Spiritualità del catechista

Don Mauro Agreste

Indice

1) Essere vigilante nella preghiera
2) La preghiera nelle novene non è sempre vigile, vale comunque?
3) La preghiera è vista in funzione di gratificazione emotiva oppure è un incontro con il Signore?
4) Per quale motivo prego?
5) Il dono dello Spirito Santo ti conduce dal "dovere" al "volere"
6) È possibile passare dal "tempo della preghiera" alla "preghiera nel tempo"
7) La preghiera non è fine a sé stessa, ma produce comunione con Dio
8) Siamo immersi nell'amore di Dio
9) È autentico quello che sto facendo?
10) Nella preghiera cerco Dio o cerco me?
11) Il Signore risponderà a te in quel modo e non è escluso che possa farlo in altri modi
12) Questa è una luce che viene nella tua vita
13) Dio ti prende per mano e ti conduce
14) State attenti che la preghiera sia preghiera, che non diventi commercio
15) Vigilante sapete chi è?
16) La novena ha efficacia, perché mi tuffo nella misericordia di Dio
17) La differenza tra la preghiera psichica e la preghiera spirituale
18) Come ha fatto il Signore a prendere su di sé i nostri peccati?
19) Abbiamo la consapevolezza del peccato?
20) Intuire che cosa può significare il senso del peccato quando c'è o quando non c'è
21) Il peccato di tutti gli uomini è una massa di macigni sull'itera umanità
22) Vedo Gesù Crocifisso come colui che ha preso nelle sue mani gli errori nostri
23) Dio non è morto. Ha preso su di sé la morte
24) L'inferno è il luogo del "non senso"
25) Ha liberato gli uomini dal giogo, dal peso del peccato
26) In realtà è il Signore che ha dato un appuntamento a noi
27) Pregare sempre non significa venire fuori dai propri doveri di stato
28) La preghiera è qualche cosa che permea tutta la tua vita
29) Dedicare al Signore ogni battito del tuo cuore
30) Assolvere bene i tuoi doveri di stato e nello stesso tempo avere una vita di preghiera

1) Essere vigilante nella preghiera

Don Mauro chiede se ci sono domande.

1° domanda: Essere vigilante nella preghiera.

Che cosa pensate significhi?

Attenzione alle distrazioni; prestare molto attenzione a ciò che ci distrae; essere costanti.

Vuol dire certamente tante di queste cose, io però mi permetterei di sottolineare una cosa; vigilanti nella preghiera io direi: state attenti che la preghiera sia preghiera, che non sia un parlarsi addosso, che non sia semplicemente uno sfogo emotivo, ma che sia preghiera.

Cosa vuol dire preghiera? Vuol dire il tuo cuore che si apre nei confronti di Dio.

Ora voi sapete che la preghiera può essere fatta anche di silenzio; una preghiera adorante, un silenzio adorante è preghiera, solo che supera le parole.

2) La preghiera nelle novene non è sempre vigile, vale comunque?

2° domanda: Quando si fanno le novene un po' lunghe poi capita che qualche volta la preghiera non è sempre uguale, non è sempre "vigile" , ma vale comunque?

Vale comunque, in ogni caso la cosa fatta per volontà è frutto di una decisione e la decisione è in vista di un bene che si è intravisto e che si vuole raggiungere.

Allora quando la persona decide per es. di studiare ingegneria, all'inizio ha tanto entusiasmo, perché tutto è nuovo ecc. poi dopo l'entusiasmo iniziale che è necessario per dare l'impulso alla cosa nuova, allora subentra la fatica della quotidianità, ma questa fatica però non toglie il valore di quello che si sta facendo.

Allora quando la preghiera è una esperienza nuova, spesso la preghiera è accompagnata da dei moti di entusiasmo, di piacevolezza, perché è una cosa nuova e quindi è "una specie di sensazione emotiva diversa" cui uno non è abituato e la assapora bene tutte le volte.

Quando però è diventata ormai un'esperienza già fatta, allora non produce più in sé quel solletico della novità e rimane più solo l'ordinarietà.

3) La preghiera è vista in funzione di gratificazione emotiva oppure è un incontro con il Signore?

