Sermoni sul Cantico dei cantici

I I. Il Cantico, terzo pane dopo l'Ecclesiastico e le Parabole
  II. Chi può gustare la santa lettura
  III. L'inizio del Cantico dei Cantici
  IV. Titolo del libro e variet… di cantici nella Scrittura
  V. Cantici di quanti si convertono a Dio
  VI. Un singolare cantico nuziale
II I. Primo bacio: il desiderio con cui i padri sospiravano il Cristo
  II. Secondo bacio: unico e singolare il bacio dell'uomo Cristo Gesù
  III. Terzo bacio: il mistero di Cristo rivelato agli antichi
  IV. Quarto bacio: la presenza di Cristo rivelata nella carne. Il segno di Achaz
III I. Il primo bacio, dato ai piedi
  II. Il secondo, alle mani
  III. Il terzo, della bocca
IV I. Che cosa significa il bacio dato ai piedi
  II. Che cosa quello dato alle mani
  III. "Dio ha piedi, mani, bocca, « per effetto », non per natura; Dio è l’essere di tutte le cose"
V I. I quattro generi di spiriti. Lo spirito dell’essere vivente irrazionale, umano e angelico hanno bisogno del corpo
  II. Problema del corpo degli angeli
  III. Solo lo Spirito che è Dio non ha bisogno del corpo né per sé né per gli altri
VI I. Tutto Dio opera con il solo cenno della sua volontà. Raffronto fra le opere della Maestà e della redenzione
  II. Che cosa stanno a indicare i due piedi di Dio
  III. I doni di grazia che si ricevono da questi due piedi
VII I. Le due mani di Dio
  II. Lo sposo e la sposa, cioè il Verbo e l’anima
  III. L’amore casto, santo e ardente della sposa. La presenza degli angeli durante le preghiere e la recita dei salmi
  IV. Esortazione alla devozione nella recita dei salmi
  V. Le qualità di coloro che desiderano salmodiare in ispirito
  VI. A essi si rivolge la sposa dicendo: « Mi baci con il bacio della sua bocca »
VIII I. Il bacio eccelso, lo Spirito Santo
  II. Per questo bacio il Padre e il Figlio si rivelano, e inseparabile è la loro conoscenza
  III. Ai filosofi non sono stati rivelati mediante questo bacio gli arcani di Dio
  IV. Con quale cautela vada interpretato il significato del piede
  V. Le due labbra della sposa
  VI. Il bacio del Padre e del Figlio
  VII. Il bacio della bocca offerto ai santi
IX I. Discorso degli amici dello sposo e della sposa
  II. Risposta della sposa sul suo amore
  III. Presenza dello sposo e verecondo schermirsi della sposa
  IV. Le due mammelle dello sposo
  V. Le stesse parole si addicono alla sposa e a coloro che pregano con assiduità
  VI. Anche si addicono agli amici dello sposo
  VII. Anche ai fanciulli
X I. Le due mammelle della sposa
  II. Il duplice latte delle due mammelle. Bene si applica alle guide. Le guide indegne
  III. Distinzione del triplice unguento
  IV. Prima specie di unguento, diretto ai principianti
  V. Seconda specie di unguento
  VI. Perché non tutti sono capaci di tale unguento
XI I. Esortazione all’azione di grazie
  II. Materia precipua dell’azione di grazie è il modo e il frutto della redenzione
  III. Il triplice frutto della redenzione
  IV. Il modo della redenzione è ugualmente triplice
XII I. Il terzo unguento, quello della pietà
  II. Diversi esempi di coloro che olezzavano di tale unguento
  III. Chiunque di noi può olezzare di tale profumo
  IV. L’unguento del corpo del Signore
  V. Conforme al tipo della donna del Vangelo
  VI. La duplice tentazione, l’ambizione e il giudicare
  VII. Il profumo di cui olezzano le mammelle della Sposa cioè della Chiesa
XIII I. Come i fiumi dal mare, così le virtù provengono da Cristo
  II. L’azione di grazie del Fariseo o di altri che di solito rendono grazie soltanto
  III. Il rendimento di grazie deve essere pudico e puro
  IV. Che cosa piace a Dio trattenere, a noi dare
  V. Ciò che da Dio viene operato per mezzo dei santi, ma proviene da lui
  VI. In che cosa gloriarsi, in che cosa no
  VII. In che senso ciò si riferisce alle conseguenze della lettera
XIV I. Il giudizio della Chiesa o della Sinagoga
  II. La Chiesa ha in sorte il posto occupato dalla Sinagoga
