La Messa
19-2-2005
1) Il memoriale della Pasqua cristiana
2) Preghiera Eucaristica
3) Si diceva al termine delle preghiere, così sia, ma è sbagliato
4) Cosa significa rendere grazie?
5) Atteggiamento di gratitudine
6) Non perdere il latino
7) Sanctus, sanctus, sanctus Dominus deus sabaoth
8) Osanna è una parola ebraica che significa: De' salvaci Signore
9) Durante la preghiera Eucaristica si sta in piedi
10) Preghiera Eucaristica I
11) Preghiera Eucaristica II
12) La vera preghiera di consacrazione
13) Tu adori Dio in azione, lo Spirito Santo che santifica questi doni
14) La teologia tomista ci parla di transustanziazione
15) Poi c'è tutto il racconto dell'istituzione dell'Eucaristia
16) Mistero della fede. Il popolo acclama, è una risposta attiva
17) Stare in ginocchio è una dicotomia
18) I celebranti insieme recitano questa preghiera
19) Ultima preghiera. è importantissima, è un momento eucaristico
Risposta a una domanda: nel memoriale della Pasqua cristiana, questo essere presenti mentre si svolge l'azione è una realtà, perché voluta direttamente da Dio: "Fate questo in memoria di me."
Gli altri memoriali sono un rendersi presenti per volontà degli uomini.
Quindi il memoriale eucaristico cristiano ha una presenza, potremo dire, prodigiosa o di miracolo assoluta, perché è una esplicita volontà di Dio.
Non ci addentriamo oltre su questo tema, a fare comparazioni di religioni.
Siamo alla preghiera eucaristica.
La preghiera eucaristica individua come primo momento il prefazio, dove c'è questo dialogo.
Voi sapete che, soprattutto dopo il Concilio, l'assemblea dei fedeli ha assunto, come possiamo dire, una rilevanza maggiore, una presenza più esplicita, una partecipazione più attiva, che si è cercato di concretizzare in queste forme di dialogo, di risposta.
In realtà qualche cosa c'era già prima, ma era più ridotto.
"Il Signore sia con voi - E con il tuo spirito -………..".
Ecco queste presentazioni qui, ormai siamo abituati, però bisognerebbe essere attenti al significato che esse indicano.
Il Signore sia con voi, è un po' diverso dal latino che dice: Dominus vuobiscum che significa il Signore è con voi.
Quindi è un'affermazione. Il popolo risponde: e con il tuo spirito.
Risposta ad una domanda: probabilmente per una facilità di pronuncia, infatti una volta si diceva, al termine delle preghiere, così sia, ma è sbagliato, non così sia, per felice concessione sia così, ma è così.
Per cui si è tornati alla forma antica amen, che vuol dire è così.
Quindi è importante per voi animatori liturgici e catechisti sottolineare le cose, non date mai nulla per scontato, anche se una cosa l'80% delle persone lo sanno, voi non preoccupatevi di chi lo sa già, occupatevi di chi non le sa le cose.
È meglio ripetere una cosa più volte che darla per scontata, perché magari per qualcuno rimarrà sempre un mistero.
Va bene? Sursum corda significa in alto i cuori, teneteli in alto; qui è tradotto abbastanza bene in: sono rivolti al Signore.
"Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio".
Essere in un atteggiamento di totale gratitudine, cosa vuol dire?
Vuol dire una totale gratitudine a livello spirituale, a livello psicologico e anche a livello fisico; cioè la partecipazione dell'intera persona alla gratitudine.
Cosa vuol dire? Essere grati al Signore per tutto ciò che Lui è, per tutto ciò che Lui ha fatto, per tutto ciò che Lui sta facendo e che farà.
Quindi si capisce che è un impegno notevole quando si dice: rendiamo grazie a Dio, vuol dire siamo in uno stato di gioia, di ringraziamento, di gratitudine.
Non solo di ringraziamento; una persona che ringrazia dice: grazie ed è tutto finito lì.
