L'impegno missionario della Chiesa Italiana

Indice

I - Orientamenti pastorali

30. - Verso un piano unitario ed organico

Il cammino missionario e la riflessione teologica che l'ha accompagnato sottolineano la priorità e l'urgenza di mostrare coi fatti che la missione è inerente alla natura stessa della Chiesa, ed ha uno stretto legame con quella comunione che deve esistere nella Chiesa e tra le Chiese.

Non si può pensare di essere Chiesa o comunità ecclesiale veramente, se non si crede e non si vive questa realtà.

Solo su questa base si può fondare un autentico e serio impegno missionario.

Questo sforzo non può essere lasciato ad alcune persone, istituzioni od organismi specializzati, che pure sono indispensabili.

Neppure può essere assunto e svolto unicamente nel quadro di movimenti spontanei e volontari, anche se il loro apporto è desiderato e prezioso.

Si tratta anzitutto di un'opera di Chiesa, che ne mobiliti tutte le componenti e si inserisca nella pastorale organica in una duplice maniera: sia come fermento per animarla e imprimere maggiore vitalità, coerenza e universalità alle sue espressioni, sia come specifica e prioritaria attività con compiti e iniziative proprie.

Le varie forze ecclesiali sono chiamate a realizzare l'impegno missionario secondo le indicazioni che verremo esponendo.

A tal scopo vogliamo ribadire alcune condizioni basilari.

a) È necessario tener sempre presenti le norme e gli orientamenti della Santa Sede, e in particolare della Sacra Congregazione per l'Evangelizzazione dei popoli, « cui spetta di regolare e coordinare, in tutto quanto il mondo, sia l'opera missionaria in se stessa, sia la cooperazione missionaria ».150

La fedeltà a queste direttive, mentre garantisce autenticità e vitalità all'azione missionaria, permette di inserirla fruttuosamente nell'orizzonte della cattolicità.

Così pure, per quanto riguarda la cooperazione con le Chiese latinoamericane, ci si riferisca al ruolo di promozione e coordinazione generale della Pontificia Commissione per l'America Latina.

Inoltre, uno sforzo serio e coordinato dovrà essere compiuto per tradurre in pratica le direttive della S. Congregazione per il Clero riguardanti la collaborazione tra le Chiese e specialmente la distribuzione del clero nel mondo.151

b) Ogni Vescovo si assuma il compito di:

inserire la dimensione missionaria nella pastorale globale;

considerare l'impegno missionario quale espressione della comunità diocesana

e riferentesi a lui stesso come « capo e centro unitario dell'apostolato diocesano »;152

riconoscere gli organismi e le realtà missionarie presenti in diocesi come forze vive della Chiesa locale

e avvalersi opportunamente della loro collaborazione, come esperti della missione ».

Tutti i Vescovi, in quanto membri della Conferenza Episcopale, sostengano, secondo le direttive del Concilio e gli Statuti della Conferenza, quanto serve a rendere più viva ed unitaria l'azione missionaria nell'ambito di loro competenza

c) Dal canto loro, le varie organizzazioni ed espressioni missionarie cerchino di agire sempre in comunione e dipendenza dal Vescovo, finalizzando la loro presenza e attività alla maturazione missionaria della Chiesa locale.

Evitino quindi di programmare, indipendentemente, una propria esclusiva animazione, partecipino allo studio e alla elaborazione di un piano unitario di azione missionaria, nel quale siano assicurati il dovuto riconoscimento e il giusto spazio ai loro diritti e alle loro legittime esigenze.153

d) Le diverse forme missionarie operino in maniera da valorizzare i carismi propri in un quadro di complementarietà e di comunione ecclesiale.

È questo il modo più idoneo per far emergere, nel superamento di visioni ristrette e interessate, i grandi ideali della missione, e conseguire maggiori frutti concreti.

Vale a questo riguardo l'affermazione di Paolo VI, che la sorte dell'evangelizzazione è certamente legata alla testimonianza d'unità » tra gli evangelizzatori.154

31. - Responsabili particolari

Se nel popolo di Dio tutti sono responsabili della missione, tutti ne sono insieme soggetti e destinatari, ciò avviene non allo stesso titolo e nello stesso modo, ma in conformità all'ufficio, vocazione e carisma.

