La Casa di Carità

B44-A6

Sede della Scuola Professionale Festiva e Serale Via Feletto ang. Via Soana - Torino

Scopo

Fin dal 1925 i Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata iniziarono la Scuola Professionale, allo scopo di poter avvicinare i giovani operai e dar loro con una coscienziosa istruzione tecnica una profonda cognizione delle verità della Fede.

Aperte le iscrizioni poche decine di giovani risposerò all'appello.

Modestamente, senza strombazzamenti di sorta, ecco aumentare via via il numero degli allievi.

Lo spettacolo di giovani operai autentici, che alla fabbrica e all'officina avevano dato tutte le ore della lunga settimana e che la domenica, prima di cominciare la loro giornata di studio, si radunavano piamente ai piedi dell'altare per invocare sui loro studi la benedizione del Cielo, era davvero nuovo nel popoloso rione della Barriera di Milano, ma era uno spettacolo sublime, che come ogni cosa bella e grande è stata feconda di frutti salutari.

Le aule adibite ad uso scuola avevano bisogno di imbiancatura; gli arredi scolastici - pochi e usati - necessitavano di riparazioni, mancavamo le collezioni didattiche per l'insegnamento oggettivo delle diverse specialità del programma.

Ed ecco i giovani allievi dare gratuitamente e con slancio alla scuola le ore serali dedicate al riposo: sono imbianchini, falegnami e - a tempo perso - collezionisti delle più svariate cose, per abbellire la loro scuola, per dotarla di quanto può tornare utile allo svolgimento del programma.

Un'altra provvida iniziativa sorge spontanea per desiderio degli stessi alunni: l'Associazione Allievi ed Ex-Allievi, nella quale sono riuniti in fraterna comunanza di ideali e di opere tutti quanti alla Scuola Professionale sono debitori della luce dello spirito e del calore della vita.

E così la modesta Scuola ha la sua Sesione Mamdolinistica, che rallegra le feste scolastiche, celebrate sempre con slancio e fervore; la Sezione Filodrammatica per intrattenere nei giorni di maggiore solennità le famiglie degli alunni, affinché anch'esse partecipino alla vita della scuola e ai beni che da essa derivano, e la Sezione che si potrebbe chiamare dei servizi logistici, che fornisce alla scuola gli elementi necessari per la vigilanza, la manutenzione, la pulizia, il riscaldamento dei locali: modesta sezione che, nel silenzio e nell'ombra, rende possibile il funzionamento e la prosperità della scuola stessa.

Ma non bastò ai giovani organizzatori la Scuola Festiva: il desiderio di maggiore istruzione e la richiesta di altri numerosi instanti diedero vita anche alla Scuola Serale Professionale.

In questo modo un gruppo di giovani volenterosi, guidati solo dal desiderio, di fare del bene ad altri giovani, senza stipendio o gratificazione di sorta, passa tutte le sere e tutte le feste a guidare, istruire, educare un nucleo di ben 270 operai, desiderosi di ornare la propria mente e formare il proprio cuore per sempre meglio prepararsi alle inevitabili battaglie della vita. Gloria a loro!

Ma i vecchi locali che hanno veduto il sorgere e lo svilupparsi della Scuola della Madonna della Pace non bastano più al suo sviluppo.

Un altro bisogno è grandemente sentito nel popoloso borgo operaio: la creazione di un convitto operaio che dia un tetto e una mensa a tanti giovani, che soli e inesperti nella grande città trovano sovente in dubbie pensioni la morte dell'anima e dei sani principi loro inculcati dalla mamma lontana o passata a miglior vita.

È stato quindi necessario l'acquisto di una casa per trasportarvi la Scuola serale e festiva e per organizzare l'opera nuova che già si annunzia feconda di frutti.

Sulla nuova Casa di Carità scenda la benedizione di Dio e voglia Gesù Crocifisso serbarle un lungo avvenire ricco di abbondanti manipoli di bene.

Inaugurazione

Il 15 giugno 1930, festa della SS. Trinità, fu il gran giorno in cui la mano del ministro di Dio benedicente la Casa di Carità segnò il principio del consolidamento dell'opera di Gesù Crocifisso e di Maria SS. Immacolata.

Sua Eccellenza Mons. Angelo Bartolomasi, Arcivescovo Ordinario Militare d'Italia, fu ricevuta alla chiesa di N. S. della Pace dal Rev. Parroco, dagli allievi e Insegnanti della Scuola Professionale, nonché dalle Associazioni Parrocchiali.

