Sermoni sul Cantico dei Cantici

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Sermone XLVI

I. Quale il letto o la casa, quali le travi o il soffitto che la sposa descrive

1. Il talamo nostro è fiorito, le travi delle nostre case sono di cedro, i soffitti di cipresso ( Ct 1,15-16 ).

Canta la sposa il carme nuziale, descrivendo con belle parole la camera da letto e i talami.

Invita al riposo lo Sposo: questo è infatti il meglio, riposare ed essere con Cristo; ma è necessario uscire per guadagnare, per quelli che devono essere salvati.

Tuttavia, pensando di aver trovato una buona occasione riferisce ora che il talamo è pronto, e, indicando il letto, invita come ho detto, il diletto al riposo, e come i discepoli che andavano ad Emmaus non reggendo più all’ardore del cuore, lo spinge ad entrare nell’ospizio della mente, costringendolo a passare la notte con sé e dicendo con San Pietro: « Signore, è bello per noi stare qui » ( Mt 17,4 ).

2. Ora investighiamo il contenuto spirituale di queste cose.

Nella Chiesa il « letto » in cui ci si riposa penso che siano anche i monasteri, nei quali si vive in tranquillità fuori dalle cure e dalle sollecitudini della vita.

E questo letto si dimostra fiorito quando la condotta e la vita dei fratelli, modellata sugli esempi e le istituzioni dei Padri, risplende come se fosse ornata di olezzanti fiori.

Per « case » intendi le riunioni del popolo cristiano: le travi che legano fortemente le pareti sono figura dei principi dell’uno e dell’altro ordine, che con giuste leggi impediscono che ognuno viva a suo talento, e come pareti inclinate e muro che crolla, siano tra loro discordi, e così tutta la struttura dell’edificio vada in rovina.

I soffitti poi che poggiano sulle travi e formano un bel cassettonato, penso che stiano a indicare i mansueti e disciplinati costumi del clero ben formato, e gli uffici amministrati come si deve.

Come si potranno infatti reggere gli ordini dei chierici e le loro amministrazioni, se non saranno sostenuti dai principi come dalla forza e bellezza delle colonne che danno sicurezza per la loro robustezza?

3. Che per le travi siano dette di cedro e il cassettonato di cipresso, questo riguarda la natura di questa specie di legno che conviene assai bene ai predetti ordini.

Il cedro infatti, essendo legno che non marcisce e per di più profumato e di notevole altezza, indica bene quali devono essere gli uomini ai quali viene affidato il compito di travi.

Devono essere validi e costanti coloro che vengono costituiti a capo degli altri, nonché longanimi nella speranza, e che si innalzino con la punta della mente alle cose eccelse; i quali anche spandendo dappertutto il buon odore della loro fede e della loro vita esemplare, possano dire con l’Apostolo: Siamo infatti dinanzi a Dio il buon profumo di Cristo in ogni luogo ( 2 Cor 2,15 ).

Cosi pure il cipresso, legno di buon odore e che non marcisce, dimostra che ogni membro del clero dev’essere di fede e di vita intemerata, di modo che sia con, ragione destinato a ornare i soffitti per il decoro della casa.

Sta infatti scritto: Alla tua casa conviene la santità per la durata dei giorni, Signore ( Sal 93,5 ).

Qui viene espresso il decoro della santità e la perseveranza di una indefettibile grazia.

Occorre dunque che un uomo che viene scelto a ornamento e decoro della casa sia adorno di buoni costumi, e non solo lo sia sempre nell’intimo suo, ma abbia anche buona testimonianza dalla gente di fuori.

Vi sono anche altri sensi indicati dalla natura di questi legni da intendersi spiritualmente; ma li ometto per essere breve.

4. È bello però notare ancora come tutto lo stato della Chiesa viene compreso in un breve versetto, vale a dire, l’autorità dei prelati, il decoro del clero, la disciplina del popolo e la quiete dei monaci.

Nella considerazione di tutte queste cose si rallegra grandemente la santa madre Chiesa; essa le mostra tutte al diletto quando senza nulla attribuire a sé riferisce tutto alla bontà di lui, in quanto autore di tutto.

Se usa infatti le parole « nostro » e « nostre » non é segno di usurpazione ma di affetto, in quanto per la fiducia che le ispira il grande amore, non sente estraneo tutto quello che appartiene a colui che tanto ama.

Né pensa che le sarà impedito di partecipare alla familiarità e al riposo dello Sposo, avendo sempre avuto cura di cercare non il proprio interesse, ma quello di lui; e questa è la ragione per cui ha osato dichiarare comuni a sé e allo Sposo, insieme, sia il letto, sia le case.

