Savino Castello

B6-A4

( Continuazione V. Anno II, N. 3 )

Tutte le ore che gli rimanevano libere pensava di dedicarle alla preghiera ed allo studio.

Ambiva di coltivare il suo cuore e la sua intelligenza.

Noi notiamo nelle sue lettere come egli senza grande preparazione letteraria fosse padrone di uno stile limpido, corretto e vigoroso.

E possiamo congetturare che se fosse vissuto sarebbe diventato uno scrittore ed un parlatore esperto ed efficace.

« Oh! come sono stanco di questa breve vita, monotona, perché nulla ancora ho fatto di bene, buia, perché ancora la luce della carità cristiana non l'ha illuminata, perché non ho visto tergersi per l'opera mia una lagrima, ancora non ho saputo procurare ad altri un sollievo, ancora non ho potuto gioire d'aver fatto gioire.

O Signore, fate voi ch'io possa trovare nell'esplicazione dell'amore del prossimo lenimento a quanto io soffro, possa trovare novella forza per desiderare di vivere, possa nuovamente intravedere nell'avvenire una vita cui sia unico scopo la carità vostra. »

Dal ricco terreno della sua anima dovevano sorgere fiori meravigliosi di bontà e di scienza.

La sua forza morale, la resistenza al dolore ed alla fatica, la sua virtù di rassegnazione si manifestino specialmente in quelle lettere in cui ci descrive le sue esperienze della guerra, le lunghe notti di veglia nel gelo, e tutti quei patimenti ch'egli sopportava con grande rassegnazione, ed anzi, con amore, poiché innanzi alla sua mente splendeva, radiosa d'immortale splendore, l'immagine del Suo Divin Maestro, sanguinante, in croce.

In mezzo a compagni che non comprendevano il suo animo delicato, fra il turpiloquio e la bestemmia, ei forse si sentì talvolta solo, immensamente solo e desolato; ma allora il pensiero dell'agonia del Getsemani lo sollevava, e certo gli Angeli erano pure allora attorno a quell'anima eletta e solitaria.

Su saldi principi di Fede e di morale riposava il suo cuore innocente e ardente d'affetto per l'umanità; pel bene dei suoi simili egli intendeva lavorare, lottare, vincere la lotta immane contro le forze sataniche, contro lo spirito del male.

Questi elevati principii religiosi e morali erano stati instillati nel suo cuore, oltre che dalla sua famiglia, dagli ottimi Fratelli delle Scuole Cristiane.

Specialmente al suo direttore Fr. Teodoreto egli scrive affettuosamente lettere che traboccano di verace sentimento filiale, di rispetto e di venerazione.

« Oh! quando ricordo la felicità di quei giorni dedicati completamente alla preghiera, quasi astratti dal mondo, nella contemplazione delle nostre Verità sublimi, quanto la rimpiango!

« Mi raccomando a loro affinché essi, che tanto pregano, suppliscano alla mia volontà infiacchita, nell'impetrarmi forza e tranquillità per adempiere con serena costanza ogni mio compito, per non ritrarmi mai dal pericolo utile e necessario per la vittoria, per mai anteporre la vita al dovere.

« Preghiamo quelli che rimangono affinché almeno tante persone traviate si volgano al bene, e, se devono esalare l'anima, almeno essa sia prima fatta degna dell'amplesso di Dio!

« La sua figura paterna tornerà davanti ai miei occhi ogni volta che nei momenti difficili sentirò il bisogno di ricercare ne' suoi consigli, conforto e lena per seguire la retta via su cui Ella tanto s'industriò d'avviare me con tanti altri giovani miei pari.

« Ed ora che il periodo più arduo della mia vita e imminente, più che mai il cuore sente il bisogno di staccarsi da quanto è fugace per cercare negli eterni Veri alimento per sostenere vivo il desiderio del dovere a qualunque costo, anche contro il tempo, il più forte nemico dei Buoni propositi e degli entusiasmi ».

Forte a combattere contro se stesso, egli era pronto a obbedire; pronto a sacrificare la sua vita, aveva un animo tenero e dolce per i suoi compagni, per aiutarli nelle loro difficoltà, per alleviare i loro dolori, per elevarli dal fango dei vizi e della corruzione in cui erano immersi.

Questo fiore si bello, nello splendore della sua primavera, pareva creato per aure più pure di quelle della terra; onde presto la divina Provvidenza volle trapiantarlo nel Cielo.

Il suo periodo di lotta fu breve, ma eroico.

La sua anima, rinvigorita dalla preghiera, santificata dai Sacramenti, ardeva di carità pel Signore, per la Patria, per la famiglia.

Sulle ali della preghiera essa si elevava a quelle regioni beate ove ora risplende di fulgori immortali e prega per coloro che dolorano e piangono nel loro pellegrinaggio mortale.

F. Olivero