La messa
29-1-2005
1) Siamo all'atto penitenziale
2) Confesso a Dio onnipotente, battendosi il petto
3) L'assoluzione generale qui in Italia non è consentita
4) Tutta l'assemblea canta o legge l'inno: Gloria in excelsis
5) La preghiera che si chiama colletta
6) Prima lettura: dall'antico testamento
7) Poi "Salmo responsoriale"
8) Seconda lettura
9) Quello che stai leggendo lo stai capendo?
10) La liturgia è la presentazione sulla terra del mistero di Dio
11) Poi "Canto al Vangelo". La proclamazione al Vangelo
12) Dal Vangelo secondo … compiendo un triplice segno
13) Nelle messe solenni, viene infuso l'incenso e onorato il libro delle scritture
Cosa servono le rubriche? Sono delle spiegazioni, sono scritte in rosso, da ruber, rubra, rubrum, che non vanno lette, ma che ci indicano come dobbiamo agire per esprimere, in quella parte del rito, un messaggio che è contenuto nella Divina Liturgia.
Siamo all'atto penitenziale, leggi bene la rubrica.
"Segue l'atto penitenziale che si omette se….." .
Ecco qui si dicono molte cose, state attenti.
Inizio con un rito particolare: aspersione dell'acqua benedetta, si può fare in qualunque occasione, oppure nella presentazione del Signore al Tempio è possibile omettere l'atto penitenziale secondo queste formule, poi cosa dice ancora?
Il mercoledì delle ceneri si fa l'atto penitenziale?
Qual è l'atto penitenziale visibile che si fa il mercoledì delle ceneri? È la cenere.
Andiamo avanti; "il sacerdote invita i fedeli al pentimento con queste parole o altre simili."
Cosa ci fa capire questa specificazione: o con altre simili? Che le può proporre lui.
L'importante che abbiano quei concetti, ossia: noi siamo piccoli abbiamo bisogno della misericordia di Dio e Dio ce la concede se il nostro cuore è aperto. Mi sono spiegato?
Dio è misericordioso, concede la misericordia sempre, ma perché essa possa essere ricevuta è necessario un cuore aperto.
"Confesso a Dio onnipotente…." Poi c'è una piccola rubrica, cosa dice? Battendosi il petto.
Quindi è una cosa facoltativa o non facoltativa? Non facoltativa.
Battersi il petto non è una cosa che uno possa fare o non fare, quando si fa la formula del confesso, si fa.
Se si fa l'altra formula: "Pietà di noi Signore…" non è contenuto.
Seconda formula: "Dopo una breve pausa di silenzio c'è l'assoluzione del sacerdote."
Quindi il sacerdote amministra una assoluzione.
Questa assoluzione è l'assoluzione sacramentale?
Che tipo di assoluzione è questa?
Non sostituisce perché il sacramento eucaristico non è il sacramento della penitenza.
Ci sono delle specificazioni della sacra dottrina della liturgia che dice: non mettete insieme più sacramenti.
Se c'è una celebrazione comunitaria della penitenza questa non deve essere inserita all'interno della celebrazione eucaristica, ossia si fa la celebrazione comunitaria della penitenza e poi si fa la celebrazione eucaristica.
Ma non le due cose inserite insieme.
Nella mia parrocchia io faccio le celebrazioni penitenziali in occasione del Natale, di Pasqua.
Non è facile avere sempre dei sacerdoti disponibili allora si prepara la popolazione, si avvisa il tal giorno ci saranno i sacerdoti quindi si fa una liturgia penitenziale, con le letture, un breve commento, una preparazione per vivere il sacramento della riconciliazione, e poi la preghiera: confesso a Dio onnipotente… l'assoluzione di questo genere, che non è il sacramento, e poi l'audizione individuale, particolare di tutti i fedeli che intendono ricevere l'assoluzione sacramentale.