Una persona piena di gratitudine, invece, è una persona continuamente, come dire, ben disposta, piena di stupore, ammaliata, affascinata da tutto ciò che ha ricevuto; la gratitudine è un atteggiamento che permane nel tempo, il ringraziamento si conclude brevemente.
"Grazie." È una cosa buona, però quando diciamo rendiamo grazie a Dio, non intendiamo solo dire grazie, vogliamo dire un atteggiamento di gratitudine.
Quindi questo atteggiamento di gratitudine coinvolge la nostra mente, perché?
Perché per essere in un atteggiamento di gratitudine, noi siamo chiamati continuamente a pensare, ragionare, a meditare, sul perché possiamo essere stupiti della bontà del Signore, della Sua grandezza, della Sua misericordia, capite perché?
C'è la partecipazione psicologica.
La gratitudine coinvolge spiritualmente perché: Magnificat anima mea dominum quia respexit humilitatem ancillae suae, cioè è l'atteggiamento di Maria, et esultavit spiritus meo, salutari meo, lo spirito esulta in Dio mia salvezza, mio salvatore.
Mio salvatore è riduttivo piuttosto che mia salvezza.
La salvezza tutta intera è la situazione della beatitudine.
Il salvatore è solo colui che ti ha tolto dal pericolo, ma la salvezza è la pienezza della beatitudine.
Capite perché vi dicevo la volta scorsa: non perdete il latino, anche se non lo capite ascoltatelo più volte.
Piano, piano lo Spirito vi farà cogliere dei significati e delle sfumature a cui non avete pensato prima.
Non è necessario essere dei cultori della lingua latina, per capire quello che si dice in latino, perché poi lo Spirito vi fa cogliere quelle sfumature necessarie a capire la profondità di quello che vi viene detto.
Salutari vuol dire salvezza non salvatore, altrimenti avrebbe scritto servator meus non salutari meo.
Allora salvatore è uno che ti tira su quando stai annegando, ti tira su e basta; ma chi sono le anime dei salvati? Quelle che stanno in Paradiso.
Allora i salvati sono quelli che nelle lettere di Paolo, nel Nuovo Testamento, vengono chiamati i santi.
Quindi voi capite che ci sono delle sfumature lievemente diverse.
Il testo della liturgia che noi abbiamo, prima di essere tradotto nelle lingue nazionali, è in latino.
Da quello latino viene tradotto nelle varie lingue, anche il cinese, ma parte tutto dal latino.
Cosa significa questo? Che se io voglio cogliere se è stato tradotto bene o non tradotto bene, posso sempre leggermi le parole in latino e cercare di capire, ma in latino Agnus Dei qui tollis peccata mundi vuol dire una cosa, in italiano ne vuol dire un'altra, allora qual'è quella giusta?
Quella italiana o quella latina? Quella latina.
Quindi il sentimento di gratitudine spirituale esige la contemplazione della salvezza che Dio ha operato in noi: benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei Cieli, in Cristo …mi pare lettera ai Colossesi, possiamo andare avanti.
"Al termine del prefazio tutta l'assemblea si associa al sacerdote con il canto o l'acclamazione: Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell'universo…. " oppure in canto: "Sanctus, Sanctus, Sanctus Dominus Deus Sàbaoth….".
Che differenze notate tra le due edizioni?
Deus Sàbaoth, vedete che c'è l'accento sulla a, e poi osanna in excèlsis, cosa vuol dire ex?
Vuol dire da, vuol dire dai Cieli, mentre Sàbaoth come è stato tradotto?
Dio dell'universo, ma Sàbaoth non vuol dire Dio dell'universo, vuol dire Dio degli eserciti, vuol dire che ha in sé il concetto dell'onnipotenza.
Santo, Santo, Santo il Signore Dio onnipotente.
Quindi come si potrebbe dire? Il Dio degli eserciti, colui che conosce solo le vittorie, il vittorioso.
Quindi l'onnipotente e vittorioso si potrebbe dire.
