Anonimo perugino

Capitolo VII

Come andarono a Roma e il Papa concesse loro la regola e la facoltà di predicare

1523 31. Vedendo Francesco come la grazia del Salvatore li accresceva di numero e di meriti, disse loro: « Fratelli, vedo che il Signore vuol trasformare in una grande comunità la nostra famiglia.

Andiamo dunque dalla madre nostra, la Chiesa romana, e notifichiamo al sommo Pontefice le cose che il Signore sta facendo per mezzo nostro e in base alla volontà e al precetto del Papa compiamo la nostra missione ».

Piacquero ad essi tali parole, e Francesco, presi con sé i dodici frati, si mise in viaggio verso Roma.

Mentre erano in cammino, disse: « Facciamo uno di noi nostra guida e consideriamolo come vicario di Gesù Cristo.

Dovunque egli vada, seguiamolo; e quando vorrà far sosta, sostiamo ».

Elessero allora frate Bernardo, il primo discepolo di Francesco, e ottemperavano a quanto lui diceva.

Andavano pieni di gioia, conversando sulle parole del Signore.

Null'altro usciva dalla loro bocca, se non ciò che fosse a lode e gloria del Signore e a utilità delle loro anime; oppure, pregavano.

E il Signore procurava loro al tempo opportuno il cibo e l'alloggio.

[1524] 32. Come giunsero a Roma, vi trovarono il vescovo di Assisi, il quale dimorava colà in quei giorni.

Al vederli, li accolse con grande gioia.

Il vescovo era noto al cardinale Giovanni di San Paolo uomo buono e religioso, che amava i servi del Signore.

A lui il vescovo aveva manifestato il progetto e la vita di Francesco e dei suoi frati.

Venuto a conoscenza di ciò, il cardinale nutriva vivo desiderio d'incontrare Francesco e qualche suo frate.

Saputo ch'erano in città, mandò ad invitarli presso di sé, e li ricevette con devozione ed amore.

[1525] 33. Nei pochi giorni che dimorarono da lui, ebbe modo d'amarli ancor più, vedendo splendere nella loro vita quello che aveva sentito dire di essi.

Si rivolse a Francesco: « Mi raccomando alle vostre orazioni, e voglio che d'ora in poi mi consideriate uno dei vostri.

Ditemi adesso perché siete venuti qui ».

Allora Francesco gli palesò interamente il suo proposito, e come voleva parlare al Signore Apostolico, per proseguire il suo modo di vita secondo il volere e il precetto di lui.

Rispose il cardinale: « Ebbene, voglio essere io il vostro procuratore nella Curia del signor Papa ».

Recatosi in Curia, disse al papa Innocenzo III: « Ho trovato un uomo perfettissimo, che vuol vivere secondo la forma del santo Vangelo, osservandolo pienamente.

Io credo che il Signore voglia per suo mezzo rinnovare completamente nel mondo la Chiesa ».

Ciò udendo, il Papa si meravigliò, e disse: « Conducetelo da me ».

[1526] 34. Il giorno seguente lo accompagnò dal Papa.

Francesco rivelò sinceramente al signor Papa il suo ideale, come in precedenza aveva fatto al cardinale.

Rispose il Papa: « Troppo dura e aspra è la vostra vita, qualora, nella congregazione che intendete formare, vi proponiate di non possedere nulla in questo mondo.

Donde trarrete il necessario? ».

E Francesco: « Signore, io confido nel mio Signore Gesù Cristo, che promettendo di darci in cielo vita e gloria, non ci priverà in terra delle cose necessarie al corpo ».

Concluse il Papa: « Figlio, quello che dici è vero; tuttavia fragile è l'umana natura e mai perdura nel medesimo stato.

Va' quindi e prega Dio con tutto il cuore, affinché si degni mostrare ciò che è meglio e più utile alle vostre anime.

Poi torna e riferisci ogni cosa: ti concederò tutto ».

[1527] 35. Francesco, recandosi all'orazione, pregò Dio con puro cuore, che nella sua pietà ineffabile gli desse un segno.

E, perseverando nell'orazione con l'anima assorta in Dio, il Signore gli parlò così: « Nel reame di un grande sovrano c'era una donna molto povera ma bella, che piacque agli occhi del re e diede a lui numerosi figli.

Un giorno la donna prese a riflettere e diceva tra sé: - Cosa farò io poverella, che ho tanti figli, ma nulla possiedo di cui possano vivere? -

Mentre era in questi pensieri che davano al suo viso un aspetto triste, ecco apparire il re e interrogarla: - Cos'hai, che ti vedo sopra pensiero e tutta rattristata? -

Ed Ella gli comunicò le apprensioni che l'agitavano.

Ma il re la confortò: - Non aver paura della tua gran povertà né angustiarti per i figli che hai e di quelli che verranno ancora, poiché, se molti dipendenti abbondano nel mio palazzo di cibo, non vorrò certo che i figli miei periscano di fame: con essi sarò ancor più generoso ».

Capì subito l'uomo di Dio Francesco che quella donna poverella rappresentava lui stesso.

E ciò rese ancor più forte il suo proposito di osservare anche in seguito la santissima povertà.

[1528] 36. E levatosi, andò immediatamente dall'Apostolico, per esporgli quanto gli aveva rivelato il Signore.

Ascoltando quella parabola, il Papa fu pieno di stupore, che il Signore avesse rivelato la sua volontà ad un uomo tanto semplice.

E conobbe che non camminava nella sapienza degli uomini, ma nella luce e nella forza dello Spirito.

Quindi il beato Francesco s'inchinò e promise al signor Papa obbedienza e reverenza con umiltà e devozione.

A loro volta, gli altri frati, che non avevano ancora promesso obbedienza, per ordine del Papa promisero allo stesso modo obbedienza e reverenza a Francesco.

E il signor Papa concesse la Regola a lui e ai suoi frati presenti e futuri.

Gli diede altresì autorità di predicare dovunque, secondo la grazia largitagli dallo Spirito Santo; autorizzò a predicare anche gli altri frati, a cui il beato Francesco volesse concedere il ministero della predicazione.

D'allora in avanti Francesco cominciò a predicare per città e castelli, come lo Spirito del Signore gli rivelava.

Sulla sua bocca il Signore pose parole sante, melliflue e dolcissime, così che nessuno, udendolo, avrebbe mai cessato di saziarsene.

Il cardinale Giovanni su nominato, per la devozione che nutriva verso il Fratello, fece fare la chierica a tutti i dodici frati.

[1529] In seguito, Francesco ordinò che due volte l'anno si facesse Capitolo, cioè alla Pentecoste e alla festa di san Michele nel mese di settembre.

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