Tanto per specificare, ci sono degli abusi, ma se sono abusi non sono esempi da tenere in considerazione, ossia l'assoluzione generale qui in Italia non è consentita.
I vescovi italiani giustamente hanno detto: non siamo nella situazione di dover amministrare il sacramento della riconciliazione in forma generale.
Quando è consentito qui in Italia? Quando si è in periculo mortis, ossia la situazione è tale per cui per l'esiguità di sacerdoti a disposizione e la grande massa e l'urgenza di intervenire allora è possibile l'assoluzione generale.
Esempio: sei su un grande aereo, si fermano tutti i motori e sapete che state precipitando tutti.
Allora il sacerdote dice: "Pentitevi" e poi dopo dà l'assoluzione generale.
Allora in quel caso vale. Ma chi si salva, farà la confessione successiva che deve, deve, deve assolutamente essere individuale con audizione individuale, dovrà dire: "Mi sono trovato in questa situazione e ho ricevuto l'assoluzione generale e in quella occasione ho chiesto a Dio il perdono di questo, questo e questo." Mi sono spiegato?
Ci sono degli abusi che non sono da incrementare o da incoraggiare, perché sono degli abusi.
Quando non è possibile dare l'assoluzione a tutti, la si darà in altre occasioni, e poi non siamo in una zona che sia totalmente priva di sacerdoti o priva di santuari in cui ci siano sacerdoti 20 ore su 24 tutti i giorni, e poi non siamo neanche nella situazione che ci impedisca di spostarci da una parte all'altra per poter ricevere il sacramento.
Quindi sappiate che qualora vi venga amministrata l'assoluzione generale questo è un atto illecito, anche se valido.
Chi riceve l'assoluzione generale, riceve l'assoluzione generale, però è tenuto la confessione successiva a farla individuale, con audizione individuale.
Sono stato sufficientemente chiaro? Quindi l'assoluzione del sacerdote che viene amministrata qui all'inizio dell'Eucaristia non è l'assoluzione sacramentale, è l'assenso della richiesta di perdono del popolo alla quale Dio attraverso il sacerdote risponde: "Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna."
Infatti non dice: "Per il ministero della Chiesa io ti assolvo dai tuoi peccati nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo."
Perché questa è la formula dell'assoluzione in quanto il ministro di Dio, il sacerdote, agisce in Persona Christi.
Qui non c'è nessuna espressione che faccia intendere al sacerdote che sta compiendo un altro sacramento, perché il sacramento che sta celebrando è quello della comunione, non quello del perdono, va bene? Sono stato sufficientemente chiaro?
Poi c'è la terza formula che prevede: Signore pietà o Kyrie eleison ecc… con delle frasi meditative.
"Alcuni esempi di altre invocazioni" a secondo dei tempi liturgici o delle opportunità, sempre termina con questa preghiera del sacerdote.
È una preghiera del sacerdote, non è un sacramento.
Inno: "Nelle domeniche ( eccetto in Avvento o in Quaresima ) nelle solennità e nelle feste tutta l'assemblea canta o legge l'inno."
Quindi è interessante notare con quale gerarchia vengono presentate le cose, non dice l'inno ma canta o dice.
Quindi la liturgia della Chiesa prevede che l'inno: Gloria in excelsis, sia cantato.
È importante perché è il giorno del Signore.
Che inno è questo? Inno angelico.
Perché inno angelico? Perché nelle sue parti iniziali riprende quello che fu cantato a Betlemme nella notte di Natale.
"Terminato l'inno il sacerdote invita l'assemblea alla preghiera."
Preghiamo, e poi cosa c'è scritto? "E tutti , insieme con il sacerdote…" .
Oh, dice la colletta. Cosa vuol dire dice la colletta?
Una raccolta di denaro, generalmente è questo.
Collezione è una raccolta di oggetti, colletta è una raccolta di denaro.
Esprime qualche cosa di importante il concetto di raccogliere del denaro?