Possiamo quindi parlare di responsabili particolari dell'animazione missionaria e dell'impegno missionario in generale.

a) I Vescovi sono i primi responsabili nell'ambito della propria Chiesa particolare.

Per l'assolvimento di questo compito i documenti ecclesiali hanno dato molteplici indicazioni.155

Ne segnaliamo alcune particolarmente significative:

fare per primi opera di animazione missionaria tra il clero, i fedeli e nelle varie comunità;

suscitare e dare con fiducia e larghezza uomini e mezzi per le Chiese giovani o in necessità;

procedere, a tale scopo, ad una revisione delle forze e dei quadri tradizionali della propria Chiesa;

valorizzare ministeri, carismi, organismi ecclesiali per intensificare la sensibilità e la dedizione missionaria in diocesi;

favorire e coordinare le opportune iniziative;

sostenere le Pontificie Opere Missionarie nel ruolo specifico che loro spetta secondo le affermazioni del Concilio e dei Pontefici:

garantire un'ispirazione universale alla cooperazione missionaria e assicurare un'equa distribuzione di aiuti alle missioni.

Convinti che strumenti privilegiati della missionarietà della Chiesa particolare sono gli stessi missionari, i Vescovi italiani riconoscano come « propri » missionari tutti coloro che sono inviati dalla loro Chiesa ad altre Chiese, si tratti di sacerdoti, religiosi, religiose e laici;

mantengano con essi un rapporto di affetto e di sollecitudine;

si prendano a cuore le istituzioni che si occupano di formarli e di seguirli nel lavoro;

esortino la comunità diocesana a condividere l'esperienza apostolica di questi fratelli.

b) Tutti gli operatori pastorali, e in primo luogo i sacerdoti, i diaconi, i catechisti, poi i dirigenti delle associazioni e gruppi, gli animatori di vari movimenti ecclesiali sono pure responsabili dell'animazione e cooperazione missionaria.

Ad essi che vivono in intimo contatto con i membri del popolo di Dio nelle loro situazioni concrete, spetta discernere e scegliere le vie e i mezzi più adatti per educare al dinamismo e all'universalismo della fede.

Parrocchie, gruppi di vita e spiritualità cristiana, comunità ecclesiali di base attendono di essere illuminati e sollecitati a vivere in orizzonti di cattolicità e in tensione missionaria.

Per poter rispondere a tali aspettative, sacerdoti ed operatori pastorali devono trovare momenti per ricaricare il proprio spirito apostolico ed esaminino seriamente se non siano chiamati a " partire " per compiere un servizio missionario diretto.

In questa visuale i candidati al sacerdozio siano formati fin dal seminario a considerare le necessità della Chiesa universale e a rendersi « pronti nel loro animo a predicare dovunque il Vangelo ».156

c) I genitori hanno pure un compito specifico di missionarietà, inteso a trasfondere nei figli sia una mentalità aperta alle grandi realtà della Chiesa e del mondo, sia la disponibilità a donarsi agli altri; creeranno così anche un terreno propizio per la maturazione di eventuali germi di vocazione missionaria che Dio volesse seminare nel cuore dei loro giovani.157

d) Gli operatori scolastici e quanti sono impegnati nel settore della formazione dei giovani trovano nell'esercizio stesso della loro professione una grande opportunità per un'educazione all'universalismo, da un punto di vista umano e cristiano.

L'insegnamento sull'uomo e la vita, sulla storia e il mondo, l'accostamento ai problemi dell'umanità d'oggi, mentre aprono alle grandi dimensioni della realtà umana, offrono validi agganci per presentare il messaggio evangelico.

