Spiritualità del catechista
8-1-2005
1) A servizio del prossimo come insegnante
2) Lo schema della persona umana: spirito, mente e corpo
3) Passare dal livello spirituale al livello psicologico
4) Qual'è il linguaggio del corpo?
5) Dio comunica nel nostro spirito i suoi suggerimenti
6) Che cosa ci si aspetta dai catechisti che sono dei formatori
7) Il catechista insegna alla mente a ragionare in un modo diverso
8) Il catechista da un itinerario nuovo
9) Maestro di vita è uno solo: Gesù Cristo
10) Il fine è quello di avere delle persone nuove cioè ultime e definitive
11) La persona rinnovata è la persona che è diventata come Gesù
12) Il tuo modo di ragionare diventa conformato
13) Il maremoto e la rivelazione
14) La natura sarà finalmente riconciliata con Dio
15) In questa opera di compimento; Dio ha voluto coinvolgere anche noi
16) L'uomo invece di vivere come insegna Dio, vive come piace a se stesso
L'identità del catechista significa anche farsi carico, assumere proprio l'identità dell'insegnante.
Allora voglio richiamarvi l'importanza di alcune cose che non sono poi così scontate.
Una delle cose che voglio proprio dire è questa: prestate molta attenzione al tipo di linguaggio che usate e quindi siate molto attenti alla scelta delle parole con cui volete esprimere i concetti che dovete comunicare al prossimo.
"A servizio del prossimo come insegnante"
Allora prima di tutto pensare al significato della parola insegnare; secondo voi cosa vuol dire insegnare?
È una parola composta, c'è un prefisso in, dentro e segnare che vuol dire un qualche cosa che non si può togliere; non è un disegno, ma è un "in segno" cioè un segno dentro.
Segno, ci ricorda per es. il sacramento della Cresima.
Il Vescovo infatti dice: ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è stato dato in dono.
Allora sigillo e segno vogliono dire più o meno la stessa cosa, ossia un qualche cosa di indelebile.
Allora l'insegnante è quella persona che mette qualche cosa di indelebile nella mente di chi gli è di fronte.
Però attenzione, il catechista non è solo un insegnante, è soprattutto un discepolo; allora nei compiti del catechista c'è anche il compito di essere insegnante, inteso nel senso più profondo del termine, che è non quello semplicemente di lasciare un segno nella mente, ma soprattutto nel cuore.
Perché oggi sottolineiamo questo aspetto del catechista come colui che serve il prossimo come insegnante? Per questa ragione molto semplice
Voi sapete lo schema della persona umana, spirito mente e corpo, ve lo ricordate?
Allora lo riassumo velocemente.
Nello Spirito trovate Dio e io; allora cosa succede? Dio comunica al tuo io qualche cosa.
Se avete lo schema dell'antropologia prendetelo e tenetelo sott'occhio.
Allora al livello più profondo abbiamo detto che c'è lo spirito umano, "il luogo" dove Dio parla con il nostro io, "il luogo" dove il nostro io sente i suggerimenti di Dio, è il luogo dove il nostro io dice qualcosa a Dio.
Che cosa per esempio? Ti amo. Ecco, questo dice.
Se invece dicesse: ho bisogno di questo, questo e questo, sarebbe lì? No.
In che livello sarebbe? In quello psicologico.
Nel livello centrale c'è lo Spirito, c'è l'esperienza della comunione, infatti c'è scritto: Dio e io, esperienza della comunione; come si esprime?
I amo, mi ami, tu ami me, io amo te, e questo è il livello spirituale.
Che cosa accade nel livello spirituale? Che Dio comunica a noi qualche cosa di importante.
Tutto quello che Dio ci comunica, noi riusciamo a capirlo subito? Come facciamo a capirlo?
Quindi bisogna passare dal livello spirituale al livello psicologico.
Allora Dio ti comunica un pensiero nel tuo Spirito, ma tu come fai a capire il pensiero di Dio?
Lo devi rivestire di parole, perché noi ragioniamo per mezzo delle parole.
Voi riuscite a dire un concetto senza parole?
Tutti i nostri pensieri sono fatti di parole, perché ogni parola ha un significato.
Il linguaggio è un codice che mi permette di dare un significato a quello che io sento.
