perché ignorando la Giustizia di Dio e cercando di stabilire la propria, non si sono sottomessi alla giustizia di Dio, ora il termine della legge è Cristo perché sia data la giustizia a chiunque crede".
Ah di nuovo la parola credere, vediamo che cosa ci insegna S. Paolo ispirato dallo Spirito Santo sul credere.
"Mosè infatti descrive la giustizia che viene dalla legge così, l'uomo che pratica la giustizia vivrà per essa.
Invece la giustizia che viene dalla fede parla così: non dire nel tuo cuore chi salirà al cielo, questo significa farne discendere Cristo oppure chi discenderà nell'abisso.
Questo significa far risalire Cristo dai morti che dice dunque?
Vicino a te è la Parola, sulla tua bocca, nel tuo cuore, dunque c'è un termine nuovo "la Parola" dunque credere alla Parola.
Attenzione c'è la parola di mezzo, sulla tua bocca, nel tuo cuore, quindi non è la tua parola, perché nel tuo cuore, ma non è la tua parola cioè la parola della fede che non predichiamo.
Poiché se confesserai, confessare vuol dire dichiarare con la tua bocca, che Gesù è il Signore e crederai con il tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti sarai salvo, allora qui c'è l'annunciazione confessare e pronunciare, questo è credere, ora andiamo al vers. 14 "ora come potranno invocarlo se non credono, dobbiamo capire come si arriva al credere, come potranno credere senza averne sentito parlare?
E come potranno sentirne parlare senza uno che lo annunzi?
E come lo annunzieranno senza prima essere inviati?
Non tutti hanno obbedito al Vangelo, lo dice Isaia; la fede dipende dunque dalla predicazione, ora la fede dipende dunque dalla predicazione e la predicazione a sua volta si attua per la parola di Cristo, non per la tua parola, ma per la parola di Cristo.
Quando tu predichi devi predicare Gesù Cristo, non il tal teologo, non il tal pensatore, non la tal dottrina ma, Gesù Cristo come persona, Lui, la predicazione a sua volta si attua per la parola di Cristo, ora io dico non hanno udito?
Tutt'altro, per tutta la terra è corsa la loro voce e fino ai confini del mondo le loro parole, non è possibile che non abbiano sentito parlare di Gesù Cristo e dico ancora forse Israele non ha compreso?
Già, per primo Mosè dice: "io vi renderò gelosi di un popolo che non è popolo, contro una nazione senza intelligenza, susciterò il vostro sdegno".
Isaia poi arriva fino ad affermare: "sono stato trovato da quelli che non mi cercavano, mi sono manifestato a quelli che non si rivolgevano a me, io domando dunque Dio avrebbe forse ripudiato il suo popolo?"
Qui sarebbe tutto da affermare , da riflettere ecc.
C'è un itinerario preciso sulla fede come possono accogliere l'amore di Dio che li spinge alla fede?
Se prima non hanno creduto in Lui e come potranno credere senza che ci sia qualcuno che gliene parla, giusto?
E come potrà esserci qualcuno che gliene parla se non c'è uno che lo annunzi e come potrà essere annunziato senza essere inviati?
La fede dipende dalla predicazione, ora la fede dipende dalla predicazione e anche da un invio, ma chi sono quelli che sono inviati?
Sono quelli che Dio ha scelti e sono quelli che si sono messi a disposizione di Dio.
Dunque un mandato nella Chiesa non ufficializza una situazione gerarchica, ma a una disponibilità a lasciarsi usare da Dio, se poi questo ha come conseguenza un inserirsi nella azione gerarchica della Chiesa, va bene.
In fondo in maniera molto larga e molto ampia il catechista partecipe del compito episcopale della trasmissione della fede e della predicazione perché è inviato a comunicare questa presenza di Dio.
Quindi l'amore di Dio è qualche cosa che giunge al fratello che riceve l'annuncio, l'annuncio che viene fatto è l'annuncio di Dio.
Naturalmente come abbiamo visto nelle settimane passate questo annuncio risulta non assorbito se la persona non è consapevole di se stessa e della propria condizione, ci siamo fino a qui?