A questo punto bisogna vedere se la preghiera è vista in funzione del "solletico" o della "gratificazione emotiva" che se ne prova oppure se la preghiera è veramente un incontro con il Signore.

Allora nell'incontro con il Signore ci può essere il momento più loquace in cui tu hai tante cose da dire da raccontargli, magari hai anche tanti dolori da raccontargli e nella preghiera tu sfoghi le tue emotività.

Però ci sono anche altre volte in cui la tua vita è talmente ordinaria, che non si sono assolutamente delle novità e quindi rischi di ripetere semplicemente delle parole come una filastrocca.

Questo vuol dire che quando è il tempo dell'ordinarietà, quando tutto è normale cioè non ci sono moti né di gioia né di tristezza, allora in quel momento lì dovete far emergere più chiaramente la nostra decisione.

4) Per quale motivo prego?

Ossia: per quale motivo prego? Perché lo devo fare o perché lo voglio fare?

Ossia mi voglio incontrare con il Signore oppure devo incontrarmi con il Signore?

Perché se devo vuol dire che sono costretto e se sono costretto vuol dire che io sto facendo le cose in base a delle emozioni o delle necessità.

Se io invece voglio, vuol dire che ho preso una decisione, che ho intravisto un legame da approfondire e un amore da donare e da ricevere.

Voi capite che sono su due piani molto diversi le due cose.

Allora nella grande maggioranza delle persone si passa dall'entusiasmo iniziale al dovere.

5) Il dono dello Spirito Santo ti conduce dal "dovere" al "volere"

Però c'è il dono della grazia, il dono dello Spirito Santo che è un dono di preghiera, che ti conduce dal "dovere" al "volere.

Ma questo lo si può, anzi lo si deve chiedere, ossia Signore dammi la grazia di passare dal dovere al volere; non devo andare a Messa, ma voglio andare a Messa.

E così in tutti i campi della vita spirituale.

Quando tu desideri vivere in comunione con il Signore, quando arriva la santa grazia che ti introduce in questa unione con il Signore, allora tu vivi costantemente in uno stato di preghiera, anche se stai facendo altre cose e si realizza, mi pare nel Vangelo di Luca, il pregate incessantemente senza stancarvi mai.

Come è possibile pregare senza stancarsi mai?

6) È possibile passare dal "tempo della preghiera" alla "preghiera nel tempo"

È possibile passare dal tempo della preghiera alla preghiera nel tempo, questo vuol dire che la preghiera non è un insieme di cose che si devono dire, ma è uno stato di vita.

Che vuol dire: come tu sei immerso nell'ossigeno fai tante altre cose, non è che pensi, ah! Già, mi devo ricordare di respirare, perché lo fai già naturalmente.

Quando tu sei immerso nella preghiera, non è che tu debba dire: uh! già, mi devo ricordare del Signore, perché la tua mente automaticamente ha già creato quella struttura mentale per cui tu spesso parli con Lui, lo coinvolgi nei tuoi pensieri, nelle tue azioni, nelle tue gioie, ecco allora si passa proprio in questo itinerario, tutta la preghiera diventa come la lucina rossa che c'è dal Santissimo, una fiammella che si vede, che non è scoppiettante, ma continuamente è presente.

E tu diventi come un granellino d'incenso che si scioglie al calore, e spande intorno il profumo; il granellino non si vede più, però tutto l'ambiente intorno si è riempito del profumo.

Allora questo è un po' come dire, l'itinerario della vita di preghiera.

7) La preghiera non è fine a sé stessa, ma produce comunione con Dio

Perché la vita di preghiera non è fine a sé stessa, ma produce e noi dobbiamo desiderare che produca "comunione", comunione con Dio.

Quando sei in comunione con Dio è inevitabile, troverai tanti fratelli che vengono attorno a te, perché sentono il profumo: che bello, voglio stare qui, facciamo tre tende.

Allora questa comunione con Dio, non è vero che ti allontana dagli altri, ma ti fa avere tanti amici intorno.

In fondo se voi non aveste desiderato fortemente incontrarvi con il Signore, avreste incontrato tutti questi fratelli e sorelle?

Avreste potuto fare un'esperienza di comunione, di amicizia, di fraternità come state facendo in questo tempo?