Vuol dire che tu dai qualcosa di tuo, allora se questa è la preghiera che si chiama colletta, vuol dire che in questa preghiera deve confluire qualcosa di tuo.
"E tutti, insieme con il sacerdote, pregano per un momento in silenzio…."
Pregano per cosa? Per qualcosa di tuo.
Tu metti in quella preghiera qualcosa di tuo, cosa ti sta a cuore, nella colletta.
Quindi nella colletta è come se ci fosse un grande cesto e tutti mettono dentro le loro intenzioni di preghiera.
Dopo di che il sacerdote riassume l'interezza di tutto quanto è stato raccolto.
Quindi tutto viene raccolto e messo nella gloria della Trinità. Mi sono spiegato?
Nella colletta ognuno prega dentro di sé, compreso il sacerdote.
Quindi una breve frase che richiama la liturgia di quella settimana, e poi, dopo, tutto quello che voi avete messo nella colletta che non è quella in denaro ma è quella di preghiera, allora tutto questo lo presentiamo alla divina Trinità.
Quindi è come un riassumere, in questa preghiera sintetica del sacerdote, tutto quello che tutta l'assemblea ha fatto, mettendo in comune questa preghiera.
Dobbiamo imparare ha vivere l'Eucaristia in un senso più profondo.
L'Eucaristia è veramente una bomba atomica di meraviglie, solo che noi ci siamo abituati a dei riti senza sapere neanche quello che stiamo facendo.
Prima lettura. ( seduti ) "Il lettore… legge… in genere tratta dall'Antico Testamento… il lettore aggiunge: parola di Dio."
Dunque alla fine della lettura, il lettore dice: "È parola di Dio"? No, dice parola di Dio, senza la è.
Quando si dice è, sappiate che è sbagliato.
Si dice prima lettura? Non si dice.
Si dice: "dal libro del profeta Geremia," e basta, non si dice il numero del capitolo, non si dice il commento o la sintesi che generalmente è posta nei libri liturgici, con una brevissima frase che trova il clou di quel brano, non viene letto questo, si dice solo: dal libro tal dei tali.
Siete formatori, siete catechisti, dovrete preparare qualche piccola celebrazione con i vostri ragazzi, con i giovani, con quelli che si preparano al matrimonio ecc…sappiate presentare.
Non si dice: è parola di Dio, perché questa è, voce del verbo essere, darebbe il senso di qualche cosa di finito, invece voi sapete che la parola di Dio è viva, è vivente, più tagliente di una spada a doppio taglio, che arriva fino alle congiunzioni.
Quindi dire è parola di Dio, ha in sé un senso di compiutezza, cioè finito, basta così, non se ne parla più.
Invece parola di Dio, essa ci precede, è presente e sarà anche nel futuro quindi da il senso della presenza non dell'essere finita.
La parola di Dio è Gesù Cristo e Gesù Cristo non è finito. Per questo non si dice. Sbaglio?
Voi direte ma sono delle piccolezze, sono delle sfumature.
Sì, ma questa è preghiera ufficiale della Chiesa, tutto ciò che è liturgia è fondamentale, perché persino le virgole, i punti sono stati ispirati dallo Spirito Santo, quindi vanno vissuti in quel modo lì.
Non è che uno, ad un certo momento, possa inventarsi la liturgia come piace a lui, questa è la liturgia della Chiesa Cattolica, non la liturgia secondo me.
Mi può piacere, non piacere, posso capirla, non capirla, ma chi sbaglia non è la liturgia, sono io.
Poi "salmo responsoriale". Si dice questa espressione? No.
Attenzione, non si affrettino mai le letture, prima che la bocca si muova, gli occhi abbiano già visto, la mente abbia già razionalizzato.
Ossia la mia bocca non deve muoversi alla stessa velocità in cui i miei occhi leggono.
I miei occhi precedono, il mio cervello funziona e da gli ordini alla bocca per dire quello che gli occhi hanno visto.