Infatti finché la psiche è molto limitata, come si esprime un essere umano?
Con il terzo livello che è quello del corpo; qual è il linguaggio del corpo?
Le sensazioni, che si dividono in piacevoli e spiacevoli.
Situazione piacevole, come si esprime il neonato, che non ha una psiche ancora adatta a essere in relazione?
Le sensazioni con il significato.
Quindi il neonato è molto limitato nel suo modo di comunicare con gli altri, perché ancora non è riuscito a capire come funziona il codice che si chiama linguaggio e quindi che linguaggio usa dato che non conosce ancora il nostro modo di esprimerci?
Usa un linguaggio binario, come quello dei computer: 1 e 0.
Quindi sensazione piacevole come la esprime? Ridendo.
Sensazione negativa? Piangendo.
Queste due espressioni qui, gli danno modo di mettersi in relazione con il prossimo.
Poi piano piano il tempo fa sì che , mettendo in relazione una sensazione con il ricordo di una reazione, mette in memoria le varie parole corrispondenti, imparando a usare il codice che si chiama linguaggio.
A questo punto, questo codice del linguaggio può avere uno sviluppo notevole, ma per la gran parte delle persone, il codice linguaggio si ferma ad elementi molto basilari, a capacità elementari, quindi mi raccomando quando voi dovete comunicare con qualcuno, siate sempre molto preoccupati di spiegarvi nel modo più semplice possibile, come se doveste parlare a un bambino di quattro anni.
E non importa se di fronte a voi trovate delle persone laureate, perché il significato delle cose spirituali e religiose non è poi così conosciuto, neanche dai laureati.
Allora per procedere sul discorso "a servizio come insegnante" è vero che Dio comunica nel nostro Spirito i suoi insegnamenti, ma è anche vero che i suggerimenti di Dio sono grandi quanto Dio e quello che Lui ci comunica è sicuramente adatto alla nostra capacità di capire.
Non è Gesù che ha detto: avrei molte cose da dirvi, ma voi non siete capaci di portarne il peso, però verrà lo Spirito Santo che vi insegnerà tutto quello che vi è stato detto ecc. ecc.
Lo troviamo nel Vangelo di Giovanni ai capitoli dove c'è il discorso sacerdotale, 14, 15 e 16.
Questo è un grande insegnamento e oggi dobbiamo fermarci su questo: il catechista come insegnante.
Allora prima capiamo come funzioniamo noi: a livello spirituale Dio ci comunica una sua verità; la nostra psiche attraverso la memoria, fantasia, creatività, emozioni ecc. che cosa fa attraverso tutti questi strumenti che la nostra mente ha a disposizione?
Riveste di parole la sensazione spirituale che Dio ci ha comunicato, così se Dio ti vuole spingere a perdonare una persona, che cosa fa?
Nel tuo Spirito ti mette questo senso di perdono, giusto?
E piano piano la tua psiche elabora il tutto e alla fine il concetto che ne viene fuori: il perdono.
Allora tu capisci che il Signore ti sta spingendo al perdono.
Poi il Signore ti da il secondo suggerimento, questa volta è più esplicito, ti fa venire in mente una persona che devi perdonare o da cui tu devi essere perdonato.
Allora vedi che in un breve periodo di tempo tu hai già ricevuto un messaggio, ma tutto questo è ciò che dovrebbe accadere normalmente.
Ora che cosa ci si aspetta da dei catechisti che sono dei formatori delle persone?
Ci si aspetta che le persone che vengono, ricevano l'insegnamento, ma nel senso che vi ho detto prima della parola, ossia abbiano una nuova struttura di pensiero.
Non vi sto dicendo delle cose nuove, persino San Paolo nelle sue lettere ci parla della famosa metànoia, che non vuol dire la noia tagliata a metà, ma vuol dire un nuovo modo di ragionare, un cambiamento completo del modo di ragionare.
Se prima ragionavi in un modo, ora hai una nuova struttura di pensiero.
Se vi dico il proverbio latino forse lo capite meglio: forma mentis.
Cosa vuol dire forma mentis?
Il modo di ragionare; se uno ha la forma mentis materialista, cosa vuol dire?
Ragiona da materialista.