Vedete! Vi siete messi in comunione con Dio e Dio vi ha fatto sentire la comunione con Lui, però vi ha dato anche una quantità di tanti conoscenti che possono anche diventare amici; sono conoscenti buoni, perché condividono le vostre idee, le vostre stesse aspirazioni.

Poi alcuni di voi hanno anche intrapreso il cammino delle famiglie, il cammino di catechisti con il ritiro mensile, ecc. quindi vedete che piano piano………

8) Siamo immersi nell'amore di Dio

Il Signore sta intessendo una trama e un ordito in cui voi siete immersi nell'amore di Dio, perché l'amore di Dio è l'amore che voi ricevete nella vostra preghiera personale, ma vi arriva anche attraverso tutte le conoscenze che avete, piano piano siete immersi nell'amore di Dio.

Tutto questo non fa altro che farvi pensare a Dio, parlare a Dio, ringraziare Dio, chiamare Dio, vedere Dio ovunque siate.

Allora capite cos'è la vigilanza nella preghiera?

9) È autentico quello che sto facendo?

3° domanda: c'è stato un itinerario di approfondimento nella consapevolezza della preghiera, tuttavia mi chiedo spesso se è autentico quello che sto facendo, oppure è semplicemente il frutto di un mio bisogno, che potrebbe essere anche solo psicologico, un modo per dire a Dio guarda che ho bisogno di Te.

Beh! Un modo per dire a Dio: ho bisogno di Te è già preghiera.

I salmi sono carichi di invocazioni che Dio manifesti la sua presenza nella vita.

Quindi questo ripetere a Dio che ho bisogno di Te, non è tanto per convincere Dio a stare vicino a te, probabilmente è già un moto dello Spirito, perché tu ti renda conto che tu hai bisogno di Lui.

Allora questa sete di stare con Lui non è perché Lui non sia vicino a te, ma perché tu senti il desiderio di essere ricolmato della sua presenza.

Quindi questa è una ricerca autentica di intimità con il Signore.

Sottolineerei questo aspetto: non è tanto necessario controllare la forma, se quello che sto facendo è autenticamente giusto.

10) Nella preghiera cerco Dio o cerco me?

Domandiamoci solamente, sto cercando Te o sto cercando me?

Perché questo probabilmente è l'unico scalino d'inciampo.

Quando nella mia preghiera io cerco gratificazione allora sto cercando me; se invece cerco dialogo, allora sto cercando Lui; se stai cercando delle risposte, stai cercando Lui.

Non ti allarmare se le risposte non giungono all'improvviso, perché tu sai che Dio nasconde i suoi suggerimenti nel profonde del cuore.

Alcune volte li esprime in maniera abbastanza consapevole, ma non sempre; determinate volte il Signore agisce nel profondo dello Spirito e ti dà un modo diverso di affrontare la vita.

Esempio, tu dicevi: una volta pregavo in questo modo, poi ho sentito che non era più giusto.

E come hai fatto a sentirlo? Questa è mozione dello Spirito che ti ha preso per mano e ti ha condotto da un itinerario ad un altro, quindi io penso che sia già un modo che Dio ha usato per rispondere alla tua domanda.

11) Il Signore risponderà a te in quel modo e non è escluso che possa farlo in altri modi

Si vede che in questo periodo di tempo il Signore risponderà a te in quel modo; questo non esclude che non possa farlo in altri modi.

Per esempio dicevi prima: Leggo la lettura del giorno e trovo delle risposte.

Quello è un altro modo in cui Dio viene incontro alle tue necessità spirituali; attraverso la parola del giorno ti fa trovare quella frase che veramente serve a te.

Ma poi ci saranno anche altri modi, non so, un insegnamento, una riflessione, un'omelia, un qualche cosa che ti succede durante una messa, oppure durante la vita, oppure durante una tua preghiera personale può anche succedere che dentro di te d'improvviso possa avvertire un concetto, un'idea che solitamente si esprime con una luce; una luce può essere anche una sola parola, può anche essere una frase, può essere un ricordo che ti viene in mente, però questa volta capisci tutta un'altra cosa.