Quindi non si abbia mai fretta di leggere velocemente la Scrittura.
Si legga con solennità, con sobrietà e dando il senso a quello che si sta leggendo.
Non si dice salmo responsoriale. Si può dire: "Al salmo 35 acclamiamo" rispondiamo, un po' meno, perché non è una risposta a una domanda, è una acclamazione, è un ritornello responsoriale, quindi non puoi dire: "Al salmo 35 usiamo il ritornello responsoriale che ci invita a dire…."
Voi capite che non ha senso. Neanche: preghiamo insieme dicendo… perché questa formula si dice nelle intercessioni, invece il salmo non è un'intercessione è una lode; il magnificare un qualche aspetto della rivelazione di Dio.
"Amo il Signore perché ascolta il grido della mia preghiera." io non sto pregando, ma sto acclamando, cioè sto confermando, sto partecipando a ciò che la liturgia mi propone essere un aspetto che c'è in Dio.
Ci si presenta e si dice: "Il Signore ama chi lo teme."
E si fa il gesto, senza nulla dire, e tutti ripetono. Questo è il modo giusto.
Ma se volete proprio una finezza allora potete dire: "Al salmo 35 acclamiamo; il Signore ama chi lo teme." Mi sono spiegato?
Però questo è un facoltativo. "il salmista o cantore canta o legge il salmo responsoriale; il popolo partecipa con il ritornello, cantato o detto."
Infatti non dice: il popolo risponde. Partecipa.
Guardate che ogni parola che è usata ha un significato che va inteso nel senso preciso, diversamente la liturgia diventa un giochino che ognuno interpreta a modo suo.
Di liturgie sciatte o penose ne abbiamo già viste troppe.
Una liturgia curata aiuta le persone non al formalismo ma a entrare alla presenza di Dio.
Certo si può vivere una liturgia in un modo formalistico, cioè tutto teso solo alla forma esteriore e non entrare nel clima.
Quello che è necessario è vivere la liturgia come senso della presenza viva di Dio in mezzo al Suo popolo.
Allora tutto quello che si fa, lo si fa con un senso di deferenza, di onore, di lode dovuta a Dio.
Salmo responsoriale vuol dire che è un salmo che prevede una risposta.
Nelle domeniche e nelle solennità il lettore legge.
Ho sentito dire Tìmotèo e non Timòteo.
I casi sono due: quando quella persona era a messa cosa stava facendo?
Stava giocando al gioco dei 15? Cosa faceva quando qualcuno leggeva Tìmotèo e non Timòteo?
Ci sono molte parole che hanno degli accenti diversi da quelli che sono in italiano, perché sono lettere che furono scritte a persone greche e quindi sono parole che sono scritte con accenti diversi e quindi tu devi sapere, e poi sui libri liturgici sono segnati gli accenti.
Quindi essendo segnati significa, che se uno ha letto prima, sa come vanno pronunciate queste cose.
La famosa lettura del capitolo 2 degli Atti degli Apostoli: Ebrei e proseliti…prosèliti e non proseliti.
Poi ci sono decine di esempi che a volte rasentano il ridicolo, costringono chi sta presiedendo la celebrazione a mordersi la lingua per non scoppiare a ridere o a piangere.
Le letture di San Paolo non sono così immediate, ci sono i segni di interpunzione, impariamo ad usarli.
E scusatemi, diciamo una cattiveria ma se a scuola promuoviamo tutti, anche quelli che non sanno neanche leggere, non stupiamoci se i nostri lettori non sanno leggere.
Leggono, ripetono dei suoni, ma non sanno assolutamente quello che stanno leggendo.
Le letture, specie quelle del Lezionario, sono comunicazioni che Dio dà al suo popolo.
Allora se Dio vuole comunicare qualche cosa, questa comunicazione, dovrà prima colpire colui che la proclama.
Se chi proclama la lettura non è stato toccato da questa lettura, che cosa proclama?
