L'Evangelizzazione del mondo contemporaneo  

Parte III - Proposte della Chiesa Italiana per l'evangelizzazione dell'Italia e del mondo

77. - Rilievi sulla situazione italiana

A causa della struttura ancora prevalentemente clericale della Chiesa italiana, il senso della responsabilità circa l'evangelizzazione, sia nelle diocesi come nelle parrocchie, è notevole nei sacerdoti e nei gruppi di laici particolarmente impegnati nell'apostolato ( Azione Cattolica ecc. ), ma è carente nei fedeli, anche se col sorgere d'una fede più matura e più personale le cose vanno lentamente cambiando.

Rimane tuttavia bisognosa di maggiore e di più vitale impegno la dimensione missionaria della Chiesa in Italia, in gran parte rivolta più alla cura della Chiesa già costituita e delle sue peraltro necessarie articolazioni e strutture, che non alla evangelizzazione di tutti gli uomini, compresi i cosiddetti « lontani », che da noi sono per lo più battezzati.

È vero, poi, che troppe forze che potrebbero essere impegnate nell'evangelizzazione sono assorbite in compiti amministrativi ed organizzativi, che potrebbero essere svolti da laici.

78. - La pastorale lentamente ma sicuramente si orienta sempre più verso la preparazione di famiglie cristiane e di genitori che siano educatori dei figli alla fede mediante corsi di formazione cristiana permanente e mediante la loro responsabilizzazione in occasione della richiesta del Battesimo per i figli, come pure della celebrazione della Comunione e della Cresima.

Le parrocchie, in genere, non sono e non si sentono comunità in senso pieno, anche se il discorso comunitario va facendosi sempre più sentito: specialmente nella liturgia, nei gruppi, nei consigli pastorali, ecc.

Indubbiamente le mutate condizioni storiche richiedono un ripensamento della parrocchia, perché possa essere veramente una comunità evangelizzatrice: parrocchie di 50 mila abitanti e di 200 abitanti hanno di comune solo il nome.

Occorre una scelta: se per « parrocchia » si debba intendere una « comunità di base », quindi una comunità a dimensione umana, al massimo di poche centinaia di persone, oppure un centro di servizi per le persone e i gruppi che ad essa fanno riferimento.

L'esigenza comunitaria è molto sentita tra i giovani, che in molte parti hanno dato vita a gruppi e comunità, in cui la partecipazione comunitaria è molto intensa.

Alcuni di questi « gruppi spontanei » e « comunità di base » sono stati e sono un elemento di sensibilizzazione, di animazione e di rinnovamento nella vita delle parrocchie, ma altri gruppi hanno assunto un atteggiamento di contestazione più o meno radicale nei riguardi delle strutture ecclesiali e della gerarchia.

Salvo pochi casi, si sono rivelate di effimera durata.

In quasi tutte le diocesi esistono i Consigli presbiterali e pastorali ed in molte parrocchie esistono i Consigli pastorali: superata la fase iniziale, che quasi dappertutto è stata difficile, oggi sono in ripresa, ma i loro frutti sono limitati, per la poca fiducia che a volte riscuotono presso sacerdoti e laici.

Eppure non si vedono altri strumenti così significativi, nel contesto socio-religioso attuale, per « dare la parola a tutta la Chiesa ».

Le comunità religiose si vanno sempre più inserendo nella pastorale della Chiesa locale, anche se ancora esistono talune resistenze e difficoltà.

79. - In generale nella predicazione e nella catechesi non sono taciuti, attenuati o falsamente interpretati i dogmi fondamentali;

piuttosto fa spesso difetto una presentazione globale ed equilibrata della fede cristiana, per cui si insiste più su aspetti secondari di immediato interesse che sugli aspetti essenziali della fede;

inoltre, la predicazione è più moralistica che teologica e spirituale.

In tutte le diocesi c'è la preoccupazione della formazione permanente del clero mediante ritiri e giornate sacerdotali, corsi periodici di aggiornamento teologico e biblico.

In poche diocesi ci sono istituti di pastorale.

É avvertita l'esigenza di biblioteche aggiornate e di corsi di specializzazione per i vari settori della pastorale.

Le Facoltà teologiche potrebbero dare un maggiore contributo alla formazione permanente del clero.

La formazione dei candidati al sacerdozio è indirizzata alla futura evangelizzazione sia con la preparazione teologica specifica, sia con il graduale inserimento nella vita diocesana mediante esperienze pastorali, durante il corso teologico.

Si notano qua e là difficoltà ed incertezze.

Per la preparazione dei laici all'esercizio dell'apostolato vengono organizzati corsi di teologia, conferenze, giornate di studio, incontri di spiritualità.

