Alla ricerca di Fra Leopoldo

Alcune riflessioni

Luigi Musso gran lavoratore

Luigi Musso fin da piccolo comprese l'importanza del lavoro per sostenere la propria famiglia bisognosa.

E infatti, come narra P. Maccono o.f.m. nel suo libro "Un apostolo di Gesù Crocifisso.

Il Servo di Dio Fr. Leopoldo Maria Musso": "appena giunta l'età adatta Luigi fu dal padre messo al servizio del medico condotto di Terruggia, dott. Boltri.

Presso di lui egli fu adibito a parecchi servizi di casa, di cocchiere, di giardiniere ecc. e in tutti con soddisfazione del padrone.

Il suo fare disinvolto, modesto, e di una fedeltà scrupolosa gli attirava le generali simpatie".

A 19 anni, come già detto, la necessità di avere un lavoro più redditizio per i suoi lo costrinse a cercare un impiego a Vercelli come cuoco, cui fecero seguito altri impieghi a Torino, a Casale e infine ancora a Torino come religioso francescano nel Convento di S. Tommaso.

Una vita in conclusione da professionista della cucina, ed anche come scrupoloso amministratore delle spese relative, dapprima come laico e poi come religioso.

Il lavoro abbracciato, come detto, sin dalla età giovanile, per necessità familiari e poi specificamente per sostenere economicamente la mamma, e successivamente come religioso per far fronte alle necessità naturali di una comunità.

Il lavoro vissuto con forte impegno e, come già notato, quale rispetto dei doveri del proprio stato.

Si comprendono così, alla luce della testimonianza umana di Luigi Musso, alcune parole chiave della lettera enciclica di Giovanni Paolo II sul lavoro umano: "Il lavoro è un bene dell'uomo, perché mediante il lavoro l'uomo... realizza se stesso come uomo ed anzi, in un certo senso, diventa più uomo.

Il lavoro è il fondamento su cui si forma la vita familiare ... consente la vita ed il mantenimento della famiglia".14

E la famiglia di Fra Leopoldo, che doveva mantenere sino all'entrata in convento, era esclusivamente la povera mamma ammalata.

Indice

14 Giovanni Paolo II, Laborem exercens 9-10