In una prospettiva integralmente cristiana quale dev'essere quella della scuola cattolica, è chiaro che essa, per preciso dovere, « educa i suoi alunni a promuovere efficacemente il bene della città terrena ed insieme li prepara al servizio per la diffusione del Regno di Dio, sicché, attraverso la pratica di una vita esemplare ed apostolica, diventino come il fermento di salvezza della comunità umana ».158

e) Teologi e studiosi di missiologia si trovano in primo piano nella schiera dei particolari responsabili della missione, dato l'influsso che esiste, in ogni campo, tra riflessione e prassi.

Senza dubbio, una certa crisi missionaria attuale è legata anche ad un'insufficiente e talora errata teologia missionaria, le cui conseguenze si riflettono sia sugli annunciatori del Vangelo sia sull'animazione missionaria del popolo di Dio.

È auspicabile che in Italia teologi, studiosi di missiologia e scienze connesse collaborino per offrire un apporto più profondo alla ricerca di una rinnovata teologia della missione.

f) Ai missionari, infine, vogliamo accennare come agli animatori « naturali », della missione universale nel popolo di Dio.

Essi sono in grado di comunicare non solo delle idee, ma anche delle esperienze, che risultano molto efficaci per vivificare lo spirito missionario ed il legame interecclesiale.

Li esortiamo a non rifiutare di rendere la loro testimonianza, senza temere di non essere all'altezza di questo compito per una certa loro estraneità al nostro ambiente e linguaggio.

Le nostre comunità aspettano che essi riferiscano tutto quello che Dio ha compiuto per mezzo loro. ( Cf. At 14,27 )

Ricordiamo inoltre che la Provvidenza suole suscitare apostoli per mezzo di altri apostoli.

32. - Persone ed ambienti da animare

Nessun membro del popolo di Dio e nessun ambiente ecclesiale va escluso dal diritto di essere illuminato e sostenuto nel suo impegno missionario.

Richiamiamo l'attenzione su alcuni destinatari dell'animazione missionaria che vanno preferiti in quanto rappresentano punti vitali del tessuto ecclesiale, e rischiano tuttavia di essere trascurati.

a) Ci riferiamo anzitutto alle parrocchie, che sono la espressione più comune e concreta della comunità cristiana.

L'animazione missionaria non può restare confinata nei gruppi e nei movimenti specializzati, ma deve raggiungere quelle strutture fondamentali del popolo di Dio che sono appunto le parrocchie.

È la parrocchia come tale che richiede di essere animata in senso missionario, affinché viva in pienezza la sua realtà di Chiesa.

C'è forse chi ritiene impossibile questo obiettivo, giudicando che i comuni fedeli siano incapaci di comprendere il volto nuovo della missione.

È una valutazione che non risponde a verità.

Dove l'annuncio del Vangelo e la testimonianza missionaria risuonano con freschezza e autenticità, anche la gente dalla fede semplice si mostra straordinariamente ricettiva e responsabile.

Certamente, andranno adeguati modi e mezzi di animazione missionaria, perché non facciano leva su fattori emotivi e secondari, ma siano tutti orientati alla crescita della comunità parrocchiale in una vita cristiana più profonda ed irradiante.

b) Pensiamo poi alle famiglie, ai movimenti e gruppi impegnati nell'apostolato familiare.

La formazione umana e cristiana che costituisce il loro obiettivo trova un elemento portante nella dimensione missionaria.

Non bastano però richiami occasionali alle missioni, gesti isolati di aiuto ai missionari e ai poveri del Terzo Mondo, ma occorre che la tensione missionaria sia compresa e integrata nel compito stesso della famiglia.

« Anche la fede e la missione evangelizzatrice della famiglia cristiana posseggono questo respiro missionario cattolico ».160

La pastorale familiare recuperi e intensifichi il senso missionario, sia per aprire le famiglie ai vasti orizzonti del mondo e della Chiesa, sia per ridare slancio e contenuto alla loro peculiare missione.

Come hanno richiamato i Vescovi al recente Sinodo, « le attenzioni della famiglia cristiana non devono essere ristrette e limitate al solo orizzonte della parrocchia, ma estendersi all'intera famiglia umana ».161

A tale scopo risulterà assai stimolante la testimonianza « di coniugi e di famiglie cristiane che, almeno per un certo tempo, vanno nelle terre di missione ad annunciare il Vangelo, servendo l'uomo con l'amore di Gesù Cristo.162

c) Nei seminari la necessità di sviluppare la dimensione missionaria della formazione, sia spirituale che intellettuale, è ribadita da numerosi documenti della Chiesa,163 e i Vescovi italiani hanno fatto propria questa istanza.