  III. La distinzione fra la sposa e le vergini, anche le più vicine
  IV. Il suo amore quale è agli inizi e come ciò avvenga in noi
  V. La Sinagoga ha il profumo ma non effuso. Perché il nome dello Sposo è paragonato al profumo
XV I. Tutti i nomi dello Sposo indicano il suo amore e la sua potenza
  II. L’effusione del nome dello Sposo, Gesù Cristo
  III. Triplice rapporto di similitudine fra il profumo e il nome dello Sposo, Gesù
  IV. Il nome di Gesù è medicina
  V. Taluni portano invano il nome di Gesù
XVI I. La similitudine di chi guarda dall’alto o del cacciatore che insegue un’altra fiera
  II. Significato del miracolo di Eliseo: a che scopo pose la bocca, gli occhi, le mani sul morto
  III. Il significato dei sette baci
  IV. Il duplice pudore
  V. Il duplice timore
  VI. La triplice confessione. La prima, l’umile
  VII. La semplice confessione
  VIII. La confessione fedele e i sette vasetti che portò il Signore Gesù, cinque pieni di olio, due di vino
XVII I. Presenza o assenza dello Spirito
  II. Dubbio e falsità si allontanano con la presenza dello Spirito
  III. Il giudizio sul diavolo dato in cielo
  IV. In questi due giudizi l’umile è consolato. Si passa al senso morale
XVIII I. La duplice operazione dello Spirito, infusione ed effusione
  II. Su quelli che cercano di effondere lo Spirito prima che sia loro infuso
  III. Come è necessario essere ripieni dello Spirito prima di effonderlo
XIX I. Perché è detto: le giovinette ti hanno amato molto
  II. Il modo in cui i singoli ordini di spiriti beati amano Cristo Signore
  III. In che modo le giovinette lo amano. Correzione dei novizi nel caso non vogliano uniformarsi alla vita di comunità
XX I. In che cosa soprattutto si accende l’amore verso il Signore Gesù
  II. Il triplice modo in cui il Signore Gesù ci dimostro il Suo amore
  III. I tre modi in cui dobbiamo elevarci all’amore verso il Signore Gesù
  IV. Esempio degli Apostoli per la manifestazione dell’amore
  V. "L’amore del cuore è in qualche modo « carnale »; sua intensità"
  VI. L’amore dell’anima o della virtù è razionale e spirituale
XXI I. Perché la Sposa dice: « Attraimi dietro a te »
  II. "Che cosa significa l’essere attratti dietro il Cristo; chi lo desidera e chi no"
  III. Anche nella condizione spirituale è frequente il mutamento: in che cosa possiamo imitare lo stato dell’eternità
  IV. Quanti imitano il Cristo tutto attraggono a sé
  V. Perché « attraimi » è al singolare e « corriamo » al plurale
  VI. Il duplice aiuto della correzione e della consolazione
XXII I. Lo Sposo ha molti profumi e permette che col suo aiuto si attenda a ciò che è più elevato
  II. I quattro profumi dello Sposo
  III. Come Cristo ci ha mostrato questi quattro profumi
  IV. Sulla diversità con cui si corre in questi quattro profumi
  V. Queste specie di profumi non sono da ricercarsi. Gli infedeli non possiedono le virtù
XXIII I. "Conseguenza della lettera: « Mi introdusse nella sua cella; esulteremo e ci rallegreremo in te, memori dei tuoi amori migliori del vino ». Ammonizione dei prelati: si ricordino di essere padri"
  II. Il giardino, la cella, l’alcova della divina scrittura, e innanzitutto il giardino che è la storia « trifaria »
  III. Le tre celle della dottrina morale che sono quelle della disciplina, della natura, della grazia
  IV. La necessità delle alcove e prima l’alcova della « cognitio »
  V. L’alcova del timore. Si parla anche ai chierici
  VI. L’alcova della remissione e della predestinazione
XXIV I. La pace restituita, conseguenza del capitolo in cui si dice: « I giusti ti amano ». Si tratta anche dei detrattori
  II. Rettitudine o tortuosità dell’anima
  III. Senso o consenso, fede e azione
XXV I. Chi chiama la Sposa figlia di Gerusalemme e perché
  II. Perché la sposa sia stata bruna e perché sia bella
  III. Come intendere la sposa bruna e insieme bella
  IV. Tutta l’attenzione dei santi rivolta alla bellezza interiore
