Savino Castello

B5-A4

( Continuazione, V. Anno II, N. 2 )

Volgendo le pagine del suo diario, in cui notava ogni sfumatura del suo pensiero, ogni fluttuazione del suo sentimento, scorgiamo che la sua idea dominante era il proprio perfezionamento morale, la lenta e laboriosa, ma bellissima ascensione dell'arduo monte della virtù e della santità.

« Ora fanno appunto due anni quando mi parve intravedere una via che avrei potuto aprirmi da solo nel mondo; quando ancora credevo facile la lotta e quasi divertente, sentii più forte svegliarsi in me il sentimento religioso a causa del bisogno che sentivo del divino aiuto, e conseguenza di questo risveglio fu lo studio più profondo della religione; il che mi condusse alla necessaria lotta contro tante male abitudini ».

« Nel primo entusiasmo anche questa lotta mi fu facile; ma poi ricominciai a ricadere nei soliti difetti, e da allora seguitai sempre a lottare con poco profitto.

Ho cercato di indagare la causa di questa lentezza nel progredire e mi sono convinto che non è la forza di volontà che mi difetti, ma bensì una guida che sappia dirigerete governare questa forza, e questa guida, voi lo avete già compreso, non può essere altro che un sacerdote saggio e virtuoso, ed è appunto tale persona che intendo cercare. » ( Al padre ).

Uno squisito senso morale, assai fine e delicato, lo avvertiva del suo animo difetto, ed egli cercava immediatamente di emendarlo.

Il suo unico difetto era un po' di ghiottoneria, e noi ci meravigliamo al vedere come ogni ricaduta in questa sua abitudine, malgrado i più fermi proponimenti, destasse nel suo cuore un rammarico acerbo.

« Posso con un atto energico e decisivo imporre alla gola un po' di sacrificio colla sicurezza di durare nel mio proposito?

Certo io per me stesso mi sento debole e incapace; ma, ai disopra delle mie forze, ve n'è una che con le altre tutte le sostiene, una forza onnipotente, che desidera solo di venirmi in aiuto; vi è Dio ».

« Ieri ricorreva il secondo anniversario della morte di mia sorella Teresa.

Possa questo giorno, che ricorda quello della scomparsa della sorella, che tanto aveva desiderato vedermi buono e saggio, scomparsa che determinò in me una si forte spinta sulla via del bene, segnare l'ultima e vittoriosa spinta contro la gola ».

Si era tracciato un nobile programma di vita e non abbiamo dubbio alcuno che, se egli fosse vissuto, lo avrebbe compito, data la fermezza della sua volontà e la vigoria del suo carattere.

Si proponeva anzitutto di combattere pertinacemente i vizi della società, sia con la parola, sia con l'esempio; con instancabile coraggio combatteva fra i suoi compagni di lavoro quelle teorie materialistiche che il secolo ateo infiltrava nei loro cuori inesperti.

« A raccoglierci un momento sopra noi stessi e volgere la mente al mutuo strazio in cui l'umanità si affanna, nasce nel cuore un profondo scetticismo e viene voglia di volgerci ad essa e dirle: - Tu che ieri eri fiera delle tue conquiste nella meccanica, nella chimica, nella tecnica, guarda che cosa serve il prodotto di tutta la tua esperienza, di tutto il tuo studio!

« Ecco, tutto quello che tu vantavi d'aver fatto per la felicità dell'uomo si volge ad accrescerne lo strazio, ad ingigantirne il dolore.

E perché? Perché tu, nella superbia tua, vedendoti così in alto come Lucifero obliasti che il tuo splendore era il riflesso di Colui che tè l'aveva concesso, e ti adergesti a Re delle tue opere e di quelle di Dio ».

Con santo sdegno inveiva contro il turpiloquio e contro il malcostume che rendevano putrido quel mondo in cui egli si trovava; la sua anima sensibile era crudelmente ferita dalle bestemmie e dalle parole sconce che gli toccava udire; con sagge parole e con ammonimenti fraterni egli cercava di ricondurre sulla retta strada quegli spiriti traviati.

« Cos'è che mi attrae così potentemente verso questa missione? verso quest'avvenire ignoto?

Desiderio di gloria, di giustizia, di carità? Vero amore alla religione ed alla patria?

Un po' di tutto ciò ». ( Dal Diario intitolato Verso il bene ).

Si proponeva di dedicare la sua esistenza ad un opera di alto apostolato diffondendo la parola del Vangelo, dando incremento alle opere di carità, cercando in ogni modo di recar giovamento al suo prossimo.

« In essa sola ( la Fede ) è la salvezza della patria, la salvaguardia del suo popolo contro la corruzione che orrendamente dilaga e pervade e perverte ogni classe, distruggendo ogni sentimento di fede cristiana e di onore ».

Ed accanto a questo ideale, aveva collocato l'affetto per la famiglia; intendeva lavorare, lavorare strenuamente onde col suo guadagno recar aiuto ai genitori e preparar loro una vecchiaia circondata dall'agiatezza.

« Naturalmente dovrò pure pensare a procurarmi di che vivere ed anzi conto di poter fare qualche risparmio per voi, e perciò cercherò di ridurre al minimo il necessario per me.

So di assumermi con tutto ciò dei gravi doveri, di andare incontro ad enormi difficoltà, di aprirmi volontariamente una strada di triboli e forse di persecuzioni, ma so anche che non è la via più facile quella che conduce al Cielo, e so che Dio sostiene quelli che per Lui lottano e in Lui si affidano; ed è appunto la fiducia in Lui che mi fa affrontare impavido questa lotta, che certo con i miei soli mezzi non potrei vincere ».

( Lettera al padre )

( Continua )

F. Olivero