La protezione del Crocifisso

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo, documentando la narrazione con un estratto di stato civile della città di Imperia, lieti che Gesù Grocifisso abbia da questo fatto ad averne onore e gloria e si espanda sempre più la sua Divozione.

Ill.mo Sig. Direttore. - Ad onore e gloria di N. S. Gesù Cristo Crocifisso La prego vivamente di voler pubblicare sul suo bollettino il seguente fatto assolutamente vero in tutti i suoi particolari.

Il SS. Crocifisso protegge gli aviatori

" Nell'ultimo anno della guerra mondiale e precisamente nel pomeriggio del 27 luglio 1918, verso le ore 18, accadde in Porto Maurizio una gravissima disgrazia aviatoria.

Un idroplano montato da due giovani aviatori, con un grosso carico di bombe a bordo, mentre ritornava in porto, dopo aver compiuta una lunga perlustrazione, nella manovra di ammaramento, andava a cozzare contro il pennello del molo di ponente.

L'urto fece esplodere con formidabile tuono le bombe, mandando in pezzi i piloti e l'apparecchio.

Chi scrive questo fatto era solito recarsi ogni giorno a quello stesso pennello per far divertire i suoi due bambini, un maschio e una femmina, pescando coll'amo, ma quel giorno, provvidenzialmente, impedito da impegni professionali, non poté recarvisi, e, come ognuno può pensare, fu una vera benedizione di Dio; altrimenti padre e figli sarebbero stati uccisi dallo scoppio o dallo spavento.

Il maschietto, allora di cinque anni, sebbene non presente alla tragica scena, riportò tuttavia da essa una profonda impressione.

Spesso compiangeva le vittime del disastro, e non voleva assolutamente più saperne di ritornare a pescare nel luogo della disgrazia.

" Qualche giorno dopo, celebrandosi la festa del Perdono di Assisi, nella vicina Chiesa delle Clarisse, domandò alla mamma, che era con lui, perché le stesse persone entravano ed uscivano continuamente di Chiesa, ed avendogli, la mamma spiegato che con tale cerimonia si acquistano tante indulgenze plenarie per la liberazione delle anime del Purgatorio, il bimbo senz'altro cominciò ad entrare ed uscire di Chiesa senza posa, rispondendo, a chi glie ne chiedeva il perché, che voleva liberare le anime dei due aviatori periti.

" Trascorso qualche altro giorno, pregò il babbo di condurlo al Monte Calvario, che è un poggio distante pochi passi da Porto Maurizio, sul quale sorge un bel Santuario sacro alla Passione del Signore e dove in un'urna, sotto l'altare maggiore, si venera l'Effigie Prodigiosa di N. S. Gesù Cristo deposto dalla Croce.

Arrivato lassù il bimbo corre difilato all'urna santa e, prostrato dinanzi alla immagine Divina, dapprima resta come assorto in una profonda adorazione, indi con ingenua fede parla e parla a lungo a Gesù.

Il padre dal fondo del Santuario assiste commosso al sommesso colloquio del suo bimbo con Gesù e non osa disturbarlo, ma quando lo vede tornare dall'Altare gli chiede: " Ebbene, Gigetto, che cosa hai detto al Signore? " - " L'ho pregato tanto e tanto di non lasciar più morire gli aviatori.

E il Signore mi ha fatto cenino di avvicinarmi a Lui, mi ha promesso che non li farà più morire e mi ha detto di continuare, ad essere buono e ubbidiente, che mi farà tanti doni e tante altre belle cose che non posso dire a nessuno"

Il giorno dopo, con stupore di tutti noi, il bambino chiede insistentemente di andare a pescare al pennello funesto.

Mentre siamo intenti a pescare, ecco sopraggiungere due idroplani che precipitano violentemente l'uno dopo l'altro in acqua poco lontano da noi, ma gli aviatori tanto del primo, che del secondo apparecchio saltano a tempo dalle rispettive carlinghe e se la cavano con un tuffo in mare.

"Accorre, subito un M.A.S. della Capitaneria di Porto che raccoglie i naufraghi fra te grida di gioia e gli applausi degli astanti e particolarmente di Gigetto che in aria di trionfo si rivolge al babbo dicendo: " Hai visto, papa, che il Signore ha mantenuto la promessa? I due idroplani sono precipitati, ma gli aviatori sono rimasti, illesi ".

" Con tanti ringraziamenti ed ossequi.

dev.mo ed Um.mo servo Prof. Giovanni Grippa

Porto Maurizio

Estratto dal Registro di Stato Civile di Imperia.

Città di Imperia, - Ufficio Stato Civile.

Estratto del Registro degli Atti di Morte per l'anno millenovecentodiciotto - Atto n. 7- Parte II - Serie C. - Berta Benedetto.

L'anno millenovecentodiciotto, addì nove di agosto, alle ore dieci nella Casa Comunale, A me Dodero Giuseppe, Assessore Comunale in assenza del Sindaco, ufficiale dello Stato Civile del Comune di Porto Maurizio, è pervenuta dalla locale R. Capitaneria di Porto la seguente copia di atto di morte che per intero ed esattamente trascrivo:

" R. Capitaneria di Porto del Compartimento marittimo di Porto Maurizio.

L'anno millenovecentodiciotto, addì 30 del mese di luglio, nella R. Capitaneria di .Porto suddetta.

Il Capitano di Porto sottoscritto, dichiara che alle ore 18 del 27 luglio 1918, l'idrovolante P. 8 appartenente alla 267.a Squadriglia Idrovolanti, qui di stazione, sul quale si trovavano il tenente Romersa Augusto ed il soldato mitragliere Berta Benedetto di Lorenzo e di Zunino Caterina, nato in Dolcedo il 16 febbr. 1897, ammarando nelle acque di questo Porto, urtò contro uno scoglio del pennello di ponente provocando l'eplosione di una delle due bombe di bordo.

In conseguenza di tale esplosione l'apparecchio andò in frantumi ed il Berta Benedetto scomparve in mare.

Dopo lunghe ed accurate ricerche le membra del Berta predetto furono rinvenute sul fondo del mare dal palombaro Strazzera Michele e portate a questo ospedale di riserva, dove furono ricostruite, e con l'intervento dei testimoni, identificate.

Si redige il presente atto ad ogni effetto di legge. Per il Capitano di Porto firmato: Lanza.

Detta copia di atto di morte, munita del mio visto, la inserisco nel volume degli allegati a questo registro.

L'ufficiale dello Stato Civile: firmato G. Dodero.

Per copia - conforme all'originale, Imperia, 28 - 1932-X.

L'ufficiale dello Stato Civile, firmato: Laghetto.