XXVI I. In che senso si è detta bruna come le tende di Cedar
  II. Lamento per la morte del fratello Gerardo
  III. Si addolora con se stesso per aver non perduto ma cambiato i suoi cari
  IV. Come Gerardo si offriva in ogni necessità per la tranquillità dell’abate
  V. Fervente nello spirito, industrioso nella vita pratica ha condiviso il peso dell’abate
  VI. Come sia da giudicare questo suo lamento sul fratello
  VII. La sua morte
  VIII. Sull’esempio di Davide, di Samuele, di Cristo Signore scusa il suo affetto
XXVII I. Alle pelli di quale Salomone è paragonata la bellezza della sposa
  II. Chi sia il decoro della sposa al quale non è paragonabile neanche la bellezza del cielo
  III. Il cielo del cielo: è la pelle di Salomone e in esso sono le pelli di Salomone
  IV. La gloria della sposa, per la quale si paragona alla sommità del cielo e donde le derivi
  V. Essa, la sposa, è anche un cielo bellissimo nel quale inabita Dio
  VI. Di che cosa deve essere priva la sposa, di che cosa abbondare per diventare cielo di Dio
  VII. "In questo cielo ci sono i cieli; quali sono. Piccolezza e grandezza della sposa"
XXVIII I. Che cosa significa che la Sposa è brezza e che cosa significa l’oscurità di questa pelle
  II. "Alla vista e all’aspetto Cristo è ritenuto scuro, ma all’udito e alla voce bellissimo; l’udito e la vista"
  III. Nel progresso dell’anima l’udito precede la vista
  IV. "La fede trascende la ragione, il senso e l’esperienza; come « toccare » il Cristo"
  V. "La prudenza con cui la sposa intuisce la bellezza di Salomone sotto le pelli oscure; la triplice oscurità"
  VI. Il sole l’ha abbronzata in quattro modi
XXIX I. Di chi dice la sposa: «Figli di mia madre» e come c’è da guardarsi dai mali della propria casa
  II. Come sia da abbracciare la pace e da evitare lo scandalo, anche nella più piccola cosa da quanti vivono in comunità
  III. L’opinione di taluni sul diavolo e sui suoi angeli. L’utilità del rimprovero
  IV. La freccia d’amore che trapassò l’anima della beata Maria e come ciò si addica alla Chiesa o all’anima desiderosa di rendere grazie
XXX I. Per quale motivo si dice: « Mi posero a custodire la vigna » e quali sono le vigne
  II. Qual è la vigna della sposa e com’è coltivata o qual è il suo vino, e fino a che punto è estesa
  III. "L’anima è la vigna: quali sono le sue viti, quali i grappoli, quale il vino; la lamentela della sua vigna"
  IV. All’uomo spirituale si addicono le parole: « La mia vigna non ho custodito » e come si dice « perdere l’anima »
  V. La correzione è utile per coloro che attendono il cibo e l’abbraccio
XXXI I. La visione del Verbo sarà a somiglianza del sole
  II. "La triplice conoscenza di Dio che si percepisce in questa vita; la sollecitudine dell’angelo per l’anima"
  III. La terza manifestazione dello Sposo che è interna diventa quadruplice: come di sposo, medico, guida, re
  IV. "L’ombra della fede e il volto della verità; le sembianze di padrone sotto le quali appare lo Sposo"
XXXII/td> I. "Come meritare la presenza dello Sposo; a quale anima si manifesta come Sposo"
  II. A chi si manifesta come medico e a chi si offre come compagno
  III. Le parole del Verbo e il pensiero del cuore o l’insinuarsi del maligno
  IV. A quale affetto lo sposo si offre come re o come padre e perché dopo tutto si manifesta in sembianza di pastore
XXXIII I. Le tre cose che indaga l’anima che desidera conoscere Dio
  II. Qual è il luogo del pascolo e insieme del riposo, o quale la distanza di questo pascolo da quello
  III. Quale il giorno nel cui meriggio lo sposo riposa
  IV. Quale quel meriggio o in quali pascoli la sposa pasce
  V. Eretici e filosofi che si fanno compagni dello sposo e in che modo cerca di ingannarci il diavolo meridiano
  VI. Le quattro tentazioni da cui devono guardarsi quanti sono bene incamminati
  VII. Come queste quattro tentazioni colpiscano la Chiesa che è il Corpo di Cristo
XXXIV I. Coloro che ricercano le altezze sono richiamati al grado dell’umiltà
