Casa di Carità Arti e Mestieri

B155-A3

Nel precedente numero del nostro Bollettino, dando notizia ai lettori della Assemblea Generale dei Catechisti, abbiamo promesso di far seguire la relazione sulla Casa di Carità Arti e Mestieri, che e stata la principale attività dei catechisti durante il sessennio 1954-1960.

I nostri lettori, che conoscono i Servi di Dio Fra Leopoldo e Fratel Teodoreto e che si interessano delle opere sorte dalla loro collaborazione per impulso di Gesù Crocifisso, gradiranno essere messi al corrente di questa relazione, presentata dal Direttore Dr. Conti.

Il sessennio a cui si riferisce, è quello immediatamente successivo alla morte del Fr. Teodoreto ed ha evidentemente un'importanza particolare.

Durante questi sei anni la Casa di Carità ha fatto delle esperienze ed acquisito degli sviluppi di carattere decisivo, quantunque molti altri sviluppi siano ancora da realizzare e stiano sull'orizzonte quali mete allettanti e agognate, come si dirà nella parte conclusiva della relazione stessa.

Pubblichiamo perciò, molto semplicemente, la parte essenziale di questa relazione, che venne ampiamente illustrata ai catechisti dal dr. Conti, e che scosse dall'Assemblea la più completa approvazione.

Relazione numerica comparata, del sessennio 1954-1960

Anno Scolastico 1954/55.

Corsi N. Allievi
Iscritti
Allievi
esaminati
Allievi
promossi
Insegnati e
Istruttori
Diurni 5 140 138 126 22
Preserali 8 208 129 94 34
Serali 4 111 81 68 24
Festivi 2 58 53 49 9
Totali 19 517 401 337 89

Anno Scolastico 1959/60.

Corsi N. Allievi
Iscritti
Allievi
esaminati
Allievi
promossi
Insegnati e
Istruttori
Diurni 12 358 347 331 44
Preserali 15 390 253 225 46
Serali 7 169 107 94 33
Totali Corsi Normali 34 917 707 650 123
Speciali 4 72 72 72
Apprendisti 48 1060 959 491
Totali 86 2049 1738 1213

Durante il sessennio 1954-1960 la Casa di Carità Arti e Mestieri ha raggiunto integralmente la caratteristica di Scuola Professionale intesa all'insegnamento di specifici mestieri tra i più richiesti localmente.

Questo indirizzo è stato confermato e consolidato non solo per i Corsi Diurni - che già all'origine comprendevano insegnamenti pratici e non solo teorici - ma anche per tutti gli altri Corsi svolti dopo il normale orario di lavoro.

Secondo questa linea di sviluppo i Corsi Festivi, sono stati con gradualità estinti, in quanto - tra le altre ragioni - la brevità dell'orario non consentiva l'attuazione di programmi pratici.

Che la caratterizzazione sempre più effettiva di Scuola Professionale corrisponda alle necessità dei giovani di fronte alle attuali contingenze economiche e produttive, lo dimostrano soprattutto il crescente afflusso degli allievi e le crescenti richieste di lavoratori preparati rivolte direttamente dalle Aziende alla Casa di Carità.

I Corsi Diurni hanno raggiunto come sviluppo si da consentite dalle attuali disponibilità di locali e soprattutto di mezzi.

I Corsi Serali sono stati sdoppiati in Corsi Preserali di Addestramento e di Qualificazione per Meccanici ed Elettromeccanici e in Corsi Serali per Disegnatori Particolaristi e Meccanici, a cui si sono aggiunti a partire dall'anno scolastico 1957/58 i Corsi per Operatori Elettronici Industriali.

La ripartizione dei Corsi Preserali e Serali è stata operata tenendo conto delle diverse esigenze di orario esistenti tra apprendisti e lavoratori qualificati, e si è favorito per i primi il rientro in famiglia in ore maggiormente consone alla loro più giovane età.

Anche per i Corsi Preserali e Serali la richiesta dei giovani supera largamente la disponibilità dei posti di lavoro.

A partire dall'anno scolastico 1957/58 hanno avuto inizio anche presso di noi i Corsi Complementari di II Grado per Apprendisti, con orario di tre ore settimanali a cui abbiamo aggiunto, per i volontari, mezz'ora di religione.

Accanto ai Corsi « Normali » e per Apprendisti hanno pure avuto luogo - e con felice successo - una serie di Corsi Speciali organizzati per varie categorie professionali su richiesta delle stesse Aziende, allo scopo di conseguire o un primo addestramento, o la riqualificazione, o il perfezionamento di loro dipendenti.