Ha detto infatti: « il nostro letto », e le « travi delle nostre case », e i « nostri soffitti », associando arditamente se stessa nel possesso di tali cose a colui al quale non dubita di essere unita nell’amore.

Non così quella che non ha ancora rinunciato alla propria volontà; costei riposa da sola, da sola abita: o piuttosto non da sola ma con le meretrici abita, vivendo in modo dissoluto, voglio dire con le concupiscenze carnali, con le quali dà fondo ai suoi beni e alla parte della sostanza paterna che ha chiesto le venisse divisa.

II. Quali fiori di esercizi è bene che precedano la quiete della contemplazione

5. Del resto tu che senti o leggi queste parole dello Spirito Santo, pensi di poter applicare a te stesso alcune delle cose che vengono dette, e di riconoscere in te qualcosa della felicità della sposa che dallo stesso Spirito è cantata in questo carme d’amore, perché non si dica anche di te Senti la sua voce, ma non sai donde venga o dove vada ( Gv 3,8 )?

E forse aspiri anche tu alla quiete della contemplazione, e fai bene; solo non dimenticare i fiori dei quali leggi essere cosparso il letto della sposa.

Abbi dunque cura anche tu di ornare il tuo con fiori di buone opere, facendo precedere il santo ozio della contemplazione dall’esercizio delle virtù, come fiore che precede il frutto.

Diversamente vorresti goderti un riposo troppo delicato, senza desiderarlo dopo la fatica, e, trascurando la fecondità di Lia, brameresti goderti gli amplessi della sola Rachele.

Ma questo è un ordine a rovescio, l’esigere cioè il premio prima del merito, e prendere il cibo prima di aver lavorato, mentre dice l’Apostolo: Chi non lavora non mangi ( 2 Ts 3,10 ).

Dai tuoi decreti ricevo intelligenza ( Sal 119,104 ), dice, perché tu sappia che non sarà dato affatto di gustare la contemplazione se non all’obbedienza dei comandamenti.

Non pensare dunque di poter in alcun modo per amore della tua quiete, portare pregiudizio agli atti della santa obbedienza o alle tradizioni degli anziani.

Diversamente non dormirà con te lo Sposo in un solo letto, specialmente in quello che ti sarai cosparso, invece di fiori, di cicute e di ortiche.

Per questo motivo non esaudirà le tue orazioni, e chiamato non verrà; né si darà con abbondanza al disobbediente, lui che tanto amò l’obbedienza da preferire di morire piuttosto che disobbedire.

E neppure approva il vano ozio della tua contemplazione colui che dice per mezzo del Profeta: Ho faticato sopportando ( Is 1,14 ), indicando quel tempo in cui esule dal cielo e dalla patria di somma quiete, operò la salvezza su questa terra.

Temo piuttosto che si debba applicare anche a te quella spaventosa affermazione che Dio pronunzia contro la perfidia dei Giudei: Non posso sopportare i vostri noviluni, sabati e assemblee sacre, io detesto i vostri noviluni e le vostre feste, sono per me un peso ( Is 1,13-14 ).

E piangerà su di te il Profeta dicendo: La videro i suoi nemici, e derisero i suoi sabati ( Lam 1,7 ).

Perché infatti il nemico non deriderebbe colui che è ripudiato dal diletto?

6. Mi meraviglia l’impudenza di taluni, che non sono tra noi, i quali dopo averci turbati tutti con la loro singolarità e irritati per la loro impazienza, dopo averci scandalizzati per la loro disobbedienza, ardiscono nonostante tutto invitare il Signore di ogni purità con istantissime preghiere al letto così immondo della loro coscienza.

Ma quando stendete le mani, dice, io distolgo gli occhi da voi, e anche se moltiplicate le preghiere, io non ascolto ( Is 1,15 ).

E che? Il letto non è fiorito, ma è piuttosto puzzolente; e tu vi inviti il Re della gloria?

Lo fai per riposarvi o per discutervi?

Il centurione non vuole che Gesù entri sotto il suo tetto perché se ne reputa indegno, eppure la sua fede è famosa in tutto Israele; e tu lo spingi ad entrare da te, macchiato da tanti sordidi vizi?

Grida il Principe degli Apostoli: Allontanati da me che sono uomo peccatore ( Lc 5,8 ) e tu dici: Vieni da me Signore, perché sono santo?

Siate, dice, tutti unanimi nell’orazione e nell’amore per i fratelli ( 1 Pt 3,8 ).

E il Vaso di elezione: Alzando al cielo mani pure, senza ira e contese ( 1 Tm 2,8 ).

Vedi come vanno d’accordo tra di loro e come parlano con lo stesso spirito della pace e della tranquillità d’animo che deve avere colui che prega il Principe degli Apostoli e il Dottore dei Gentili?