  II. Esempio di umiltà tratto da Davide, e triplice distinzione di persone che sono umiliate
  III. L’umiliazione volontaria
XXXV I. L’ingiunzione della parola « Esci » e come l’anima esiti a uscire dall’interna pace per la cura esteriore del mondo e della carne
  II. Come l’uomo se ne vada dietro il gregge delle pecore
  III. Motivo di così grande avvilimento
  IV. "In che senso in questa vita l’uomo sta dietro il gregge; e questo per la sua duplice ignoranza"
XXXVI I. "Le due ignoranze; quale ignoranza non è colpevole"
  II. La duplice scienza e i tre modi del sapere, cioè l’ordine, l’attenzione, il fine
  III. "I cinque aspetti della finalità del conoscere; similitudine del cibo e della scienza"
  IV. "Che cosa è bene che l’anima sappia prima di tutto; in quante cose essa sia scarsa; esortazione ai pigri"
XXXVII I. "La conoscenza di noi stessi e di Dio deve avere la preferenza sulla scienza di questo mondo; qual è il seme della giustizia"
  II. Il gaudio della speranza e donde esso si generi nell’animo
  III. Dopo la conoscenza di Dio e di noi stessi la scienza che si aggiunge non ci gonfia, e come l’ignoranza di noi genera la superbia
  IV. Quale pericolo sia sollevarsi anche modicamente dalla similitudine della bocca e come l’uomo non debba paragonarsi ad alcuno
XXXVIII I. L’ignoranza di Dio genera la disperazione
  II. "Non conoscono Dio quanti non vogliono convertirsi a Lui; non di questa ignoranza è rimproverata la sposa"
  III. Perché sia detta bella fra le donne e quali sono queste donne
XXXIX I. Per quale motivo è detto: « Alla mia cavalleria … » e con quale « ordine » la sposa avanza
  II. Come l’anima è paragonata alla moltitudine della « cavalleria »
  III. Descrive i tre principi del faraone, i loro cani e i loro addobbi a mo’ di esempio
  IV. I nomi dei restanti principi del Faraone, e come da questi principi spirituali Israele sia liberato
XL I. Quale sia la faccia dell’anima, dalla quale promana la sua bellezza
  II. Nello sguardo dell’anima sono da considerare due elementi, l’oggetto e la causa, quasi fossero due guance
  III. "In che modo la solitudine della tortora sia desiderabile e quando soprattutto; che cosa crea questa solitudine; sul non dover giudicare"
XLI I. Il collo dell’anima, che viene identificato nell’intelletto
  II. A chi compete dire: « Collane d’oro »
  III. "Quali sono le « collane d’oro » e come filettate di argento; per il ministero degli angeli si formano interne visioni"
  IV. "La sposa chiede una cosa e ne riceve un’altra; invece della quiete della contemplazione l’azione della predicazione"
XLII I. Per quale motivo si dice: « Quando il re era nella sue stanze … »
  II. Le correzioni accettate meno benignamente per disprezzo o impazienza o impudenza
  III. Il vuoto della sua anima verso il fratello corretto e che disprezza la correzione
  IV. La duplice umiltà dell’affetto o della conoscenza, e con quale umiltà Cristo si sia umiliato
  V. Come dall’umiltà della conoscenza saliamo all’umiltà dell’affetto
  VI. Come e quale umiltà odori come il nardo
  VII. Quale sia il luogo di riposo del re e in che senso questo luogo si addica alla Chiesa primitiva
XLIII I. A quale mazzetto di mirra il Cristo è da paragonare e perché la mirra
  II.Spiega col suo esempio come collochiamo questo mazzetto fra i seni, nell’alternarsi delle vicende liete e tristi
  III. "Meditare i patimenti di Cristo è la sua più sottile filosofia; portiamo Cristo davanti a voi, non dietro"
XLIV I. Perché lo sposo è grappolo e per chi e che cosa significhi Engaddi
  II. Quali siano le vigne di Engaddi e quale il loro balsamo, quale il grappolo di Cipro e il suo vino
  III. Donde il fluido del balsamo, cioè la soavità della mansuetudine, o quali mosche la distruggono
  IV. Come la mansuetudine si recuperi attraverso la grazia, o come il vino dello zelo è spremuto dal grappolo di Cipro
XLV I. La duplice bellezza dell’anima, cioè l’innocenza e l’umiltà