Una delle idee che ha guidato l'allacciarsi dei più stretti rapporti con le Aziende è stata appunto quella di presentare un'azione addestrativa e formativa pronta a ogni evenienza, tempestiva nei suoi interventi, al punto da consentire aggiornate ed efficaci soluzioni, in senso cristiano, di determinati problemi anche occasionali, concernenti l'efficienza professionale ed il migliore orientamento dei lavoratori.

- Sviluppi programmatici, metodologici, organizzativi

L'intento dominante è stato quello di approfondire la conformità della Opera al messaggio di Fra Leopoldo ed agli orientamenti lasalliani del Venerato Fratello Teodoreto.

Con particolare insistenza si è mirato ad esplicitare l'insegna programmatica « Casa di Carità Arti e Mestieri » con l'intento di ricavarne suggestioni e orientamenti fondamentali.

A) Finalità programmatiche

Ci sembra più chiaramente affiorata l'esigenza di operare una sintesi tra formazione professionale ed educazione cristiana.

Più precisamente ci è sembrato di dover concepire e attuare la formazione professionale « come » educazione cristiana, lo sviluppo della vita di grazia « mediante » l'attività professionale, e considerare la vita eterna il fondamento ultimo e massimamente costruttivo e liberatore del lavoro.

Si è mirato a fare della professione una a chiave » di « successo » innanzi tutto interiore, psicologico e spirituale, come « fulcro » per un a inserimento » consapevole e costruttivo nella vita, come « fonte » di umanità più intensa, di santità personale, di santificazione cosmica e di apostolato.

Di fronte ai pericoli di sovvertimento interiore e generale prodottisi con lo sviluppo - pur buono e provvidenziale - della tecnica, della industrializzazione ci è sembrato di aver compreso la necessità di richiamare innanzi tutto i giovani a Colui che così ha predetto di sé: « Quando sarò levato da terra, trarrò tutto a me », e di insegnare loro come non esista altro programma più istruttivo e salvifico che quello di « instaurare ogni cosa in Cristo ».

Durante questi anni sono tuttavia continuate le difficoltà nell'accettare pienamente il titolo di « Casa di Carità », per es. da parte degli industriali.

Da parte nostra invece si è andata sempre più radicando la convinzione che l'ideale di « Casa di Carità » debba trasmettersi dalla scuola alle stesse aziende, come ideale comunitario e cristiano, capace di ricomprendere il lavoro e la produzione, collettivamente conseguiti nel campo dei valori spirituali.

Intanto l'insegna, fedelmente mantenuta, comincia ad associarsi agli ottimi risultati professionali conseguiti, come caratteristico « marchio » di garanzia.

B) Principi pedagogici

Le mete educative proposte agli allievi sono state quelle comunemente raggiungibili con la grazia di Dio e la buona volontà.

Niente di retorico e di sensazionale.

Un primo canone pedagogico è stato quello di condurre gli allievi ad « accettare » con consapevolezza e capacità e per intimo apprezzamento e consenso la propria condizione, il proprio posto nel mondo, cercando di suscitare in essi la gioia di svolgere un compito utile, organico, insostituibile e caratteristico, la gioia di rispondere a uno specifico appello della comunità umana e, per essa, di Dio.

Con questo criterio educativo si è mirato a combattere vittoriosamente tutte le spinte eversive e banalizzanti, l'evasione dissipatrice, i « complessi » d'inferiorità sociale, le frustrazioni psicologiche di un lavoro « eteronomo », dipendente, estroverso, rigidamente disciplinato, la materializzazione mentale, l'incapacità di sentirsi « soggetto » e non « oggetto » della produzione.

Essere « straordinari nell'ordinario », « costruttivi in qualunque situazione a religiosi sempre e in ogni cosa » sono gli aspetti « eroici » di un simile ideale.

Come secondo canone pedagogico si è cercato » di « inserire » i giovani lavoratori nella vita, intesa innanzi tutto come continuità, pur nelle fratture e negli sconvolgimenti, cercando di evitare i contraccolpi, le crisi tanto dannose al costituirsi di personalità equilibrate, cordialmente aperte, innovatrici e pur nella fedeltà alle migliori tradizioni.

