Summa Teologica - I

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Articolo 2 - Se la produzione delle piante sia stata assegnata convenientemente al terzo giorno

Infra, q. 102, a. 1, ad 5; In 2 Sent., d. 14, q. 1, a. 4, ad 6 sqq.

Pare che la produzione delle piante non sia stata assegnata convenientemente al terzo giorno.

Infatti:

1. Le piante posseggono la vita, come gli animali.

Ora, la produzione degli animali non viene annoverata tra le opere della distinzione, ma appartiene piuttosto all'opera di abbellimento.

Quindi non la si doveva menzionare al terzo giorno, che è limitato all'opera di distinzione.

2. Ciò che è derivato dalla maledizione della terra non doveva essere ricordato assieme alla « formazione » di essa.

Ma la produzione di certe piante è derivata dalla maledizione della terra, secondo quel testo [ Gen 3,17s ]: « Maledetto sia il suolo per causa tua ( … ).

Spine e cardi produrrà per te ».

Quindi la produzione delle piante non doveva assegnarsi senza restrizioni al terzo giorno, che è riservato alla « formazione » della terra.

3. Le pietre e i metalli aderiscono alla terra come le piante, e tuttavia non se ne fa parola nel descrivere la « formazione » della terra.

Quindi neppure le piante dovevano essere prodotte il terzo giorno.

In contrario:

Sta scritto [ Gen 1,12 ]: « La terra produsse erba verdeggiante »; e poi segue [ Gen 1,13 ]: « E fu sera e fu mattina: terzo giorno ».

Dimostrazione:

Come si è detto sopra [ a. 1 ], nel terzo giorno viene eliminato lo stato informale della terra.

Ora, prima si era parlato di una duplice informità di essa: la prima che la rendeva invisibile, o informe, in quanto coperta dalle acque; la seconda che la faceva disordinata o deserta, cioè priva del dovuto decoro, derivante dalle piante, che in qualche modo la rivestono.

Le due informità vennero dunque eliminate nel terzo giorno: la prima col fatto che tutte le acque si raccolsero in un sol luogo e apparve l'asciutto; la seconda col fatto che la terra produsse erba verdeggiante.

Tuttavia sulla produzione delle piante S. Agostino presenta un'interpretazione diversa dagli altri commentatori.

Questi ultimi infatti dicono che le piante furono prodotte in atto nella propria specie al terzo giorno, come vuole la superficie del senso letterale.

Per S. Agostino invece [ De Gen. ad litt. 5,4.7; cf. 8,3.6 ] « fu detto in senso virtuale che la terra allora produsse erbe e piante, poiché essa non ricevette se non il potere di produrle ».

E una conferma egli la trova nell'autorità della Scrittura [ Gen 2,4s ], che dice: « Queste le origini del cielo e della terra, quando vennero creati, quando il Signore Dio fece il cielo, la terra e ogni pianta del campo, avanti che nascesse sulla terra, e ogni erba della campagna, prima che germogliasse ».

Prima dunque che le piante spuntassero sulla terra, esse furono prodotte solo potenzialmente nella terra stessa.

- E un'altra conferma la trova anche nel ragionamento.

In quei primi giorni, infatti, Dio fece le creature ponendo le origini o cause [ di tutto lo sviluppo posteriore ]; poi cessò da quest'opera, ma non dal governare le creature nella loro propagazione, poiché in tal senso egli « opera tuttora » [ Gv 5,17 ].

Ora, il produrre le piante dalla terra rientra nell'opera della loro propagazione.

Quindi nel terzo giorno le piante non furono prodotte nella loro attualità perfetta, ma solo virtualmente.

Secondo altri invece si può dire che la prima creazione delle specie appartiene alle opere dei sei giorni, mentre la derivazione di altri esseri della medesima specie appartiene già al governo dell'universo.

Infatti la Scrittura usa le frasi: « prima che sorgesse sulla terra », e anche: « prima che germinasse »; come per dire: prima che gli esseri fossero generati da esseri simili, nel modo che ora si riscontra nella natura mediante il seme.

Per cui la Scrittura dice espressamente: « Produca la terra erba verdeggiante che faccia seme »; poiché le specie delle piante furono prodotte perfette affinché ne nascessero i semi di altre.

Né ci importa di sapere [ qui ] dove posseggano la potenza seminale, se nella radice, nel tronco o nel frutto.

Analisi delle obiezioni:

1. La vita delle piante è nascosta, poiché esse mancano del movimento locale e della sensibilità, che ci fanno distinguere al massimo grado gli esseri animati da quelli inanimati.

Essendo quindi attaccate immobilmente alla terra, la loro produzione viene presentata come una « formazione » della terra.

2. Anche prima di quella maledizione le spine e i cardi erano stati prodotti, o potenzialmente o di fatto.

Però non erano stati prodotti come castigo dell'uomo, in modo cioè che la terra, coltivata per l'alimentazione, producesse cose inutili e nocive.

Per cui sta scritto: « produrrà per te ».

3. Come si è detto [ q. 68, a. 3 ], Mosè propose soltanto ciò che risalta chiaramente.

Ora, i corpi minerali hanno un'origine occulta nelle viscere della terra, e non mostrano una distinzione manifesta da essa, anzi, paiono una certa specie di terra.

Per questo dunque non li menzionò.

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