Fratel Teodoreto - Maestro di vita

Il Noviziato, tempo di grazia

Soffermiamoci ancora sul Noviziato, tempo di prova e di maturazione, di inizio del cammino di vita religiosa.

Fratel Teodoreto si avvicina a questa esperienza con convinzioni salde e una buona preparazione culturale, acquisita grazie allo studio personale costante e a un carattere incline al raccoglimento.

Inoltre, il giovane Fratello ha la fortuna di incontrare come Direttore dei Novizi Fratel Natalius, validissimo Maestro.

Già da questi primi passi nella sua lunga vita di Fratello, Teodoreto si mostra estremamente riservato, alieno dal manifestare i suoi pensieri più intimi.

Dunque, si può ricavare qualche impressione su questo primo anno di vita religiosa soprattutto dalle testimonianze di chi ha condiviso con lui il percorso: « Spiccava sugli altri per il suo buon carattere e l'ottima condotta »; « I compagni lo consideravano un piccolo santo.

Non faceva cose straordinarie; solo si applicava a eseguire bene ogni esercizio previsto dal Regolamento.

Sempre sorridente, cercava di non emergere, ma di nascondersi e fare il meglio possibile senza attirare l'attenzione degli altri.

Si aveva, fin da quei tempi, il concetto comune che Fratel Teodoreto era già un santo e che fosse venuto dalla famiglia così ».

Anche da novizio, Fratel Teodoreto non manca di brio, come accadeva quando ancora viveva al suo paese natale.

In particolare, sono stati ricordati episodi ameni riguardanti, ad esempio, assonanze di certe espressioni francesi con termini piemontesi di significato non proprio analogo.

Così, la forma « vous ètes » ( voi siete ) è simile a « vusètt », che significa « vocina », mentre l'espressione « gràce sanctifiante » ( grazia santificante ) richiama « gras an ti fianc », che vuoi dire « pinguedine sui fianchi ».

Il novizio manifesta di non comprendere il riferimento all' argomento che viene trattato!

Fratel Teodoreto, oltre che da buonumore, è caratterizzato anche da buona volontà a svolgere le attività manuali che si rendono necessario alla comunità.

Presta dunque la sua opera per la manutenzione degli ambienti, per la coltivazione, la raccolta e la pulitura dei legumi, nonché, quando se ne presenta l'occasione, per trasportare materiali vari.

Semplicità e austerità sono dunque i tratti contraddistintivi di questo giovane che si appresta a raggiungere le vette della virtù eroica, nell'intuizione delle profonde aspirazioni spirituali e sociali dei tempi nuovi, ma pur sempre attenendosi personalmente alle vie comuni della fedeltà quotidiana al dovere vissuto nell'amore per Dio e per le anime.

Certamente l'anno di noviziato lascia nel cuore e nell'anima di Fratel Teodoreto una traccia incancellabile.

Lo dimostra anche un brano di una lettera che scriverà tempo dopo al nipote Tamlìn, ormai diventato Fratel Bonaventura, novizio delle Scuole Cristiane: « Quando io penso alla tua sorte, o Bartolomeo caro, quella cioè di cominciare il noviziato, sento in me un desiderio grande di incominciarlo anch'io, se fosse possibile ...

Procura di corrispondere a tanta grazia e mira a farti santo ... ».

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