Naturalmente il fulcro centrale di questa azione di inserimento è stato lo sviluppo organico e consapevole della capacità professionale, adeguata alle esigenze effettive del lavoro, senza tuttavia ridurre l'uomo al lavoratore, ma cercando di sviluppare l'uomo « con » e « dal » lavoratore.

Per questo si è sempre insistito per una certa « cultura di base » sia religioso-umanistica che tecnica, cercando di stabilire tra le massime espressioni umane una reciprocità, un intimo legame come tra le varie manifestazioni di una comune condizione e di un comune retaggio e messaggio.

« Inserire l'uomo nel lavoro » e « inserirlo » nella vita, così come fluendo si manifesta, specialmente « inserirlo » nella massime espressioni comunitarie, nell'universalità dell'essere e di valori, dandogli il senso della continuità e soprattutto il senso di un arcano richiamo in vista del quale e per il quale tutto si costituisce, si protende, avanza sia pure tra contraddizioni e lotte senza fine.

Tre livelli d'« inserimento » che ci siamo sforzati di conseguire, ben certi che solo col raggiungimento dell'ultimo livello, che nella sua pienezza è quello di Dio, Fa inserimento » definitivo sarà compiuto.

Il terzo canone pedagogico, secondo noi capace di orientare l'azione educativa in modo da assecondare nei giovani la massima dinamicità di sviluppo, un giusto senso di libertà interiore, una presa di posizione sostanzialmente costruttiva, è stato quello di « personalizzare » al massimo la sollecitazione del reale, gli imperativi del compito e della situazione, tradurre in « dialogo » i rapporti con le cose singole e organizzate, coi vari « mondi » cioè con le varie totalità organizzate, in modo che tutto tosse via o strumento di un appello, via e strumento per una « risposta » adeguata.

Un ultimo canone pedagogico è stato quello di attuare ogni cosa in Gesù Redentore, con l'intento di cooperare un orientamento cristocentrico della vita e del lavoro, e di « instaurare » ogni cosa in Lui.

Tutto ciò senza contusione di piani, ma cercando di riscoprire in ciascuno di essi l'eco dell'appello del Signore: « Quando sarò levato da terra trarrò tutto a me ».

Compito estremamente arduo, oltreché per l'evidente soprannaturalità della meta, per la difficoltà di mantenere ciascuna cosa al suo posto evitando tuttavia di chiuderla alla sua ulteriorità più riposta, verso Gesù.

C) Metodologie

Nell'intento più o meno cosciente di attuare gli ideali pedagogici suesposti, si sono cercate metodologie nuove.

Le difficoltà incontrate sono state enormi.

Il primo campo in cui si è lavorato è stato quello delle esercitazioni di officina, con risultati confortevoli anche se non definitivi.

Insegnamento graduato delle singole difficoltà, dell'uso corretto di utensili, di strumenti e macchine, a lavorazioni sintetiche aventi un significato tecnico-produttivo; si è dato maggior rilievo all'intuito pratico, all'iniziativa, alla complessività crescente dei vari lavori sino a raggiungere livelli addestrativi internazionalmente riconosciuti, si è curata maggiormente la razionalità dell'esecuzione da parte degli allievi e sono stati facilitati e orientati interventi da parte degli istruttori.

Un certo orientamento è stato impresso anche alle discipline tecniche, presentate con ricchezza - talvolta - di materiale didattico, in modo più aderente agli interessi degli allievi e alle mete professionali da raggiungersi, senza per altro rinunciare a una formazione di base.

Comunque si è cercato di conseguire un metodo di insegnamento aderente ciò che di caratteristico - in quanto prospettiva mentale - include il lavoro professionale, per farne come la base di una metodologia specifica di insegnamento.

Si è pure tentato di cogliere e di mantenere come prospettiva la « condizione » umana, ambientale, di lavoro degli allievi, considerandola come « situazione culturale specifica », cioè come un punto di riferimento o di partenza per trattare argomenti tecnici, storici, sociali ecc.

D ) Organizzazione

Gli interventi « gerarchici » sono stati affiancati da riunioni generali e speciali di insegnanti e di istruttori per lo studio collettivo delle caratteristiche peculiari dell'Opera, per la ricerca di vie e di mezzi adeguati al loro conseguimento.

È stato pure istituito un ufficio studi composto di alcuni insegnanti a cui sono stati affidati compiti particolari di ricerche e di organizzazione nei vari settori dell'attività scolastica.