Va’ ora tu, alza tutto il giorno le tue mani a Dio, tu che tutto il giorno rechi molestie ai fratelli, distruggi la concordia e ti separi dall’unità.

7. « E che cosa vuoi che io faccia? », dici.

Per prima cosa che tu purifichi la tua coscienza da ogni inquinamento di ira, di disputa, di mormorazione, di livore o di qualsiasi altra cosa che si sa essere contraria alla pace con i fratelli o all’obbedienza degli anziani, cercando di eliminare tutte queste cose dall’abitazione del cuore.

In secondo luogo devi circondarti dei fiori delle buone opere e dei lodevoli studi e dei profumi delle virtù, vale a dire di tutte le cose che sono vere, giuste, sante, amabili o che sono in buona reputazione, di tutto ciò che è virtù o lodevole disciplina: pensa a queste cose, procura di esercitarti in esse.

Dopo tutto questo potrai con sicurezza chiamare lo Sposo perché, quando lo avrai introdotto, potrai dire con verità anche tu: Il nostro letto è cosparso di fiori, dal momento cioè che la tua coscienza manderà profumo di pietà, di pace, di mansuetudine, di giustizia, di obbedienza, di gioia, di umiltà.

Così riguardo al letto.

III. La casa spirituale, e con quali legni si edifichi o si adorni

8. Per casa poi, in senso spirituale, ognuno riconosca se stesso, a condizione tuttavia che non cammini più secondo la carne, ma secondo lo spirito, poiché santo è il tempio di Dio che siete voi ( 1 Cor 3,17 ).

Badate dunque, o fratelli, a questo edificio spirituale che siete voi, perché non succeda che quando comincerà ad elevarsi in alto, vacilli e cada in rovina se non sarà sostenuto e legato da travi robuste; cercate, dico, di dargli dei soffitti che non marciscono e ben fermi, vale a dire quel timore di Dio che dura in eterno, la pazienza, di cui è scritto che la pazienza dei poveri non resterà mai delusa ( Sal 9,19 ), la longanimità pure, che reggendo inflessibile sotto il peso di qualsiasi struttura, non viene meno per i secoli eterni della vita beata, come dice il Salvatore nel Vangelo: Chi persevererà fino alla fine sarà salvo ( Mt 10,22 ); e soprattutto la carità che non viene mai meno, perché l’amore è forte come la morte, tenace come gli inferi la gelosia ( Ct 8,6 ).

Cercate poi di disporre sotto questi soffitti e concatenare le travi e le altre cose preziose e belle, quelli almeno che avranno sotto mano queste cose, disponendo il cassettonato a decoro della casa.

Si tratta del dono di una parola piena di sapienza e scienza, della profezia, della grazia delle guarigioni, del dono di interpretare i sermoni e altre simili che si conoscono più come utili e come ornamento che necessarie per la salvezza.

Riguardo a queste cose non ho un comando da dare, ma do un consiglio: poiché è risaputo che tali legni con fatica si cercano e con difficoltà si trovano, e ancora con pericolo vengono lavorati, sono infatti rari quelli che la nostra terra, specialmente in questi tempi, produce, consiglio piuttosto e ammonisco di non mettere troppo impegno a cercare questi, ma a preparare i soffitti con altri legni che, anche se sembrano meno ricercati, non sono alla prova meno solidi, si trovano più facilmente e più sicuramente.

9. Voglia Iddio che io abbia abbondanza di tali legni che crescono fitti nel giardino dello Sposo della Chiesa: pace, bontà, benignità, gaudio nello Spirito Santo, il venire incontro ai miseri con volto ilare, il dare con semplicità, godere con chi gode, piangere con chi è nell’afflizione.

Non ti sembra che una casa, per quanto riguarda i soffitti, sia abbastanza, anzi abbondantemente adorna quando i suoi cassettonati sono composti di tale varietà di legni?

Signore, amo il decoro della casa dove dimori ( Sal 26,8 ).

Dammi sempre di questi legni, ti prego, con i quali ti possa sempre offrire bene adorno il talamo della coscienza: della coscienza mia e altrui.

Mi contenterò di questi.

Vi saranno anche di quelli che vorranno aderire a questo mio consiglio, perché penso che anche tu sia contento; le altre cose le lascio ai santi Apostoli e agli uomini apostolici.

Ma anche voi carissimi, anche se non possedete quegli altri legni ma avete questi ultimi, abbiate fiducia; accostatevi con fiducia alla pietra angolare, scelta, preziosa; venite tuttavia edificati sul fondamento degli Apostoli e dei Profeti anche voi come pietre vive, cioè case, per offrire ostie spirituali accette a Dio, per Gesù Cristo Sposo della Chiesa e Signore nostro, che è benedetto nei secoli.

Amen.

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