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Capitolo II - Il mistero della vocazione

La ricerca della vocazione

77. Vocazione, viaggio e scoperta

Il racconto della chiamata di Samuele ( cfr. 1 Sam 3,1-21 ) permette di cogliere i tratti fondamentali del discernimento:

l'ascolto e il riconoscimento dell'iniziativa divina,

un'esperienza personale,

una comprensione progressiva,

un accompagnamento paziente e rispettoso del mistero in atto,

una destinazione comunitaria.

La vocazione non si impone a Samuele come un destino da subire; è una proposta di amore, un invio missionario in una storia di quotidiana reciproca fiducia.

Come per il giovane Samuele, così per ogni uomo e ogni donna la vocazione, pur avendo momenti forti e privilegiati, comporta un lungo viaggio.

La Parola del Signore esige tempo per essere intesa e interpretata; la missione a cui essa chiama si svela con gradualità.

I giovani sono affascinati dall'avventura della scoperta progressiva di sé.

Essi imparano volentieri dalle attività che svolgono, dagli incontri e dalle relazioni, mettendosi alla prova nel quotidiano.

Hanno bisogno però di essere aiutati a raccogliere in unità le diverse esperienze e a leggerle in una prospettiva di fede, vincendo il rischio della dispersione e riconoscendo i segni con cui Dio parla.

Nella scoperta della vocazione, non tutto è subito chiaro, perché la fede « "vede" nella misura in cui cammina, in cui entra nello spazio aperto dalla Parola di Dio » ( Francesco, Lumen fidei, 9 ).

78. Vocazione, grazia e libertà

Nel corso dei secoli, la comprensione teologica del mistero della vocazione ha conosciuto accentuazioni diverse, a seconda del contesto sociale ed ecclesiale entro cui il tema è stato elaborato.

Va in ogni caso riconosciuto il carattere analogico del termine "vocazione" e le molte dimensioni che connotano la realtà che esso designa.

Questo conduce, di volta in volta, a mettere in evidenza singoli aspetti, con prospettive che non hanno sempre saputo salvaguardare con pari equilibrio la complessità dell'insieme.

Per cogliere in profondità il mistero della vocazione che trova in Dio la sua origine ultima, siamo dunque chiamati a purificare il nostro immaginario e il nostro linguaggio religioso, ritrovando la ricchezza e l'equilibrio della narrazione biblica.

L'intreccio tra la scelta divina e la libertà umana, in particolare, va pensato fuori da ogni determinismo e da ogni estrinsecismo.

La vocazione non è né un copione già scritto che l'essere umano dovrebbe semplicemente recitare né un'improvvisazione teatrale senza traccia.

Poiché Dio ci chiama a essere amici e non servi ( cfr. Gv 15,13 ), le nostre scelte concorrono in modo reale al dispiegarsi storico del suo progetto di amore.

L'economia della salvezza, d'altra parte, è un Mistero che ci supera infinitamente; per questo solo l'ascolto del Signore può svelarci quale parte siamo chiamati ad avere in essa.

Colta in questa luce, la vocazione appare realmente come un dono di grazia e di alleanza, come il segreto più bello e prezioso della nostra libertà.

79. Creazione e vocazione

Affermando che tutte le cose sono state create per mezzo di Cristo e in vista di Lui ( cfr. Col 1,16 ), la Scrittura orienta a leggere il mistero della vocazione come una realtà che segna la stessa creazione di Dio.

Dio ha creato con la sua Parola che "chiama" all'essere e alla vita e poi "distingue" nel caos dell'indistinto, imprimendo al cosmo la bellezza dell'ordine e l'armonia della diversità.

Se già san Paolo VI aveva affermato che « ogni vita è vocazione » ( cfr. Populorum progressio, 15 ),
Benedetto XVI ha insistito sul fatto che l'essere umano è creato come essere dialogico:
la Parola creatrice « chiama ciascuno in termini personali,
rivelando così che la vita stessa è vocazione in rapporto a Dio » ( cfr. Verbum Domini, 77 ).

80. Per una cultura vocazionale

Parlare dell'esistenza umana in termini vocazionali consente di evidenziare alcuni elementi che sono molto importanti per la crescita di un giovane:

significa escludere che essa sia determinata dal destino o frutto del caso,

come anche che sia un bene privato da gestire in proprio.