12) Questa è una luce che viene nella tua vita

Ecco, questa è una luce, cioè una luce che viene nella tua vita e ti spiega in che posizione ti stai movendo, come un ago della bussola, che ti dice sei a nord, sei a ovest ecc.

Non è molto importante, come dire, controllare se tutto quello che stiamo facendo è giusto.

Io ritengo che sia importante invece continuare a pensare di farlo, perché questo è già la mozione dello Spirito.

13) Dio ti prende per mano e ti conduce

Quando il cuore è aperto a Dio, Dio ti prende per mano e ti fa passare per strade che non conosci, dice la Scrittura, e Lui ti conduce.

L'importante è veramente conservare questo atto di fiducia nel Signore, che poi in un dato momento della tua vita si farà sentire anche in un modo esplicito.

Per adesso non precorriamo i tempi, anche perché la preghiera personale è, come dice la parola, personale, non è uguale per tutti; c'è un itinerario che però conduce dalle regioni più periferiche al cuore stesso di Dio, come questo avvenga, per ciascuno di noi può avvenire in modi diversi, però il fine da raggiungere sarà sempre quello.

Vi sono persone che entrano nel mistero di Dio mediante la contemplazione, altre mediante lo studio approfondito, altre mediante il creato, ecc. ecc., però tutto porta sempre al centro.

14) State attenti che la preghiera sia preghiera, che non diventi commercio

4° domanda: vigilante in questo senso, che Dio è al di sopra delle nostre capacità, comprensioni e certe volte si può esaltare Dio nella nostra miseria, oppure fare un voto con facilità, essere troppo umani con Dio, allora vigilare in questo senso.

Vigilare in questo senso vuol dire quello che ho detto prima, stare attenti che la nostra preghiera sia preghiera e non sia qualche cosa altro.

Ossia potrebbe diventare commercio, do ut des, ti do questo perché tu mi dia quello, questo è commercio.

Invece la preghiera deve essere preghiera; certo passa dalle forme infantili come la ripetizione di formule ecc. ecc. a un a vita profonda di preghiera quando le "parole" hanno un profondo significato.

Ricordate frate Leone, tutta la notte ha recitato tanti padrenostro, Francesco si è fermato alla parola Padre.

Oppure come quella persona che si vantava con il Signore: ho detto tante preghiere, e fa la lista delle preghiere, alla fine di 10minuti di lista, il Signore dice: ma hai pregato?

15) Vigilante sapete chi è?

Vigilante sapete chi è? È una persona che controlla, una vedetta, una sentinella; anche quelli che stavano sulla coffa delle navi "vigilavano" per vedere se c'erano scogli o secche.

Il vigilante è un controllore, uno che scruta, che sta attento dove stiamo andando.

Essere vigilanti nella preghiera vuol dire prima di tutto svegli, non addormentati; vigilare e vegliare sono termini simili, vegliare significa essere svegli, pronti, vigilare essere attenti.

Posso essere sveglio e pronto, però non attento dove vado, allora vigilanza e veglia sono due aspetti di una cosa che è complementare.

La preghiera vigilante è una preghiera attenta, che sa qual è il fine della preghiera.

Qual è il fine della preghiera? Mettersi in contatto con il Signore, ecco questo è il fine della preghiera, perché se il fine della preghiera è ottenere delle altre cose, allora probabilmente c'è qualche cosa che non và.

La domanda precedente parlava delle novene.

Le novene sono ottime, meravigliose, però se sono vissute nell'ottica della preghiera.

16) La novena ha efficacia, perché mi tuffo nella misericordia di Dio

Ossia la novena ha un'efficacia, perché io mi tuffo nella misericordia provvidente di Dio, il quale mi promette certe cose, ma io mi tuffo in Dio, non nella novena.

Quindi io ricevo Dio e con Dio tutte le risposte alle mie necessità, chiaro?

Però se io faccio una qualsiasi novena solamente per averne il beneficio, secondo voi sono in preghiera?

Sono nel commercio.do ut des.

Per questo non è un concetto così facile dire: essere vigilanti nella preghiera, perché significa controllare, quello che sto facendo, è preghiera o un'altra cosa?

Assomiglia alla preghiera, ma non è la preghiera.

La preghiera è un aspetto spirituale non solo un aspetto psicologico.