Tra gli allievi sono state distribuite determinate funzioni concernenti la disciplina, la rappresentanza dei compagni, questa o quella attività di interesse collettivo.

Insomma è stato decentrato un certo numero di funzioni, senza per questo intaccare la possibilità di decisioni definitive da parte dei massimi responsabili.

Sensibile miglioramento organizzativo è stato realizzato per i servizi di Segreteria e di Economato.

- Sviluppi e ampliamenti

I programmi tecnico-pratici pur senza affatto rinunciare ad una sufficiente informazione generale, sono stati ulteriormente caratterizzati nel senso richiesto dalle singole professioni.

I programmi culturali dei Corsi Diurni sono rimasti secondo lo schema tradizionale delle scuole superiori a carattere tecnico.

L'interesse maggiore è andato all'Educazione Sociale e Civica, da noi introdotta sin dall'anno scolastico 1949/50.

I programmi di Religione sono stati completati con l'introduzione della Storia dell'Antico Testamento, della Vita di Gesù, della Storia della Chiesa.

Si è tentato di migliorare il metodo d'insegnamento delle materie teoriche con l'acquisto di materiale didattico e dimostrativo allo scopo di suscitare l'interesse degli allievi, di facilitare l'acquisizione dei principi delle varie discipline e la loro applicazione pratica.

Provvedimenti analoghi, in quanto compatibili con la relativa brevità dell'orario sono stati adottati anche per i Corsi preserali e Serali.

Licenziati dei corsi per tornitori, fresatori, rettificatori

Licenziati dei corsi per aggiustatori meccanici

È stato migliorato sensibilmente il metodo d'insegnamento delle discipline pratiche: consapevolezza tecnica circa gli utensili, gli strumenti e le macchine, uso razionale dei singoli mezzi, esercitazioni sintetiche aventi via via un significato produttivo sempre più marcato e infine lo sviluppo di quelle capacità d'iniziativa, di predisposizione dei mezzi occorrenti, di condotta razionale e metodica di esecuzione, di critica costruttiva del lavoro compiuto che si richiedono per una formazione professionale realizzatrice e produttivisticamente orientata.

Frequenti contatti con gli istruttori, discussioni costruttive, condotte nel pieno rispetto dell'apporto personale di ciascuno, controlli e incoraggiamenti adeguati hanno permesso di raggiungere livelli addestrativi difficilmente superabili, tenuto conto dell'ancor giovane età degli allievi.

Durante il sessennio 1954-60 è stato arricchito notevolmente il complesso del macchinario e delle attrezzature, passando da un patrimonio di L. 5.800.383 a un patrimonio ammontante complessivamente a L. 99.291.191.

Migliorato anche l'arredamento scolastico per l'importo di L. 12.728.923.

È stata pure completata una parte dell'edificio prospiciente la via Orvieto, ricavandone il laboratorio per gli elettromeccanici e gli elettronici, il laboraratorio per l'addestramento, un ampio salone per i disegnatori corredato di altri 30 tecnigrafi nuovi e infine la cappella-salone all'ultimo piano, luminosa, serena, dignitosa pur nella sua estrema semplicità.

Tutto per un totale di m2 1.200 di superficie e un volume utile pari a m3 5.400, del costo complessivo di L. 31.127.062.

- Risultati educativi e addestrativi. Affermazioni e consensi

Atmosfera della Casa di Carità

Per riconoscimento pressoché unanime l'Opera presenta una certa atmosfera caratteristica e inconfondibile.

Disciplina delle scolaresche, ordine sostanziale di funzionamento, rapporti ispirati decisamente da finalità educative e formative.

L'ambiente appare seriamente « impegnato » e sotto questo, rispetto « esigente ».

È un'atmosfera che non lascia indifferenti e che non tarda, per es. a porre problemi di impegno e di dedizione che vanno oltre la semplice prestazione tecnico-professionale dei collaboratori.

Allievi

Appaiono in genere subito colpiti dall'ambiente.

Ricevuti personalmente dai rispettivi direttori di corso, avvertono subito di essere entrati in una scuola singolare i cui intenti cristianamente educativi appaiono come connaturati e dominanti.

Ragionevolezza di disposizione e di provvedimenti e Io sviluppo degli insegnamenti e della formazione permetteranno in seguito di plasmare convincimenti e comportamenti interiormente radicati.

Gli allievi in genere apprezzano ed amano la loro Scuola e ciò è dimostrato anche dalla propaganda che essi spontaneamente conducono nella loro cerchia familiare, di amici e conoscenti.