Ovviamente per tradurlo in una lingua che non è in grado, se non con molte parole, di esprimere lo stesso concetto, si è cercato di mettere qualche cosa che si avvicinasse il più possibile
Però attenzione: Dio dell'universo è sicuramente giusto, ma non va inteso solamente come Dio sovrano dell'universo, vuol dire Dio onnipotente Re dell'universo, quindi ha in sé il concetto di dominio e di vittoria.
Sàbaoth non è neanche una parola latina, per cui ha in sé dei concetti che vengono da molto lontano.
Osànna in excélsis, neanche osànna è una parola latina, è una parola ebraica che significa: de' salvaci Signore.
De' è una esclamazione ottocentesca italiana, che esiste ancora adesso, ma è un rafforzativo che vuol dire orsù, per favore, di grazia, salvaci Signore.
Come quando noi piemontesi, o anche bresciani, diciamo né.
Né non è solo piemontese è anche bresciano, lo dicono anche in Puglia.
Né è un rafforzativo, è la sintesi di un rafforzativo ossia nevvero.
Non è forse vero che… viene contratto in né.
Allora qui osanna, adonai, oh salvaci Signore.
Quindi o salvaci Signore, osànna che ha questo significato ma anche il significato di riconoscerlo come salvatore, per questo Gesù viene acclamato, all'ingresso di Gerusalemme, come salvatore del popolo e acclamato con gioia, perché viene chiamato: il trionfatore.
Colui che ci salva. Osanna in excélsis.
Ex è una particella che vuol dire dai, celsis dai cieli.
Quindi guardate bene: non dice osanna nell'alto dei cieli, ma osanna dall'alto dei cieli.
Come la notte di Natale gli angeli cantano: gloria in excelsis.
Gli angeli cantano: gloria nel cielo e dai cieli sulla Terra in excélsis nei cieli, cantano dai cieli.
E poi excelsis vuol dire anche al di sopra dei cieli.
Secondo la concezione ebraica la Terra era piatta e c'erano dei cerchi concentrici, nei quali c'erano diverse cose: firmamento ecc… ecc… e quindi questo excèlsis dai cieli vuol dire anche al di sopra dei cieli, quindi al di sopra della realtà creata, vuol dire esattamente dalla gloria di Dio.
Quindi osanna, la salvezza, il trionfo viene da Dio.
Se voi tenete presente queste piccole sfumature, vi rendete conto quanto sia diverso il canto dell'osanna e vi rendete conto, per esempio, perché le norme liturgiche esigono che siano cantate le parole che sono della liturgia, non altre parole.
Osanna eh, che sarebbe il canto dello Zaire, non è un canto liturgico.
Quindi quando dovete scegliere dei canti, fate molto discernimento.
C'è anche quell'altro canto: l'alleluja, che lo chiamano l'alleluja delle lampadine; non è una cosa che abbia senso: perché la festa siamo noi?
State molto attenti a quello che si canta, perché se lo cantate in una gita, in un picnic va tanto bene, ma se lo fate durante la liturgia non mi va più bene.
In risposta ad una domanda: perché gli animatori liturgici invece di sapere che cosa significano le parole, si basano sull'emozione estetica di quel canto: mi piace, non mi piace, lo faccio, non lo faccio; non si fa così.
Ogni canto deve trasmettere un messaggio spirituale, non estetico solamente o non solamente emotivo quindi psicologico, dev'essere un canto che parla a tutti e tre gli elementi.
Quindi adesso avete visto un breve paragone tra la traduzione in italiano e lo stereotipo in latino.
Cosa vuol dire stereotipo? Il modello.
"Durante la preghiera eucaristica si sta in piedi: ci si inginocchia, se possibile, alla consacrazione ( dall'imposizione delle mani sul pane e il vino fino all'elevazione del calice inclusa )".
Questo rileggetelo forte perché è fondamentale.
Cioè quand'è che ci si alza in piedi? Quando il sacerdote dice: Mistero della fede.
Fa il suo atto di adorazione e poi dopo dice: "Mistero della fede.".
Ci si alza in piedi al mistero della fede, non si sta in ginocchio, e vedremo perché.