Se è un aspetto spirituale vuol dire che è un incontro con Dio; se però la mia preghiera è diventata solo psicologica, allora è preghiera oppure sto parlando a me stesso?

Sto proiettando fuori di me le mie paure, i miei bisogni, le mie necessità oppure mi sto immettendo nel cuore di Dio?

17) La differenza tra la preghiera psichica e la preghiera spirituale

Ecco la differenza tra la preghiera psichica e la preghiera spirituale.

La preghiera psichica è la proiezione all'esterno di me, di tutte le mie paure: Signore fa questo, dammi quello, aiutami per questo motivo ecc..

La preghiera spirituale è: sia fatta la tua volontà, che non vuol dire che prima non ho presentato al Signore le mie necessità, ma la preghiera spirituale è una preghiera di fiducia, di abbandono.

5° domanda. Non mi è chiaro quando Dio prende su di sé i mali del mondo, per riscattarci dal peccato.

Capisco il concetto delle parole, ma il significato profondo di riscatto, prendere tutto il male del mondo per me è una cosa così grande che non riesco ancora a entrarci dentro.

Hai detto bene Alberta, infatti si chiama mistero della salvezza.

18) Come ha fatto il Signore a prendere su di sé i nostri peccati?

Altra domanda: come ha fatto il Signore a prendere su di sé i nostri peccati?

Dato che il peccato generalmente è un no detto a Dio, è come se Egli avesse preso su di sé tutti i no di tutti gli uomini di tutti i tempi, li avesse messi dentro un sacco e al posto di tutti i no legati dentro, Lui abbia detto: invece io dico sì.

Allora cosa significa? Se tutti i no di tutti gli uomini di tutti i tempi hanno scavato una voragine infinita tra Dio e l'uomo, voi capite che questa voragine sarebbe stato impossibile colmarla, perché un no detto all'Amore infinito mi produce una voragine infinita.

Allora il sì detto dall'Amore infinito mi produce il colmare tutto quel vuoto che c'è stato.

Però, mi raccomando, il mistero della salvezza è molto più grande di quello che noi possiamo intuire, sapete perché?

19) Abbiamo la consapevolezza del peccato?

Perché noi facciamo molta fatica ad avere la consapevolezza del peccato.

Che cos'è il peccato? Se noi avessimo un'intuizione un pochino più profonda di quello che è il senso di peccato, saremmo così sconvolti che non faremmo più nessun peccato.

Certo che capire che cos'è il senso del peccato bisogna avere una relazione con Dio; se tu capisci che il peccato è un no detto a Dio, allora capisci anche il dolore che provoca questo no detto a Dio.

Ma se non c'è relazione con Dio, come ti fa a dispiacere di aver detto no a Lui?

Se tu hai una persona cui tieni moltissimo e a un certo momento a quella persona dici un no per qualche ragione che serve solo a te, allora tu capisci che quel no che tu hai detto a quella persona per egoismo, provoca dentro di te una ferita, che tu senti il dolore di avere ferito una persona a cui vuoi molto bene.

20) Intuire che cosa può significare il senso del peccato quando c'è o quando non c'è

Questo in una maniera veramente pallida e spropositata, potrebbe in qualche modo intuire che cosa può significare il senso di peccato quando c'è o quando non c'è.

Ora questo no detto a questa persona cui tengo moltissimo, in quella persona che cosa provoca? E quindi quel no che valore ha?

Quando tu vuoi bene a una persona, hai fatto di tutto per lei e quella persona ti dice no, tu che cosa provi di fronte a quella persona che tu ami e che ti ha detto di no?

Quel no che ti è stato detto che cosa provoca dentro di te?

Un senso di smarrimento, perché tu dici: ma allora io non valgo niente per quella persona e se l'altra persona potesse sentire quello che tu senti a causa di quel no, sarebbe così spaventata che non vorrebbe mai più dirti quel no.

Questo in un modo analogico, può farci intuire che cosa può essere la relazione tra Dio e l'uomo e che cosa prova l'uomo se ama Dio e lui dice di no e che cosa prova Dio che ama l'uomo e si sente dire dall'uomo no.