Perché solo se un terreno si rende conto di essere arido desidererà di avere l'acqua.
Allora la parola di verità l'abbiamo visto le settimane scorse è: ricordati che sei cenere e cenere ritornerai, ricordati che il peccato ha dominato la tua vita fino ad oggi per questa, questa e quest'altra ragione, ricordati che nonostante tu sia così, Dio ti ama, vuole il tuo bene.
Dunque si tratta in questo passaggio di rivelare il cuore di Dio nei confronti della creatura umana, ricordiamocene bene.
Non è sufficiente questa rivelazione a far si che la persona automaticamente cambi, perché questa è una proposta che si fa non è un programma della lavatrice che tu metti il numero 2 e la lavatrice farà sempre quello, mi sono spiegato?
Tu stai preparando il terreno?
L'azione è quella dello Spirito Santo per il riconoscimento di Gesù Cristo come Signore, però tu stai facendo tutto ciò che è possibile, è la persona che riceve la verità su se stessa e riceve la verità su Dio ed è la persona stessa che è chiamata a fare due più due uguale quattro.
Tu aiuti la persona a vedere due di qua e due di là e a mettere il più in mezzo e poi dopo il risultato lo deve trarre quell'altra persona, perché non puoi decidere tu al posto suo.
Tu sei chiamato alla predicazione del nome di Gesù Cristo perché la persona invochi il nome di Gesù Cristo poiché sta scritto "chi invoca il nome del Signore sarà salvo, tu lo hai invocato ma non lo puoi invocare per un'altra persona.
Devi fare in modo che l'altra persona liberamente decida di invocare il nome di Gesù e lo fai presentando Gesù così come Lui è, cioè presentando l'amore di Dio, la sua misericordia, la sua vicinanza, la sua attenzione e il fatto che Dio non aspetti che la creatura sia perfetta per amarla naturalmente.
A monte c'è anche la necessità di illustrare in qualche modo che cos'è l'amore.
Voi sapete che forse non esiste una parola più abusata di questa, amore viene usata nei contesti più disparati, nelle situazioni più diverse, a volte anche in quelli più aberranti e si usa sempre questo termine, così la stragrande maggioranza delle persone confonde l'amore con altre cose, confonde l'amore con l'egoismo.
a in fondo l'amore è proprio l'antitesi dell'egoismo, perché mentre nell'egoismo uno riceve tutto per se stesso, nell'amore invece da tutto se stesso, amore significa dare non ricevere.
Come conseguenza c'è anche il ricevere, ma come fenomeno in se stesso, amore è dare.
Dalla lettera di Giovanni "in questo sta l'amore, non siamo noi che abbiamo amato Dio per primo, ma è per primo Lui che ci ha amati quando noi eravamo ancora peccatori", allora è chiaro che purtroppo sul tema dell'amore c'è una grande confusione.
Quando fate catechismo, quando dovete fare un insegnamento, quando dovete fare una testimonianza non potete mai dare per scontato le parole che usate, non potete più farlo, forse con le persone che hanno fatto la scuola negli anni quaranta o cinquanta voi siete più tranquilli di potere usare delle parole che essi capiscono, ma la formazione che adesso i nostri bambini e ragazzi ricevono è così variegata e per forza di cose più superficiale che il significato delle parole non è così chiaro.
Si usano le parole senza sapere che cosa significano, il vocabolario diventa un oggetto decorativo, ma mai usato quindi voi non vi dovete stupire se nell'usare delle parole vi rendete conto che se non le spiegate, parlate di due cose completamente differenti.
Parlare di amore significa spiegare prima di tutto che cos'è l'amore: l'amore in sé, l'amore di Dio, l'amore di Dio per te, quindi cominciate a mettervi questo itinerario per iscritto che qui non c'è l'amore in se, spiegare cos'è l'amore quindi definizione di amore, l'amore di Dio.
Terzo punto l'amore di Dio per te o per me se vi piace di più, vedete qui nella pag. 25 che parla della esistenza di Dio, chi è Dio e Dio è amore lascio alla vostra lettura personale, l'approfondimento di questi testi noi non riusciamo a leggere tutti i paragrafi però vedete l'itinerario è questo.
