S. Paolo della Croce

B10-A2

( Continuazione, vedi Anno III N 3 )

Fondatore dei Passionisti

Apostolo del Crocifisso nei Secolo XVIII

Altra volta un eretico, nonostante la predicazione del Santo e le numerose conversioni dei compagni d'eresia, persisteva ancora ostinato, quando con un prodigio il Signore si compiacque convertirlo.

« Nell'atto che egli guardava il Crocifisso, col quale alla fine della predica il nostro Santo benediceva l'uditorio, vide che quella sacra immagine staccò la mano destra dalla croce e benedisse tutto il popolo.

A tal vista l'eretico, illuminato interiormente, si compunse, detestò i suoi errori ed entrò cogli altri nel seno della vera Chiesa ».

« Due prodigiose idee rifulsero sempre alla mente di Paolo: fondare un Istituto che accogliesse, anime tutte consacrale al culto di Gesù Crocifisso e condurre all'amore di Lui i popoli mediante il ministero dell'apostolato e quindi delle sacre missioni ».

E ora vediamolo in quella santa predicazione, sempre in relazione al Crocifisso.

« Qualche ora prima di presentarsi ai pubblico, Paolo, si chiudeva in stanza, e, prostrato ai piedi del Crocifisso Signore, con le ginocchia nude sopra d'una tavoletta armata d'acute punte, fatta a modo di croce, ripassava la predica, e pregava e piangeva, domandando a Dio la conversione delle anime. »

« E perché la fede e l'esperienza avevano intimamente convinto lo zelante apostolo che nessuna cosa era cosi efficace a spezzare i cuori induriti dalla colpa, quanto la meditazione di Gesù Appassionato, non l'ometteva, anzi ne faceva una parte principale, il fondo essenziale della sua predicazione.

Non è a dire con quanto affetto e tenerezza trattasse simile tema.

Nessuno c'era che non ne restasse commosso e compunto sino alle lacrime; a tale, che alcuni cardinali, udendolo in S. Giovanni dei Fiorentini, dissero singhiozzando: « E come si fa a non piangere sentendo questo padre predicare la Passione? »

Così a imitazione dell'Apostolo delle genti, predicando e facendo conoscere il suo Amore Crocifisso, questo secondo Paolo trionfava dei cuori ostinati, estirpava i vizi, toglieva scandali, abbatteva l'impero di Satana nelle anime, rinnovando la faccia delle terre che percorreva. »

La prima casa che il Santo Fondatore aprì in Roma nella sede stessa della cattolicità, si denominò: Ospizio del SS. Crocifisso.

Ma S. Paolo della Croce non fondò i soli Passionisti: « il Signore gli manifestò essere di sommo suo compiacimento che radunasse attorno alla Croce altresì uno stuolo di sacre Vergini, le quali, distaccate dal mondo, non pensassero che a meditare e a piangere la morte dei loro Sposo divino e a consolare il cuore dell'Addolorata sua Madre Maria, SS.ma »

E al 3 di maggio 1771, festa dell'Esaltazione della Santa Croce, il monastero delle Religiose Passioniste fu aperto in Cornelo Tarquinia a ricevere le nuove spose di Gesù che S. Paolo della Croce soleva chiamare: « le pure colombe del Crocifisso. »

Ebbe S. Paolo per valida collaboratrice in quest'opera e sua prima figlia spirituale, Suor Maria Crocifissa di Gesù.

« La divozione a Gesù Crocifisso è la caratteristica di S. Paolo della Croce.

Il Crocifisso fu il grande ideale, a cui s'ispirò in tutta la sua vita, il nobile esempio a cui informò la sua condotta, il gran libro sul quale studiava e imparava le più ammirabili lezioni di virtù e di santità: il Crocifisso fu per lui sorgente d'ogni bene.

Non parlava, non predicava, non iscriveva senza qualche frase, qualche sentenza sui dolori, sulla Passione del Redentore.

Fin da giovinetto mostrò di possedere pienamente questa divozione.

Il solo dire « un Dio flagellato, un Dio Crocifisso! » bastava perché restasse come preso da stupore e senza parola.

Questa divozione suggeriva a tutti e ad essa attribuiva la conversione d'un infinità d'anime le più traviate. »

« I dolori di Maria gli erano profondamente scolpiti nel cuore e non poteva pensarci, ne parlarne senza piangere.

Gli era impossibile meditare, come faceva , ogni giorno, il Crocifisso, senza pensare altresì ai dolori di Maria.

Diceva: « Dove è il Figlio, ivi è la Madre.

Chi va al Crocifisso, va anche a Maria, che sta ai suoi piedi in un mare di pene.

Dal mare delle pene di Maria si passa al mare delle pene di Gesù. »

E concluderemo con questi ultimi passi del caro Passionista P. Domenico autore di questa bella vita: « I Passionisti, i figli della Passione, i soldati del Crocifisso, ormai sparsi per il mondo intero, eredi e conservatori tenaci dello spirito del loro dolcissimo Fondatore, vanno umilmente compiendo nella Chiesa la loro missione.

Il loro motto è questo: - La Passione del nostro Signor Gesù Cristo sia sempre impressa nei nostri cuori.

Il loro programma è riepilogato in queste parole: Nos autem praedicamus Iesum Christum et hunc Crucifixum.

Noi predichiamo Gesù Cristo e Gesù Cristo Crocifisso. »

Cari Soci dell'Unione, in mezzo a cui è fiorita già più volle la celeste pianta della vocazione religiosa, fra tutti gli altri incliti Ordini religiosi l'umile Congregazione dei Passionisti, cioè dei Figli del Crocifisso, non si dilegui dagli occhi del vostro spirito: è tanto mai a voi consona!