Questo è il canone romano il più lungo e il più complesso, adesso non lo affrontiamo perché, tra l'altro, non stiamo facendo un corso di storia liturgica, stiamo semplicemente accostando i testi liturgici per capire qual è il modo pastoralmente più adatto per partecipare ai vari sacramenti, siamo d'accordo?
Allora quello che si usa più frequentemente è il canone II che trovate alla pagina 30.
Il canone II è molto bello, è bellissimo, perché è equilibrato, è sintetico e comprende tutto.
Chi proclama la preghiera eucaristica è il solo sacerdote o i sacerdoti che concelebrano con lui nei tempi previsti dalla liturgia, non continuamente.
È chiaro che tante persone, avendo ascoltato tante volte questa parte dell'eucaristia, la sanno a memoria per cui sentono di partecipare meglio ripetendo le parole, però non stanno concelebrando.
Non è vero che una persona che partecipi all'eucaristia sta concelebrando l'eucaristia, no, sta partecipando al mistero eucaristico.
L'eucaristia è celebrata da Gesù Cristo, il sacerdote agisce in Persona Christi, i sacerdoti che celebrano con lui concelebrano, ma l'assemblea non sta concelebrando, sta celebrando non concelebrando.
L'azione liturgica del celebrare, del consacrare è nel Cristo nella persona del sacerdote, mi sono spiegato?
Certo dà fastidio quando le persone ripetono tutte le parole, beh esercitate un po' di pazienza.
"Questa Preghiera eucaristica ha un prefazio proprio, che fa parte della sua struttura".
Prefazio è una preghiera che introduce l'assemblea al canto del Sanctus.
"È veramente cosa buona e giusta….. rendere grazie sempre…".
Sottolineate la parola rendere grazie, "sempre e in ogni luogo a te, Padre santo" quindi a chi è rivolta questa preghiera? Al Padre.
"Per Gesù Cristo, suo dilettissimo Figlio. Egli è la tua parola vivente."
Sottolineate Figlio, poi si dice chi è il figlio: Egli è la tua parola vivente, I° capitolo di Giovanni.
Giovanni 1: "In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio, il Verbo era Dio".
Parola vivente, per mezzo di Lui ha creato tutte le cose, sempre I capitolo del Vangelo di Giovanni: "tutto ciò che esiste è stato fatto per mezzo di Lui e niente di tutto ciò che esiste è stato fatto senza di Lui:" poi, "per mezzo di Lui hai creato tutte le cose".
Chi ha creato dunque? Gesù era il Verbo, prima dell'incarnazione il Verbo è il Verbo, Figlio dopo l'incarnazione.
Il Verbo incarnato si chiama anche… Gesù. Una persona, due nature.
Dovete ricordare queste cose, sono troppo importanti: una persona il Verbo, due nature, natura divina, natura umana.
Volontà divina, volontà umana. È importante.
Perché la Redenzione Gesù l'ha operata non perché aveva la volontà divina, ma perché aveva la volontà umana.
State attenti, con la teologia non si scherza, sono cose autentiche.
"Lo hai mandato a noi salvatore e redentore" come mai non solo salvatore?
Non era sufficiente dire salvatore? Perché vogliono dire due cose diverse la salvezza e la redenzione.
Salvezza: ti tiro su dal male in cui stai affondando.
Redenzione: ti tolgo tutte le tue colpe e tutte le tue pene.
Vedete come deve essere preciso, non c'è neanche una virgola che non sia al posto giusto.
Salvatore e redentore poi? "Fatto uomo per opera dello Spirito Santo" sottolineate Spirito Santo.
Vedete si parla al Padre per il Figlio nello Spirito Santo.
Quindi nel prefazio nella preghiera eucaristica II, c'è la presenza di tutta la Trinità.
"E nato dalla Vergine Maria" quindi mistero dell'incarnazione.
" Per compiere la tua volontà e acquistarti un popolo santo….distrusse la morte e proclamò la risurrezione."
