Il greco soler conteneva nella sua radice l'idea di "essere forte" e fu spesso epiteto di Zeus.

In latino il verbo originario fu servare, "conservare", "curare", "custodire"; forse perché fu sentito troppo tecnico e freddo, venne affiancato da salutare , cioè "augurare", "procacciare la salus"; quando però questo vocabolo si ridusse ad interpretare la salus come "saluto" e divenne quindi assai leggero, facilmente banalizzato, sorse salvare, che ricuperò il valore originario di salus, parallelo a salvus, che aveva il senso primitivo di "intero", "intatto", con la sfumatura di "in buono stato di salute".

Si capisce quindi come i cristiani abbiano coniato il neologismo salvator: di "salvatore" nell'antica lingua non c'era ancora la parola, come nell'antica coscienza non c'era ancora l'idea.

Il titolo di salvatore, raro nelle lettere paoline ( Ef 5,23; Fil 3,20 ), dalle lettere pastorali è attribuito al Padre ( 1 Tm 2,3; 1 Tm 4,10; Tt 1,3; Tt 2,10; Tt 3,4 ), come anche al Cristo ( 2 Tm 1,10; Tt 1,4; Tt 2,13; Tt 3,6 ).

L'opera del Cristo salvatore ha compiuto la volontà del Padre.

Schedario biblico

Magistero

Congr. Dottrina Fede - Dominus Iesus - 6-8-2000

Catechismo della Chiesa Cattolica