Comunicazione e missione

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Comunicazioni sociali e progettazione pastorale

99 Un piano pastorale delle comunicazioni sociali

Il primo passo di questa conversione pastorale consiste nel definire un piano pastorale per le comunicazioni sociali.

Non un ulteriore segmento della pastorale o un settore dedicato ai media, ma lo sfondo per una pastorale interamente e integralmente ripensata a partire da ciò che la cultura mediale è e determina nelle coscienze e nella società.

Le sue caratteristiche si ispirano a quanto indicato in Aetatis novae: «Le comunicazioni sociali hanno infatti un ruolo da giocare in tutti gli aspetti della missione della Chiesa.

Così non ci si deve accontentare di avere un piano pastorale per la comunicazione, ma è necessario che la comunicazione sia parte integrante di ogni piano pastorale perché essa ha di fatto un contributo da dare a ogni altro apostolato, ministero o programma».108

Un piano pastorale per la comunicazione sociale, quindi, non può che servire la missione complessiva della Chiesa stessa ed essere parte di un progetto ben più vasto e articolato.

Vanno riconosciuti e delineati pastoralmente sia la stretta connessione tra la comunicazione e la missione della Chiesa sia, in modo specifico, il contributo insostituibile che le comunicazioni sociali devono e possono dare alla missione della Chiesa.

100 Un piano integrato e adeguato alla situazione pastorale

L'idea da sviluppare è quella di un piano "integrato" per le comunicazioni sociali, a partire dal quale realizzare una programmazione pastorale non limitata al solo ufficio diocesano per le comunicazioni sociali o ai media, ma capace di coinvolgere tutti gli ambiti pastorali.109

Il piano deve essere adeguato al contesto specifico della diocesi, tenuto conto che «le condizioni dei media e le opportunità che si offrono alla Chiesa nel campo delle comunicazioni sociali sono differenti da nazione a nazione e anche da diocesi a diocesi di uno stesso Paese».110

È importante quindi calibrare il progetto sulle questioni più rilevanti, destinate a determinare il successo o il fallimento del piano stesso, individuando obiettivi realistici e realizzabili.

101 Principali obiettivi del piano pastorale

L'obiettivo principale del piano pastorale è il cambiamento di mentalità di tutti i membri della comunità, coinvolgendo da più angolature la vita stessa della Chiesa, nel rispetto della specificità di ogni realtà diocesana.

Indichiamo alcuni ambiti di specifica attenzione:

coniugare fede e cultura

- rendere tutti capaci di coniugare l'esperienza di fede con la nuova cultura mediale, per dare piena attuazione al mandato di Gesù che ha donato lo Spirito Santo affinché in ogni tempo e secondo il linguaggio di ciascuna epoca sia annunciato il Vangelo;

capire e parlare i nuovi linguaggi mediatici

- far sì che quanti hanno responsabilità nella Chiesa, i ministri, i catechisti e tutti i fedeli siano in grado di capire, interpretare e parlare il "nuovo linguaggio" dei media111 e non si sottraggano al compito di usarli, assieme alle nuove tecnologie informatiche, per rimuovere gli ostacoli al progresso umano e alla proclamazione del Vangelo,112 con particolare attenzione alle persone più lontane e in difficoltà;113

integrare i media con la pastorale

- operare perché i media siano utilizzati per fornire informazioni, ma anche per sviluppare la crescita e la maturazione della fede.

Ciò accade solo quando una diocesi, oltre a possedere una visione nuova e organica della comunicazione della fede, investe sui media impiegandoli non in maniera isolata, ma all'interno di una strategia pastorale;

formare gli operatori pastorali

- sviluppare il senso critico, necessario per una sincera ricerca della verità.

In generale, la capacità dei media di generare idee e aprire al confronto va incoraggiata anche sul piano religioso, pur vigilando perché i contenuti della fede non siano banalizzati, manipolati e spettacolarizzati;

favorire la ricerca della verità

- formare comunicatori non più isolati, né operatori pastorali dispersi, per un impulso deciso a un piano integrato delle comunicazioni, nella consapevolezza che il comunicare è una dimensione imprescindibile d'ogni attività o progetto pastorale;

condividere le risorse e creare sinergie

- condividere le risorse favorendo una sapiente sinergia tra le molte iniziative mediali.

Il patrimonio dei media presenti nella diocesi va integrato con le diverse realtà esistenti a livello locale, interdiocesano, regionale, nazionale e in alcuni casi anche internazionale;

partecipare al progresso dei popoli

- favorire una comprensione del significato della nuova era dei media e del loro impatto sullo sviluppo dei popoli e delle culture,114 per una comunità ecclesiale capace di responsabilità nei processi culturali, con compiti di vigilanza e di reale partecipazione al progresso dei popoli;

investire risorse umane ed economiche

- garantire le risorse umane ed economiche necessarie al pieno sviluppo dei progetti, promuovendo la formazione qualificata degli operatori, anche presbiteri, e facendo crescere una sana cultura d'impresa in grado di offrire efficienza e adeguati profili economici nella gestione dei media.

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108 Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali, Aetatis novae 17
109 Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali, Aetatis novae 23-33
110 Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali, Aetatis novae 23
111 Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali, Aetatis novae 2-3; n. 8; n. 11
112 Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali, Aetatis novae 8; n. 11; n. 13; n. 14
113 C. E. I. Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, 56-58
114 Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali, Aetatis novae 4; n. 7-9; n. 15