I miei colloqui con Fra Leopoldo

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Ero restio ad andare da Fra Leopoldo nonostante che, già fin d'allora, fosse conosciuto come l'autore della « Divozione a Gesù Crocifisso » e il messaggero del Signore presso Fratel Teodoreto.

Fu il P. Norberto Osenga o.f.m., che il 16 agosto 1917, degente all'Ospedale Militare, mi indusse a passare al Convento di S. Tommaso per portare i suoi saluti a Fra Leopoldo.

Da quel giorno le mie visite si fecero sempre più frequenti, giacché sentivo che il Servo di Dio « suscitava il fervore con la sua semplicità e la sicurezza delle sue affermazioni » ( 3-1-1920 ).

Per consiglio di Fratel Teodoreto incominciai anche ad annotare quanto mi diceva Fra Leopoldo ed è da questi appunti che ora attingo, limitandomi a scegliere i più significativi e a raggrupparli per argomento.

Fra Leopoldo era convinto di essere un povero strumento nelle mani di Dio: « Il Signore nella sua infinita bontà ha scelto questa povera anima ignorante, goffa, peccatrice per salvare il mondo.

Me l'ha detto un giorno: Tu sarai il sole che mi aiuterà ad illuminare il mondo. » ( 26-6-1919 ).

« Debbo andare alla sera a prendere le commissioni da Nostro Signore e poi procurare di farle bene. Sicuro, farle bene » ( 14-8-1919 ).

Le divine comunicazioni venivano ripetute dal Servo di Dio nella preghiera.

Egli ebbe la prima estasi a Torino, in casa del Barone Ricci de Ferres, via Bogino 12, in un locale adibito a cucina, dove lavorava, alla dipendenza dei C.ti Caissetti di Chiusano.

« Il Signore mi trattiene specialmente durante la S. Adorazione per cui la meditazione si protrae due o tre ore di seguito.

Queste ai piedi del Signore passano come fumo e non verrei più via ».

« Un giorno dissi al SS. Crocifisso: Si sta così bene in tua compagnia e dire che adesso ti fai sentire soltanto in parte, chissà quando saremo in Paradiso!

Mi rispose il Crocifisso: La gioia che provi non è che corre la punta di un ago ».

« Nei detti del SS. Crocifisso vi sono cose meravigliose, mi rincresce di non averli scritti tutti e di ciò dovrò rendere conto al Signore ».

« Il Signore mi disse: Scrivi giù alla buona, vi saranno altri che l'aggiusteranno » ( 14-11-1918 ).

« Infatti il Fratel Teodoreto prima domanda a me, dopo spiega e modifica le mie interpretazioni, ma prima vuoi sentire il mio parere ».

« Io comprendo nemmeno la metà di ciò che il Signore mi fa scrivere » ( 24-8-1919 ).

Alla domanda fattagli se sentiva nei colloqui mistici proprio la voce di Gesù Fra Leopoldo mi rispose: « Lo Spirito Santo s'impossessa di me.

Dimentico tutte le cose del mondo e la voce di Gesù si fa più chiara della sua.

Il SS. Crocifisso mi ha avvertito che mi avrebbero fatta questa domanda e mi disse come dovevo rispondere » ( 18-5-1919 ).

« Il Signore nei suoi detti è molto breve e non adopera parole più del necessario » ( 26-6-1920 ).

La « Divozione a Gesù Crocifisso »

Naturalmente il Servo di Dio parlava spesso della pia pratica della Adorazione alle Sante Piaghe che Gesù, per mezzo suo, voleva diffondere nel mondo: « La "Divozione" fu veramente dettata dal Signore, ma le parole introduttive che la precedono furono suggerite dal religioso sacramentino mio confidente » ( 4-11-1918 ).

Nella « Divozione » Gesù ha voluto che la prima domanda fosse per il Suo Vicario e la santità dei Sacerdoti. ( Nella prima edizione della « Divozione » a Gesù Crocifisso la preghiera alla piaga della mano destra era appunto formulata così ).

Per suo conto Fra Leopoldo, subito dopo Gesù, la Madonna e i Santi, ama il Papa e ha per Lui una grande devozione ( 27-7-1918 ).