Poi c'è a pag. 26-27 il tema "chi ama, ama donare e donarsi.
Bene, definizione di amore, chi è capace di dare una definizione sintetica di amore.
Se non lo sapete mi fate diventare calvo perché dico a un certo momento sono tre anni che dico le stesse cose e quindi, cosa vuol dire amare? ( donare, donarsi ) si, un bambino di otto anni cosa capisce di questo?
Voi dovete pensare che state parlando a un bambino di otto anni anche se parlate a degli adulti non dimenticate mai che se parlate a degli adulti probabilmente la loro formazione cristiana si è fermata agli otto anni, probabilmente no, ma probabilmente sì.
Allora solitamente uso questa definizione che è estremamente semplice, però anche molto profonda e voi me lo confermerete, amare è volere e fare la felicità piena dell'altro, io non so se si riesca a trovare una definizione più semplice nello stesso tempo più totale dell'amore è vero o no?
Una cosa così è capace di capirla anche un bambino?
Si, certo, se tu glielo dici ad un adulto questo rimane secco perché dice dell'altro ( intervento nostro: piena che cosa può capire? ) piena, al bambino si può dire tutta la felicità.
L'adulto capisce che la felicità piena dell'altro è la felicità corporea, la felicità psichica e la felicità spirituale.
Un bambino questa connotazione non la conosce, ma con un adulto tu lo puoi fare questo.
Felicità corporea che vuol dire si mangiare, bere, dormire, riposare, ma a livello coniugale significa anche il servizio coniugale, l'unione coniugale con la capacità del rispetto del coniuge, quando questo costruisce l'unità della coppia o rischia di alimentare la lussuria, e la felicità corporea è anche questo la castità feconda degli sposi è questo.
Il creare la felicità corporea dell'altro mediante l'unione coniugale che può esserci e può anche non esserci, se questo invece di causare felicità causa schiavitù, oppressione, umiliazione perché la felicità dell'altro dipende anche da questo all'interno del matrimonio si o no?
E poi c'è la felicità psichica che comprende l'allegria, comprende la gioia, l'amicizia, la comunione, la cultura, lo sfogo, il divertimento, la musica, l'approfondimento, la riflessione, la meditazione ci siamo?
Felicità psichica, equilibrio, rassicurazione, presenza, accompagnamento, sostegno, consiglio ecc. ecc. vedete come è ampia la rosa e siamo sempre sul solito schema vedete, come è fondamentale quello schema?
Ma c'è anche la felicità spirituale, la felicità spirituale per lo spirito di ciascuno di noi è incontrare e stare con Dio nella situazione di vita concreta per tutti, la felicità spirituale è incontrare e stare con Dio però è anche vero che ciascuno ha il suo proprio stato di vita.
Questo vuol dire che per ciascuno Dio è la gioia spirituale, ma questa gioia spirituale passa per itinerari diversi, per lo sposato la gioia spirituale passa attraverso il coniuge e la famiglia, per il non sposato la felicità spirituale passa attraverso la famiglia allargata che si chiama Chiesa.
Non che la famiglia non sia Chiesa, ma lo stato di vita principale è la comunità familiare che è una porzione di Chiesa.
Per il non sposato questa comunità familiare sarà la famiglia di origine finché c'è, quando non c'è passa alla famiglia allargata che è la comunità ecclesiale, mi sono spiegato?
Per tutti però l'appagamento giunge dalla vita di fede nella comunità ecclesiale quindi con la comunione con Dio attraverso la parola e i sacramenti.
L'itinerario può essere diverso, ma lo scopo è il medesimo e vedete dunque come è importante fare questo itinerario semplicemente dalla definizione di amore, si vede quali discorsi possano essere fatti.
Volere e fare la felicità dell'altro questi due verbi volere e fare sono una grande specificazione, amare è volere e fare la felicità degli altri dove per volere si indica una decisione non una emozione.
Mentre il mondo dice, amore è un sentimento la Parola dice l'amore è una decisione.
Esatto devi decidere di uscire di casa tua ed incontrare l'altro, uscire da te stesso e fare del bene all'altro e non è facile; vedete che è una rivoluzione copernicana.
