Amore misericordioso di Gesù

B13-A6

Riceviamo e pubblichiamo senza commenti.

« Una persona che abita qui vicino a noi, da tanto tempo più non voleva saperne, di confessarsi ( per lo meno erano venti anni ) e metteva in ridicolo le cose religiose; nemica affatto dei Sacerdoti, bestemmiava e conduceva mala vita.

Una malattia la colpì e benché guarita rimase cieca da un occhio, ma in questa malattia era sempre in continua agitazione e bestemmiava sempre, sicché faceva compassione e orrore a quanti le s'avvicinavano.

A mia madre capitò di trovarla e la consigliò come meglio seppe a sopportar tutto pazientemente per amor di Dio ed a questo fine la esortò a recitare la Divozione a Gesù Crocifisso, invitandola a confessarsi, dicendole che gran pace del cuore avrebbe sentito una volta che fosse in grazia di Dio.

Ma quella persona si rifiutò assolutamente di confessarsi e per allora non promise di recitare la Divozione.

Ma noi avevamo fede in Gesù Crocifisso, e di li a pochi giorni mia madre le domandò di nuovo se voleva essere ascritta, facendole capire la Misericordia di Dio verso i peccatori che sinceramente si convertono, e questa volta accettò, tutto e di più promise di confessarsi.

Ma al demonio rincresceva di perdere una sua serva e faceva tutti gli sforzi per impedirlo.

Passarono circa sei mesi e tutte le domeniche aveva una scusa e mai cercava di riconciliarsi con Dio, ma la Divozione al SS. Crocifisso la recitava sempre e per questo noi sempre avevamo speranza.

Cadde di nuovo ammalata, ma questa volta rassegnata non diede un lamento, e quando conobbe essere vicino la sua fine domandò lei stessa un Sacerdote e portatole il SS. Viatico, dopo aver dato segni di essere veramente convertita, spirò.

« Questa cosa fece stupire tutti, ma noi ringraziammo il Santissimo Crocifisso, riconoscendo che era frutto della Divozione alle cinque Piaghe e della infinita misericordia di Gesù ».

* * *

« Il Sig. N. N. da 7 anni paralitico ricoverato nell'Ospedale di Carmagnola, era uomo quanto mai avverso alla religione; guai a parlargli di Dio o di anima, e guai gli si fosse avvicinato un religioso o Sacerdote, andava sulle furie imprecando e bestemmiando.

« Per ridurlo a migliori sentimenti, non valsero le sante industrie, di ottimi Sacerdoti; anzi era un inasprirlo sempre più; ma Dio, che non vuoi la morte del peccatore, ma che si converta e viva, ebbe di lui pietà.

La sera del 5 aprile 1913, la Rev. Suora del Cottolengo addetta alla corsia, vedendo che al disgraziato restavano poche ore di vita eppure continuava a rifiutar ostinato i Sacramenti, ad insaputa dell'infermo gli pose sotto il guanciale l'immagine del Crocifisso.

Erano le ore 5 pomeridiane, il malato trova frugando la sopraddetta immagine la prende e la getta con rabbia ed imprecazioni per terra.

La Rev. Suora con calma e rispetto raccoglie e pulisce l'immagine e la rimette, a sua insaputa, sotto il guanciale.

« Dopo le ore 6, il moribondo si sveglia e con meraviglia di tutti domanda di un Sacerdote, che vuoi confessarsi.

Alle ore 6 è tre quarti, giunge il Sacerdote, lo confessa, lo comunica egli somministra l'Estrema Unzione ed alle 7 ed un quarto il Sig N. N., spira placidamente coi segni più evidenti di pentimento e di una morte cristiana ?

Evviva Gesù Crocifisso!

( Continua )