80. - In Italia c'è una sola Università cattolica: per essa c'è stima e fiducia, anche se avvenimenti recenti che hanno turbato la vita dell'Ateneo milanese hanno scosso la fiducia di alcuni fedeli.

Alcuni, però, ritengono le Università cattoliche superate e dubitano della loro capacità di dare ai giovani una formazione culturale veramente cristiana.

Le scuole « cattoliche » primarie e secondarie tenute da istituti religiosi godono in genere molta stima e sono molto ricercate, ma, non avendo aiuti finanziari dallo Stato, sono aperte solo agli alunni delle classi agiate e non sempre riescono a dare agli alunni una formazione cristiana che incida sulla loro vita professionale e civica.

Per i giovani che studiano nelle scuole dello Stato c'è l'insegnamento della religione per un'ora alla settimana, dato generalmente da un sacerdote, ma l'efficacia pastolare di tale insegnamento è piuttosto limitata, anche per lo scarso impegno degli alunni e talora degli insegnanti, i quali non sempre sono preparati dal punto di vista didattico all'insegnamento della religione.

81. - La Chiesa italiana è molto preoccupata degli strumenti della comunicazione sociale ( stampa, radio, TV ), ma può esercitare su di essi un influsso assai limitato, sia perché, per quanto riguarda la stampa, non dispone dei mezzi finanziari che sono necessari per creare organi di stampa di grande diffusione ( dei giornali « cattolici » italiani uno solo - « Avvenire» - è a raggio nazionale, ma poco diffuso, sia perché, per quanto riguarda la radio e la TV, questi strumenti sono monopolio statale.

Tuttavia, tanto nei grandi giornali a raggio nazionale quanto alla radio e alla TV lavorano giornalisti cattolici: cosicché l'informazione religiosa è abbastanza ampia ed esatta e non mancano programmi e rubriche religiose adatte alle varie età e situazioni.

Non c'è, invece, uno sforzo sufficiente per preparare persone cristianamente formate, capaci di servirsi di tali strumenti.

Scarsa è pure la formazione dei cristiani al senso critico nell'uso degli strumenti della comunicazione sociale.

82. - La Chiesa italiana esercita il suo carisma profetico nella critica delle istituzioni sociali, ma in maniera saltuaria e senza molto incidere sulle situazioni che restano quelle che sono.

L'ascolto è limitato anche perché in questa denunzia si esige da molti l'impegno della gerarchia, ma il resto della comunità cristiana è piuttosto assente.

La Chiesa italiana è presente nel mondo del lavoro mediante movimenti di lavoratori cristiani a carattere educativo-apostolico e a carattere educativo-sociale e mediante il Gruppo sacerdotale per la pastorale del lavoro.

Anche un discreto numero di sacerdoti lavorano come « preti operai », dando una notevole testimonianza cristiana.

Tuttavia i loro rapporti col Vescovo e con il resto della comunità cristiana sono talvolta difficili.

Tuttavia, la Chiesa non raggiunge la massima parte della classe operaia italiana, la quale ha verso di essa un atteggiamento di estraneità, se non sempre di ostilità.

83. - La Chiesa italiana è povera.

Però, l'impressione popolare è che la Chiesa sia ricca e potente; frequentemente sulla stampa e nei discorsi della gente si parla delle grandi « ricchezze » del Vaticano.

C'è nella Chiesa italiana lo sforzo di mantenersi al di sopra delle classi, ma specialmente nel mondo operaio è diffusa l'opinione che la Chiesa sia dalla parte delle classi ricche e sia legata al potere politico: la stessa opposizione della Chiesa al socialismo e, in particolare, al comunismo è interpretata da alcuni come un segno di avversione della Chiesa agli interessi della classe operaia e come un appoggio offerto alle classi ricche perché continuino a sfruttare i poveri.

É anche abbastanza diffusa l'impressione che la Chiesa, pur predicando la giustizia, la carità e la solidarietà, non attui essa per prima quanto predica agli altri, poiché alcuni preti e religiosi non si attengono alle norme della giustizia sociale nei riguardi dei lavoratori da essi dipendenti e non mettono a disposizione dei poveri parte dei beni di cui dispongono.

Perciò, anche se nelle sue dichiarazioni la Chiesa prende sinceramente la parte dei poveri, essa non è creduta da questi: essi hanno l'impressione che si tratti più di parole che di fatti.

84. - L'impegno di evangelizzazione della Chiesa in Italia è stato promosso e portato avanti dai Vescovi, che non hanno mancato di fornire importanti documenti pastorali.

