Principi di dottrina sociale della Chiesa …

B303-A6

Avvertenza: i testi delle risposte sono tratti dall'Enciclica.

La sintesi di questa è a pag. 7.

1. Quale funzione riveste la carità in tale dottrina?

La carità è la via maestra della dottrina sociale della Chiesa.

Ogni responsabilità e impegno delineati da tale dottrina sono attinti alla carità che, secondo l'insegnamento di Gesù, è la sintesi di tutta la Legge ( Mt 22,36-40 ).

Essa dà vera sostanza alla relazione personale con Dio e con il prossimo; è il principio non solo delle micro-relazioni: rapporti amicali, familiari, di piccolo gruppo, ma anche delle macro-relazioni: rapporti sociali, economici, politici. ( Intr., 2 )

2. Come si compenetra la carità con la verità?

Per questo stretto collegamento con la verità, la carità può essere riconosciuta come espressione autentica di umanità e come elemento di fondamentale importanza nelle relazioni umane, anche di natura pubblica.

Solo nella verità la carità risplende e può essere autenticamente vissuta.

La verità è luce che dà senso e valore alla carità.

Questa luce è, a un tempo, quella della ragione e della fede, attraverso cui l'intelligenza perviene alla verità naturale e soprannaturale della carità: ne coglie il significato di donazione, di accoglienza e di comunione.

Senza verità, la carità scivola nel sentimentalismo. ( Intr., 3 )

Evangelizzazione e promozione umana

3. Tra evangelizzazione e promozione umana – sviluppo, liberazione – vi sono legami profondi?

La testimonianza della carità di Cristo attraverso opere di giustizia, pace e sviluppo fa parte della evangelizzazione, perché a Gesù Cristo, che ci ama, sta a cuore tutto l'uomo.

Su questi importanti insegnamenti si fonda l'aspetto missionario della dottrina sociale della Chiesa come elemento essenziale di evangelizzazione.

La dottrina sociale della Chiesa è annuncio e testimonianza di fede, è strumento e luogo imprescindibile di educazione ad essa. ( I°, 15 )

Etica della vita ed etica sociale

4. Il senso pienamente umano dello sviluppo proposto dalla Chiesa riguarda anche la sessualità?

L'Enciclica Humanae vitae sottolinea il significato insieme unitivo e procreativo della sessualità, ponendo così a fondamento della società la coppia degli sposi, uomo e donna, che si accolgono reciprocamente nella distinzione e nella complementarietà; una coppia, dunque, aperta alla vita.

Non si tratta di morale meramente individuale: la Humanae vitae indica i forti legami esistenti tra etica della vita ed etica sociale, inaugurando una tematica magisteriale che ha via via preso corpo in vari documenti, da ultimo nell'Enciclica Evangelium vitae di Giovanni Paolo II°. ( I°, 15 )

5. Vi è collegamento tra etica della vita ed etica sociale?

La Chiesa propone con forza questo collegamento tra etica della vita ed etica sociale nella consapevolezza che non può "avere solide basi una società che – mentre afferma valori quali la dignità della persona, la giustizia e la pace – si contraddice radicalmente accettando e tollerando le più diverse forme di disistima e violazione della vita umana, soprattutto se debole ed emarginata ". ( I°, 15 )

Sviluppo e profitto

6. Cosa indicava Paolo VI° nella Populorum progressio con il termine "sviluppo"?

Con il termine "sviluppo" voleva indicare l'obiettivo di far uscire i popoli anzitutto dalla fame, dalla miseria, dalle malattie endemiche e dall'analfabetismo.

Dal punto di vista economico, ciò significava la loro partecipazione attiva e in condizioni di parità al processo economico internazionale; dal punto di vista sociale, la loro evoluzione verso società istruite e solidali; dal punto di vista politico, il consolidamento di regimi democratici in grado di assicurare libertà e pace.

Dopo tanti anni, mentre guardiamo con preoccupazione agli sviluppi e alle prospettive delle crisi che si susseguono in questi tempi, ci domandiamo quanto le aspettative di Paolo VI° siano state soddisfatte dal modello di sviluppo che è stato adottato negli ultimi decenni. ( II°, 21 )

7. Vi è stato uno sviluppo?

È vero che lo sviluppo c'è stato e continua ad essere un fattore positivo che ha tolto dalla miseria miliardi di persone e, ultimamente, ha dato a molti Paesi la possibilità di diventare attori efficaci della politica internazionale.