La Mammina

Con questo gentile sostantivo Fra Leopoldo era solito chiamare la SS. Vergine.

Per essa dimostrava un affetto intensissimo e ne inculcava la divozione.

Si era rivolta a lui per consiglio la zelatrice Vincenza Sisone, rimasta sola per la morte della mamma e Fra Leopoldo, dopo di aver pregato, le fece rispondere: « Abbiamo una mammina in cielo, si faccia coraggio, non sarà mai sola!

Il Signore ha una cura speciale delle persone sole » ( 2-2-1918 ).

Dopo circa trent'anni di serena solitudine, dedicati alla preghiera e all'apostolato del buon esempio, la buona Direttrice dell'Asilo Roberto d'Azeglio moriva felice, come essa stessa ebbe a dichiarare, il 26-1-1946 a Terruggia Monferrato, paese natio di Fra Leopoldo, dove per lo sfollamento di guerra si era provvidenzialmente trasferita.

Il Servo di Dio sovente ripeteva: « La preghiera del S. Rosario è la più gradita a Maria SS, » ( 20-4-1918 ).

La SS. Vergine, poco tempo prima dell'epidemia detta « la spagnuola » che uccise più uomini della guerra stessa, lo esortò a recitare il rosario e perciò Lui tutte le mattine prima di scendere per la Santa Comunione e prima ancora delle altre orazioni, recita il S. Rosario, possibilmente completo.

A tanta filiale devozione Maria SS. non poteva rispondere che con materne premure e tra l'altre quella di ricordargli la sua prossima morte, dicendogli: Preparati.

Fra Leopoldo nel giorno della vestizione

Unione Catechisti

Tra gli argomenti preferiti nei colloqui con i giovani catechisti c'era la nascente Unione, fondata dal Fratel Teodoreto.

« L'Unione dovrà portare la riforma della società in tutto il mondo.

Sarete come frati nel mondo. Gesù ama moltissimo i soci perché fanno il catechismo: continuate ad aver fede » ( 3-1-1920 ).

« I soci dell'Unione sono i prediletti di Gesù » ( 19-1-1918 ).

Ricorda che l'approvazione del regolamento dell'Unione da parte di Gesù Sacramentato avvenne nella Chiesa di S. Antonio.

Tale regolamento esige la vita del buon cristiano praticata e niente di straordinario.

« Non bisogna lasciarsi scoraggiare se i Soci dell'Unione sono pochi. Il Signore vuole così.

L'ha predetto che nei primi anni essa non potrà svilupparsi molto perché il mondo è troppo guasto.

È il demonio che lavora e tenta di portar via le anime.

Vuol dire che i pochi saranno altrettante stelle che splenderanno più degli altri ».

« Bisogna incoraggiare i giovani e dir loro di star tranquilli, che è opera tutta di Dio, per la quale non si presero mai decisioni senza prima consigliarsi col SS. Crocifisso ».

È contento che la pia Unione faccia del bene e raccomanda di continuare.

Il Signore si servirà di essa per salvare il mondo, perché nella condizione di secolari si può far molto del bene, specialmente col buon esempio.

Lui ha provato e può raccontare fatti che dimostrano quali siano state le benedizioni elargite dal Signore ai suoi poveri servi.

Il Signore gli aveva fatto sentire che avrebbe lasciato qualcosa nel mondo, qualche opera, ma pur riflettendo non poteva comprendere ciò che Dio volesse da lui.

« Col tempo si riuniranno i soci attempati che avranno lavorato per l'Unione e formeranno una congregazione nella quale chiuderanno gli occhi in pace.

Cerchiamo prima la gloria di Dio e tutto il resto ci sarà dato in sovrabbondanza ».

« Forse sorgerà la pia Unione anche per la parte femminile, perché le donne possono far molto del bene ».

È contento che la pia Unione sia ben vista dal Clero e che a sostituire Monsignor Bartolomasi tanto zelante, il Signore abbia mandato Mons. Pinardi che dimostra tanto affetto per l'Unione ( 22-6-1918 ).

Fra Leopoldo assicura che vi sono persone che si sacrificano per poter aiutare l'Unione, perché Gesù Cristo preferisce la carità frutto di penitenza.

