La Messa
12-2-2005
1) Preghiera universale
2) Liturgia eucaristica: canto di offertorio siamo alla presentazione del pane e del vino
3) Pregate fratelli perché il mio e vostro sacrificio sia gradito a Dio, Padre onnipotente
4) Mio sacrificio, ma anche il vostro sacrificio
5) Noi ci offriamo a Dio per il nostro bene, ma anche della Chiesa, quindi noi possiamo offrire a Dio anche gli altri
6) I doni all'altare, qual'è l'ordine con cui li presentate?
7) Dei doni non liturgici
8) Domanda: per esempio il pane ed un piatto d'uva sostituiscono l'ostia e il calice?
9) Generalmente si esige che il presbitero stia in una zona particolarmente curata
10) L'altare
11) La liturgia è il mistero di Dio che deve essere tradotto in modo comprensibile
12) Fatevi crescere il gusto del bello, una cosa è la povertà e una cosa è la sciatteria
13) Oggi è il giorno del Signore, in onore suo, per cui posso presentarmi in un modo, per dire che faccio festa
14) Noi siamo spirito, siamo mente e siamo corpo. Abbiamo bisogno di simboli
15) L'orazione sulle offerte conclude il tempo della presentazione dei doni
Preghiera dei fedeli, pagina 20.
Si dicono cose importanti su questa rubrica.
"È detta anche preghiera universale….".
Tenete presente questa rubrica perché è importante.
Dovete organizzare una celebrazione con i vostri bambini, i vostri ragazzi, gli adulti del sacramento della Cresima o del Matrimonio ecc…
Qui dice delle cose importanti: ordinariamente con questo ordine, quindi quando si organizzano le preghiere dei fedeli, allora potete dire: Tu preparami la preghiera per la Chiesa, che vuol dire per il Papa, per i vescovi, per i sacerdoti, per le famiglie.
Quindi una preghiera che può toccare questi temi, però non può mai mancare la menzione del Papa e del Vescovo. Chiaro?
Quindi una gerarchia, poi che cosa c'è? Governanti.
È necessario pregare per i governanti, sono quelli che esercitano l'autorità su di noi; quindi se noi non chiediamo a chi sta sopra di loro, loro seguono altre idee, giusto?
Terza posizione: per la salvezza di tutto il mondo.
Poi per tutti quelli che si trovano in particolari necessità ( gli ammalati, i soli, gli abbandonati,i drogati… ) e le persone che si sono raccomandate alle nostre preghiere.
La comunità locale: per i bambini che oggi faranno la prima comunione, qualunque cosa che contraddistingua la vita della comunità.
Liturgia Eucaristica. Presentazione del pane e del vino ( seduti ).
"Si esegue il canto di offertorio…".
Allora qui siamo alla presentazione del pane e del vino, sono le offerte che si riferiscono alla celebrazione del sacramento, quindi viene detto: Pane e vino ed eventualmente altre cose.
Ma il momento dell'offertorio che si individua e che inizia con l'offerta e la presentazione del pane e del vino, non è il tempo in cui si offre qualunque cosa a Dio, anche perché ciò che viene offerto a Dio, deve restare a Dio.
Non che tu offra le scarpe da ginnastica, il pallone dell'Oratorio, perché questi non restano a Dio, te li riprendi tu. Mi sono spiegato?
Le offerte in natura che vengono presentate, per esempio, nell'offertorio non possono essere riprese, eh.
Viene portato, che ne so, nel giorno del ringraziamento, un cesto di frutta o di verdura, questi non possono essere ripresi, devono essere lasciati al sacerdote.
Solo perché si sappia com'è la tradizione, l'han fatto anche a me, hanno portato via tutto, e non so chi è che se lo sia preso, ma non è una cosa logica.
Intervento: ti guardano storto se cerchi di farglielo capire.
Ma non hanno capito che una cosa che è offerta a Dio non è un ornamento che tu metti su un pezzo di marmo, ma è una cosa offerta a Dio.