  II. "Il rimprovero rivolto alla sposa sull’umiltà è segno di compiacimento; i suoi occhi di colomba"
  III. Il suo intuito spirituale
  IV. La lode dello sposo per cui la sposa sente la sua bellezza
  V. Parola del Verbo all’anima o risposta dell’anima al Verbo
  VI. La duplice bellezza dello sposo
XLVI I. Quale il letto o la casa, quali le travi o il soffitto che la sposa descrive
  II. Quali fiori di esercizi è bene che precedano la quiete della contemplazione
  III. La casa spirituale, e con quali legni si edifichi o si adorni
XLVII I. Il fiore del campo, del giardino o del talamo
  II. Ancora diversamente sullo stesso argomento, e perché in particolare si definisce fiore del campo
  III. Perché si dice fiore delle convalli, e a quale opera di Dio dobbiamo attendere
XLVIII I. Come giglio fra le spine, così l’anima fra le colpe
  II. "Encomio dello sposo che è paragonato al melo fra gli alberi della selva; che cosa significhi essere lodati dallo sposo o lodare lo sposo"
  III. L’ombra del diletto e il suo dolce frutto, cioè la fede e la contemplazione
XLIX I. La cella vinaria, che è la chiesa primitiva o lo zelo della giustizia che arde nell’amore per la contemplazione di Dio
  II. La discrezione è la carità ben ordinata
  III. Come ciò che secondo la ragione è da anteporre, si debba talora posporre in base all’ordine della carità e come di ciò che torna a maggior gloria di Dio si debba maggiormente godere
  IV. Quale utilità traiamo in base all’ordine della carità
L I. "La carità, qual'è nell’affetto e quale è nell’atto, e su quale è data la legge; perché Dio comanda cose impossibili"
  II. "Il triplice effetto della carne, della ragione e della sapienza; l’ordine trasposto della carità attuale"
  III. L’ordine della carità dell’affetto in base al quale ogni cosa ha il suo valore secondo quello che è
LI I. I fiori o i frutti di cui è ripiena la Chiesa e l’anima fedele
  II. La sposa cerca di sostentarsi con la fede e le opere delle giovinette, perché lo sposo è assente
  III. Quale sia la sinistra, quale la destra dello sposo e quali le conseguenze di questi nomi
  IV. "Quando la mente ha la sinistra sotto il suo capo, quando sopra; la speranza che è fra l’una e l’altra"
LII I. Coerenza della espressione di cui si dice: « Vi giuro, ecc. », espressione della divina degnazione riguardo all’anima
  II. Qual è il sonno della sposa, dal quale lo sposo non vuole che la si risvegli
  III. Quale estasi soprattutto si chiama contemplazione
  IV. Chi siano le capre o i cervi dei campi, e l’esortazione delle fanciulle a non disturbare per un motivo futile la diletta
LIII I. "In che senso si dice: « La voce del diletto »; l’udito precede la vista"
  II. Quali sono i monti o i colli sui quali lo sposo sale o va saltando
  III. Come i monti siano la stessa cosa che le pecore, cioè i cittadini del cielo
  IV. Quali sono i salti dello sposo, con i quali sale o va saltando
LIV I. "Altra spiegazione riguardo ai predetti monti; il salto dello sposo e stato verso coloro del cui ministero si è degnato di servirsi"
  II. I colli che lo sposo sormonta sono gli spiriti aerei, designati col nome di Gelboe, monti sui quali salgono uomini e angeli
  III. Per scontare la sua pena il diavolo ebbe in sorte un luogo nell’aria, posto fra i monti superiori e inferiori
  IV. Esortazione a guardarsi dalla superbia sull’esempio dell’angelo significato dal nome di Gelboe
  V. Il triplice timore che dobbiamo nutrire sempre per guardarci dalla superbia
LV I. Per quale motivo lo sposo è paragonato alla capra e al cerbiatto
  II. Dobbiamo giudicare noi stessi per non essere giudicati
LVI I. Qual è la parete, quale la finestra o le fessure attraverso le quali lo sposo spia
  II. Egli è dietro la parete di ognuno di noi; sulla sua presenza o assenza"
  III. Taluni costruiscono molte pareti per sé e lo sposo; quali sono le inferriate o le finestre secondo il senso morale"