Ma il catechista-insegnante, prende quella forma mentis: il modo in cui quella mente ragiona, si muove, funziona.
E dice: qui correggiamo così, spostiamo di là, un col pettino da questa parte, finché se la persona si lascia guidare dall'insegnante, ecco c'è un segno nuovo, un itinerario nuovo.
Che immagine possiamo avere? Non lo so!
Quando per es. uno volesse tracciare un nuovo ruscello: tu vedi un bel ruscello che però ti rovina quel fraticello bello dove tu vuoi piantare le begonie.
Ah! Non va bene. Allora che faccio?
Gli faccio un nuovo tragitto, invece di passare qui, scavo da un'altra parte, il ruscello passa lo stesso, ma gli faccio fare il tragitto che dico io, così mi bagna anche le petunie ecc.
Allora tu fai una nuova struttura del ruscello.
Il catechista è un insegnante in questo senso, non perché mette dentro delle cose diverse, ma perché insegna alla mente a ragionare in un modo diverso.
Se prima usava questo itinerario, adesso usa quell'itinerario. Chiaro?
Allora insegnare vuol dire porre un sigillo dentro.
Un altro esempio: c'è un computer che ad un certo momento è diventato obsoleto, cioè vecchio, inadeguato, superato, che non è più adatto ai programmi attuali.
Che cosa faccio, butto via il computer?
No, prendo la scheda superata e ne metto una nuova, più recente.
Il computer funziona come prima? Si, anche meglio di prima, perché gli abbiamo dato un nuovo itinerario di funzionamento.
Allora la persona vecchia, ( San Paolo direbbe "l'uomo vecchio ) funziona come prima?
Certo. Gli dai una vita nuova, funziona dopo? Meglio di prima.
Il catechista-insegnante fa questo, ossia non butta via tutto quello che c'era prima, però gli da un itinerario nuovo.
Quando una persona fa l'esperienza della conversione, mica Dio gli da un'amnesia e dimentica tutto quello che c'è stato nella vita vecchia, anzi poiché la persona si è convertita, avendo avuto una vita nuova che cosa succede?
Che tutta l'esperienza della vita vecchia non è diventato qualcosa di pauroso, terrificante, da nascondere, ma è diventata una preziosa esperienza, non da ripetere, ma materiale adatto per farsi capire da altri, materiale necessario per potere aiutare altri a venirne fuori.
Se una persona ha fatto l'esperienza del rapimento, è stato rapito, certamente sarà in grado di capire molto meglio un'altra persona che ha fatto la stessa esperienza, capisce ciò di cui ha bisogno e va incontro a quella persona in modo migliore.
Una persona che ha vissuto lontana dalla Chiesa per molto tempo, poi folgorazione, rientra: preghiera, sacramenti ecc. ecc. che cosa accade in quella persona che avendo fatto in maniera esplicita quest'esperienza si rende più velocemente conto di che cosa hanno bisogno le persone che sono come questa persona era un tempo.
Parentesi e sottolineatura: non è necessario fare tutte le esperienze di questo mondo per aiutare il nostro prossimo e nessuno può dire: ah!
Poiché tu non hai fatto quest'esperienza non sei in grado di aiutarmi.
Volete un caso concreto? Dovrai aiutare una persona che vuole affrontare l'esperienza del suicidio.
In questo caso se vuoi fare anche tu una simile esperienza, dopo non sarai in grado di aiutare nessuno.
Quindi, tanto per dire, non è l'esperienza la maestra di vita: maestro di vita è uno solo: Gesù Cristo.
Il suo Spirito ci guida, ci conduce alla verità tutta intera, non è necessario fare tutte le esperienze per capire che cosa significhino e poi, tra l'altro, è importante capire o importante trovare il significato delle cose?
Perché una volta che tu hai capito che cosa prova Tizio Caio e Sempronio quando si ubriaca, ne hai qualche cosa in più tu?
Non è che tu abbia aiutato l'altro a uscire fuori da questo problema; mentre tu lo aiuterai non se capirai che cosa vuol dire ubriacarsi, ma se tu capirai perché lo sta facendo. Giusto?
