Diario dei colloqui con Fra Leopoldo

Torino, 4 Dicembre 1918

Oggi alle 16 fui nuovamente da Fra Leopoldo.

Vorrei poter dire il piacere che egli dimostra ogni volta che mi vede, le premure, la sua carità, la sua confidenza, ma mi è impossibile.

La sua figura assume sempre più un aspetto ascetico e nonostante l'età che è vicina ai settanta, ha un aspetto robusto, sano, svelto.

Per dimostrami la sua affezione mi ha autorizzato di andare da lui anche tutti i giorni e me lo diceva con spontaneità e piacere.

Gli ho esposto qualche cosa che mi aveva demoralizzato nel giorno ed egli sempre sereno, afferma dicendo che sapeva tanto male, ma che sino a che saremo in questo mondo avremo sempre contrarietà e tribolazioni.

Alla mia domanda come mai il Signore permetta tanta disonestà, tanto male, Fra Leopoldo ha alzato gli occhi al cielo, si è raccolto un momento e poi, con la sua voce così buona, mi disse che il mondo è guasto e la guerra che il Signore ha dovuto permettere è appunto perché gli uomini sono guasti, così l'epidemia e non passeranno i castighi sino a che non si migliorerà.

Mi ricorda il modo strano, doloroso, nel quale Nostro Signore si era mosso sul suo Crocifisso miracoloso.

Prima dello scoppiare della guerra, aveva visto il Santo Crocifisso assumere un atteggiamento triste e muovendosi in modo strano, gli aveva predetto il tremendo flagello che aveva dovuto mandare per salvare la società.

Mi aggiunse che era volontà del Signore fosse comunicata ad un canonico predicatore perché nelle sue prediche parlasse più del Crocifisso e le sue parole non fossero superficiali.

Chi ha salvato e salva la società continuamente dai castighi sono tante anime buone sante di Suore e di religiose come al Cottolengo e dappertutto, che pregano e soffrono, in riparazione dei peccati altrui.

"Anzi, guardi bene, con l'aumentare della corruzione spuntano sempre più delle anime così elette che fanno stupire il mondo".

Si parla del Borsi, del quale Fra Leopoldo ne è ammiratore e degli ultimi convertiti francesi.

Mi parla delle sorelle Comoglio, Teresa e Giuseppina, coofondatrici della adorazione quotidiana perpetua, due anime tanto sante ed appunto per questo tanto contrariate e tribolate anche dagli stessi Sacerdoti.

Due volte, mi dice, era apparso a queste anime S. Francesco, che le aveva indirizzate nella Chiesa di S. Tommaso per fondarvi questa adorazione.

Conservano in S. Tommaso il cuore trafitto di Teresa Comoglio e quanto prima si procederà alla causa.

Mi dice che mi manderà nella casa dove sono vissute per vedere e raccogliere dati.

Mi ricorda ancora che un giorno il Prof. Teodoreto, gli aveva accennato il progetto di raccogliere in un oratorio gli alunni che sarebbero usciti dalle scuole e quelli che già andavano a lavorare per dare loro un buon indirizzo, ma avrebbe desiderato conoscere se il Signore ne fosse contento.

Fra Leopoldo pregò e quando fu ad un certo punto della Santa Adorazione, sentì Nostro Signore Gesù Crocifisso dirgli presso a poco così:

"Sì sono contento di questa idea, ma digli che non speri di ottenere troppo, perché il mondo è troppo guasto".

Il venerando francescano insiste perché vada dal Prof. Teodoreto che mi lascerà leggere queste meraviglie del Signore ( così le chiama sempre ) e ne ricaverò un bene grandissimo.

Fra Leopoldo quando parla così sembra nel suo animo passi un fuoco ed allora la sua favella, umile e semplice sempre, priva assolutamente di cultura, assume un tono, una convinzione, una sicurezza e si eleva talmente che nessun ragionamento di uomo colto né libro di filosofia è più capace di agire sul mio animo e nella mia mente.

E mi soggiunge, da qualche tempo Nostro Signore mi dice più nulla, se non ciò che riguarda la Pia Unione, ma mi tiene sempre là con una tale forza, mi rapisce talmente, che io non mi ricordo più di essere in questa terra.

Chiedo a Fra Leopoldo quali preghiere speciali fa a Nostro Signore, perché mi ricordai che un giorno mi disse che chiesto alla Vergine quale preghiera preferiva, gli aveva risposto: "Il Santo Rosario" e da quel giorno il francescano lo aveva recitato intero tutti i giorni.

Egli mi risponde non averlo mai detto a nessuno, ma che a me aveva piacere dire della sua vita.

Egli si alza sempre alle 4 del mattino, e prima di scendere ha già fatte tutte le sue preghiere, l'adorazione al Santo Crocifisso, la preparazione alla Santa Comunione, e poi attende con gli altri religiosi agli uffici del coro.

Fra Leopoldo è chiamato da un'altra persona e tento di prendere congedo.

Indice