Ora il tempo dell'offertorio prevede la presentazione del pane e del vino che servono, brutta parola ma che serve a capire, al confezionamento del sacramento.
Unitamente a questo si possono offrire altre cose.
Non è sempre la cosa più opportuna.
Tenete presente che, in questo tempo, il sacerdote dirà delle cose importanti.
Vediamo un po' alla pag. 22: Il sacerdote conclude la presentazione… e poi dice:
Pregate fratelli perché il mio e vostro sacrificio sia gradito a Dio, Padre onnipotente."
Oppure una di queste tre formule…..Molto bene che cosa trovate in queste formulazioni?
Le parole che sono presenti in tutte queste tre formule sono: pregate, sacrificio e gradito.
Questo essere presente in tutte le formule indica qualche cosa di importante.
Pregare, quindi un atteggiamento di riverenza, di relazione.
Sacrificio, deriva dal latino sacrum - facere ossia: rendere sacro qualche cosa, meglio chiedere a Dio che renda sacro qualche cosa.
Si offre a Dio un sacrificio, cosa vuol dire? Ci si priva, o si dà qualche cosa a Dio di nostro, perché Dio lo faccia diventare sacro e gradito a Dio.
Ora che cosa Dio renderà sacro? Una volta si sacrificavano degli animali per rendere sacro il popolo, ora è Dio stesso che si offre offerta gradita a Dio.
Offre se stesso in un sacrificio di soave odore, dicevano nell'Antico Testamento, cioè qualche cosa che piace a Dio.
Allora che cosa viene offerto? C'è stata una presentazione di doni, allora questi doni vengono offerti a Dio perché Dio li renda sacri.
Però qui dice: "Il mio e vostro sacrificio".
Allora, attenzione, il sacerdote parla in "persona Christi", quindi è Gesù Cristo che sta parlando, però sta dicendo: "Il mio sacrificio ma anche il vostro sacrificio."
Che cosa vuol dire vostro sacrificio? Che ognuno deve sacrificarsi in qualche cosa?
Deve fare penitenza? Che cosa vuol dire il vostro sacrificio?
Vuol dire rendere sacro voi, il vostro sacrificio, voi vi rendete sacri.
Gesù Cristo dice: "Il mio sacrificio. Io mi rendo sacro per l'uomo.
Con la mia offerta di me vero Dio e vero uomo, a Dio rendo sacro l'uomo, e voi vi date a Dio perché egli vi faccia sacri? Vi faccia santi?".
Quindi mio e vostro sacrificio significa anche questo.
Ora nel tempo dell'offertorio, io non so quante persone si rendano conto di quello che viene detto.
Il popolo risponde: "Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la santa Chiesa."
Quindi è una risposta a quella preghiera fatta in persona Christi.
"Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio, questa realtà che deve diventare santa."
Ora è chiaro che ognuno dovrebbe, in quel momento, concentrarsi e sapere cosa di se stesso sta offrendo a Dio.
Qui ti viene detto: "..per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa."
Quindi vuol dire il nostro bene.
Vuol dire noi ci offriamo a Dio per il nostro bene, ma anche di tutta la sua santa Chiesa, quindi noi possiamo offrire a Dio anche gli altri.
Ricordatevi il momento dell'offertorio, quando voi dovete preparare una celebrazione e dovete presentare dei doni all'altare, siate molto prudenti.
La presentazione dei doni all'altare sono i dono liturgici, altre cose stridono.
Non è la cosa più facile da fare l'offertorio, perché troppe volte sull'onda e sulla scia e dell'emotività, si offre a Dio tutto e il contrario di tutto.
Ma non ha molto senso. Quindi la presentazione dei doni sono principalmente i doni liturgici.
Se c'è la presentazione di qualche cosa d'altro, si deve capire molto bene che non sono doni liturgici, quindi, per esempio, non si appoggiano sull'altare.