Il Signore manderà persone buone che aiuteranno l'Unione ( 27-7-1918 ).

« Quelli dell'Unione continuino a dare buon esempio » ( 6-9-1918 ).

Fra Leopoldo dice che ha pregato per un giovane raccomandato da Fr. Teodoreto e che Gesù rispose di trattarlo con carità, ma di non forzarlo a venire all'Unione; consigliarlo, ma non obbligarlo ( 6-9-1918 ).

« Oh, come siete fortunati voi dell'Unione! ».

Il Signore gli disse: « Il Fr. Teodoreto prenda tutti quelli che si presenteranno, ma resteranno pochi » ( 4-11-1918 ).

« Prima che l'Unione abbia raggiunto il suo pieno sviluppo ci vorranno ancora, forse, sessanta o settant'anni.

Allora si conosceranno tutte le meraviglie della santa adorazione, cioè i detti del SS. Crocifisso, che contengono cose che non si trovano in nessun libro al mondo e stupiranno quelli che saranno nell'Unione » ( 12-12-1918 ).

« Guardare di attrarre i migliori elementi all'Unione » ( 3-6-1919 ).

« La pia Unione si dovrà estendere in tutto il mondo. Torino dovrà risplendere come il giorno sulla notte, ci vorranno forse cinquant'anni » ( 27-6-1919 ).

« Il Signore - afferma Fra Leopoldo - si serve di me per indirizzare questa Unione al suo spirito ».

« I giovani che perseverano avranno grandi benedizioni dal Signore, la salute e tutte le gioie della terra » ( 24-3-1919 ).

Raccomanda ai soci gli Esercizi Spirituali ( 4-5-1919 ).

« L'Unione non è opera degli uomini, ma ebbe inizio ventisei anni fa con una apparizione del SS. Crocifisso » ( 5-7-1919 ).

« Lavorate, lavorate perché Fr. Teodoreto ha bisogno del vostro aiuto » ( 13-8-1919 ).

« I Vescovi richiederanno i Fratelli per fondare l'Unione » ( 22-8-1919 ).

« L'Unione è un albero magistrale che stenderà i suoi rami in tutto il mondò: esso darà copiosi frutti » ( 3-9-1919 ).

Fratel Teodoreto

Si era stabilita una gara di santa emulazione e di stima tra il Fr. Teodoreto e Fra Leopoldo e i catechisti da entrambi traevano preziosi insegnamenti.

Diceva Fra Leopoldo: « Fratel Teodoreto è un santo di grande umiltà e di grande merito, a cui i catechisti devono rivolgersi per tutto ».

« Personalmente, per divina misericordia, non sono che l'intermediario tra il SS. Crocifisso e lo stesso Fratel Teodoreto.

Questi farà forse miracoli, ma dopo la sua morte ».

« I Santi non vogliono essere conosciuti dal mondo perché gli uomini onorano più la persona del santo che Dio, il quale nella sua misericordia diede loro tante grazie » ( 21-12-1918 ).

I Fratelli delle Scuole Cristiane

Per i Fratelli Fra Leopoldo dimostrava una vera venerazione essendo i prescelti da Gesù Crocifisso per grandi opere.

« Il Signore concede tanti favori ai Fratelli perché essi conoscendo che l'Unione è veramente opera di Dio, la coltivino alacremente » ( 22-8-1919 ).

« I Fratelli, sparsi in tutto il mondo, faranno un bene immenso ».

« Non stupirsi se la massoneria muoverà loro una grande guerra ».

Il Servo di Dio continuò in tono forte: « Si ricordi poi di quel che le dico: Una grande guerra, ma stiamo tranquilli, hanno il Signore con loro ».

La Casa di Carità Arti e Mestieri

Solo verso la fine della sua vita Fra Leopoldo parlò di questa ispirazione ricevuta da Gesù Crocifisso e per essa soffrì contraddizioni assai dolorose.

« Questa Casa ( Scuole Professionali ) doveva sorgere in tempi burrascosi altrimenti nessuno ne avrebbe compreso la necessità » ( 23-9-1920 ).

« Verrà un tempo che tutti saranno contro, un tempo di crisi per la scuola, crisi che sarà temporanea » ( 6-11-1920 ).

