Padre

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Appellativo privilegiato con cui Gesù si rivolge a Dio.

In molte espressioni del rapporto religioso con Dio ci si rivolge alla divinità con l'attributo "Padre".

Questo modo di esprimersi è ampiamente attestato sia nella grecità, sia nella tradizione dell'Antico Testamento.

La tradizione evangelica, porta al centro l'appellativo "Padre" per designare Dio.

Questo fatto così imponente ha una spiegazione singolare nei Vangeli.

In essi si afferma un'esplicita distinzione tra l'appellativo "Padre vostro/nostro", riferito alla preghiera con cui i discepoli si devono rivolgere a Dio ( Mc 11,25; Mt 5,48; Lc 6,36; Mt 6,32; Lc 12,30.32 ), e il "Padre mio" di Gesù ( soprattutto in Matteo Mt 7,21; Mt 10,32.33; Mt 12,50; Mt 15,13; Mt 16,17; Mt 18,10.14.19.35; Mt 20,23; Mt 25,34; Mt 26,53; più raro in Luca Lc 2,49; Lc 24,29; 24 volte in Giovanni; assente in Marco, che ha però "Padre suo" in riferimento al Figlio dell'uomo: Mc 8,38 ).

Vi è dunque un'esplicita coscienza della differenza con cui i discepoli devono rivolgersi a Dio come Padre e il rapporto di singolare paternità che lega il Dio dei Padri JHWH a Gesù.

In ogni caso nei testi sopra ricordati Gesù discorre di Dio in terza persona, rivelandone per così dire il mistero in rapporto a sé.

Nella Chiesa apostolica l'espressione "Padre mio" non verrà mai usata dai cristiani, ritornerà sulla bocca di Gesù solo nell'Apocalisse ( Ap 2,28; Ap 3,5.21 ).

In altri passi del Nuovo Testamento si parla di "Padre nostro" ( Rm 1,7; 1 Cor 1,3; 1 Cor 8,6 ecc. ).

Paolo conia la sua tipica espressione "Padre del Signore nostro Gesù Cristo" ( Rm 15,6; 2 Cor 1,3; Ef 1,3; Col 1,3 ); altre volte viene usata la formula assoluta "il Padre" ( At 1,4; 1 Cor 15,24; Fil 2,11; Gc 1,27; 1 Gv 1,2 ).

La preghiera di Gesù

Il luogo principe per determinare l'esperienza e la figura della paternità di Dio è la preghiera di Gesù.

L'uso singolare di Gesù è attestato, benché raramente, nella tradizione ebraica, per cui un individuo può rivolgersi a Dio con l'espressione "Padre mio".

Tuttavia Gesù la usa consapevolmente per differenziarsi dal modo con cui i discepoli si devono rivolgere a Dio.

Possiamo osservare tale preghiera in tutti gli evangelisti: Marco 14,36 ( "Abbà, Padre": in parallelo con Matteo 26,39.42 "Padre mio"; Luca 22,42 "Padre"; Giovanni 12,26.28 "Padre" ); in Matteo 11,25.26 e Luca 10,21 ( "Padre" "o Padre" ); Luca 23,34.46 ( "Padre, perdona loro…" "Padre, nelle tue mani…" ); infine in Giovanni 11,41; Gv 17,1.5.21.24.25 ( "Padre" ).

Tale sorprendente ricchezza di riferimenti rimanda a contesti precisi: l'agonia nel Getsemani; l'inno di giubilo di fronte all'accoglienza del Vangelo da parte dei piccoli; la croce di Gesù; la risurrezione di Lazzaro e la preghiera sacerdotale.

Ora sono le prime due ricorrenze che verosimilmente ci riferiscono il contesto autentico dell'espressione di Gesù.

Inoltre, uno squarcio su questa singolarissima relazione con Dio ci è data anche nell' "inno di giubilo"
( Mt 11,25-30 ): in particolare nel detto del v. 27: "Nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare".

Il tema della rivelazione piena e completa che Gesù dona di Dio e la conseguente insuperabilità della sua mediazione nell'introdurre al volto di Dio, apre uno spiraglio sulla peculiare relazione di Gesù con Dio.

E in questa relazione che si svela il volto "paterno" di Dio.

Ma la figura di Dio come Padre non può essere ricavata solo dalla preghiera di Gesù.

Il Regno di Dio

La predicazione di Gesù incentrata sul Regno di Dio ha un particolare rilievo per l'illustrazione della paternità di Dio.

L'annuncio di Gesù non ci parla di lui, ma di Dio, ci rivela qualcosa di nuovo a proposito di Dio stesso.

"Regno di Dio" indica presenza e vicinanza di Dio che manifesta il suo essere "Signore", salvando e amando il suo popolo.

Il carattere ideale della regalità dell'Antico Testamento o qui ricuperato, dimenticando tutte le esperienze negative accadute nel corso della storia di Israele.