Molti sono i casi di fratelli e di parenti di allievi ed ex allievi che frequentano i nostri corsi.

Lungo il corso di questo sessennio non si sono registrati casi clamorosi di indisciplina e di immoralità, ne si è dovuto procedere ad alcuna espulsione.

Licenziati dei corsi per attrezzisti stampisti

Licenziati dei corsi per elettromeccanici

Benché il numero degli allievi sia considerevole e la rotazione delle classi frequente, non si sono verificati casi evidenti di sfregio degli arredamenti, né sono state riscontrate immagini e scritte oscene.

Al termine dei corsi gli allievi licenziati escono per lo più persuasi degli orientamenti e dei consigli ricevuti, al punto che ci sembra di poter affermare che per essi la Casa di Carità rappresenterà un'esperienza fondamentale e orientatrice per tutta la vita.

Talvolta l'esito positivo dell'educazione impartita è stato riscontrato solo a distanza di anni, tal altra invece abbiamo notato involuzioni e anche capitolazioni di fronte alla suggestione dell'ambiente, ma mai insensibilità o indifferenza.

Durante il corso di ciascun anno scolastico, particolari cure sono state rivolte agli allievi disorientati o insufficienti.

Per questi giovani sono stati intensificati i contatti con le famiglie, gli interventi diretti della Direzione; e all'occorrenza sono state impartite, sempre gratuitamente, lezioni di ricupero; nei casi più difficili si è ricorso al medico o allo psicopedagogo.

Anche i respinti sono stati oggetto di cure particolari: o con consigli appropriati circa nuove vie da percorrere, o cercando loro un posto di lavoro adatto, o permettendo loro di ripetere, oppure indirizzandoli a corsi serali di minore difficoltà.

AI termine degli studi, a coloro che ne abbisognavano - e furono sempre la stragrandissima maggioranza - si è cercato un posto di lavoro il più conveniente possibile, soprattutto dal punto, di vista professionale e morale.

Essendo appunto le principali ricchezze di questi giovani la capacità professionale e i valori morali e spirituali.

Non solo per gli ex allievi, ma anche per gli allievi dei corsi preserali e serali furono cercate o una prima oppure una migliore occupazione.

Ex allievi

Conservano di solito rapporti, sia pure non frequenti, con la Scuola.

Ci sembrano per lo più rimanere consenzienti con l'insegnamento ricevuto.

Il loro comportamento sul lavoro è, sia dal punto di vista professionale che da quello del comportamento, assai apprezzato.

Lo testimoniano le crescenti richieste e le dichiarazioni direttamente o indirettamente ricevute da parte degli imprenditori, dei capi e dirigenti, dei compagni di lavoro, delle famiglie.

Oggi, il buon nome è la prima motivazione che spinge giovani e lavoratori a frequentare in massa i corsi della Casa di Carità, buon nome che è dovuto appunto alla buona prova data dai nostri ex allievi.

Abbiamo rilevato che abbastanza di frequente a nostri ex allievi, per es. tra i più dotati, vengono durante il servizio militare affidati compiti di istruzione, compiti di cui essi si sono sempre dimostrati entusiasti e nell'espletamento dei quali hanno conseguito risultati anche brillanti.

Un certo gruppo di ex allievi collaborano nella stessa Casa di Carità come istruttori o come insegnanti, dimostrandosi tra i meglio intonati all'ambiente e alle sue finalità.

I migliori degli ex allievi sentono viva la responsabilità che deriva dalla formazione ricevuta e abbiamo già rilevato tentativi di apostolato in mezzo ai compagni di lavoro, oppure tentativi di svolgere funzione di collegamento e di solidarietà sociale e sindacale.

Purtroppo per ora non siamo in grado - per molte ragioni - di appoggiare validamente questi tentativi generosi.

Gli ex allievi già iscritti all'Azione Cattolica, traggono, dall'aver frequentato la nostra Scuola, un valido aiuto che loro consente di superare le crisi dell'età e di consolidare il loro impegno di apostolato nel proprio campo di lavoro.

Molto si potrebbe fare da parte nostra, se fossimo in condizioni di meglio assecondare il desiderio di ulteriori perfezionamenti professionali o di studi ulteriori per i più dotati fra di essi.

Opinione delle Famiglie

Le famiglie hanno sempre dimostrato di apprezzare l'efficacia addestrativa ed educativa della Casa di Carità.