A meno che non si tratti di un ritiro, in una celebrazione particolare non comunitaria di un gruppo ristretto di persone, allora viene magari presentata la Sacra Scrittura: la Bibbia.
Ma attenzione bene, ha un valore simbolico questa presentazione, perché la Bibbia è già intronizzata sull'ambone, è lì il luogo della Scrittura, quindi questo richiama una realtà che c'è già, cosa facciamo un duplicato?
La Scrittura qui e la Scrittura lì? Non ha molto senso, mi capite?
Però all'interno di un ritiro che, non so, prevede un approfondimento di temi biblici, allora è possibile, chiudendo un occhio, fare una cosa di questo genere.
Però voi sapete che si crea un doppio, c'è la Bibbia intronizzata lì e c'è anche lì, allora in quel caso la Bibbia non si mette per terra, si mette lo stesso sull'altare, mi sono spiegato?
Ma altri doni che non hanno nulla a che fare con la liturgia, è difficile che vadano messi sull'altare.
Quindi dovete presentare i doni all'altare, qual è l'ordine con cui li presentate?
Prima i doni che non sono prettamente liturgici, che vengono deposti a terra, esempio: apertura dell'anno oratoriano, qualche cosa che va bene ai ragazzi ecc…però dev'essere chiaro che quello che si sta presentando non sono doni da offertorio, ma sono il simbolo di quello che noi vogliamo diventare per il Signore, mi sono spiegato?
Per questo motivo questi doni vanno posati ai piedi dell'altare, non sopra l'altare.
Poi arrivano gli oggetti di uso liturgico, quindi mi va bene la candela, i fiori perché sono oggetti di uso liturgico.
L'ultimo è ciò che si usa per il sacramento.
Quindi prima il pane, poi il vino e tutto ciò che esso rappresenta, quindi o si porta la pisside con le ostie dentro e il calice già con il vino dentro, o se no si portano le ampolline, le ostie e il calice.
Quando vengono presentati dei doni non liturgici, l'ideale sarebbe che ci fosse una voce fuori campo che esplicita, in forma di preghiera, quello che viene presentato: ti presentiamo o Signore questi frutti della terra e ti ringraziamo per i benefici che ci hai concesso in quest'anno, perché ci hai concesso benessere, salute, prosperità ecc… deponiamo ai piedi del tuo altare, per implorare da te le tue benedizioni.
Si capisce che questo non è un offertorio, giusto?
Ma se tu questi doni me li metti sull'altare, allora si scambiano, questi, come doni che debbono essere consacrati, e non lo sono.
Quando, invece, viene presentato il calice e il vino e le ostie, non viene detto niente, perché queste sono presentazione di doni di cui ci sarà poi liturgicamente…
"Benedetto sei tu Signore, Dio dell'universo….". mi sono spiegato?
Quindi possono magari essere posti insieme, ma in modo distinto, che non ci sia confusione fra l'una e l'altra cosa.
Ora perché prima i doni non liturgici e poi quelli liturgici?
Perché subito dopo inizia l'offertorio.
Quindi non posso prima prendere il pane, il vino, le ostie, tutto quanto e poi dopo prendere i doni della terra.
Prima debbo prendere ciò che non uso per la liturgia, l'appoggio lì, e poi l'ultima cosa, a cui segue immediatamente la preghiera di offertorio, mi sono spiegato?
Domanda: per esempio il pane ed un piatto di uva sostituiscono l'ostia ed il calice?
No. Sono simboli paraliturgici, non rappresentano niente, sono un ornamento.
Allora tra tutti gli altri doni, l'ultimo a essere portato può essere l'ornamento liturgico, che tu poni sull'altare come ornamento.
Dopo di quello allora arriveranno le ostie, il vino, il calice, la pisside, tutto quello che serve.
Quindi prima tutti i doni, chiamiamoli volgarmente, profani: ammesso e non concesso che si debba fare.