Cosa vuol dire proclamò la risurrezione? Poteva dire: e risorse.
Dire proclamò la risurrezione significa dire: dimostrò che l'uomo è destinato alla risurrezione.
È importante. Vedete che c'è un compendio, in breve, di tutta la storia della salvezza.
È stupendo, è un'opera d'arte. "Per questo mistero di salvezza, uniti agli angeli e ai santi, cantiamo a una sola voce la tua gloria".
Allora cosa vuol dire uniti agli angeli e ai santi? Tutta la Chiesa.
Si chiama dogma della Comunione dei santi.
La Chiesa è una in tre stadi: militante, purgante e trionfante.
Quindi qui viene compendiato il dogma della Comunione dei santi e si parla della Chiesa una.
Una sola Chiesa, qui sulla Terra, quelli che sono in Purgatorio e quelli che sono in Paradiso, insieme a tutti gli angeli.
Quindi si dice che c'è un'unione straordinaria tra gli uomini e gli spiriti creati da Dio, che noi chiamiamo angeli.
Beninteso spiriti in comunione con Dio.
Poi c'è il Sanctus, e poi inizia la vera preghiera di consacrazione.
"Padre veramente santo…santifica questi doni con l'effusione del tuo Spirito…" allora, attenzione bene: Padre veramente santo fonte di ogni santità; a questo punto ci si inginocchia, perché in questo punto il sacerdote compie il gesto epicletico, è il gesto di imposizione delle mani.
Questo gesto che cosa indica? Indica l'invocazione dello Spirito Santo.
Imporre le mani significa: vieni Spirito Santo, infatti qual è la frase che si dice subito dopo e durante l'epiclesi?
Santifica questi doni con l'effusione dello Spirito Santo, ossia: "Padre, manda lo Spirito Santo, perché questi doni, per la potenza dello Spirito Santo, diventino il corpo e il sangue di Gesù Cristo, nostro Signore."
Nel momento della consacrazione tu adori Dio in azione, tu devi vedere, con gli occhi della tua mente unita strettamente nel tuo spirito, lo Spirito Santo che santifica questi doni, se poi sull'altare tu hai deposto, spiritualmente, tutte le tue necessità; tu devi vedere la Grazia dello Spirito che si appoggia su tutti i doni che la gente idealmente ha messo sull'altare per chiedere la potenza dello Spirito per la propria santificazione.
Ma nel momento della consacrazione, tutta la tua attenzione deve essere rivolta all'adorazione di ciò che Dio sta compiendo, nella trasformazione del pane e del vino.
Ora la teologia della Chiesa ci parla della transustanziazione.
Sappiamo bene che è un mistero, ed essendo un mistero le nostre parole, i nostri ragionamenti umani, sono sempre inadeguati, ossia fallaci, non sufficienti alla comprensione di tale mistero, tuttavia è ancora quello che si avvicina di più.
Perché il tentativo di, come dire, concretizzare meglio quello che sta succedendo, non è riuscito poi così eccezionalmente, nel senso che né la transignificazione, né la transimbolizzazione, possono in qualche modo essere un intendimento più chiaro, più efficace di ciò che realmente accade.
Quindi continua a sussistere la teologia tomista che ci parla di transustanziazione, ossia si considera la realtà, secondo la filosofia antica greca, composta di materia e di forma.
La forma, o la sostanza, è quello che fa essere una cosa quello che è.
Lo so che è un discorso complesso, voi prendetelo così come ve lo dico, poi non so se vi servirà, però tanto per avere un'idea.
Allora qualsiasi materiale, che ne so, per esempio questa caramella, è una caramella perché ha in sé la sostanza, la forma di caramella, che non è solamente la molecola dello zucchero ecc… è come dire: ciò che fa aggregare quella molecola affinché sia molecola di zucchero, mi sono spiegato un pochino meglio?
Allora che cos'è che fa aggregare questa molecola in quel modo?
Ci sono delle forme, ci sono dei legami, ci sono delle corrispondenze chimiche ecc… ancora prima di questo, ciò che fa essere una cosa quello che è.