La Guerra

Fra Leopoldo parlava con angoscia dei mali che affliggevano il mondo, flagellato dai colpi della guerra, e cercava di affrettarne la fine.

Il padre Tinivella ( adesso Mons. Tinivella, vescovo coadiutore di Torino )
celebra il quarantennio dell'Unione Catechisti, il 9 maggio 1954 alla Casa di Carità.

« Bisogna pregare per ottenere la pace che ritarda a causa che il mondo è pieno di vizi » ( 17-11-1917 ).

« Pregare e farsi santi, ecco il lavoro che affretterà la vera pace » ( 22-6-1918 ).

« Oh, cèrto il mondo è troppo cattivo perché finisca tanto presto la guerra.

Anche per i religiosi e per la Chiesa vi sarà una grande persecuzione e questo per scuoterei un poco.

Il demonio tanto più un ordine religioso fa del bene, tanto più cerca di farlo combattere » ( 13-7-1918 ).

« Non ho mai visto Maria SS. tanto addolorata come in questi ultimi tempi, specialmente pochi mesi addietro quando pregando la cara Mammina di far ritornare gli uomini a Dio, mi sentii rispondere dalla stessa con espressione tristissima: Sì, ma con la frusta! » ( 12-10-1918 ).

« Il mondo è corrotto e sia il SS. Crocifisso come la Madonna non si mostrano molto soddisfatti del loro popolo e certamente vi saranno ancora altri castighi.

Vi sarà una grande mortalità e gli uomini saranno ridotti a pochi.

Il Signore ha pazienza, pazienza finché si stancherà d'aver pazienza e allora … » ( 24-3-1919 ).

« La frase - Gesù Crocifisso all'umanità riconciliata - viene da Fra Leopoldo così interpretata: « Gesù dalla Croce abbraccia tutti, chiama tutti, se però non corrispondono peggio per loro.

L'umanità dovrà essere riconciliata » ( 24-10-1919 ).

« Ha ragione il Signore che i castighi non sono ancora finiti.

Tutti questi scioperi e queste divisioni fra gli uomini ne sono la prova.

Finché il popolo non si dà ad amare Dio, non sarà finita » ( 24-10-1919 ).

« Qualche giorno prima delle elezioni Gesù gli disse: Le elezioni andranno come voglio Io » ( 3-1-1920 ).

Il soldato di Cristo

Il cristiano considera la vita un combattimento per il quale si devono affinare costantemente le armi e mai darsi pace.

Fra Leopoldo divenne esperto e invitto soldato di Cristo in questa battaglia della virtù e quindi poteva insegnare così: « Per poter andare in Paradiso bisogna esercitarsi in tutte le virtù.

La pazienza è necessaria specialmente per vivere in comunità » ( 31-3-1919 ).

« Non si salvano quelli che non si vogliono salvare » ( 4-5-1919 ).

Accenna alle terribili tentazioni del demonio contro la bella virtù, da lui superate: « Ciò che ha conservato in me la purezza è stata la S. Comunione quotidiana e la lettura spirituale.

Il demonio è molto arrabbiato con me, ma non può far niente contro Dio ».

« Non spaventarsi delle tentazioni del demonio, ma mettere un po' di buona volontà ed il Signore metterà il resto ».

« Per ottenere l'umiltà bisogna pregare, accostarsi alla S. Comunione e stare vigilanti.

Del resto dobbiamo persuaderci che tutto quello che abbiamo viene da Dio, facessimo anche miracoli sarebbe per la grazia di Dio » ( 12-10-1918 ).

Fra Leopoldo dice di essere molto contento di aver abbandonato il mondo e di essere entrato in religione ( 24-11-1918 ).

« La buona educazione non è altro che carità » ( 24-11-1918 ).

« La preghiera è quella che ci aiuta avendo sempre il diavolo alle spalle.

Il demonio me ne ha fatte e me ne fa continuamente e se mi vincesse in certe brutte cose, tutto sarebbe perduto » ( 24-3-1919 ).

Nell'ultimo colloquio del 18-1-1922, trovandosi già ammalato nella sua povera cella mi disse: « Ho sempre pregato prima perché sapevo che quando si è ammalati non si ha più voglia di pregare ».

Giovanni Cesone