Allora voi capite che quel no, diventa qualche cosa di importante: è un macigno pesante, è una conseguenza grave, perché grava sul cuore dell'uomo, non grava nel cuore di Dio, perché Dio è l'amore.

Però questo no detto, è una conseguenza che si verifica.

21) Il peccato di tutti gli uomini è una massa di macigni sull'itera umanità

Quindi il male o il peccato di tutti gli uomini, di tutti i tempi è una massa di macigni che si sono accumulati sull'intera umanità a causa dei no che gli uomini hanno detto.

Gli uomini sono oppressi dal peso del peccato, sopra gli uomini c'è una calotta carica di macigni che grava sopra l'umanità, per tutti i no che vengono detti a Dio.

Ora ci sono quelli che se ne rendono conto, che sentono il gusto di Dio, altri che non se ne rendono conto e che si trovano sotto questa calotta coperta di macigni e non si domandano neanche se al di sopra ci sia la luce o no, loro continuano a vivere nel buio, non sentono il senso del peccato, che pur tuttavia c'è e continua ad esserci.

22) Vedo Gesù Crocifisso come colui che ha preso nelle sue mani gli errori nostri

Domanda: vedo Gesù crocifisso Colui che ha preso nelle sue mani gli errori nostri, mi viene di pensare alla morte della verità perché Dio è verità, quindi nel momento in cui vedo Gesù Crocifisso non è come dire Dio come persona è morto crocifisso davanti agli uomini avendo una cosa molto più grande come la verità che è morta, per poi dopo averne gloria.

La verità che è morta davanti agli uomini, ma se è morta allora? Dio è morto, ma Dio è verità.

23) Dio non è morto. Ha preso su di sé la morte

Dunque, Dio non è morto.

Ha preso su di sé la morte, l'ha presa, come dire l'ha inglobata, si è lasciato prendere dalla morte, ma in realtà facendo questo è Lui che ha imprigionato la morte e ha portato tutti quelli che sono i no detti a Dio, che producono la morte, li ha portati nel luogo della morte e li ha lasciati lì.

Dov'è o morte la tua vittoria? Dov'è il pungiglione della morte?

Il pungiglione della morte è il peccato, e questo pungiglione della morte è stato condotto nel luogo della morte, del peccato.

Ora la morte non è, secondo il linguaggio biblico, la fine di qualche cosa, ma è il non senso delle cose; la vera morte è il non senso, allora Gesù ha preso su di sé il non senso degli uomini e l'ha portato nel posto del non senso, cioè dove tutte le cose non hanno senso ossia nell'Inferno.

E lì ha lasciato il peccato e la morte.

24) L'inferno è il luogo del "non senso"

L'Inferno viene chiamato anche la morte eterna, non perché uno sia morto, ma perché se è la morte eterna vuol dire che è il luogo del "non senso".

Perché noi siamo stati creati per Dio, non per stare senza Dio e se tu stai in un luogo che, assurdamente pensa di essere senza Dio, tu stai in un luogo del non senso.

Tu sei stato fatto per "Quello" e vai in un posto dove Quello ti è negato.

Allora Dio ha preso su di sé il non senso di tutti gli uomini e l'ha distrutto.

25) Ha liberato gli uomini dal giogo, dal peso del peccato

Ha rimesso il non senso dov'è il suo luogo, il luogo del non senso e ha liberato gli uomini dal giogo, dal peso del peccato, cioè ha fatto spazio di questi macigni, perché siano riconosciuti, perché filtri la luce, perché gli uomini vedano la verità, vedano Colui che hanno crocifisso, ne facciano lutto come la morte di un primogenito, dice la Scrittura, e quindi entrino davvero in una comunione più profonda con Lui.

26) In realtà è il Signore che ha dato un appuntamento a noi

Domanda: la preghiera può essere un appuntamento con il Signore, appuntamento a cui non si può mancare? Un po' come un impegno-dovere?

Credo che dovrebbe proprio essere un appuntamento con il Signore; certo un appuntamento cui non puoi mancare.

Forse non abbiamo ancora chiara una cosa, che noi pensiamo di dare un appuntamento con il Signore, in realtà è il Signore che ha dato un appuntamento a noi.

Poi in un appuntamento generalmente due fidanzati non vedono l'ora di trovarsi.