Se tu hai la molecola del glucosio, che cos'è che rende la molecola del glucosio in glucosio?
Non solo l'idrogeno e il carbonio, ma ciò che mette insieme in quel modo il carbonio e l'idrogeno, mi sono spiegato?
Per esempio il glucosio è C6H12O6, quindi 6 atomi di carbonio, 12 di idrogeno, 6 di ossigeno.
Allora che cos'è che fa in modo che ci siano 6 atomi di carbonio, 12 di idrogeno e 6 di ossigeno?
Il risultato è glucosio, va bene, si sono radunate insieme in quel modo e hanno dato il glucosio.
Ma cos'è che li ha fatti stare insieme in quel modo? Guardate che è solo un esempio, quindi molto fallace e molto lontano da quello che voglio dire, però ci può servire per intuire.
Ciò che lo fa essere insieme, potremo quasi dire, il progetto di Dio.
Dio dice: "Voglio che il glucosio sia composto di carbonio, idrogeno, ossigeno in questa proporzione."
Quindi la volontà di Dio fa sì.
In questa posizione mi sto avvicinando molto al nominalismo di Guglielmo Occam però non sono su quelle posizioni, mi sono spiegato?
Però ci serve per intuire un pochino le cose.
Allora la transustanziazione è questo miracolo straordinario per cui, una cosa è ciò Dio dice che è, non ciò che noi constatiamo.
Quindi se Dio dice: prendete questo pane, però dice: questo non è pane, è il mio corpo, quello è il corpo.
C'è stata una transustanziazione, un cambiamento completo della sostanza, che nella forma esteriore conserva la sua forma esteriore, ma nel suo essere interiore è diventato il corpo di Cristo.
Non è possibile spiegarlo il mistero, è solo possibile intuirlo, contemplarlo.
Ecco allora quando si parla di transustanziazione vuol dire che è cambiato nella sostanza ciò che fa essere una cosa quello che è, anche se la forma esteriore non dovesse essere cambiata esternamente.
Può cambiare esternamente, i miracoli eucaristici ce lo dimostrano in varie occasioni, ma non è necessario, perché è Dio che cambia questa sostanza non l'uomo.
Quindi: santifica questi doni con l'effusione del tuo Spirito.
Quindi lo Spirito Santo che il Signore da la vita, che cambia, da il senso di tutte le cose perché diventino, per noi, il corpo e il sangue di Gesù Cristo nostro Signore.
E poi c'è tutto il racconto dell'istituzione dell'eucaristia.
Prendete e mangiatene tutti, lo diede ai suoi discepoli e disse: prendete e bevetene tutti.
Dunque, quando il sacerdote dice: offerto in sacrificio per voi, a questo punto c'è una elevazione dell'ostia.
Cosa bisogna fare quando c'è l'elevazione dell'ostia? Guardare, contemplare.
Puoi fare un'esclamazione interiore, un atto di adorazione: ti adoro, sei presente nell'eucaristia, mio Signore e mio Dio, Gesù mio salvatore ecc… tutto quello che volete che sia un atto di adorazione a quello che state guardando.
Poi il sacerdote, a sua volta, fa un atto di adorazione, che può essere una profonda riverenza, può essere una genuflessione; generalmente una genuflessione ma molti sono anziani, ammalati, non possono farla quindi sostituiscono con una riverenza che è un atto di adorazione.
Quindi anche tutti i fedeli sono invitati a compiere lo stesso atto di adorazione, quindi chinano brevemente il capo, ma non lo tengono chinato, una volta che è chinato lo tirano su, perché c'è la seconda parte della consacrazione che è quella del vino che è contenuta nel calice.
Prendete e bevetene tutti, questo è il calice del mio sangue, per la nuova ed eterna alleanza; novum et eternum testamentum.
Quindi questa è abbastanza aderente come traduzione.
Sottolineate la parola nuova. Cosa vuol dire nuova? Ultima e definitiva.