Nell'attuazione pratica di essa, oltre all'azione propria degli educatori che ne sono i primi responsabili, si dia spazio alla testimonianza dei missionari, perché i seminaristi abbiano un contatto vitale con la vocazione e la realtà missionaria.

d) Una speciale attenzione va riservata ai giovani.

Da sempre, i giovani sono aperti a nobili ideali, pur essendo soggetti a forti crisi.

Ciò sembra quanto mai vero oggi, in tempo di radicali cambiamenti, che creano incertezze e smarrimenti, ma provocano pure grandi attese e aspirazioni.

La fioritura nella Chiesa stessa di gruppi e di movimenti che vogliono ridare valore e carica evangelica alla vita e ai quali i giovani partecipano largamente e con convinzione, costituisce un terreno fertile per l'animazione missionaria, purché essa si esprima in maniera rispondente alle esigenze giovanili.

Occorre raggiungere i giovani nelle loro situazioni concrete, formulare proposte provocatorie per la loro esistenza, far sentire loro che essere missionari è impegnarsi a vivere il radicalismo gioioso del Vangelo nella donazione di sé ai fratelli.

e) Esistono poi alcuni ambienti non aperti alla missione, almeno in quella misura che si potrebbe attendere da persone che hanno scelto di servire Dio e il prossimo con generosità.

Alludiamo a certe comunità di vita consacrata, a taluni gruppi, associazioni e movimenti di particolare spiritualità, a certe comunità di base, che di fatto restano chiusi agli orizzonti missionari per varie cause:

un'esagerata attenzione ai loro scopi immediati;

una certa sfiducia nella Chiesa e nella sua missione nel mondo d'oggi, come essi la vedono realizzata;

una situazione di isolamento e di emarginazione voluta o reale.

È importante chiedersi il perché di questi atteggiamenti e studiare come accendere o ravvivare in tali ambienti una genuina missionarietà.

f) Infine, non vanno dimenticati oggi, tra i destinatari dell'animazione missionaria, svariati ambienti e categorie di persone che, pur non avendo responsabilità particolari nella missione, esercitano un influsso notevole sui problemi ad essa inerenti.

Pensiamo ai politici, agli studiosi, ai tecnici, agli artisti, ai turisti, ai lavoratori, agli operatori economici, a quanti vengono a contatto con i paesi del Terzo Mondo, le loro culture e religioni, le loro drammatiche questioni sociali e spirituali.

Il comportamento di queste persone è molto importante e talora determinante per la realizzazione del dialogo, della giustizia e della fraternità che devono accompagnare la missione della Chiesa e costituiscono spesso una « pre-evangelizzazione » necessaria.

Nei loro riguardi, l'animazione missionaria cercherà un approccio in sintonia con la loro professione e farà leva sulle possibilità e responsabilità che hanno di promuovere il rispetto di ogni persona e la solidarietà verso tutti i popoli.

33. - Obiettivi d'impegno missionario

Nel contesto di una Chiesa tutta missionaria, in cui ogni membro e ogni comunità è soggetto e destinatario della missione, si rivelano pih chiari anche gli obiettivi di un impegno missionario.

Essi mirano a porre veramente la comunità ecclesiale in tensione missionaria attraverso un dinamico processo di consapevolezza e di azione.

a) Una prima tappa di questo processo consiste nella formazione di una coscienza missionaria.

Essa è una mentalità e un'attitudine convinta, per cui il credente e la comunità cristiana si sentono chiamati ad irradiare la propria fede, a rendere conto agli altri, in qualsiasi situazione, della speranza che è in loro. ( Cf. 1 Pt 3,15 )

Questo, in forza del loro stesso essere cristiani, essere Chiesa.