Allora il significato, quindi puoi essere la persona più sobria di questo mondo e aiutare l'altro a capire; tu puoi essere un sacerdote e aiutare una donna a fare la moglie e tu non sei né donna né sposato.
Tu puoi essere una mamma e puoi aiutare tuo figlio o tuo nipote a fare il marito o a fare il soldato e tu hai fatto né l'una né l'altra cosa.
Perché non è importante fare le medesime esperienze, è importante invece cercare il significato profondo della vita, ecco che cosa fa l'insegnante: accompagna l'altro nella struttura mentale, aiuta le persone a creare una struttura mentale che ragioni come Gesù Cristo.
Allora, se nelle volte scorse noi abbiamo visto, per es. nel cap. 3: a servizio come testimone, e dicevo: il testimone è quello che è stato presente e quindi ti comunica questa esperienza.
Adesso si va avanti, si parla a servizio come insegnante.
Quindi l'esperienza spirituale, l'insegnamento psicologico, perché se il fine è quello di avere delle persone nuove e nuove vuol dire ultime e definitive ( dal latino novum, ultimo e definitivo ).
Infatti ci sono i famosi quattro novissimi, che sono morte, giudizio, inferno e paradiso; perché sono novissimi?
Perché sono le cose ultime e definitive.
Definitive vuol dire finito, dopo non c'è altro.
Nuovo ed eterno testamento, si dice nella Messa, perché?
Ultima e definitiva alleanza con Dio.
Potete immaginare un'alleanza più grande di quella che c'è nell'Eucaristia?
Quando Dio si fa mangiare da noi, perché noi diventiamo come Lui, c'è qualcosa che può essere più che diventare come Lui?
No, per questa è ultima e definitiva alleanza, novum et aeternum testamentum, ultima, non si può immaginare niente di più grande di questo.
Allora le cose ultime, quelle che non ce ne sono altre dopo. La persona nuova, voglio una persona nuova, ultima, definitiva, perfetta, ( dal latino perficere ) fatta in un modo definitivo, cioè non può esserci niente meglio di questo, non si può migliorare questa situazione, perché è già il massimo.
Il Purgatorio com'è? Dove ci si prepara per essere completi.
Com'è il Paradiso? Perfetto.
Più che perfetto, perché lì c'è Dio. Com'è l'inferno?
Allora il compito dell'insegnante è proprio questo: di portare le persone ad essere delle persone nuove.
Qualcuno ha detto: rinnovate; giusto, perché significa in maniera definitiva un'altra volta.
Si vede che la prima volta non era quella definitiva!
Cosa vuol dire la persona nuova, definitiva? La persona perfetta.
Ora com'è la persona perfetta? La persona perfetta è Gesù.
La persona rinnovata è la persona che è diventata come Gesù.
L'insegnante ti da il modo di ragionare per diventare come Gesù.
Abbiate in voi i medesimi sentimenti che furono di Cristo Gesù, il quale non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma considerò …… ( Filippesi 2 ), vuol dire lo stesso modo di pensare e ragionare, dunque di agire di Gesù.
Allora Dio ti ispira nel tuo Spirito; quello che ti ha ispirato tu lo devi elaborare attraverso la psiche, dove c'è memoria, fantasia, razionalità, creatività, emozionalità ecc. ecc. tutte queste ti servono per creare un pensiero; ma un pensiero non è una struttura logica? Si.
Ma da che cosa è condizionato? dal tuo modo di usarla l'intelligenza, la razionalità ecc.; allora l'insegnante cosa fa?
Ti insegna a usare bene la tua razionalità, fa un segno, una traccia indelebile, dopo tu segui questa traccia: allora il tuo modo di ragionare diventa conformato.
Cosa vuol dire? Vuol dire che sono insieme.
La "forma" si ottiene perché c'è stata un'altra forma insieme.
Allora conformità, vuol dire che c'è l'aderenza e l'identità tra le due cose, anche se non sono la medesima cosa.
Allora l'insegnante "conforma" la tua mente, ossia quando tu vedi che la tua mente ragiona in questo modo, capisci com'era la forma che l'ha plasmata.
Quando tu vedi il budino ti rendi conto com'era la forma che lo conteneva.
Quando qualcuno vede te, capisce com'è Gesù Cristo.
Avete capito come funziona tutto questo?