Invece di nuova mettete tra parentesi: ultima e definitiva alleanza.
Perché è importante questo? Perché è come dire: non ci saranno altre alleanze.
Tutte le alleanze che Dio ha fatto, questa è l'ultima, nuova.
Novum vuol dire ultimo.
E per di più è anche quella definitiva perché questa vale per sempre, eterna cioè quella che Dio aveva in mente da sempre.
Questa alleanza è eterna, che cos'è? È il sangue versato, è il pane versato o è la comunione?
È la comunione. L'alleanza eterna è la comunione.
Fate questo in memoria di me. Ecco il memoriale.
Vedete è un esplicito mandato di Dio ove si digita volontà di Dio che questo si compia.
Poi c'è l'elevazione del calice, e tutti adorano contemplando; quando è elevato si adora, quando si appoggia il sacerdote fa la riverenza e anche i fedeli fanno la riverenza.
E poi il sacerdote proclama: mistero della fede.
Che cosa fa tutta la gente? Si alza.
Si alza perché qui dice: il popolo acclama e l'acclamazione è una risposta attiva, efficace, potente non rassegnata, è una risposta decisa.
Che cosa dice? "Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell'attesa della tua venuta."
Annunciamo, proclamiamo, nell'attesa.
Quindi sono due verbi, come possiamo dire, di testimonianza; nell'attesa è un verbo di speranza.
Sono tutti e tre atteggiamenti attivi, non passivi, siete d'accordo con me?
Annunciare è una cosa attiva, proclamare è una cosa attiva, nell'attesa, attendere, sembra una cosa passiva ma non è passiva perché tu attendi, vuol dire desideri, nel desiderio della tua venuta, non nella rassegnazione della tua venuta.
Se tu dici a una persona: "Uh, il Signore viene a prenderti:" tutti toccano ferro, hanno capito qualche cosa della fede cristiana? No.
Questa è una parentesi un po' dolorosa, la voglio chiudere subito perché è troppo dolorosa.
Quindi per questo l'atteggiamento non può essere quello di uno che sta in ginocchio.
Perché stare in ginocchio è una dicotomia, ossia la tua bocca dice una cosa nella fede, il tuo corpo ne fa vedere un'altra.
Non è il momento di stare in ginocchio. Il momento di stare in ginocchio è prima, da quel momento in poi.
È una cosa buffissima, in tante chiese, si vedono, le persone anziane che si inginocchiano.
I giovani, pieni di salute ecc…, stanno in piedi.
No, no, no, come educatori voi dovete dirlo: in ginocchio.
Dovete accompagnare i vostri ragazzi in Chiesa, i catechisti vicini ai bambini, bene: in ginocchio, e vi inginocchiate con loro.
Chiaro che se uno ha dei problemi fisici il Signore lo sa, ma finché tu non hai dei problemi fisici fallo e dì agli altri: fatelo.
Poi la seconda formula dice la stessa cosa riprendendo il tema eucaristico: "Ogni volta che mangiamo di questo pane e beviamo…..".
Terza formula: "Tu ci hai redenti con la tua croce e la tua risurrezione….".
Poi continua la preghiera che dice il sacerdote celebrante, insieme con lui, se ci sono, gli altri sacerdoti celebranti ( infatti vedete CC che vuol dire celebranti, invece CP vuol dire celebrante principale ).
Solo il celebrante principale dice: mistero della fede, non gli altri concelebranti.
Poi dopo il mistero della fede, e la risposta del popolo, i celebranti insieme recitano questa preghiera, il celebrante principale a voce alta, vicino al microfono, gli altri è consigliabile a voce bassa, perché chi detta il tono della preghiera è il celebrante principale, non gli altri.
Ossia il celebrante principale non dev'essere trascinato dagli altri celebranti, ma lui guida la preghiera secondo il suo ritmo e secondo il suo stile.
Questa è sempre preghiera eucaristica, la preghiera di consacrazione termina con il mistero della fede, da quel momento sempre in piedi.