È straordinario capire l'amore, vivere l'amore esci da te stesso da ciò che hai bisogno, da ciò che vuoi tu, da ciò che senti tu, da ciò che segui tu, esci per quello che vuole l'altro, eccomi sono per farti del bene, non sono più io il centro di tutto, il centro è Gesù, il mio centro è fuori di me è Lui quindi io esco incontro a Lui, questo è amare.
Allora l'amore che viene da Dio supera i limiti della condizione umana, limiti fisici, limiti psicologici e accresce la tua comunione con lo spirito, limiti fisici, una persona è limitata fisicamente, ma non è impedita di amore, è pieno di biografie di persone limitate fisicamente che in qualche modo hanno dato una testimonianza di amore per cui c'erano file di persone che andavano a condividere la loro vita con queste persone vero o no?
Pensate non so a certi mistici che vivevano nella loro cella.
Nell'incontro non osannavano la persona, ma osannavano il Signore questo è il criterio per vedere se veramente una persona è al servizio di Dio o no, se al centro di tutto c'è la persona allora vuol dire che non è stato dato veramente il senso di Dio, mi sono spiegato?
Limiti psicologici, una persona può avere delle tare, può avere delle fisse, può avere delle depressioni, delle carenze psichiche, ma se ama veramente esce dalla propria debolezza e diventa un esempio.
Così immediatamente mi può venire in mente la S. Bernadette Soubirou la quale è stata considerata con pochi numeri intellettuali e poca cultura.
Lei stessa diceva come fosse terribilmente difficile per lei imparare il catechismo, tant'è che le fecero fare la prima Comunione anche se non sapeva il catechismo alla sua età, non lo sapeva, non riusciva, eppure nessuno di noi può dire che non sia una grandissima santa.
Che cosa dire per esempio dell'abate Giovanni Maria Vianney il Curato D'Ars il quale fu promosso a diventare sacerdote solo perché nella sua classe erano tutti promossi, allora per non come dire umiliarlo hanno promosso anche lui.
Eppure nella Francia del diciannovesimo secolo il più grande tra tutti confessori, guida di anime eletta e di grandi pensatori e di ministri e di personalità importantissime i tutta la Francia c'era lui.
Cosa dire del Santo Cottolengo il quale all'inizio dei suoi studi ecclesiastici non riusciva a studiare e fece voto, una novena a San Tommaso d'Aquino.
Inspiegabilmente ebbe la grazia di capire di memorizzare tutto quello che stava studiando, tanto è che quando lui ha fondato la Piccola Casa della Divina Provvidenza e ha fondato il seminario, lo ha dedicato sotto gli auspici di San Tommaso d'Aquino tant'è che la casa del seminario la Piccola Casa si chiama Famiglia Tommasini in onore di San Tommaso d'Aquino.
Dunque non è il limite culturale o psicologico o intellettuale ecc. ecc. che impediscono la grazia di Dio.
Se uno esce da se stesso, fosse anche la persona più insipiente, più incapace farà opere grandi, Maria dice "quia respexit humilitatem ancillae suae" dove humilitatem vuol dire sì umiltà, ma c'è anche un altro significato, vuole anche dire miseria.
Un principio biblico è proprio questo che Dio fa cose straordinarie con ciò che nel mondo è disprezzato.
La Maddalena da cui uscirono sette demoni fu la prima ad incontrare Gesù.
Allora attenzione bene non è la situazione di una persona o le sue tendenze o le sue difficoltà o le sue, come dire, sue mentalità o le sue carenze intellettuali oppure anche di quoziente intellettuale, cioè uno non ha proprio i numeri, non è sufficiente per impedire all'amore di Dio di operare dei grandissimi risultati.
La storia dei Santi nella Chiesa è costellata di persone che umanamente sembravano limitate e che in realtà hanno dato inizio a dei movimenti di santità veramente straordinari, dunque amare significa uscire da se stessi, imparare a non fare di noi stesi il centro di tutto, chi non ama sembra un inglese il quale all'inizio di ogni frase usa il pronome personale io, chi ama raramente usa il pronome personale io, invece si rivolge sempre a Dio, allora questo è un piccolo criterio.