Voi sapete che su questo punto nell'offertorio è la presentazione dei doni, non di qualunque storia che ci sia nel mondo.
Quindi dopo i doni "profani", allora c'è l'ornamento liturgico, che non è un oggetto liturgico, ma un ornamento.
Quindi se tu quella volta porti la composizione floreale, il grappolo d'uva….è un ornamento liturgico, allo stesso modo in cui invece di quello, un'altra volta, potresti portare un cero particolarmente lavorato e adatto da essere messo sull'altare.
Ma si capisce chiaramente che quello è un oggetto di arredamento liturgico e non è un dono che viene offerto per il sacramento. Mi sono spiegato?
Risposta a domanda: generalmente si esige che il presbiterio sia una zona particolarmente curata, dove non tutti mettono i piedi.
So che l'uso che ne invale adesso è che tutti vanno dappertutto, ma il presbiterio non è il luogo di tutti.
La messa dei bambini è un caso a se stante, adesso noi stiamo parlando della messa in genere.
La messa dei bambini esige per ragioni pedagogiche delle elasticità, però non dovrebbe mai esserci lo stravolgimento delle cose.
Per esempio alla messa dei bambini si possono portare dei cartelloni, non si debbono, si possono portare, ma non si portano dopo il pane e il vino.
Prima si portano i cartelloni e si spiega che cosa c'è disegnato sopra.
L'altare non dev'essere confuso come una lavagna su cui appendere le cose, perché l'altare non è una lavagna.
Vedete noi ci siamo abituati ad avere una liturgia sciatta, e non ci fa più né caldo né freddo preparare una liturgia considerando l'altare come un tavolo.
Non ha mica senso tutto questo, l'altare è l'altare.
Se per di più è un altare fisso, cioè fisso al pavimento, non di legno ma di marmo è stato consacrato.
Oh ma ci rendiamo conto che quello è un altare consacrato, non benedetto?
Se è consacrato rappresenta realmente la presenza misteriosa di Gesù Cristo, l'altare rappresenta la presenza di Gesù Cristo che si offre.
Non è un tavolo, bello robusto, su cui posso stirare le tovaglie.
Lo dico piano: ma succede anche quello.
Attenzione o la liturgia è rendere presente lo splendore di Dio, o è semplicemente il trasporre in maniera plateale il nostro sentire.
Non è così, perché la liturgia non è il nostro sentire, è il mistero di Dio che deve essere tradotto in modo comprensibile, intelleggibile dalla comunità.
Per questo la liturgia esige che i simboli che la caratterizzano siano sempre il più possibile chiari.
Ora se un altare diventa una lavagna, io ho stravolto il senso dell'altare.
Se l'ambone diventa il luogo da cui si dirigono i canti, ho stravolto il senso del trono delle letture, della presidenza della parola di Dio.
In tante chiese si invita, proprio da parte dei vescovi, dove questo sia possibile, a usare il pulpito.
È o non è il luogo del trono delle Scritture? È, o non è, la parola di Dio che viene dall'alto per il popolo?
Attenzione bene: perché noi sulla scia del lassismo, del "volemosse bene" del dopo Concilio, abbiamo buttato via tutto.
Ricordatevi bene che una liturgia ben curata parla all'anima.
Una liturgia sciatta parla solo al sentimento, e se parla solo al sentimento non lascia traccia nell'anima.
La liturgia è l'esperienza del popolo di Dio che si incontra con Dio, non del popolo di Dio che condivide con se stesso, qualche momento di agape fraterna.
Per questo ci tengo molto, non che diventiamo esperti di liturgia, ma che entriamo nel cuore del Pastore; cioè a dire: come facciamo a tradurre in un modo comprensibile, il più facilmente comprensibile a tutti, quello che noi stiamo facendo?
Non certo stravolgendo né i luoghi liturgici, né il significato dell'arredamento liturgico.