Poi vedete 1C, vuol dire primo concelebrante ossia: il Cardinale celebra la Messa, e di fianco a sé a due altri sacerdoti, possono essere i due vescovi ausiliari.
Allora lui legge la prima parte, poi dopo uno dei due legge una parte, l'altro, infatti vedete al fondo di pag. 32: 2C secondo concelebrante.
Quindi una parte la legge il primo, una parte la legge il secondo.
Se poi non fossero vescovi ma altri sacerdoti non importa.
Generalmente c'è anche un ordine con cui vanno le cose.
Quando ci sono tanti sacerdoti che concelebrano, generalmente presiede quello che ha maggiore importanza o, se se la sente, quello più anziano.
Se tra tutti quei sacerdoti è presente un vescovo, secondo la liturgia, deve presiedere il vescovo.
Se è un'assemblea di vescovi, che celebrano insieme, e c'è un arcivescovo, deve presiedere l'arcivescovo.
Se fra tutti gli arcivescovi c'è, che ne so, un arcivescovo metropolita e ci sono tanti arcivescovi, presiede l'arcivescovo metropolita.
Se ci sono tutti arcivescovi e c'è un arcivescovo patriarca, allora presiede l'arcivescovo patriarca, che è più in alto del metropolita.
Se c'è il cardinale, celebra il cardinale però se c'è il cardinale patriarca è ancora sopra.
Se c'è il Segretario di Stato allora celebra lui.
Non sono cose fondamentali questi sono solo usi, sono solo regole che si danno perché ci sia un certo ordine nelle celebrazioni.
Capita, in alcuni casi, che poveri vescovi, ad un certo momento devono presiedere da tutte le parti, dicono: oggi non mi sento, allora il vescovo da il mandato: fallo tu.
E quindi in quel caso è lui che ha detto di fare questo.
Voi sapete che all'altare del Bernini, a Roma, può celebrare solo il Papa, però il Papa può dire ad un vescovo, cardinale…: bene, ti do il permesso di celebrare all'altare papale, perché quello è l'altare papale.
"Ricordati dei nostri fratelli che si sono addormentati…"
Ultima preghiera, tutti i concelebranti.
Il primo inizia: "Per Cristo, con Cristo e in Cristo" tutti gli altri vengono dietro: "a te Dio Padre onnipotente nell'unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli."
Quest'ultima preghiera è importantissima perché include tutto quello che si è fatto nel disegno della Trinità.
Questo è un momento eucaristico.
Cosa vuol dire eucaristico? Il buon ringraziamento, la pienezza del ringraziamento, la pienezza della gratitudine.
Infatti tutto il popolo dei redenti e dei salvati per mezzo di Cristo, con la potenza di Cristo, inserito in Gesù Cristo, vuol dire questo, diventa per te Dio Padre onnipotente, nella potenza dello Spirito Santo, onore e gloria.
Quindi significa una contemplazione della fine dei secoli, quando tutto sarà ricapitolato in Cristo, come dice il libro dell'Apocalisse, e tutto diventa lode, onore, gloria a Dio Padre per mezzo di Gesù nella potenza dello Spirito Santo.
Ogni onore e gloria per tutti i secoli, cioè da sempre e per sempre.
Per questo è una preghiera stratosferica, pazzesca, che è riservata al clero, non all'assemblea, perché è Gesù Cristo che sta parlando in quel momento.
È Lui che ha già realizzato in sé il progetto di Dio Padre.
L'assemblea proclama questa preghiera con una conferma e cioè: amen.
Non è l'assemblea che redime se stessa, ma è Gesù Cristo che redime, per questo è la preghiera di Gesù Cristo, non dell'assemblea.
E per questo viene proclamata dal sacerdote e non deve essere proclamata dall'assemblea.
Ci sono dei sacerdoti che lo fanno fare perché, evidentemente, non hanno capito questo.
Se ve lo fanno fare, voi state ubbidienti, ma dentro di voi sapete che questa preghiera è riservata al sacerdote.
Perché il sacerdote agisce in Persona Christi, è Gesù Cristo che agisce.