Va tuttavia riconosciuto che lo stesso sviluppo economico è stato e continua ad essere gravato da distorsioni e drammatici problemi, messi ancora più in risalto dall'attuale situazione di crisi. ( II°, 21 )

8. Quando il profitto è utile?

Il profitto è utile se, in quanto mezzo, è orientato ad un fine che gli fornisca un senso tanto sul come produrlo quanto sul come utilizzarlo.

L'esclusivo obiettivo del profitto, se mal prodotto e senza il bene comune come fine ultimo, rischia di distruggere ricchezza e creare povertà. ( II°, 21 )

9. Quali elementi possono concorrere a determinare distorsioni dello sviluppo?

Le forze tecniche in campo, le interrelazioni planetarie, gli effetti deleteri sull'economia reale di un'attività finanziaria mal utilizzata e per lo più speculativa, gli imponenti flussi migratori, spesso solo provocati e non poi adeguatamente gestiti, lo sfruttamento sregolato delle risorse della terra, ci inducono oggi a riflettere sulle misure necessarie per dare soluzione a problemi non solo nuovi rispetto a quelli affrontati dal Papa Paolo VI°, ma anche, e soprattutto, di impatto decisivo per il bene presente e futuro dell'umanità. ( II°, 21 )

La fame nel mondo

10. La fame miete ancora vittime?

In molti Paesi poveri permane e rischia di accentuarsi l'estrema insicurezza di vita, che è conseguenza della carenza di alimentazione: la fame miete ancora moltissime vittime tra i tanti Lazzaro ai quali non è consentito, come aveva auspicato Paolo VI°, di sedersi alla mensa del ricco epulone.

Dare da mangiare agli affamati ( Mt 25,35.37.42 ) è un imperativo etico per la Chiesa universale, che risponde agli insegnamenti di solidarietà e di condivisione del suo Fondatore, il Signore Gesù.

Inoltre, eliminare la fame nel mondo è divenuta, nell'era della globalizzazione, anche un traguardo da perseguire per salvaguardare la pace e la stabilità del pianeta. ( II°, 27 )

11. Da cosa dipende la fame nel mondo?

La fame non dipende tanto da scarsità materiale, quanto piuttosto da scarsità di risorse sociali, la più importante delle quali è di natura istituzionale.

Manca, cioè, un assetto di istituzioni economiche in grado sia di garantire un accesso al cibo e all'acqua regolare e adeguato dal punto di vista nutrizionale, sia di fronteggiare le necessità connesse con i bisogni primari e con le emergenze di vere e proprie crisi alimentari, provocate da cause naturali o dall'irresponsabile politica nazionale e internazionale. ( II°, 27 )

Diritti dei lavoratori

12. Quali raccomandazioni sono espresse per i diritti dei lavoratori, tra le varie urgenze segnalate per conseguire e salvaguardare l'occupazione?

L'invito della dottrina sociale della Chiesa, cominciando dalla Rerum novarum, a dar vita ad associazioni di lavoratori per la difesa dei propri diritti va pertanto onorato oggi ancor più di ieri, dando innanzitutto una risposta pronta e lungimirante all'urgenza di instaurare nuove sinergie a livello internazionale, oltre che locale.

La mobilità lavorativa, associata alla deregolamentazione generalizzata, è stata un fenomeno importante, non privo di aspetti positivi perché capace di stimolare la produzione di nuova ricchezza e lo scambio tra culture diverse.

Tuttavia, quando l'incertezza circa le condizioni di lavoro, in conseguenza dei processi di mobilità e di deregolamentazione, diviene endemica, si creano forme di instabilità psicologica, di difformità a costruire propri percorsi coerenti nell'esistenza, compreso anche quello verso il matrimonio.

Conseguenza di ciò è il formarsi di situazioni di degrado umano, oltre che di spreco sociale. ( II°, 25 )

13. Quali effetti deleteri comporta la disoccupazione?

L'estromissione dal lavoro per lungo tempo, oppure la dipendenza prolungata dall'assistenza pubblica o privata, minano la libertà e la creatività della persona e i suoi rapporti familiari e sociali con forti sofferenze sul piano psicologico e spirituale. ( II°, 25 )

14. Qual è il primo capitale da salvaguardare?

Il primo capitale da salvaguardare e valorizzare è l'uomo, la persona, nella sua integrità: "L'uomo infatti è l'autore, il centro e il fine di tutta la vita economico-sociale" ( II°, 25 )