Il discepolo di Cristo è di per sé stesso un apostolo, un inviato; la Chiesa è convocata per essere mandata.

Questa convinzione resa presente ed operante in modo abituale diviene coscienza missionaria.

b) La coscienza missionaria si traduce poi nella testimonianza della vita e delle opere, cioè nell'assunzione di un modo di essere presenti e attivi nel mondo che edifichi il Regno di Dio.

Qui l'animazione ha il compito di rivelare tutto il senso e il valore missionario che ha il vivere da cristiani nell'esistenza di ogni giorno, secondo la vocazione propria di ciascuno, nell'ambiente umano ed ecclesiale in cui si è inseriti.

È un punto fondamentale della missionarietà da ricuperare in pienezza.

Troppi cristiani, gruppi o comunità, pensano ancora di operare missionariamente solo quando si occupano di precise iniziative missionarie e dimenticano che la testimonianza di una vita autenticamente cristiana è la prima ed indispensabile evangelizzazione.

« L'uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri … e se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni ».165

c) Dalla testimonianza occorre passare all'annuncio del Vangelo nel nostro ambiente.

In un'epoca in cui la missione come primo annuncio tocca in qualche modo tutti i continenti, la nostra Chiesa « abbia la piena coscienza di essere inviata anche a coloro che non credono in Cristo e convivono nello stesso territorio ».166

Si apre qui un campo vasto per un lavoro di prima evangelizzazione o rievangelizzazione in Italia, forse ancor troppo disatteso da noi.167

Scristianizzati, non credenti, non praticanti, indifferenti, atei costituiscono oggi in Italia una porzione rilevante.

Non si tratta soltanto di individui o moltitudini amorfe, ma di ceti, di strati sociali e culturali, di ambienti e strutture, di modi di pensare e vivere ormai estranei, quando non sono addirittura contrari, al Vangelo.

Contiamo tra noi anche un numero consistente di persone e gruppi di altri paesi e di diversa fede.

Questa situazione ci impone di superare una semplice pastorale di conservazione o di rinnovamento dei già cristiani, per muoverci verso i « lontani », preparando a tale scopo i fedeli, le comunità e soprattutto gli operatori pastorali.

Come potrebbe essere credibile una Chiesa che volesse evangelizzare altrove e non in casa sua?

L'animazione missionaria ha l'obbligo di affermare che « la missione è pure qui » e che la nostra Chiesa, non altre, ne è la prima responsabile, con tutte le sue forze vive.

d) Con tutto ciò rimane inalterato nella sua necessità ed urgenza primaria il compito dell'annuncio del Vangelo a tutte le genti e della cooperazione con le altre Chiese.

Un compito formidabile per la massa delle persone cui si rivolge, per la varietà dei popoli e delle culture che incontra, per le difficoltà e i problemi che pone, per la scarsità di uomini di cui tuttora dispone.

Perciò questa missione universale incombe su tutte le Chiese e costituisce il mandato di Cristo per eccellenza.

Di fronte ad essa, l'animazione missionaria del popolo di Dio fa appello alla disponibilità più grande e alla carità più generosa:

stimola a dare risposte sollecite ed ecclesialmente condivise alla chiamata di Dio e delle Chiese sorelle;

sottolinea l'arricchimento di comunione interecclesiale che deriva da un autentico servizio missionario.

Senza trascurare nessuna parte del mondo, nessun invito proveniente da qualunque Chiesa, i Vescovi italiani domandano alle loro comunità di rispondere con larghezza e fiducia alle richieste di personale apostolico che giungono oggi dall'Africa e dall'Asia.

Per l'Asia in particolare ricordiamo che ivi si trovano i tre quarti della popolazione mondiale, paesi di grandi religioni, masse sterminate di poveri tra i più poveri, vaste regioni sconvolte da profonde e violente trasformazioni politiche e culturali, mentre la Chiesa quasi dovunque, con rarissime eccezioni, è ancora un piccolo gregge ».

Urge quindi un immenso e nuovo sforzo missionario circa il quale la Chiesa italiana deve seriamente interrogarsi e assumere le proprie responsabilità.