Fiori secchi o finti o robe varie, non hanno mica ragione di essere.
È meglio un altare spoglio che un altare trasandato.
Fatevi crescere il gusto del bello.
Che il gusto del bello, non è un qualche cosa che si oppone alla povertà.
Perché una cosa è la povertà e una cosa è la sciatteria.
La povertà significa non lasciarsi dominare dalle cose.
La sciatteria significa svalutare le cose.
Una persona sciatta è una persona che va in giro sdrucita, spettinata, volgare ecc… una persona povera può essere dignitosa, nella sua pochezza di mezzi.
Non è necessario avere un vestito firmato per essere delle persone eleganti, ma si può essere delle persone ricche e sciatte, quando tu testimoni, con il tuo atteggiamento, il tuo disinteresse per l'altro. Mi sono spiegato?
Quindi attenzione povertà non è pauperismo, la povertà è distacco.
Ora nei confronti del Signore significa: distaccare le cose del mondo e dedicarle a Dio.
A Dio che cosa dedichiamo? Le cose più sciatte, più vergognose e meno armoniche o vogliamo, veramente, testimoniare a noi stessi e agli altri che Lui vale e che ci teniamo a Lui?
Poi dovete essere un pochino concreti.
Avete avuto tutti dei bambini, ci tenevate ai vostri figli sì o no?
Allora li mandavate in giro sciatti, oppure, secondo le vostre possibilità, facevate di tutto perché fossero dignitosi, senza essere eleganti ma ordinati e puliti ecc…?
Perché ci tenevate. Facciamo una parentesi: ma possibile che la domenica una persona debba vestirsi allo stesso modo che si veste il lunedì?
È o non è il giorno del Signore? Quando tu vai in chiesa, ti metti lo stesso vestito da lavoro?
O cerchi di presentarti, non perché gli altri ti vedano, perché se lo fai per gli altri allora vergognati, perché Gesù Cristo dice: "Hai già ricevuto la tua mercede sulla terra".
Ma tu devi domandarti: oggi è il giorno del Signore, in onore Suo, per Lui posso presentarmi in un modo per dire che faccio festa.
Se tu vai da una persona importante, che ti invita a casa sua, come vai?
Spettinato, con i capelli sporchi, gli occhiali trasandati, il vestito di tutti i giorni, magari macchiato oppure cerchi di presentarti in un modo dignitoso?
Come mai i nostri ragazzi, quando devono andare in discoteca, passano delle ore davanti allo specchio per vedere se hanno i ciuffi dritti o non ce li hanno?
Ma se per andare dal Signore non si fanno nessuno di questi problemi?
Questo è un problema grave, vuol dire che il Signore non è diventato importante, e non è diventato importante perché anche attraverso i segni della liturgia noi non testimoniamo che Gesù Cristo è importante.
È uno di noi, non è il Signore è uno di noi, quindi non ho proprio bisogno di nulla di fare nei suoi confronti.
Io dico: non l'apparenza per l'apparenza, ma dico la testimonianza è tutto.
È per il Signore, allora lo si fa.
I santi, della nostra terra piemontese, piuttosto mangiavano pane e cipolla, ma per l'altare e per la chiesa facevano di tutto, è vero o no?
Quindi è una cosa che dovrebbe far riflettere.
Io non dico il lusso, ma dico l'ordine, la dignità del mistero che si sta celebrando.
Non una cosa vale l'altra, proprio non è vero.
Sono un po' tremendo su questo aspetto, ma credo che anche voi condividiate queste necessità.
Il mistero di Dio dev'essere trattato in modo che sia comprensibile che noi abbiamo a che fare con l'Altissimo.
Secondo le nostre possibilità, non c'è detto che dobbiamo fare delle spese immani per rendere sontuosa la chiesa, non c'è necessità di fare questo, basta usare l'intelligenza che Dio ci ha dato.