Non sono mancate a questo riguardo le approvazioni entusiastiche e persino commoventi.

Ciò è notevole se si pensa come secondo la mentalità corrente ancora non si giustifichi la frequenza di corsi diurni per formare operai, quando con soli due anni in più sarebbe possibile il conseguimento di un diploma oppure quando l'immediata occupazione dopo le scuole secondarie inferiori, frutterebbe un certo salario con cui alleviare il bilancio familiare.

Opinione delle Aziende

Dapprima titubanti nell'assumere adolescenti e giovani appena usciti dalla scuola di qualifica, le aziende hanno poi rapidamente mutato parere, specialmente nei confronti dei nostri allievi licenziati.

Oggi, il solo fatto di presentarsi come ex allievo della Casa di Carità costituisce per i giovani uno dei titoli più validi per incontrare da parte delle aziende le disposizioni più benevoli e la più grande facilità di assunzione.

Le richieste attuali di segnalazione di nominativi di nostri allievi da parte degli imprenditori superano di gran lunga il numero delle nostre possibilità addestrative.

Altri giudizi e consensi autorevoli

Se ne possono ricavare e di assai significativi dall'albo dei visitatori.

Sia presso il Ministero del Lavoro che presso il Ministero della Pubblica Istruzione la Casa di Carità gode di un'alta stima e di un concorde apprezzamento.

Anche gli Enti locali - Prefettura, Amministrazione Provinciale, Comunale e le Associazioni Sindacali - sono concordi nel ritenere la Casa di Carità una delle migliori realizzazioni nel campo della formazione professionale.

Relazioni

Con le famiglie

I contatti con le singole Famiglie sono stati abbastanza frequenti e tempestivi.

Tuttavia ci sembra che al più presto si debba giungere ad organizzare riunioni di genitori allo scopo di ottenere una più proficua e del resto indispensabile collaborazione tra famiglia e scuola, con vantaggi reciproci oltreché - in primo luogo, s'intende - dei giovani.

Con le Aziende

Sono state allacciate relazioni con nuove Aziende e sono alate coltivate e migliorate le relazioni con quelle che ci erano già collegate.

Gli scopi che ci siamo proposti coltivando le relazioni con le Aziende sono stati molteplici: ricerca di aggiornamenti tecnici, studio delle possibilità di impiego per i nostri allievi licenzati, raccolta di aiuti economici, studio dei problemi umani, sociali, individuali e spirituali in seno alle Aziende; e inoltre scopi più remoti quali lo sviluppo di un'azione la più coordinata ed efficace possibile, per favorire la testimonianza cristiana dei nostri giovani e orientare in senso cristiano la soluzione dei problemi del lavoro e delle Aziende, e per cooperare il sorgere di una mentalità favorevole ed aperta verso l'importanza della scuola professionale, verso una collaborazione dignitosa ed istruttiva tra scuola cristiana ed aziende.

Favorite da questi intendimenti, le relazioni con le aziende hanno altresì fruttato la richiesta da parte di esse, di corsi speciali di primo addestramento, o riqualificazione, o di perfezionamento di alcune loro maestranze, corsi del resto imposti dall'evolversi e dallo svilupparsi della produzione.

Con i benefattori

Il gruppo delle Patronesse ha tenuto regolarmente tre o quattro volte all'anno le sue riunioni.

Gli incontri sono stati improntati alla più schietta spiritualità, con la recita iniziale della Devozione a Gesù Crocifisso, seguita da una breve meditazione su argomenti quasi sempre tratti dagli scritti del Servo di Dio Fra Leopoldo Maria Musso.

Sono stati considerati potenziali benefattori anche le famiglie degli allievi a cui ogni anno è stato rivolto un invito a contribuire liberamente e nei limiti delle loro possibilità al potenziamento dell'Opera.

Le risposte sono state sempre tangibili ed eloquenti.

Non sono mancati benefattori isolati che senza alcuna richiesta hanno provveduto ad inviare offerte accompagnandole con attestazioni di solidarietà.

Con gli Enti pubblici e privati

Furono mantenuti buoni rapporti col Ministero del Lavoro e con il locale Ufficio Regionale del Lavoro.

Tra i visitatori più illustri si ebbero durante il sessenio l'On.le Gui Ministro del Lavoro, ed i Sottosegretari on.li Delle Fave ed Angela Gotelli.

La Casa di Carità Arti e Mestieri è nota anche presso il Ministero della Pubblica Istruzione.