E tutto questo dipende dalla capacità che hai di essere insegnante.
Vuol dire, come dice San Paolo, ti metti piccolo con i piccoli per tirarli su, per aiutarli a crescere, questo vuol dire che non dovete mai lasciarvi prendere dallo sconforto.
Non vi dovete stupire se voi parlate di patate e capiscono carote, dovete invece essere molto più elementari e fare come ho fatto oggi con voi, facendovi anche ridere, però vedendo che tutte le parole che noi diamo per scontate hanno un significato preciso; dopo che si è messo in chiaro il significato, allora poi possiamo parlare, perché se io dico una qualsiasi parola, adesso voi capite cosa vuol dire.
Enzo chiede se si può spiegare che ciò che è avvenuto, il maremoto, può capitare ancora, perché la terra non è perfetta.
Puoi spiegare alla persona questo a patto che questa persona sia in grado di capire quella che è la rivelazione, diversamente verresti considerato come un fanatico e fondamentalista.
Noi tutti che siamo persone di fede sappiamo molto bene che nell'Apocalisse c'è scritto: noi tutti stiamo aspettando cieli nuovi e terre nuove.
Cosa vuol dire? Vuol dire come dice San Paolo nella lettera ai Romani, la creazione stessa geme, attendendo la sua propria liberazione ad opera della rivelazione dei figli di Dio.
Quindi tutta la creazione sarà sempre imperfetta, finché gli uomini saranno imperfetti.
Quando gli uomini vivranno veramente come dovrebbero essere, cioè da figli di Dio, anche la natura sarà finalmente riconciliata con Dio, perché non ci sarà più disparità tra ciò che Dio vuole e l'uomo vuole; Dato che Dio ha dato all'uomo la natura, la natura sarà in comunione con l'uomo e quindi con Dio e quindi essendo in comunione la natura sarà nuova, cioè definitiva, come Dio l'ha sempre pensata e voluta.
Però tutto questo discorso lo puoi fare a delle persone di fede che sanno che stiamo aspettando il ritorno di Gesù, che alla fine dei tempi ci saranno cieli nuovi e terre nuove, che non vuol dire la distruzione di tutto, ma vuol dire il compimento di tutto, tant'è vero che nell'Apocalisse si dice: stiamo aspettando la ricapitolazione di tutto in Cristo.
Gesù Cristo, re e Signore dell'universo, non solo degli angeli ( credo in un solo Dio……in tutte le cose visibili e invisibili ) se sono visibili e Dio le ha create, non le ha create perché siano distrutte, ma che siano portate a compimento.
E in questa opera di compimento, Dio ha voluto coinvolgere anche noi; Colui che ha fatto i cieli e i cieli dei cieli senza di te, non salverà te senza di te; e anche per la liberazione di tutto quello che è l'universo, Dio si servirà della nostra rivelazione.
Vuol dire che noi facciamo vedere a noi stessi che siamo figli di Dio e se siamo figli siamo anche eredi, coeredi di Cristo, eredi di Dio.
Vedete come tutta la scrittura è molto chiara, però una persona che è digiuna di scrittura, tutte queste cose le capisce?
A queste persone tu devi dare l'omogeneizzato, meglio ancora il latte, proprio come diceva San Paolo: voi siete ancora piccoli nella fede, volete già che vi nutra con cose sostanziose quando ancora state prendendo il latte?
Allora a queste persone non puoi dare subito un cibo che non sono capaci di digerire.
Devi dare con piccole dosi un cammino dicendo: ecco, forse tante cose avvengono così, per colpa dell'uomo che invece di vivere come insegna Dio, vive come piace a se stesso.
Di più puoi anche dire, dipende, devi renderti conto se in quel momento lo Spirito di Dio si sta servendo di te, quella persona capisce tutto quello che dici, allora vai avanti.
Ma non appena ti rendi conto che questa persona è un po' titubante, fermati, perché vuol dire che l'hai ipernutrita, fa indigestione, non capisce più.
Se fa indigestione di cose spirituali si allontanerà sempre più.
Se tu hai fatto indigestione di cioccolato, lo mangi ancora? Si.
E se lo mangi ancora, non hai fatto indigestione, oppure sei perseverante nel tuo peccato.