Diario dei colloqui con Fra Leopoldo

Torino, 30 Novembre 1918

Sono ritornato oggi alle 16 da Fra Leopoldo.

Mi sono portato da lui con l'animo pieno di gioia per manifestargli tante piccole soddisfazioni e ricevere da lui incoraggiamento.

Vi era, da Fra Leopoldo, l'Ing. Sella, ma rimango con lui prestissimo.

Gli espongo la mia gioia per la soddisfazione che ricavavo dai bambini, principalmente per le due piccole conferenzine fatte ieri e oggi sulla vita e virtù del Borsi.

Anzi, ieri erano tre giovanetti ed oggi se ne era aggiunto un altro e la loro attenzione era stata intelligente e premurosa.

Avevo letto alla piccola adunanza l'ultima lettera del Borsi alla mamma e l'avevano gustata.

Fra Leopoldo, come tutte le altre volte, mi assicurò del bene grande che si faceva a quei bambini e al papà stesso, mi ripeteva: "Quando lei non ci sarà più, mi ripete sempre, quei bambini si ricorderanno di tante buone parole e vedrà che non saranno spese invano.

E poi, crede che il Tenente stesso, non tragga motivo di pensare dal suo buon esempio, dalla sua carità in ufficio e fuori?

Vada là, sicuro e continui".

Vi era nella sua voce la stessa gioia che era nel mio animo e provavamo l'identica soddisfazione: "Tutto per Gesù..."

Io volevo entrare nell'argomento tralasciato l'ultima visita, ma era tardi ed egli mi previene dicendomi che ne aveva parlato al Prof. Teodoreto e che avevano trovato il mio progetto tre volte buono e che mi fossi rivolto da lui che mi avrebbe suggerito il modo di attuazione.

Ma quello che mi colpisce è una confidenza che io non avrei supposta.

L'ultima volta mi aveva fatto telefonare e se io fossi andato solo, non avendo i Superiori, Fra Leopoldo mi avrebbe condotto nella sua cella e mi avrebbe lasciato solo con il suo Santo Crocifisso a pregare e adorare per tanto tempo.

Ne rimango un po' addolorato ed egli mi dice che sarà per altra occasione.

Ciò che gli interessa dirmi e mi ripete: "E lo racconti al sig. Ammiraglio" è questo fatto.

" Ieri mattina, venne una Suora di S. Vincenzo, verso le 8 e chiese se poteva parlare con Fra Leopoldo. Io ero presente con Padre Curato e dissi che cosa desiderava perché in quel momento dovevo recarmi in Chiesa per il servizio di suddiaconato e se poteva ritornare dopo la Messa mi avrebbe fatto piacere.

Ritornata mi disse che era venuta appositamente per ringraziarlo di una grande grazia, anzi di un miracolo avvenuto per intercessione del Santo Crocifisso ".

Dice che i dottori l'avevano spedita, già si era rassegnata a morire in pace, quando ebbe dai Fratelli delle Scuole Cristiane la preghiera delle Cinque Piaghe di Nostro Signore.

Stabilisce di fare una Novena al Santo Crocifisso e prima che fosse terminata era guarita completamente.

Ora sentiva il bisogno di venirlo a ringraziare, perché sapeva che la preghiera era uscita da lui.

Fra Leopoldo ne è raggiante e dice aver risposto alla Suora di ringraziare il Signore, non lui, che è niente e tutto è il Signore.

Gli ho chiesto quale fosse la malattia e Fra Leopoldo mi rispose che per delicatezza non l'aveva chiesto alla Suora, ma che la Suora stessa avrebbe fornito i documenti per la pubblicazione sul bollettino della Pia Unione.

Ella dice che è una grazia miracolosa, perché i dottori l'avevano dichiarato caso disperato.

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