Si segnalano in particolare:

Magistero e teologia nella Chiesa, 16 gennaio 1968;

Matrimonio e famiglia oggi in Italia, 15 novembre 1969;

Vivere la fede oggi, 4 aprile 1971;

La restaurazione del Diaconato permanente in Italia, 8 dicembre 1971;

L'impegno morale del cristiano, 11 marzo 1972;

Evangelizzazione e sacramenti, 12 luglio 1973.

85. - Proposte per il Sinodo

Nella luce del « rilievo di situazione » assumono più profondo e vigoroso risalto le proposte e le opzioni fondamentali dello schema « preparatorio » « su come debba essere promossa oggi l'evangelizzazione ».

Esse trovano unanimi consensi, sia nell'insegnamento dei Vescovi e sia nell'impegno pastorale, che ha caratterizzato la Chiesa in Italia, in questi ultimi anni.

Si indicano e si formulano, a questo punto, alcuni orientamenti e proposte, sui quali si ritiene importante un approfondimento ed un eventuale pronunciamento nei lavori dell'assise Sinodale.

86. - Necessità di passare da una pastorale di sacramentalizzazione, valida in una situazione di « cristianità », ad una pastorale di evangelizzazione, richiesta dai tempi nuovi della Chiesa e del mondo.

Se ci si limita ancora a concentrare l'attenzione quasi unicamente sulla « prassi sacramentale » si finisce per ridurre il sacramento, avulso dal suo vitale contesto di fede, ad un puro gesto di pratica esteriore, senza riflessi concreti e fecondi nella vita.

Il documento pastorale « Evangelizzazione e sacramenti » e il piano pastorale triennale corrispondente indicano questo « salto di qualità » fatto dalla Chiesa in Italia ed ormai in fase di realizzazione nelle nostre Chiese particolari.

In verità questa scelta, per la sua tematica e i suoi obiettivi, trascende i limiti di tempo imposti da un triennio e si pone a monte di un progetto pastorale a lunga scadenza, avviando un'impostazione veramente innovatrice, richiesta dall'attuale situazione socio-culturale, anche se radicata nella perenne missione e tradizione della Chiesa.

L'inchiesta socio-religiosa promossa dalla C.E.I., in concomitanza col piano pastorale, ha chiaramente posto in evidenza come da noi una vera impostazione di « evangelizzazione » si realizza in una percentuale ancora bassa di casi e come soltanto da una convinzione profonda da parte di tutti gli operatori della pastorale sulla priorità dell'evangelizzazione potranno essere superate abitudini e stanchezze ed un nuovo vigoroso impulso sospingerà l'azione apostolica della Chiesa nel mondo di oggi.

Al tempo stesso si impone anche un altro orientamento quanto mai importante e decisivo: da una pastorale che ha per destinatario primo e quasi esclusivo il praticante, occorre scegliere una pastorale che pur non trascurando il praticante dia più spazio all'azione rivolta verso i non-credenti e i non-praticanti; occorre cioè pur senza abbandonare una pastorale di « cristianità » passare più decisamente ad una pastorale di « missione ».

Proprio per questa scelta di una Chiesa evangelizzatrice e missionaria si chiede al Sinodo di fornire, in organica ed armonica sintoni a col Concilio Vaticano II, una presentazione globale e sintetica dei contenuti fondamentali riguardanti l'annunzio del messaggio cristiano, oggi.

87. - Tale primato dell'evangelizzazione e della missione non deve tuttavia far dimenticare la necessità di un' opera di pre-evangelizzazione, illuminata e concreta.

L'inchiesta socio-religiosa ha rilevato come tale pre-evangelizzazione è quasi sempre assente, là dove più vivo appare il rapporto chiesa-mondo.

La scarsità di iniziative nei riguardi di quanti si dichiarano non-credenti e soprattutto nel mondo della scuola, della cultura, del lavoro, dei mezzi della comunicazione sociale, del tempo libero ecc. ne sono un indice allarmante.

Per questo il documento « Evangelizzazione e sacramenti » sottolinea come rientra nel contesto globale dell'evangelizzazione l'avvertita presenza e la conseguente valorizzazione di tutti quegli aspetti di promozione umana, a cui sono tanto sensibili gli uomini del nostro tempo.

La celebrazione di un Convegno nazionale con la partecipazione di tutte le componenti ecclesiali, sul tema « Evangelizzazione e promozione umana » vuol essere una risposta unitaria della Chiesa in Italia, che si allinea, del resto, su quanto a riguardo di tale tema hanno già affermato alcune sue Conferenze regionali ( Piemonte, Lombardia, Triveneto, Flaminia ), il recente Convegno della Diocesi di Roma, cui deve aggiungersi la preparazione, già in fase avanzata, del documento sui problemi dell'Italia meridionale.