LVII I. I gradi della degnazione di Dio o il suo « intuito », secondo quale criterio ad alcuno incuta timore e ad altri sicurezza
  II. "A chi in particolare si addice lo spiare la venuta dello sposo; le attestazioni divine"
  III. Per quali gradi l’anima esamina l’avvicinarsi o il venire dello sposo
  IV. "Vicissitudini della casta contemplazione; distinzione fra « amica », « colomba » e « bella » in Maria, Lazzaro e Marta"
LVIII I. Senso della parola in cui si dice alla sposa di affrettarsi e verso che cosa
  II. Il tempo adatto alla potatura e che cosa sia l’inverno e che cosa la pioggia che la impedisce
  III. Quali sono le nubi buone o cattive o le piogge, e quali i fiori che poi appassiscono
  IV. La potatura della vigna secondo il senso morale, cioè dell’anima e quando sia necessaria, cioè sempre
LIX I. Il motivo per cui lo Sposo dice: nella nostra terra
  II. La voce o il gemito della tortora, quando probabilmente si è fatta sentire
  III. "Perché si parla di una tortora soltanto; la castità della tortora"
  IV. Udendo la voce e vedendo il fiore, cioè attraverso i segni, la fede si rafforza
LX I. Qual è il fico o quali sono i suoi frutti primaticci o quando li ha prodotti
  II. Quali sono le vigne, quale il fiore, quale il suo odore e in che modo o quando li abbia prodotti
  III. Che cosa siano i fichi in senso morale, chi siano i frutti primaticci e chi le vigne
LXI I. "Applicazioni della espressione che dice: « La mia colomba nelle fessure della roccia »; e quali sono le fessure della roccia"
  II. "La casa dell’uomo sapiente ha le sue fondamenta su questa roccia; quanto è sicura questa abitazione"
  III. "Dorso del Signore sono le ferite di Cristo, cioè le fessure della roccia; in esse abita la colomba"
LXII I. Che cosa è la « maceria », o quali le sue aperture nelle quali dimora la colomba
  II. L’anima si fa queste aperture nella « maceria » degli angeli e si scava la roccia, cioè Cristo, sull’esempio di Paolo e di Davide
  III. "I due generi della contemplazione della maestà divina; chi è che viene schiacciato dalla visione della gloria e chi no"
  IV. La Chiesa abita nella roccia nei fedeli perfetti, nella « maceria » nei meno perfetti, in terra in una fossa a causa degli infermi
LXIII I. La vigna che le volpi distruggono
  II. "Soltanto il sapiente ha la vigna, la vite, il palmizio, il vino; quali sono le volpi che la distruggono e come sono catturate"
  III. "I frutti della vigna; i novizi sono i fiori; che cosa questi fiori devono temere"
LXIV I. "I diversi tipi di volpi, cioè di sottili tentazioni; ne indica quattro"
  II. Perché si comanda di catturare le volpi piuttosto che scacciarle, e perché sono dette piccole
  III. Gli eretici sono le volpi, e che cosa significhi catturarli o con quali mezzi lo sposo ci comanda di catturarli
LXV I. I nuovi eretici, soprattutto i famosi Tolosani sono indicati dal nome delle volpi, che spergiurando tengono nascosto il nome della loro setta
  II. Come queste volpi vengano prese convivendo con donne
  III. Come queste volpi sono prese, se non tolgono lo scandalo quando possono
LXVI I. "Ancora su questi nuovi eretici; sono questi quelli dei quali specialmente dice l’Apostolo che nell’ipocrisia proferiscono menzogna"
  II. "Condannano le nozze; taluni le ammettono solo per chi è vergine. Confutazione"
  III. "I cibi che giudicano immondi; dicono di consumare il corpo di Cristo, e si dicono « apostolici »"
  IV. Confutazione del fatto che dicono che non si devono battezzare i bambini, non si deve pregare per i defunti, non si deve chiedere la intercessione dei santi
  V. Disprezzano gli Ordini e gli statuti della Chiesa, e ciò è segno di maggiore ostinazione, quando sono presi, si danno la morte per le loro sette
LXVII I. Con chi parla la sposa quando dice: « Il mio diletto a me ecc. » e come la parola dello sposo sia paragonabile a un banchetto
  II. La migliore interpretazione è che parli con se stessa e quale è il motivo di un’espressione cosi ellittica