Se nel primo caso non c'è vocazione perché non c'è il riconoscimento di una destinazione degna dell'esistenza, nel secondo un essere umano pensato "senza legami" diventa "senza vocazione".

Per questo è importante creare le condizioni perché in tutte le comunità cristiane, a partire dalla coscienza battesimale dei loro membri, si sviluppi una vera e propria cultura vocazionale e un costante impegno di preghiera per le vocazioni.

La vocazione a seguire Gesù

81. Il fascino di Gesù

Tanti giovani sono affascinati dalla figura di Gesù.

La sua vita appare loro buona e bella, perchè povera e semplice, fatta di amicizie sincere e profonde, spesa per i fratelli con generosità, mai chiusa verso nessuno, ma sempre disponibile al dono.

La vita di Gesù rimane anche oggi profondamente attrattiva e ispirante; essa è per tutti i giovani una provocazione che interpella.

La Chiesa sa che ciò è dovuto al fatto che Gesù ha un legame profondo con ogni essere umano perché « Cristo, che è il nuovo Adamo, proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore svela anche pienamente l'uomo a se stesso e gli manifesta la sua altissima vocazione » ( cfr. Gaudium et spes, n. 22 ).

82. Fede, vocazione e discepolato

Di fatto Gesù non solo ha affascinato con la sua vita, ma ha anche chiamato esplicitamente alla fede.

Egli ha incontrato uomini e donne che hanno riconosciuto nei suoi gesti e nelle sue parole il modo giusto di parlare di Dio e di rapportarsi con Lui, accedendo a quella fede che porta alla salvezza:
« Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va' in pace! » ( Lc 8,48 ).

Altri che l'hanno incontrato sono stati invece chiamati a divenire suoi discepoli e testimoni.

Egli non ha nascosto a chi vuol essere suo discepolo l'esigenza di prendere la propria croce ogni giorno e di seguirlo in un cammino pasquale di morte e di risurrezione.

La fede testimoniale continua a vivere nella Chiesa, segno e strumento di salvezza per tutti i popoli.

L'appartenenza alla comunità di Gesù ha sempre conosciuto diverse forme di sequela.

La gran parte dei discepoli ha vissuto la fede nelle condizioni ordinarie della vita quotidiana; altri invece, comprese alcune figure femminili, hanno condiviso l'esistenza itinerante e profetica del Maestro
( cfr. Lc 8,1-3 ); fin dall'inizio gli apostoli hanno avuto un ruolo particolare nella comunità e sono stati da lui associati al suo ministero di guida e di predicazione.

83. La Vergine Maria

Tra tutte le figure bibliche che illustrano il mistero della vocazione va contemplata in modo singolare quella di Maria.

Giovane donna che con il suo "sì" ha reso possibile l'Incarnazione creando le condizioni perché ogni altra vocazione ecclesiale possa essere generata, ella rimane la prima discepola di Gesù e il modello di ogni discepolato.

Nel suo pellegrinaggio di fede, Maria ha seguito suo Figlio fino ai piedi della croce, e, dopo la Resurrezione, ha accompagnato la Chiesa nascente a Pentecoste.

Come madre e maestra misericordiosa continua ad accompagnare la Chiesa e a implorare lo Spirito che vivifica ogni vocazione.

È quindi evidente che il "principio mariano" ha un ruolo eminente e illumina tutta la vita della Chiesa nelle sue diverse manifestazioni.

A fianco della Vergine, anche la figura di Giuseppe suo sposo costituisce un modello esemplare di risposta vocazionale.

Vocazione e vocazioni

84. Vocazione e missione della Chiesa

Non è possibile intendere in pienezza il significato della vocazione battesimale se non si considera che essa è per tutti, nessuno escluso, una chiamata alla santità.

Tale appello implica necessariamente l'invito a partecipare alla missione della Chiesa, che ha come finalità fondamentale la comunione con Dio e tra tutte le persone.

Le vocazioni ecclesiali sono infatti espressioni molteplici e articolate attraverso cui la Chiesa realizza la sua chiamata a essere segno reale del Vangelo accolto in una comunità fraterna.

Le diverse forme di sequela di Cristo esprimono, ciascuna a modo proprio, la missione di testimoniare l'evento di Gesù, nel quale ogni uomo e ogni donna trovano la salvezza.

