Spiritualità
11-12-2004
1) Quanto al cristianesimo è importante che diventi una realtà vissuta
2) Amare Dio e amare il prossimo sono le cose principali della nostra fede
3) Amare il prossimo tuo come te stesso: un continuo lavoro di igiene personale e spirituale
4) La nostra persona possa essere tutta intera davanti al Signore
5) Chiedo al Signore di mettere tutto ciò che è mancante e togliere tutto ciò che è di troppo
È importante che per ciascuno di noi questo diventi una realtà vissuta.
Si è cristiani perché si fa un'esperienza di vita.
Quindi avremo il Paradiso soprattutto se metteremo in pratica almeno i due comandamenti dell'amore, le due cose essenziali che Gesù ci ha lasciato: amerai il Signore Dio tuo e il prossimo tuo come te stesso.
Allora voi capite che amare Dio e amare il prossimo sono le cose principali delle nostra fede.
Non è semplicemente un discorso e non sono solo delle parole.
Amare è tutt'altro che facile, amare è mettersi in discussione, mettersi in gioco.
Amare vuol dire rimboccarsi le maniche, amare vuol dire rinunciare a qualche cosa, non si può amare a parole.
Ora probabilmente la domanda che possiamo porci è questa: Amare Dio fino a che punto?
Perché se i due comandamenti dell'amore ci dicono: amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore con tutta la mente e con tutte le forze, che cosa ritrovate in questa espressione?
Vuol dire che state ritrovando la struttura della persona umana.
Amerai il Signore con tutto il cuore corrisponde allo Spirito, con tutta la mente, corrisponde alla psiche, con tutte le forze, corrisponde al corpo.
E amerai il prossimo tuo come te stesso: su questo punto naturalmente c'è un continuo lavoro di igiene personale e spirituale.
Cosa intendo dire con questa espressione? Cosa Intendo dire per igiene spirituale e personale?
Il sentimento sulla mia vita, aderisce veramente a Gesù? cosa vuol dire questo?
Che io posso aderire al Signore e nello stesso tempo osservare dentro di me delle sacche di vuoto, che mi sono derivate a causa delle esperienze della vita, delle delusioni, delle sofferenze, delle amarezze, degli shock e altre situazioni.
Intendo dire proprio questo, un discernimento accorto attento, a scoprire se dentro di me la mia adesione al Signore è così piena che io sia in grado anche di amare me stesso.
Voi capite che mi è successo di confessare certe volte delle persone anche più che settantenni, le quali mi avevano confessato che nella loro giovane età avevano subito le attenzioni troppo attente da parte dei loro parenti prossimi, che potevano essere il papà, lo zio i fratelli ecc.
Questo shock che derivò dall'abuso di loro, ha lasciato delle ferite molto profonde nella vita di queste persone, per le quali non è stato facile vivere con conseguenze di disagio, inadeguatezza, di colpa, di senso di inferiorità.
Tutto questo ha condizionato questa persona per molti anni, eppure questa persona aveva vissuto sempre la vita coniugale anche in quelle che sono le manifestazioni naturali e buone che sono all'interno del sacramento del matrimonio con un profondo senso di colpa.
Quando parlo di igiene spirituale, parlo anche di questo, cioè della semplicità che la nostra persona possa essere tutta intera davanti al Signore anche specialmente in quegli ambiti in cui lo shock, le delusioni, gli spaventi, le disavventure della vita, possono avere tracciato o segnato la vita di una persona fino al punto che essa in certi ambiti non si senta capace di amare se stessa.
Uno che si sente continuamente sgridare dai genitori: sei un buono a nulla, non vali niente, cosa farà?
Diventato grande conserverà dentro di sé la sensazione di non essere stimato e quindi non si sentirà mai adatto a compiere o a fare qualche cosa, perché non si sentirà in grado.
Poi può diventare consapevole che questa sua insicurezza gli è venuta a causa di una educazione maldestra, ma se non si interviene per riparare ciò che è stato rovinato dai genitori, che poi voi mi insegnate che non è facile fare i genitori, bisogna rendersi conto che dove ci sono delle manchevolezze, bisogna porre rimedio.
Se tu ti accorgi, per es. ti rendi conto da dove viene la tua incapacità di parlare di fronte agli altri o ignori il problema per quieto vivere, oppure dici perché devo continuare a vivere così?
Posso sicuramente intraprendere un cammino in cui io vedo quel è il progetto di Dio sulla vita delle persone e vedo che a me manca qualche cosa, mi pare per questo motivo, mi pare per quest'altro motivo, che faccio?
Mi metto davanti al Signore e gli chiedo di mettere tutto ciò che è mancante e togliere tutto ciò che c'è stato di troppo.
Ecco questo deve essere alla base della vostra preghiera personale: mettere tutto ciò che è mancato e levare ciò che è stato di troppo.
Per es. c'è stato di troppo piccole azioni repressive, sgridate e umiliazioni fuori luogo, perché ti hanno schiacciato, ti hanno dato un senso di inferiorità di incapacità di incontrare il prossimo, di insicurezza; cioè ti rendi conto che di queste sgridate esagerate forse bastava il 10% di quello che tu hai ricevuto.