Io non lo so se ne ho parlato con voi, quando alcuni fa ero andato a un corso di esercizi a Tamiè, dove ci sono dei monaci francesi, ecco lì nella accueil, che è l'accoglienza, hanno in vendita alcuni libri che raffigurano gli addobbi floreali che il monaco, dedicato a questo, prepara per le varie feste liturgiche durante l'anno.
Sono delle cose che vi fanno restare a bocca aperta.
Sapete con che cosa? Con i rami trovati nei boschi, con i fiori del castagno… quindi con una spesa ridicola, perché poi loro si coltivano i fiori che servono per gli addobbi floreali alla loro chiesa.
E poi girano per il bosco e trovano: una radice, trovano un ramo particolare, e viene disposto con delle candele, con qualche roccia, con qualche cosa in un modo incredibilmente spirituale.
Quindi nella notte di Pasqua tu entri in questa grande chiesa, e la vedi tutta costellata di candele con fiori da tutte le parti.
Si potrebbe dire che è una esagerazione?
No perché è la notte di Pasqua è la notte di Pentecoste e di molte altre festività importanti.
Ci rendiamo conto che qui stiamo dando onore allo Spirito Santo o no?
Cos'è lo Spirito Santo, la servetta che può esserci o non esserci? Diamo onore a Lui o no?
È davvero sontuosità o è sciatteria non onorarlo?
Onorare la Beata Vergine Maria è sciatteria o una cosa che si deve fare?
È la madre di Dio! Mi sto spiegando?
Bisogna che noi abbiamo un criterio di discernimento per capire i valori.
Ci sono alcune cose che vengono prima, altre cose che vengono dopo.
Intervento: per il cimitero i fiori sono spesso i più belli….
Noi siamo spirito, siamo mente e siamo corpo.
Se noi fossimo solo spirito, probabilmente non avremmo bisogno di tutti questi simboli perché?
Perché Gesù dice: "I loro angeli vedono Dio continuamente".
Gli angeli sono o non sono puri spiriti? Sono puri spiriti.
Hanno bisogno di una liturgia terrestre? No, perché sono spiriti, vedono Dio continuamente.
Ma noi non siamo solo spirito, siamo anche mente.
Quindi mente ha bisogno di memoria, di ragionare, di riflettere, e come fa a ragionare e riflettere? Vedendo, toccando, vivendo.
Esempio: l'incenso; posso comperare l'incenso più scadente, che appena lo metto ti si irritano gli occhi, oppure posso spendere di più e compero l'incenso caro, al profumo di rosa, di gelsomino o di qualsiasi altra cosa, che fa un po' di fumo ma che fa molto profumo, perché che cosa sto facendo?
Posso usare un turibolo in maniera sciatta, quindi sporco disordinato o solo che fa un fumo e niente di più, oppure restaurarlo, pulirlo e usare un incenso che profumi, perché?
Perché sto parlando del profumo di Dio, voglio che il profumo di Dio si estenda nel corpo di Cristo che è la Chiesa.
Voglio che tutte le offerte che sono state messe all'altare siano prese come profumo di soave odore.
Quindi attenzione bene: la liturgia è al servizio dell'uomo ed è a onore di Dio, quindi deve essere trattata con il massimo del rispetto e con il massimo dell'attenzione.
L'orazione sulle offerte conclude il tempo della presentazione dei doni.
Dice orazione sulle offerte, non solo sui doni.
I doni sono quelli: pane e vino, offerte è tutto ciò che si offre a Dio perché Lui lo santifichi.
Anche i tuoi peccati? Più che i tuoi peccati, il tuo desiderio di non commetterne più, quindi tu dici: "Signore, in questo momento che tu ricevi tutti i doni, accetta anche la mia vita che è ripiena di peccato, e cambiala per favore, perché solo Tu lo puoi fare." Mi sono spiegato?
Ed ecco che inizia, in questo momento, la parte centrale.
La preghiera eucaristica.
Buona domenica.