Diamo forma alla bellezza della vita Cristiana

Indice

X - La gioia

30 - « Perché la vostra gioia sia piena »

Siamo fatti per la gioia e la felicità, ma la gioia cristiana non è una gioia ingenua.

Sa che il dolore e lo sfiguramento attraversano la vita.

Il vero contrario della gioia però non è la sofferenza, quanto la tristezza.

Ricordava Papa Benedetto XVI alla Giornata Mondiale della Gioventù, Colonia 2005, che oggi le persone sono spesso in preda ad un sentimento di insoddisfazione di tutto e di tutti.

« Vien fatto esclamare: Non è possibile che questa sia la vita! Davvero no! »

Nel mondo occidentale attuale, benché pieno di benessere, è facile scorgere un senso di disperazione diffuso, anche se latente, di insostenibilità della vita.

Siamo abituati ad avere tutto, ma non siamo più capaci di dare tutto.

Anche questo ci fa felici.

Gesù può dirsi bello sulla croce, perché manifesta la bellezza di un amore che dona tutto se stesso per la salvezza dell'umanità.

Qui sta « il fascino della persona del Signore Gesù e la bellezza del totale dono di sé alla causa del Vangelo».42

31 - Le doglie di un parto, attesa della creazione tutta

La Bibbia conosce un'immagine molto intensa per dire come la sofferenza può trasformarsi fino ad esplodere in gioia: le doglie del parto.

Gesù stesso ricollega la tristezza per la sua morte e la gioia pasquale a quella del travaglio di una donna per la nascita di un figlio ( Gv 16,21 ).

San Paolo afferma che tutta la creazione attraversa questo travaglio e geme ( Rm 8,20-21 ).

Si tratta però di dolori che porteranno alla nascita di una nuova vita.

In questa speranza dobbiamo poter educare i giovani ad affrontare gli scacchi della vita, i malati e gl'infermi ad attraversare il dolore, gli anziani ad andare incontro alla sera dell'esistenza.

Con il coraggio di accettare anche noi quel dolore felice di chi viene trasfigurato dalle mani del Dio vasaio, perché « leali sono le ferite dell'amico » ( Pr 27,6 ).

32 - Servitori della gioia

La formazione cristiana come educazione alla bellezza, è una relazione propositiva, non di imposizione, in cui si cerca insieme la verità della propria vita, che insieme la si scopre e la si accoglie come un dono.

Infatti ogni crescita ha bisogno di un aiuto « educante », che cioè porti fuori le capacità della persona fino alla sua maturità, ma nel tono di S. Paolo che scrive: « Noi non siamo padroni della vostra fede; siamo al servizio della vostra gioia » ( 2 Cor 1,24 ).

E Dio infatti Colui che fa crescere ( « Paolo ha piantato, Apollo ha irrigato, ma è Dio che ha fatto crescere »,
1 Cor 3,6 ).43

33 - « Vi do la mia pace »; shalom!

La gioia cristiana non è una semplice emozione forte e passeggera, ne un'esperienza piacevole come un divertimento.

Essa è frutto dello Spirito del Risorto: è la gioia profonda di Pasqua.

Essa in ebraico è shalom, e la pace che deriva dall'essere stati pacificati perché perdonati.

Essa diventa in noi una forza che immette pace, facendo di noi uomini e donne di giustizia, perché non c'è pace senza giustizia e non c'è giustizia senza perdono.44

Diceva fr. Roger di Taizé: « Prima di tutto è una pace interiore, una pace del cuore.

È quella che permette di volgere uno sguardo di speranza sul mondo, anche se spesso è lacerato da violenze e conflitti ».45

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42 Giovanni Paolo II, Vita consecrata 64
43 Giannoni, Ascetica come estetica, 4.1
44 Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2002, n. 15
45 Fr. Roger, Lettera incompiuta, 2005