34. - Forme e mezzi di animazione e cooperazione

Vista come dimensione essenziale del cristiano e della comunità ecclesiale, inserita e integrata pienamente nella pastorale, la missione esige molteplici mezzi di animazione e di cooperazione.

Alcuni, però, eccellono sugli altri e con ragione hanno sempre avuto grande rilievo nelle indicazioni nel magistero e nella prassi della Chiesa, anche se richiedono di essere adeguati al momento ecclesiale e missionario attuale.

a) Un posto privilegiato spetta alla cooperazione missionaria spirituale, che si esplica mediante la preghiera, la sofferenza, la testimonianza di fede e di vita cristiana.

La Chiesa dei primi tempi è stata esemplare in questo senso, sostenendo il compito dell'evangelizzazione con l'orazione assidua, il coraggio nelle prove e persecuzioni, l'irradiazione di un'esistenza rinnovata dalla carità, come aveva chiesto il Maestro e Signore. ( Cf. Gv 13,13ss )

Si riscopra il valore missionario dell'orazione personale e comunitaria, attingendo specialmente alle inesauribili ricchezze della parola di Dio e della liturgia, che è insieme culmine e fonte sia della vita che dell'attività della Chiesa.169

L'eucaristia diventi il centro della comunità missionaria orante, poiché in essa « è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo » e « per questo si presenta come fonte e culmine di tutta l'evangelizzazione ».170

Si metta in evidenza lo stretto legame che unisce la sofferenza alla missione, in quanto associa intimamente al mistero redentore di Cristo.171

La moltitudine dei malati, dei poveri, degli oppressi, dei perseguitati a causa della giustizia, mentre è destinataria preferenziale della Buona Novella, va considerata come una forza tra le più efficaci di apostolato.

b) La conoscenza della realtà missionaria è un'altra forma indispensabile di animazione e di cooperazione.

Essa deve tendere non solo a informare, ma a formare le coscienze dei fedeli e delle comunità.

A questo servono la predicazione, la catechesi, le testimonianze dei missionari o di chi ha avuto esperienze e contatti con essi, ma soprattutto, nel mondo attuale, i diversi strumenti di comunicazione sociale.

c) L'interesse missionario si rivela autentico quando si trasforma in gesti concreti di servizio e di donazione.

Per le missioni, il popolo cristiano ha sempre dato con generosità e creatività.

Dall'offerta tradizionale si è giunti all'attuazione di molteplici iniziative che spesso vanno al di là del soccorso materiale, per tradursi in un dono più profondo e personale.

È fondamentale mettere l'accento sullo spirito con il quale si dona, perché ciò che si dà risponda a una convinzione interiore e sia in coerenza con tutta un'impostazione cristiana di vita.

Va sottolineato anche che al dono fatto corrisponde sempre un dono ricevuto, in forza di quello scambio di beni che scaturisce dalla missione, in quanto comunione e partecipazione.

In questo spirito la raccolta di mezzi finanziari sia promossa in modo educativo, come espressione di condivisione, sia opportunamente coordinata e, senza escludere l'aiuto a persone e ad iniziative particolari, resti sempre aperta alle necessità della missione universale.

Inoltre, « l'aiuto sia regolato in tal modo che coloro i quali lo ricevono vengano, a poco a poco, liberati dalla dipendenza altrui e diventino sufficienti a se stessi ».172

Nel campo della promozione umana si sostenga ogni iniziativa pubblica e privata « con cui si porta un aiuto efficace agli individui e ai popoli che si trovano nel bisogno, cooperando in ciò con tutti gli uomini di buona volontà ».173

d) La promozione delle vocazioni missionarie è il cuore di ogni animazione perché diretta a suscitare l'elemento primo e indispensabile della missione.

L'annuncio del Vangelo domanda annunciatori, ( Cf. Rm 10,14-15 ) la messe richiede operai, ( Cf. At 9,37-38 ) la missione vuole missionari. ( Cf. At 13,2 )

L'animazione missionaria vocazionale comporta una preoccupazione e un'attività particolare.