È un impegno più che un dovere.

27) Pregare sempre non significa venire fuori dai propri doveri di stato

Altra domanda. Quando prego, poi vorresti sempre pregare.

Quando tu preghi, vuoi sempre pregare, mi sta molto bene, però cum grano salis, con sale nella zucca.

Pregare sempre non significa venire fuori dai propri doveri di stato, perché pregare sempre significa avere Dio nel cuore, sempre.

Ho conosciuto una signora che a suo tempo aveva fatto l'esperienza del Signore e a un certo momento pregava sempre, ma era continuamente in chiesa e così intanto a casa la pila dei piatti da lavare aumentava, la lavatrice non veniva mai avviata, le montagne di cose da stirare ecc. ecc. con grave disagio di tutta la famiglia e con liti che si moltiplicavano.

Ora voi pensate davvero che questo fosse la volontà di Dio?

Io non mi immagino la Madonna che dicesse a San Giuseppe e a Gesù: arrangiatevi che io intanto vado nella sinagoga.

Invece mi piace immaginare la Madonna che mentre stendeva i panni cantava i salmi al Signore.

Mi piace immaginare San Giuseppe quando andava con il carro a prendere degli assi di legno per fare un lavoro, con Gesù ragazzino seduto di fianco a lui, cantasse anche lui o pregasse o parlassero del Signore ecc.

28) La preghiera è qualche cosa che permea tutta la tua vita

Cioè la preghiera è qualche cosa che tu fai in un momento determinato e circoscritto, ma è qualche cosa che permea tutta la tua vita, come un respiro, questo significa vivere immerso nella preghiera.

Qualunque cosa tu faccia diventa un motivo per essere in comunione con il Signore, anche per es. semplicemente camminare: Signore ti dedico tutti i passi che sto facendo.

È tipica la spiritualità di Santa Teresina di Lisieux, che diceva: adesso tutti i passi che farò li dedico a te Signore, perché tu possa aiutare in questo momento un missionario che ha bisogno.

Infatti questa santa di Lisieux è patrona dei missionari.

Oppure aspetto a bere un bicchier d'acqua, perché voglio in questo modo aiutare un missionario che in questo momento ha sete e non può bere.

Allora capisci che lei facendo qualsiasi cosa, viveva in uno stato di comunione totale con il Signore che la metteva in comunione con tutto il resto del mondo, lei che era suora di clausura stretta.

Ora io dico: che cosa impedisce a ciascuno di noi di fare la medesima cosa?

29) Dedicare al Signore ogni battito del tuo cuore

Cosa ti impedisce di dedicare al Signore ogni battito del tuo cuore?

Tanto il cuore batte lo stesso. Però tu glielo hai dedicato.

Ogni respiro, ogni colpo di ferro quando stiri, ogni piatto che lavi, ogni colpo di telefono a cui devi rispondere, ogni lavoro o impegno che devi fare, che cosa te lo impedisce?

Questa è l'offerta! Però l'offerta non ha senso se tu non la fai a Lui: per te Signore, per amore tuo, per la tua gloria, ti offro questo.

Voglio stare con te e mentre sono impegnato a fare altre cose, dato che la mia mente in questo momento deve essere concentrata su quello che faccio, però questi momenti li dedico a Te.

Allora capisci che stai facendo le cose normali, ma sei immerso nella preghiera.

30) Assolvere bene i tuoi doveri di stato e nello stesso tempo avere una vita di preghiera

Questa è una spiritualità molto furba, perché ti permette di entrare nella tua quotidianità mantenendo i tuoi impegni, assolvendo bene ai tuoi doveri di stato e nello stesso tempo avendo una vita di preghiera intensa; diversamente si rischierebbe di relegare la preghiera in certi momenti della giornata o della settimana o dell'anno, e per tutto il resto del tempo dimenticarsene.

Bisogna mediare, non si può essere esclusivamente spirituali cioè a dire non conta niente tutto quello che stiamo facendo, ma neanche solo materiali, ossia conta solo ciò che stiamo facendo. Vorrei concludere dicendo che la vera spiritualità è assolutamente concreta, se non si basa su azioni concrete non è spiritualità è fantasia.