85. La varietà dei carismi

San Paolo ritorna più volte nelle sue lettere su questo tema, richiamando l'immagine della Chiesa come corpo costituito da varie membra e ponendo in risalto che ciascun membro è necessario e allo stesso tempo relativo all'insieme, poiché solo l'unità di tutti rende il corpo vivente e armonico.

L'origine di questa comunione è trovata dall'Apostolo nello stesso mistero della Santissima Trinità: « Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio che opera tutto in tutti » ( 1 Cor 12,4-6 ).

Il Concilio Vaticano II e il successivo magistero offrono indicazioni preziose per elaborare una corretta teologia dei carismi e dei ministeri nella Chiesa, in modo da accogliere con riconoscenza e valorizzare con sapienza i doni di grazia che lo Spirito fa continuamente sorgere nella Chiesa per ringiovanirla.

86. Professione e vocazione

Per molti giovani l'orientamento professionale è vissuto in un orizzonte vocazionale.

Non di rado si rifiutano proposte di lavoro allettanti non in linea con i valori cristiani, e la scelta dei percorsi formativi viene fatta domandandosi come far fruttificare i talenti personali a servizio del Regno di Dio.

Il lavoro è per molti occasione per riconoscere e valorizzare i doni ricevuti: in tal modo gli uomini e le donne partecipano attivamente al mistero trinitario della creazione, redenzione e santificazione.

87. La famiglia

Le due recenti Assemblee sinodali sulla famiglia, cui è seguita l'Esortazione Apostolica Amoris Laetitia, hanno offerto un ricco contributo circa la vocazione della famiglia nella Chiesa e l'apporto insostituibile che le famiglie sono chiamate a dare alla testimonianza del Vangelo attraverso l'amore reciproco, la generazione e l'educazione dei figli.

Mentre si rimanda alla ricchezza emersa nei recenti documenti, si richiama l'importanza di riprenderne il messaggio per riscoprire e rendere comprensibile ai giovani la bellezza della vocazione nuziale.

88. La vita consacrata

Il dono della vita consacrata, nella sua forma sia contemplativa sia attiva, che lo Spirito suscita nella Chiesa ha un particolare valore profetico in quanto è testimonianza gioiosa della gratuità dell'amore.

Quando le comunità religiose e le nuove fondazioni vivono autenticamente la fraternità esse diventano scuole di comunione, centri di preghiera e di contemplazione, luoghi di testimonianza di dialogo intergenerazionale e interculturale e spazi per l'evangelizzazione e la carità.

La missione di molti consacrati e consacrate che si prendono cura degli ultimi nelle periferie del mondo manifesta concretamente la dedizione di una Chiesa in uscita.

Se in alcune regioni sperimenta la riduzione numerica e la fatica dell'invecchiamento, la vita consacrata continua a essere feconda e creativa anche attraverso la corresponsabilità con tanti laici che condividono lo spirito e la missione dei diversi carismi.

La Chiesa e il mondo non possono fare a meno di questo dono vocazionale, che costituisce una grande risorsa per il nostro tempo.

89. Il ministero ordinato

La Chiesa ha sempre avuto una particolare cura per le vocazioni al ministero ordinato, nella consapevolezza che quest'ultimo è un elemento costitutivo della sua identità ed è necessario alla vita cristiana.

Per tale ragione essa ha sempre coltivato un'attenzione specifica per la formazione e l'accompagnamento dei candidati al presbiterato.

La preoccupazione di molte Chiese per il loro calo numerico rende necessaria una rinnovata riflessione sulla vocazione al ministero ordinato e su una pastorale vocazionale che sappia far sentire il fascino della persona di Gesù e della sua chiamata a divenire pastori del suo gregge.

Anche la vocazione al diaconato permanente richiede maggiore attenzione, perché costituisce una risorsa di cui non si sono ancora sviluppate tutte le potenzialità.

90. La condizione dei "single"

Il Sinodo ha riflettutto sulla condizione delle persone che vivono da "single", riconoscendo che con questo termine si possono indicare situazioni di vita molto diverse tra loro.

Tale situazione può dipendere da molte ragioni, volontarie o involontarie, e da fattori culturali, religiosi, sociali.

Essa può dunque esprimere una gamma di percorsi molto ampia.

La Chiesa riconosce che tale condizione, assunta in una logica di fede e di dono, può divenire una delle molte strade attraverso cui si attua la grazia del battesimo e si cammina verso quella santità a cui tutti siamo chiamati.

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