Ripete dei suoni. Risposta a domanda: dire: vai a leggere, non è sbagliato
Tu adesso stai leggendo le rubriche, le stai leggendo non proclamando perché questo si legge non si proclama, ma in ogni caso quello che stai leggendo lo stai capendo?
Prima di dirlo lo stai capendo dentro di te?
Allora quando tu devi leggere un brano della Scrittura perché non può avvenire la stessa cosa?
Poi ci sarà l'emozione, ci sarà il microfono, ci sarà l'eco della chiesa, tutto quello che vuoi, però se tu prima di dirlo agli altri ci pensi tu a quello che c'è scritto sopra, è difficile che tu leggendo stia facendo la lista della spesa, perché neanche quando leggiamo la lista della spesa, leggiamo senza senso come sentiamo certe volte in chiesa.
Qualche tempo fa era in uso l'idea che un lettore fosse un bravo lettore se aveva fatto un corso di dizione.
Il corso di dizione è una tecnica, ma la proclamazione della parola di Dio non è semplicemente il frutto di una tecnica, è il frutto di una meditazione di ciò che Dio sta comunicando alla Sua Chiesa.
Questo vuol dire che, giustamente, la preparazione esige averla ascoltata dentro di sé.
Ci sono quei librettini: "A Messa" da un euro, che durano tutto il mese, tu a casa te lo prepari e quando vai a messa, anche se non dovessi tu proclamare le letture, però a casa le hai già lette, quindi hai tutta una disposizione di animo diversa nell'accogliere quello che ti viene proposto.
Anche se ti fosse proposto in un modo maldestro, noioso, tu però l'hai già ascoltata prima dentro di te, e quindi sei già preparato.
Ora almeno alla domenica che uno sappia cosa sta vivendo.
Domenica che è la celebrazione del giorno del Signore, il ministro della lettura deve avere la consapevolezza di quello che sta facendo.
Con voi so che sto sfondando delle porte aperte, tuttavia voi siete impegnati nelle vostre comunità parrocchiali, e non è inverosimile pensare che il vostro Parroco possa darvi anche delle responsabilità, sapendo che frequentate dei corsi di approfondimento della vita cristiana ecc… ecc…
Sappiate dunque qual è la liturgia della Chiesa, e che cosa si aspetta la Chiesa nell'esercizio dei compiti che competono alla liturgia. Va bene?
In fondo quando voi andate a messa, con un sacerdote che dice tutte le parti della messa, ma le dice a stile frullatore, voi dite : "Che noia, che pizza sta messa", è vero o no?
Invece andate, con un sacerdote che dice le stesse parole, lo stesso canone ecc… ecc…ma pensa a quello che sta dicendo voi dite: "Sto pregando!" allora è inutile dire che quel sacerdote è migliore di un altro, quando tu vai a leggere, guarda che potresti fare la stessa figura.
Non mi dovete provocare su questo punto, perché sono un po' mordace su queste cose.
La liturgia è la presentazione sulla Terra del mistero di Dio, non è lecito renderla sciatta, non è possibile pensare alla liturgia che sia solamente l'espressione della problematicità umana.
La liturgia è il mistero di Dio, e come tale va trattato.
Il luogo sia dignitoso, elegante, pulito e che esprima il mistero che viene celebrato.
Le vesti sacre siano ordinate, ben conservate, pulite, stirate.
La biancheria dell'altare sia buona, bella, sia curata, deve esprimere, adatta alle celebrazioni liturgiche.
I sacri paramenti non siano rovinati, ma esprimano quel senso di splendore e di maestà che è dovuta alla celebrazione del mistero di Dio, non all'esaltazione dell'uomo, mi sono spiegato?
Così pure le letture; l'impianto che riproduce il suono, sia un qualcosa che aiuti tutti a partecipare, perché se una persona anziana non sente niente, è inutile.
Bisogna favorire la partecipazione, mediante un ascolto comprensibile a tutti.
Questo coinvolge molte altre problematicità.