  III. "La parola della sposa è quasi un rutto; il gusto e l’odorato; ciò che il giusto gusta il peccatore lo odora"
  IV. "Che cosa queste parole sottintendano; il fine delle parole della sposa o del Profeta"
  V. "L’altra accezione dell’attesa con cui il giusto attende, il peccatore no; il rutto di Davide o di Giovanni o di Paolo"
  VI. Grazia preveniente e susseguente
LXVIII I. "Quanto lo sposo si prenda cura della sposa e viceversa; soltanto della sposa egli si prende cura"
  II. Dallo stato e dalla consumazione della Chiesa dipende la fine di tutti
  III. I meriti o la presunzione della Chiesa, e donde i suoi meriti
LXIX I. A quale anima spetta dire: « Il mio diletto a me … » e perché
  II. "Che cosa è la venuta del Figlio e del Padre nell’anima; il Padre abbassa con la sua ira ardente ogni altezza"
  III. "Lo zelo di carità nel quale il Padre e il Figlio vengono; la loro inabitazione e i segni per mezzo dei quali l’anima avverte"
LXX I. Poi lo sposo è divenuto « diletto » perché si è pasciuto fra i gigli
  II. I gigli spirituali fra i quali lo sposo si pasce
  III. "Molto appropriatamente la verità è paragonata al giglio; il motivo per cui la mansuetudine e la giustizia sono gigli"
  IV. "Tutte le cose riguardanti lo sposo sono gigli; quali gigli hanno gli amici dello sposo; almeno due gigli sono necessari alla salvezza"
LXXI I. In che cosa consista il candore o l’odore del giglio, cioè della virtù
  II. In che cosa è il candore dell’anima e come lo Sposo si pasce e insieme pasce tra i gigli
  III. Come Dio dall’uomo e l’uomo da Dio è mangiato, e la differenza di unità con cui Padre e Figlio sono uno e Dio e l’uomo sono un medesimo spirito
  IV. L’unità sostanziale del Padre e del Figlio e di quella per consenso della volontà fra l’uomo e Dio, e come l’uomo ab aeterno sia in Dio ma non è vero il contrario
  V. "Il terzo senso del pascolo dello Sposo, che è Verbo di Dio; ciò che non è opera buona e non è fra le virtù, cioè fra i gigli, non è oggetto del suo pascolo"
LXXII I. Come si aggiunge a entrambi i capitoli delle parti: « Finché aspiri » e come allora lo Sposo non si pasce, ma beve
  II. Il giorno e le ombre spirituali, e come, spirando il giorno, si inclinano o scompaiono
  III. Il giorno spira o inspira, espira o cospira, respira, la notte sospira
  IV. Come coloro che respirano di giorno crescano nell’abbondanza, coloro che sospirano nella notte maggiormente sono impoveriti
LXXIII I. In che senso si dice: « Ritorna … » e che cosa in questo si addice alla Chiesa, che cosa alla Sinagoga
  II. "Questa espressione si addice alla Chiesa primitiva; che cosa sia da vedere nella capriola e nel cerbiatto"
  III. Quali sono i monti di Bethel, sui quali allo Sposo secondo la similitudine della capriola e del cerbiatto si chiede di apparire
LXXIV I. In che senso questo passo si addice al Verbo, e che cosa significhi andare e ritornare riferito al Verbo riguardo alla sua salutare dispensazione
  II. Come si comporta l’anima all’arrivo dello Sposo, e in che cosa ne avverte l’arrivo
  III. La grazia e la verità raffigurate dal cerbiatto e dalla capriola, e come la grazia si perda appropriandosene
LXXV I. Con quali applicazioni si dice: « Sul mio giaciglio ecc. » e perché il ritrovamento è dissimulato
  II. Sono tre le cause per le quali coloro che cercano sono delusi: il tempo, la tiepidezza, il luogo
  III. In questo passo si dice che la causa del mancato ritrovamento è stato il luogo
  IV. Perché è detto: « Colui che l’anima mia ama » e quali sono le notti nelle quali ha cercato lo Sposo
LXXVI I. La sposa per le strade e per le piazze ha cercato lo Sposo e perché invano, quando egli è ritornato in cielo
  II. Il Padre glorifica il Figlio e il Figlio il Padre
  III. "Come la fede trova colui che l’intelletto non comprende; le guardie che custodiscono la città di Dio; l’anima è sposa e pecora"
  IV. Che cosa è detto della custodia della città, che cosa della bellezza della sposa o del pascolo delle pecore e chi deve essere scelto per queste funzioni