Benché faccia parte dell'animazione missionaria generale e sia intimamente legata ad essa, esige cure speciali e un certo numero di animatori appositamente preparati.

Si inserisce nel piano della pastorale, sia diocesana che nazionale, ma occupa un proprio posto in relazione alla peculiare fisionomia della vocazione missionaria.

Le diverse forze ed istituzioni impegnate nella promozione delle vocazioni missionarie sapranno dar prova di vera collaborazione, se si lasceranno condurre dallo spirito di fede e dall'amore alla Chiesa, più che da motivi o da interessi propri.

Abbiano perciò anche una giusta stima di tutte le forme in cui si può attuare oggi la donazione personale alla missione, e aiutino sinceramente ciascuno a scoprire e seguire la chiamata particolare che Dio gli rivolge.

Il Centro Nazionale Vocazioni e i rispettivi Centri Diocesani, nello svolgere la loro opera, si sentano responsabili anche delle vocazioni missionarie.

35. - Strumenti di comunicazione sociale

« Nel nostro secolo contrassegnato dai " mass media " o strumenti di comunicazione sociale, il primo annuncio, la catechesi o l'approfondimento ulteriore della fede, non possono fare a meno di questi mezzi …

Posti al servizio del Vangelo, essi sono capaci di estendere quasi all'infinito il campo di ascolto della parola di Dio ».177

In questa prospettiva, quanti attendono all'animazione missionaria devono prendere coscienza della potenza e della sfida che offrono i mezzi di comunicazione sociale: stampa, cinema, radio, televisione e simili.178

Essi sono un indispensabile supporto pedagogico, sostentano il dialogo della Chiesa col mondo, la rendono presente in maniera più larga e incisiva, costituendo « una versione moderna ed efficace del pulpito ».179

Ma ciò richiede dagli operatori dei mezzi di comunicazione sociale la volontà di rendere un servizio alla Chiesa, alla verità e alla carità,180 e di acquisire un sufficiente grado di professionalità.

a) Tra gli strumenti di comunicazione sociale in vista dell'animazione, la stampa missionaria svolge un ruolo di primaria importanza.

Nella misura in cui si farà specchio fedele del mondo, luogo di incontro e di scambio interecclesiale, strumento di dialogo tra le culture, contribuirà efficacemente al rinnovamento della Chiesa italiana.

Il suo compito non è solo di dare informazioni: la notizia non sia fine a se stessa, ma tenda a educare e far crescere nella comunione e solidarietà.

Per questo, i responsabili della stampa missionaria cerchino sempre e prima di tutto la verità, sia nelle scelte dei fatti, sia nella loro esposizione.

Non lavorino isolatamente, ma cooperino per un'attuazione armonica di iniziative e di programmi, in coordinamento tra di loro181 e con altri organismi della stampa cattolica.

b) Sulla stessa linea, l'editoria missionaria si faccia ponte tra le diverse culture ed esperienze ecclesiali, presentando la missione come un reciproco dare e ricevere, uno scambio fecondo tra i vari popoli e le varie Chiese.

Porti, quindi, a conoscenza del pubblico italiano i problemi, le istanze, i valori e le esperienze degli altri popoli, e specialmente delle giovani Chiese.

Nello stesso tempo, sia attenta alla realtà della Chiesa italiana, per coglierne il cammino e stimolarne l'apertura al mondo intero.

c) Merita pure una speciale attenzione la preparazione di sussidi audiovisivi.

Si tratta di un impegno non facile, ma destinato a portare grandi frutti.

« L'esperienza dimostra, ad esempio, la risonanza di un insegnamento radiofonico o televisivo che sappia congiungere un'espressione estetica qualificata ad una rigorosa fedeltà al magistero ».182

Nel campo dei mass-media si utilizzi al massimo la collaborazione di laici professionalmente preparati e dotati di sensibilità missionaria.

Gli stessi missionari impegnati in questo settore non ritengano di avere un ruolo secondario in relazione alla loro vocazione, ma si sforzino di essere all'altezza del loro compito, convinti di recare un contributo primario alla causa del Vangelo.