88. - « Resta tuttavia principale impegno operativo della Chiesa in Italia, emergente dalla riflessione in atto, il rinnovamento della catechesi.

Le linee di tale rinnovamento sono già state proposte dall'Episcopato italiano nell'apposito "documento-base", che prepara e fonda la compilazione e l'accoglienza dei nuovi catechismi » ( Evangelizzazione e sacramenti, n. 79 ).

Il « Catechismo dei bambini » ha rappresentato un primo frutto, cui stanno per aggiungersi gli altri: il catechismo dei fanciulli, dei preadolescenti, dei giovani e degli adulti.

Il ripristino dell'istituto del catecumenato o catechesi permanente appare indispensabile, sia là dove è necessario risvegliare la fede, sia dove i sacramenti vengono richiesti senza una prassi di vita cristiana.

Solo in tal modo la vita cristiana potrà anche oggi, in situazioni socio-religiose mutate, non perdere i suoi elementi fondamentali che il catecumenato le garantisce, facendola essere un cammino di fede e di conversione con cui l'uomo, mosso dall'annuncio della Buona Novella, viene gradualmente introdotto nel mistero di Cristo e nella vita della Chiesa.

L'intero rinnovamento della catechesi dovrà fare attenzione non soltanto ai contenuti della fede, ma anche al linguaggio e alla incarnazione del messaggio nelle concrete situazioni esistenziali.

89. - In ordine ad un'opera profonda di evangelizzazione e di catechesi si impone la necessità di avere delle « comunità evangelizzanti » ( famiglie-gruppi-comunità parrocchiali ): non si può infatti separare l'atto dell'evangelizzazione dalla comunità che evangelizza.

Di qui la necessità di una promozione della famiglia come comunità ecclesiale, costituita dal sacramento del Matrimonio e che, per ministero e carisma proprio, è destinataria e al tempo stesso protagonista di evangelizzazione nella Chiesa e nel mondo.

Il documento dell'episcopato italiano su « Matrimonio e famiglia oggi in Italia » rappresenta un momento culminante di questa attenzione della Chiesa italiana alla promozione della famiglia, come comunità evangelizzante e come soggetto di pastorale.

Collegata ad essa deve esservi un'azione costante, preoccupata non solo della cura dei singoli, ma della formazione di autentiche comunità di fede, testimonianti ed evangelizzanti.

Ciò potrà avvenire, sia favorendo la corresponsabilità ad ogni livello, sia dando vita ad esperienze nuove di vita comunitaria.

90. - In questa linea si colloca lo sviluppo dei ministeri anche laicali, considerati sia nella loro realtà di maggior ricchezza di doni che il Signore fa alla sua Chiesa, sia anche per sollevare i sacerdoti da altri impegni che assorbono forza e tempo, a scapito del loro compito specifico di evangelizzatori.

Né può essere dimenticato il fatto che la presenza di ministri laici dà alla Chiesa maggior forza di incisività e di penetrazione nei più svariati contesti del vivere umano.

Tale sviluppo dei ministeri offre alla Chiesa nuove energie per una pastorale d'insieme, che superi i limiti della parrocchia, per realizzare una presenza autentica, anche se non istituzionalizzata, della Chiesa in mezzo agli operai, agli studenti, ai giovani.

Le stesse « comunità di base », considerate non già come ambienti chiusi in se stessi, ma come momenti della più grande comunità parrocchiale, possono trovare nel ministero del Diaconato un valido e prezioso sostegno.

91. - Grave problema della Chiesa italiana e della Chiesa nel mondo appare quello della estraneità del mondo del lavoro e in particolare della classe operaia.

Si auspica che il Sinodo tenga presente in modo particolare l'evangelizzazione del mondo del lavoro.

92. - Si impone inoltre che la Chiesa utilizzi ed educhi all'uso dei mezzi di comunicazione sociale; segua e partecipi al progresso culturale.

L'essere presente in questi settori o centri non deve significare per la Chiesa acquisizione di potere umano o ricerca di sicurezza terrena, ma possibilità nuove di servizio degli uomini e di annunzio del messaggio cristiano.

93. - La Chiesa, infine, docile all'azione dello Spirito e attenta ai « segni dei tempi », deve offrire una testimonianza evangelica e profetica di povertà, di interiore comunione ed unità e di fraterno servizio verso tutti gli uomml in un mondo - come il nostro - dominato e diviso dall'egoismo e dalle sue strutture oppressive.

In particolare si chiedono al Sinodo chiare e coraggiose indicazioni che aiutino la Chiesa a testimoniare la sua libertà apostolica di fronte ad ogni potere, per annunziare, nel modo più efficace e credibile all'uomo di oggi, Cristo e il suo Vangelo di salvezza.

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