Alla visita dell'Ing. Pantaleo, direttore nazionale per la istruzione tecnica, è seguita quella dell'ispettore generale ing. Alberto Cavalli con un gruppo di direttori e di presidi di scuole tecniche e di istituti professionali, in cerca di orientamenti e di aggiornamenti.

L'attuale Provveditore agli Studi, prof. Lama, ebbe nella recente premiazione dei vincitori delle eliminatorie regionali del Concorso Nazionale di formazione professionale 1960, parole di alto elogio verso la nostra Opera.

L'On.le Francesco Franceschini, nella relazione per il Bilancio del Ministero della Pubblica Istruzione, esercizio 1958-1959, affermò essere la Casa di Carità Arti e Mestieri un modello tra le istituzioni scolastiche a carattere professionale.

I dirigenti dell'Unione Industriale di Torino ne riconobbero ripetutamente l'alto livello addestrativo raggiunto, e ottimi furono gli apprezzamenti dell'Amministrazione Provinciale e del Comune.

Tra le Aziende, con le quali esistono relazioni dirette ed abituali, la Michelin Italiana si è dimostrata s'inora la più fattivamente comprensiva, e tra gli altri Enti cittadini la Cassa di Risparmio non ci ha mai negato il suo soccorso.

Con. le Parrocchie e la Diocesi

Il problema di un « reinserimento » dei nostri allievi nella vita parrocchiale è da noi assai sentito.

A questo scopo si è tentata una riunione di Parroci viciniori, e per qualche anno sono state inviate ai Parroci liste di nominativi concernenti loro parrocchiani nostri allievi.

Situazione legislativa e riconoscimenti giuridici

Purtroppo, la speranza tanto coltivata di una soluzione unitaria del problema della formazione professionale in Italia sta tramontando, e parzialmente almeno, sta altresì dileguandosi la prospettiva di una utilissima e orientatrice affermazione dell'iniziativa libera sostenuta e coordinata dallo Stato, almeno nel campo della formazione professionale.

Comunque oggi la Casa di Carità Arti e Mestieri è dal 1934 riconosciuta come Centro di Addestramento Professionale, anche se sin qui questo tipo di riconoscimento è più ufficioso che ufficiale, zeppo di oscurità e lacunoso specialmente per ciò che concerne la figura giuridica di « Ente Gestore ».

Opere di perseveranza

L'Unione Catechisti presso la Casa di Carità

Negli ultimi anni si è cercato di presentare agli allievi l'ideale del catechista sia congregato che associato.

Qualche adesione è stata ottenuta, ma le difficoltà che si oppongono sono molte, tra cui la distanza di abitazione e la continuazione degli studi con orari impossibili e programmi pesantissima.

Prospettive di ulteriori sviluppi

Durante il decorso sessennio sono pervenute altre richieste di trapianto dell'Opera presso località nazionali ed estere dove urge la soluzione di importanti problemi pastorali, sociali, economico-produttivi.

L'Unione e la Casa di Canta

Concludia mo la presente relazione con l'esaminare la situazione creatasi nell'Unione con lo sviluppo della Casa di Carità.

Oggi la maggior parte dei catechisti lavora a pieno orario presso la Casa di Carità Arti e Mestieri.

Lungi dal significare una battuta d'arresto, la Casa di Carità ha contribuito direttamente ad approfondire nell'Unione l'ideale catechistico e indirettamente ha contribuito a dimostrare l'efficacia di una formula di vita laica consacrata e rivolta all'apostolato catechistico e sociale, suscitando consensi di cui non conosciamo ancora tutta l'importanza e l'estensione.

Con la Casa di Carità, i catechisti hanno una preziosissima condizione per cogliere meglio il significato della loro consacrazione che loro impone la massima generosità e disponibilità.

Mai come per mezzo della Casa di Carità i catechisti hanno sentito fino alle ultime conseguenze che cosa significa l'essersi interamente offerti interamente a Dio e al prossimo, che cosa significa lottare per la buona causa in mezzo a difficoltà umanamente insuperabili, che cosa significa vivere di fede tra la carenza di uomini e di mezzi, di fronte alla sordità dell'ambiente, alle incomprensioni talvolta degli stessi beneficati.

