Diario dei colloqui con Fra Leopoldo

Torino, 19 Maggio 1918

ore 22

Questa sera alle ore 18,30 fui in via S. Tommaso da Fra Leopoldo.

Non mi aspettava perché la visita era fissata per domani.

Il primo pensiero, per una strana coincidenza, fu uguale: mi parlò di un libro da farmi leggere di un tenente morto al fronte, mi disse "in concetto di santità".

Prima che egli terminasse dissi che l'avevo già avuto: intendeva dire del Tenente Filippo Natta. Indovinai.

Mi raccontò della bontà del giovane, come egli l'avesse conosciuto pio e come egli presagisse la sua fine.

Mi chiese se l'Ammiraglio mi aveva ancora scritto e risposi di no.

Mi pregò di non fare per iscritto nessuna comunicazione di quanto egli mi viene narrando, poiché era necessario per ora tacere.

Alla domanda mia, quando si sarebbe svelato tutto al mondo, mi rispose con la sua morte.

Quando mi parlò del miracoloso Crocifisso, delle rivelazioni continue che egli va notando volta per volta e che conservava Fratel Teodoreto delle Scuole Cristiane, sembrava che i suoi occhi vedessero una luce a me nascosta.

Il suo viso si atteggiò ad estasi ed alla mia domanda se Gesù si muove, apre gli occhi e se egli realmente lo vede, mi rispose di no, che soltanto lo sente con la voce e che si era agitato una volta sola, rivelandogli il tremendo flagello che doveva accadere.

Mi disse che quei momenti sono di paradiso.

Egli si dimentica di essere di questo mondo e prova degli abbandoni celestiali che gli danno gioia di cielo.

Così ha dei rapimenti di spirito in adorazione al Santissimo nella Cappella di Nostra Signora.

Anche là Iddio gli si manifesta continuamente.

Poi, atteggiando un sorriso sulla bocca e negli occhi, mi ripeté: "Là, Iddio le vuol proprio bene".

Io lo interruppi protestando.

Gli chiesi che cosa volesse il Signore da me ed egli mi rispose che ci aiuti a promulgare il culto del Santo Crocifisso che dovrà rinsavire il mondo.

Fra 26 anni il mondo migliorerà.

Mi incoraggiò a perseverare nel bene, dicendomi di tenerlo bene a mente che il Signore fa i 99 e 3/4 e vuole almeno che noi mettiamo 1/4 di buona volontà per agire bene.

Mi assicurò dell'esistenza della vita celeste, della bontà e misericordia infinita di Gesù che vuole tutti salvi.

Mi disse come il Signore, vedendo come Fra Leopoldo chiedeva sempre per gli altri grazie e nulla per sé, per ben due volte gli chiese che cosa volesse per lui, ed egli rispose: "Che nessuna anima che era costata la Sua dolorosissima Passione andasse perduta".

E mi ripete la soave dolcezza provata nei momenti di estasi ed il suo viso si trasforma.

Gli parlo del mio amico Cambiaghi e mi chiede se realmente è buono.

Mi parla poi delle persecuzioni che devono subire le anime elette dal Signore, le quali sempre sono oggetto di contraddizione, fino a che il Signore non interviene direttamente.

Mi porta l'esempio della Beata Margherita Alacoque e delle due anime belle di Borgo S. Donato, alle quali hanno trovato il cuore trafitto, le quali hanno fondato il culto della visita di Adorazione giornaliera a Gesù Eucaristico.

Mi spiega il perché non riceve quasi mai Sacerdoti e religiosi, perché generalmente vanno a lui per curiosità e non per religione.

Mi dice come spesso questi sono causa di ritardare le pratiche buone per ragioni semplicemente umane.

Mi ricorda di spargere intorno a me il seme della fede, perché un giovane franco e coraggioso può fare molto bene.

Io mi impegno nella mia licenza di estendere il culto al Crocifisso.

Mi parla del piacere che prova nel parlare con me di Gesù e mi raccomanda di tornarvi presto.

Mi consegna il biglietto promessomi nell'ultima visita nella quale mi aveva comunicato che il Signore gli aveva parlato di me.

Lo trascrivo, quantunque lo conservi come una reliquia.

W. V.G. e M. SS.ma

Al carissimo sig. Enrico nel Signore.

Domenica mattina ore 5 - finito il SS.mo Rosario.

Dico a Gesù cosa debbo dire al buon sig. Enrico?

Che torni alla vostra gloria?

Dopo breve preghiera Gesù mi disse dirgli - nel venire da te ne tragga profitto in bene.

12 Maggio 1918 F. L. M.

Ricordiamoci a vicenda nel Costato SS.mo di Gesù Crocifisso come fanno gli angeli purissimi che si specchiano nel nome Santo di Dio fonte di ogni felicità e di ogni consolazione.

Mi congedo.

Mi raccomanda di farmi coraggio e mi accompagna svelto come un giovanotto alla porta, con un dolce sorriso sulle labbra e negli occhi, ripetendomi il solito "Deo Gratias".

Dimenticavo di scrivere che quando mi parlò del culto al Crocifisso, alle mie insistenze sulla autenticità della preghiera, mi svelò che era stata scritta ai piedi del Crocifisso, per Sua volontà.

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