LXXVII I. Biasimo rivolto alle guardie indegne
  II. "Chi o quali sono le guardie dalle quali dice di essere stata trovata; l’amore della verità che per loro mezzo impara"
  III. Su coloro che senza guida presumono di trovare la via della vita, e come la sposa dica di averla trovata
LXXVIII I. Cooperano alla salvezza della sposa di Dio, l’angelo, l’uomo
  II. "Le tre cose nelle quali Dio previene: la predestinazione, la creazione, l’ispirazione; per quale motivo la sposa non poté essere trovata se non dopo l’ispirazione"
  III. "Giustamente è detto che la sposa fu preparata da Dio, non trovata; trovata dalle guardie a causa della preparazione"
LXXIX I. Per quale motivo la sposa dice: « Avete visto che l’anima mia ama? » e che cosa significa che oltrepassa le guardie
  II. Il vincolo dell’amore con cui la sposa tiene avvinto lo Sposo e non lo lascia, e per quale motivo si prepara a introdurlo nella stanza della sua genitrice
LXXX I. "Ritorno al senso morale; rapporto di parentela fra anima e Verbo"
  II. Il Verbo ha molto più dell’anima e la rettitudine e la grandezza non sono affatto possesso proprio dell’anima, come del Verbo
  III. Dimostrazione che l’anima differisce dalla sua grandezza
  IV. Contro la perversità di coloro che dicono che la divinità non è Dio, e riprovazione del commento che fa Gilberto Porata sul De Trinitate di Boezio
LXXXI I. Soprattutto in questo c’è la somiglianza dell’anima col Verbo: per lui essere è vivere come per il Verbo essere è vivere nella beatitudine
  II. I diversi generi di viventi, fra i quali solo per l’anima essere è vivere, e che cosa essa riceve nella sua condizione
  III. "L’anima è immortale ma non come il Verbo; la sua triplice vicinanza al Verbo, cioè la semplicità, la perpetuità e la libertà e in che consista la sua libertà"
  IV. La libertà dell’anima è ridotta in schiavitù per il peccato
  V. Legge di Dio e legge del peccato, che sono nella stessa anima e nella volontà
LXXXII I. Quale dubbio ancora rimane nelle cose già dette, che bisogna rivelare e delle parole dette a un tale: « Fino a che ti terrai questo, ecc. »
  II. La somiglianza di Dio nell’uomo, che secondo alcuni passi della Scrittura appare distrutta per il peccato, deve intendersi oscurata e confusa, tanto nella semplicità quanto nell’immortalità e libertà, e in che senso
  III. Le cose avventizie dell’anima deturpano i beni naturali; quanto alla nascita e alla morte l’uomo è simile al giumento; per la restante parte della somiglianza può tuttavia avvicinarsi al Verbo"
LXXXIII I. Come qualunque anima che voglia trasformarsi e uniformarsi a Lui, possa, in base a queste parole, ritornare ad aver fiducia nel Verbo
  II. Come il sentimento dell’amore sia più potente degli altri
  III. Lo Sposo ama prima e di più, per la sposa basta tuttavia se ama con tutta se stessa
LXXXIV I. Un gran bene sia cercare Dio, e a questo l’anima è prevenuta dallo Sposo quando la volontà viene ispirata
  II. "A quale anima spetta cercare il Verbo e che cosa significhi essere ricercata dal Verbo; all’anima incombe questa necessità non al Verbo"
LXXXV I. "Per quali motivi l’anima cerca il Verbo; ne elenca sette e per prima la correzione e la cognizione"
  II. "Colui che spinge l’anima è trino; l’uomo deve guardarsi soprattutto da se stesso, e che cosa sia la virtù e come sia onnipotente colui che spera nel Cristo, al quale soltanto bisogna appoggiarsi per conseguire la virtù"
  III. Attraverso il Verbo siamo ricreati per la Sapienza, e la differenza fra sapienza e virtù
  IV. Che cosa significhi conformarsi al Verbo per la bellezza, sposarlo per la fecondità, o goderne per la gioia, per quanto si può in questa vita
LXXXVI I. L’ornamento della verecondia che appare nella sposa, e che si addice soprattutto agli adolescenti
  II. Il luogo e il tempo propri dell’orazione, e che cosa si intenda secondo il senso morale per letto e notte