A contatto coi più vasti complessi problemi derivanti dalla educazione cristiana dei giovani lavoratori, i catechisti hanno certamente aumentata la loro consapevolezza e coscienza missionarie, ed hanno altresì meglio compreso la grandezza dello spirito di fede e della loro prospettiva tematicamente religiosa come messaggi per la salvezza del mondo attuale, specialmente del mondo del lavoro e della tecnica.

L'influenza del loro apostolato, del resto, mai si è estesa come prima d'ora, la loro stessa vita inferiore ha ricevuto benefiche influenze, e nessuno di essi ha avvertito per l'impegno alla Casa di Carità una menomazione del proprio ideale di perfezione, ma tutti hanno ricavato nuova luce, nuovo slancio verso di esso.

Il vivere poi, quotidianamente inseriti in un ambiente di studio e di osservazione, la necessità di riflettere a lungo su persone, cose, situazioni, la necessità di cooperare svolte decisive per la vita di tanti giovani ha consentito ai catechisti di aprirsi sempre più a comprendere la reale situazione di tante persone, le strutture ed il costume della nostra società, di sensibilizzarsi sempre meglio ai problemi dell'apostolato catechistico e sociale, di acquistare nuove fondamentali esperienze che non mancheranno di mostrarsi utilissime per lo stesso sviluppo dell'Unione.

Con la Casa di Carità i catechisti hanno altresì « riscoperto » la validità del messaggio di Fra Leopoldo e l'importanza degli insegnamenti e dell'opera di S. G, B. de La Salle.

Durante le riunioni assembleari sono stati pure approfonditi i problemi attinenti allo sviluppo della Casa di Carità Arti e Mestieri.

Si è concluso che tale sviluppo debba essere « organico » più che meramente estensivo.

Le nuove iniziative dovrebbero mirare a tare dell'Opera un tutto meglio proporzionato nelle parti, unitariamente proteso al conseguimento degli scopi programmatici meglio e più efficacemente perseguibili nell'ambito di un obiettivo generale più rispondente alla situazione effettiva del mondo del lavoro.

L'esperienza di oltre un decennio dimostra che non basta immettere nelle officine giovani preparati a livello della qualificazione operaia per potersi ragionevolmente attendere una sensibile e rapida evoluzione di mentalità e di costumi nell'aggregato aziendale.

Anzi le frustrazioni esercitate dall'ambiente, assai resistente e contrario al senso cristiano del lavoro e della convivenza, rischiano spesso di travolgere i giovani educati con tanto amore e abnegazione.

Si pensi intatti quanto critica sia la situazione di piccoli gruppi di adolescenti nei primi tempi del loro inserimento in luoghi dove spesso dominano lo spirito utilitaristico, la contesa - occulta o manifesta, ma pressoché permanente - tra le parti, dove non mancano la bestemmia, il turpiloquio, l'influenza di ideologie e di pregiudizi nefasti, la frequente derisione di ciò che è religioso.

Come se non bastasse, l'inadeguatezza professionale di tanti tecnici e dirigenti si ripercuote spesso assai negativamente sul consolidamento e sviluppo professionale dei nuovi venuti, di cui non si sa utilizzare pienamente la preparazione ricevuta nella scuola, ne entusiasmare al loro lavoro, e nemmeno coltivare a quel fervido spirito di collaborazione responsabile così indispensabile all'equilibrio e alla integrità interiore dei singoli e della comunità.

E tutto questo mentre il mondo del lavoro è chiamato ad espandersi e a progredire come non mai, non solo verso livelli umani sempre più elevati, ma insieme verso uria sempre più alta produttività pena la crisi più disastrosa dell'intera vita nazionale e della pace del mondo.

I catechisti mossi unicamente dal loro zelo di apostoli, ritengono di dover dirigere i loro sforzi non solo a formare giovani operai cristianamente educati, ma proprio per amore di essi, pensano di sviluppare la Casa di Carità in modo da cooperare ad un rinnovamento tecnico e cristiano di tutto quel settore della vita aziendale che comunemente viene designato come settore produttivo.

Solo formando dirigenti della produzione e i tecnici intermedi - oltre ai lavoratori qualificati e specializzati - è possibile attendersi insieme con lo sviluppo tecnologico del settore produttivo anche la sua impostazione su basi cristiane di relazione e di vita.

Questi ulteriori e quanto mai difficili e complessi risultati debbono essere conseguiti perseguendo anche una adeguata « promozione operaia », in modo che anche il lavoratore, se ne ha le doti e la buona volontà, possa accedere a mansioni di lavoro più tecnicamente elevate.

Una classe di aggiustatori