Responsabilità dell'impresa

15. Si sta diffondendo la consapevolezza che l'impresa ha una più ampia responsabilità sociale?

La gestione dell'impresa non può tenere conto degli interessi dei soli proprietari della stessa, ma deve anche farsi carico di tutte le altre categorie di soggetti che contribuiscono alla vita dell'impresa: i lavoratori, i clienti, i fornitori dei vari fattori di produzione, la comunità di riferimento. ( III°, 40 )

16. Come va intesa la globalizzazione?

La globalizzazione è fenomeno multidimensionale e polivalente, che esige di essere colto nella diversità e nell'unità di tutte le sue dimensioni, compresa quella teologica.

Ciò consentirà di vivere ed orientare la globalizzazione dell'umanità in termini di relazionalità, di comunione e di condivisione. ( III°, 42 )

Diritti e doveri. L'ambiente

17. È ragionevole ritenersi titolari solo di diritti?

I diritti presuppongono doveri senza i quali si trasformano in arbitrio.

Si assiste oggi a una pesante contraddizione.

Mentre, per un verso, si rivendicano presunti diritti, di carattere arbitrario e voluttuario, con la pretesa di vederli riconosciuti e promossi dalle strutture pubbliche, per l'altro verso, vi sono diritti elementari e fondamentali disconosciuti e violati nei confronti di tanta parte dell'umanità. ( IV°, 43 )

18. L'etica riguarda anche l'economia?

L'economia ha bisogno dell'etica per il suo corretto funzionamento; non di un'etica qualsiasi, bensì di un'etica amica della persona. ( IV°, 45 )

19. Abbiamo doveri verso l'ambiente?

Il tema dello sviluppo è oggi fortemente collegato anche ai doveri che nascono dal rapporto dell'uomo con l'ambiente naturale.

Questo è stato donato da Dio a tutti, e il suo uso rappresenta per noi una responsabilità verso i poveri, le generazioni future e l'umanità intera. ( IV°, 48 )

Educazione

22. La solidarietà a livello internazionale riguarda l'accesso all'educazione?

Una solidarietà più ampia a livello internazionale si esprime innanzitutto nel continuare a promuovere, anche in condizioni di crisi economica, un maggiore accesso all'educazione, la quale, d'altro canto, è condizione essenziale per l'efficacia della stessa cooperazione internazionale ( V°, 61 )

23. Cosa occorre intendere con il termine "educazione"?

Con il termine "educazione" non ci si riferisce solo all'istruzione o alla formazione al lavoro, entrambe cause importanti di sviluppo, ma alla formazione completa della persona.

A questo proposito va sottolineato un aspetto problematico: per educare bisogna sapere chi è la persona umana, conoscerne la natura. ( V°, 61 )

24. È deleteria una visione relativistica?

L'affermarsi di una visione relativistica di tale natura pone seri problemi all'educazione, soprattutto all'educazione morale, pregiudicandone l'estensione a livello universale.

Cedendo ad un simile relativismo, si diventa tutti più poveri, con conseguenze negative anche sull'efficacia dell'aiuto alle popolazioni più bisognose, le quali non hanno solo necessità di mezzi economici o tecnici, ma anche di vie e di mezzi pedagogici che assecondino le persone nella loro piena realizzazione umana. ( V°, 61 )1

Tecnica

25. La tecnica è svincolata dalla morale?

La tecnica attrae fortemente l'uomo perché lo sottrae alle limitazioni fisiche e ne allarga l'orizzonte.

Ma la libertà umana è propriamente se stessa, solo quando risponde al fascino della tecnica con decisioni che siano frutto di responsabilità morale.

Di qui l'urgenza di una formazione alla responsabilità etica nell'uso della tecnica. ( VI°, 70 )


1 Come osserva il Card. Bagnasco, « tra le povertà del nostro tempo, va annoverata anche la dimenticanza dell'irriducibilità della persona umana, quotidianamente attraversata dalla questione del senso del vivere e del morire, e del suo costitutivo essere relazione con il mondo, con gli altri, con l'infinito.

Educare, dunque, è accompagnare ciascun individuo, lungo tutta la sua esistenza, nel cammino che lo porta a diventare persona e ad assumere quella "forma" per cui l'uomo è autenticamente uomo ». ( Cfr. Editoriale di S. Em.za Angelo Bagnasco su Avvenire del 17.9.2009 ).