36. - Giornata Missionaria Mondiale

Le diverse espressioni di animazione e di cooperazione missionaria trovano un momento forte di attualizzazione nella Giornata Missionaria Mondiale affidata alle PP.OO.MM.

Definita ufficialmente dal suo inizio come la grande giornata della cattolicità »,183 è stata ripetutamente raccomandata dai Papi allo scopo di incrementare nel popolo di Dio « l'universalismo missionario ».184

Oggi si insiste affinché la Giornata Missionaria Mondiale rappresenti « una manifestazione spontanea » dello spirito missionario vissuto come dimensione normale del popolo di Dio.185

Quindi, non è da considerarsi un fatto isolato, un richiamo occasionale, una questua in più, ma una circostanza privilegiata per ravvivare la coscienza missionaria e celebrare nella lode e nel ringraziamento, coi fedeli e le Chiese di tutto il mondo, quella salvezza di Cristo che è il grande dono di Dio agli uomini.

Così va intesa e realizzata da ogni nostra comunità.

I vari responsabili dell'animazione missionaria ai diversi livelli la preparino e la celebrino con questa preoccupazione e in fraterna collaborazione, nel contesto di un ottobre tutto missionario.

Indice

150 Ad gentes, n. 29.
151 Cf. Postquam Apostoli, specialmente nn. 13-22.
152 Ad gentes, n. 30.
153 Cf. Ad gentes, n. 38.
154 Evangelii nuntiandi, n. 77.
155 Cf. Lumen gentium, n. 23;
Ad gentes, n. 38;
Christus Dominus, n. 6;
Ecclesiae sanctae, I, art. 2;
Evangelii nuntiandi, nn. 67-68;
Sacra Congr. Vescovi Direttorio per il ministero pastorale dei Vescovi, n. 46;
Postquam Apostoli, n. 4, nn. 17-20.
156 Optatam totius, n. 20.
157 Cf. Sinodo dei vescovi « I compiti della famiglia cristiana », 1979,
Messaggio dei Padri Sinodali, n. 38;
Giovanni Paolo II, Esort. Apost. Familiaris consortio n. 54.
158 Gravissimum educationis, n. 8.
160 Familiaris consortio, n. 54.
161 Messaggio dei Padri Sinodali ( cit. nota 157 ) n. 14.
162 Familiaris consortio, n. 54.
163 Cf. Ad gentes, n. 39;
Optatam totius, n. 20;
Ecclesiae sanctae, I, art. 3 par. 1;
Postquam Apostoli, n. 23;
Sacra Congr. Educazione, Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis, n. 39, n. 57, n. 96;
Sacra Congr. l'evangeliz. dei popoli Lettera circolare alle Conferenze Episcopali sulla dimensione missionaria della formazione sacerdotale, 1970;
C.E.I., La formazione dei presbiteri nella Chiesa Italiana, n. 13, n. 116.
165 Evangelii nuntiandi, n. 41.
166 Ad gentes, n. 20.
167 C.E.I., Documento dell'Episcopato italiano per la III Assemblea generale del Sinodo dei Vescovi, 28 febbraio 1974,
Evangelizzazione del mondo contemporaneo, n. 77.
169 Cf. Sacrosanctum Concilium, n. 10.
170 Presbyterorum ordinis, n. 5.
171 Cf. Apostolicam actuositatern, n. 16.
172 Ivi, n. 8.
173 Ivi.
177 Evangelii nuntiandi, n. 45.
178 Cf. Inter mirifica, n. 1.
179 Evangelii nuntiandi, n. 45.
180 Cf. ivi, nn. 77-79.
181 Ad es. mediante la FeSMI ( Federazione della Stampa Missionaria in Italia ).
182 Giovanni Paolo II , Esort. Apost. Catechesi tradendae, n. 46.
183 Lettera del Prefetto di Propaganda Fide card. Guglielmo Van Rossum ai Vescovi d'Italia, 1926.
184 Paolo VI, Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale, 1976, 14 aprile 1976.
185 Cf. Ecclesìae sanctae, III, art. 3.