Diario dei colloqui con Fra Leopoldo

Torino, 21 Maggio 1918

Ore 22,30 - di ritorno dall'Ausiliatrice.

Questa sera alle 19,20 sono ritornato da Fra Leopoldo.

Scorgo sempre in lui un'anima semplicissima, non colta, ma a volte ispirata.

Mi conferma che il Signore mi vuole bene.

Queste parole hanno somiglianza con altre che a più riprese mi va ripetendo Cambiaghi, dicendo che il Signore aspetta da me buone nuove.

Mi dice che io sono la seconda persona con la quale usi tanta confidenza.

Il primo è il Fratello Prof. Teodoreto, del quale ne esalta la virtù e la santità, e poi io, al quale egli stesso non si spiega il perché di tanta confidenza.

Mi parla delle rivelazioni del Signore con crescente calore e mi dice che un giorno mi dirà cose meravigliose.

Così mi parla delle rivelazioni della Vergine Consolata, della bontà di questa Mammina che è tutto amore e santità.

Alla mia domanda in quale modo si manifesti la Madonna, mi risponde allo stesso modo del Crocifisso.

Solo una volta vide lo sguardo vero della Vergine e disse che aveva tale potenza da accecare.

Non si meraviglia quindi che Essa sia la debellatrice del demonio, perché lo sguardo aveva tanta forza da rimanerne ciechi.

Così pure aveva rivelazioni nella Cappella di Nostra Signora.

E facendomi leggere una grazia trascritta nel bollettino, mi disse come dopo la sua preghiera la Vergine lo aveva assicurato della guarigione dell'infermo.

Non avvenendo questa egli ritornò a chiedere e la Vergine rispose: "Maria non cambia".

Mi parlò di grazie altre e mi fece leggere una lettera di persone che raccomandavano alle sue preghiere due figli al fronte.

"Lei sarà il mio confidente", mi disse.

Alle mie proteste di indegnità, egli mi parla della misericordia infinita del Signore che non ha confini.

Il nostro discorso cade nuovamente sul Tenente Filippo Natta.

Mi parla della vita angelica di questo eroe, che non ha mai offeso il Signore e delle visite fatte durante la sua malattia nella cella.

Aggiunge che se dovesse cadere ammalato, io solo forse potrei ottenere di andarlo a visitare.

Io gli parlo della sua virtù, della sua santità e mi risponde che egli è sostenuto dalla bontà di Dio.

Quando si alza, il discorso ricade sul Tenente Natta ed alla mia asserzione che in Paradiso ormai stava meglio di noi mi borbottò in fretta: "E mi è già venuto a trovare due volte dopo la sua morte".

Io insisto perché si spieghi, ma egli sorride e mi risponde che sarà per un'altra volta.

Mi invita a voler bene a Cambiaghi perché mi dice sembrargli timido ed a farmi apostolo presso gli amici e soldati per Gesù.

Con una carità e semplicità unica mi accompagna alla porta, mi prega di ritornare sabato e con: "Sia lodato Gesù Cristo" prendo congedo.

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