Finita la S. Messa Sua Eccellenza salì in pulpito e pronunciò colla conosciuta facondia un sublime e avvincente discorso sul grande binomio cristiano: preghiera e lavoro.

Fu una nuova rivelazione del gran cuore e della grande mente del Vescovo Castrense, che vissuta la diuturna fatica della trincea ha compreso tutto il valore del sacrificio e del lavoro quand'è santificato dalla preghiera.

In bella schiera i giovani salutarono Sua Eccellenza quando si allontanò, fatto anche oggetto dei più deferenti segni di riconoscenza da parte di tutta la popolazione.

Poscia il Rev. P. Pechenino, Parroco di S. della Pace, accompagnato dal Rev. Sig. Direttore Fr. Aquilino e dal Fr. Teodoreto delle S. C. si portò alla Casa di Carità, dove, tagliato il nastro tricolore che chiudeva l'ingresso nelle aule, pronunciò elevate parole di occasione augurando che la « Casa di Carità » avesse a diventare un prezioso vaso di elezione, i cui frutti siano molti e durevoli.

In giardino venne benedetta la statua della Vergine Immacolata e ai piedi della medesima fu sposta una pergamena che ricordando l'avvenimento dell'inaugurazione della Casa di Carità portava la firma di tutte le autorità presenti alla cerimonia.

Anche nel pomeriggio la festa riuscì veramente consolante. Giunto S. Ecc. Mons. Bartolomasi fu ossequiato dai Catechisti, dai Fratelli delle Scuole Cristiane e da numerose personalità.

Anche le Presidenze della Federazione della Gioventù Cattolica Italiana e degli Uomini Cattolici parteciparono mediante loro illustri Presidenti e Consiglieri.

L'accademia musico - letteraria fu eseguita dagli alunni cantori della Scuola Arti e Mestieri dei Fratelli delle Scuole Cristiane in modo impeccabile e mentre negli intermezzi venivano distribuiti i premi agli allievi, il pubblico godette un'ora di intima gioia nel verificare i consolanti risultati ottenuti in pochi anni dalla Scuola Professionale.

Il momento però più solenne fu quello in cui S. Ecc. Mons. Bartolomasi rivolse, con lo slancio suo proprio, ispirate parole di incoraggiamento ai promotori della Casa di Carità e ai Suoi sostenitori.

Affermò che tutto il bene, che come in una pellicola meravigliosa gli era passato innanzi attraverso, le diverse recitazioni e la proclamazione dei risultati scolastici, si poteva ben dire interamente frutto di sacrificio.

Sacrifici sconosciuti dei Catechisti cresciuti alla Scuola di Gesù Crocifisso e sacrifici costanti degli allievi che all'unisono rispecchiano la diligente cura che fin dall'inizio dell'opera di Gesù Crocifisso ebbero i benemeriti Fratelli delle Scuole Cristiane.

Le più grandi opere, continuò S. Ecc., furono sempre frutto di martirio e di sacrifici, sia attraverso le lagrime come attraverso le ferite del cuore o del corpo.

Culminò inviando in qualità di Vescovo e di Generale dell'Esercito Italiano un deferente saluto a Sua Maestà il Re, che trovandosi in quel giorno a Torino, richiamava alla memoria le epiche giornate della guerra, nelle quali il Re Soldato si fece umile fra i soldati, applicando il detto di Cicerone che « chi è grande diventa più grande abbassandosi ».

Fatti gli auguri alla nascente opera Sua Eccellenza terminò il Suo dire fatto segno alle più entusiastiche ovazioni del numeroso ed eletto pubblico che l'aveva seguito con palese e viva attenzione.

Recatisi quindi tutti alla Chiesa Parrocchiale, dopo un ultimo fervorino di Monsignore intorno all'importanza della santificazione delle feste di precetto, base della vita cristiana e dell'armonia nelle famiglie cristiane, aveva termine la bella giornata colla Benedizione Eucaristica.

I Catechisti riconoscenti a S. Eccellenza Mons. Bartolomasi augusto loro Patrono, che si degnò di onorarli della Sua ambita presenza, e a tutte le persone che con il loro intervento resero più solenne la giornata, pregano il SS. Crocifisso di volerli sostenere nell'ardua impresa della « Casa di Carità » per la quale la giornata del 15 giugno 1930 segnò luminosamente il punto di partenza.