Il Regno non è solo una realtà spirituale: esso viene pienamente in ogni dimensione umana, coinvolge tutto l'uomo, ma ormai è radicato nella signoria di Dio.

Si tratta di una nuova presentazione del primo comandamento ( "Io sono il Signore, l'unico, non avrai altro Dio" ).

In Gesù questa vicinanza di Dio raggiunse la sua massima trasparenza.

Gesù ci presenta un Dio che è Abbà, Padre, un Dio che ha cura dell'uomo, che prende su di sé la sua causa.

Questo è il centro dell'annuncio di Gesù: una rilettura del comandamento di Dio collegata alla propria persona.

Nel messaggio di Gesù si manifesta la signoria-sovranità-divinità di Dio che è signoria nell'amore e dell'amore.

La gloria di Dio si manifesta nella sua libertà sovrana di amore e perdono, nel suo essere "Padre".

La paternità di Dio nelle parabole

Infine, va fatta una menzione alle parabole.

Esse sono un luogo privilegiato per l'illustrazione della paternità di Dio.

Occorre ricordare il filone delle parabole che descrivono l'inesauribile creatività di Dio, facendo riferimento a comportamenti umani sorprendenti, contrari ai normali atteggiamenti del buon senso e dell'esperienza.

In questa direzione le parabole esplicitano il valore gratuito dell'iniziativa divina:

il seminatore che semina anche dove non si sperano frutti ( Mc 4,1-12 );

la strana paga degli operai della vigna ( Mt 20,1-16 );

l'inusitato condono concesso al funzionario ( Mt 18,23-35 );

l'immotivata, irrazionale gioia del Padre che non solo accoglie il figliol prodigo, ma spinge anche il fratello maggiore ( probabilmente la figura del fariseo ) a "ritornare" in modo nuovo nella casa/relazione con il padre ( Lc 15,11-32 ).

È decisivo il fatto che della "paternità" di Dio si può parlare solo in parabole: cioè con un linguaggio che partendo dall'esperienza umana può intuire il modo divino della figura paterna di Dio, solo restando legato alla vicenda di Gesù, vale a dire solo dentro un rapporto di discepolato con Cristo.

v. Dio; Figlio di Dio; Trinità

Schedario biblico

Dio Padre A 3
Cristo, figlio di Dio (A) B 3
Cristo, Figlio di Dio (B) B 4
Cristo e il Padre B 64
Adozione, bene della Chiesa C 53
Il « Padre nostro » D 67
Adozione F 46
Dio buono (A.T.) A 15
Cristo in preghiera B 17
Cristo, Figlio di Abramo B 36

Magistero

Padre per la sua stessa natura divina, in se stesso, nella generazione del Verbo, del Figlio suo unigenito; ed è perciò Padre di quel Gesù, il Cristo, che si è fatto uomo; uomo come noi, uomo per noi; nostro simile, nostro fratello.

Catechesi Paolo VI
2-1-1974

Ma non solo: bisogna pregare il Padre « nostro », cioè non il Padre di un generico e troppo anonimo « tutti », ma colui « che ti ha generato, che ti ha dato la vita, a te, a me »,

Meditazione Francesco
20-6-2013

Concilio Ecumenico Vaticano II

… di famiglia

Presenza attiva del … nella famiglia per l'educazione dei figli Gaudium et spes 52
v. Coniugi; Madre

Catechismo della Chiesa Cattolica

Il ministro di questo sacramento 1465
La grazia dello Spirito Santo 1586
Il matrimonio nell'ordine della creazione 1605
La Chiesa domestica 1657
La gravità del peccato: peccato mortale e veniale 1858
Il Decalogo nella Sacra Scrittura 2057
Il quarto comandamento 2197ss
« Maschio e femmina li creò … » 2335
Dio …
La preghiera nella vita della fede 17
Dio forma Israele come suo popolo 62
continuata attraverso la successione apostolica 79
Il Cristo - Parola unica della Sacra Scrittura 104
Io credo in Dio Padre 198ss
Cristo 437
La mistagogia della celebrazione 1243
I segni e il rito della Confermazione 1296
L'istituzione dell'Eucaristia 1337
L'azione di grazie e la lode al Padre 1359
Il viatico, ultimo sacramento del cristiano 1524
v. Genitori
Dio … Comp. 1; 46; 48; 52; 83; 88; 90; 91; 94; 95; 98; 101; 102; 105; 106; 107; 110; 115; 118; 119; 121; 122; 130; 132; 136; 137; 154; 206; 221; 280; 582-585

Compendio della dottrina sociale

L'uomo è padre del proprio essere 135
Diritto a nascere da un padre e da una madre 235
Responsabilità dell'uomo come padre 251
Abramo, padre di una moltitudine di popoli 430; 451

Summa Teologica

Prima persona della Trinità I, q. 33
v. Trinità