Per esempio in città turistiche non è possibile pensare di offrire una liturgia che capiscono solo i nativi del luogo.
Se tu vai in Olanda e ti fanno la messa in fiammingo, la capiscono solo gli olandesi: se vai in Belgio, la capiscono solo quella parte di belgi che parlano il fiammingo.
Queste sono altre problematicità, chiusa parentesi.
Poi, "Canto al Vangelo". "È letto o cantato…". ( in piedi ).
È già importante che ci sia qualcuno che dica come ci si deve stare, perché tante volte, nelle liturgie tutti stanno in tutti i modi possibili immaginabili.
La proclamazione al Vangelo è il punto culminante…
Poi il diacono o il sacerdote bacia il libro.
Questa è la presentazione normale.
Quando c'è il saluto nelle messe solenni, voi sapete che si può esprimere un particolare senso di reverenza nella parola che verrà proclamata con il segno dell'incenso.
Il segno dell'incenso è un segno liturgico che indica la regalità e la divinità a cui si rivolge questo che si sta facendo.
L'incenso è ciò che si offre a Dio.
Quindi: "Dal Vangelo secondo N." dopo di che l'assemblea risponde: "Gloria a te, o Signore."
Mentre compie un triplice segno: sulla fronte che vuol dire mente, sulla bocca che significa il corpo ( il corpo parla, lo spirito comunica ), spirito.
Vuol dire: la parola di Dio formi, strutturi tutta la mia mente, mi faccia agire ( la bocca è il segno dell'agire ) e cambi tutto il mio cuore che sarebbe lo spirito.
Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente, con tutte le tue forze.
Lettera di Giacomo capitolo 4: "La bocca è come un piccolo timone, chi governa la lingua governa tutto il corpo".
Chi governa la lingua governa tutto il corpo.
Ricordatevelo, stampatelo bene nella mente.
Quindi lingua equivale a dire corpo.
Se Dio è il Signore della tua lingua è anche il Signore del tuo corpo, perché con la tua lingua tu edifichi o distruggi, e tutto quello che fai dopo è solo una conseguenza. È vero o no?
Come si dice? Con la lingua puoi uccidere una persona, quella è viva però tu l'hai uccisa lo stesso.
Allora mentre il popolo compie questo segno per dire: "Io voglio che tutto ciò che Dio mi sta comunicando mi dia una struttura nella mia mente, mi faccia agire con il mio corpo secondo la volontà del Signore e perché mi cambi tutto il mio spirito.
Mentre fa questo, nelle messe solenni, viene infuso l'incenso e onorato il libro delle scritture per dire: qui c'è Dio che sta parlando.
Quindi c'è i tre colpi doppi. Guardate che i numeri di colpi d'incenso che si danno è sempre preciso, se uno sa come si vive la liturgia, se uno si inventa la liturgia è un'altra cosa.
Tre colpi doppi, due al centro, due a sinistra e due a destra.
Tre colpi doppi, due, due e due. E poi c'è la lettura.
Al termine della lettura, nelle messe particolarmente solenni, alla presenza del vescovo, che cosa accade?
Che la cantoria riprende il canto dell'Alleluia ecc… ecc…il diacono dice: "Acclamiamo alla parola del Vangelo", e tutti: "Alleluia, alleluia…"
Cosa fa il diacono, preceduto dall'incenso, dai candelieri? Va alla sede del Vescovo con il libro lì. lo presenta al Vescovo, il Vescovo bacia le scritture, come è scritto qui sopra, poi lo prende, lo fa vedere a tutti e fa un grande segno di croce, e durante questo segno di croce tutti quanti fanno il segno della croce.
È una benedizione fatta con la parola di Dio, però mi è capitato tante volte, che nessuno fa il segno di croce, quando il Vescovo fa il segno di croce con il Vangelo, è sbagliato.
È una benedizione che viene data si o no? Allora si riceve la benedizione con il segno della croce.