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Articolo 2 - Se i beati sentano compassione per le sofferenze dei dannati

Pare che i beati sentano compassione per le sofferenze dei dannati.

Infatti:

1. La compassione deriva dalla carità.

Ma nei beati la carità sarà perfettissima.

Quindi essi avranno la massima compassione per le sofferenze dei dannati.

2. I beati non potranno mai essere tanto alieni dalla compassione quanto lo è Dio.

Ora Dio, in qualche modo, ha compassione delle nostre miserie, per cui è anche detto misericordioso; e così pure gli angeli.

Perciò i beati avranno compassione per le sofferenze dei dannati.

In contrario:

Chi ha compassione per un altro è in qualche modo compartecipe della sua sofferenza.

Ma i beati non possono essere partecipi di alcuna sofferenza.

Quindi non possono avere compassione dei dannati.

Dimostrazione:

La misericordia e la compassione possono trovarsi in una persona in due modi: primo, sotto la forma di passione; secondo, sotto la forma di atto deliberato.

Ora, nei beati non ci sarà alcuna passione nella loro parte inferiore se non in seguito a una deliberazione della ragione.

Perciò in essi non ci sarà la compassione o la misericordia se non sotto la forma di un atto deliberato della ragione.

E questa deliberazione nasce dal fatto che uno vuole allontanare il male altrui: per cui non si ha compassione per quei mali che secondo il giudizio della ragione non si vogliono allontanare.

Ora i peccatori, fino a che sono in questo mondo, sono in una condizione tale da poter essere liberati dallo stato di miseria e di peccato, senza pregiudizio della giustizia di Dio.

Perciò verso di essi può aver luogo la compassione dei beati: sia sotto forma di deliberazione volontaria, come si dice che Dio, gli angeli e i beati hanno compassione di essi volendo la loro salvezza; sia sotto forma di passione, come hanno compassione di essi i buoni nella vita presente.

Ma nel loro stato futuro costoro non potranno più essere liberati dalla loro miseria.

Perciò secondo una deliberazione retta non ci potrà essere compassione per le loro sofferenze.

Quindi i beati dopo la loro glorificazione non potranno avere compassione alcuna per i dannati.

Analisi delle obiezioni:

1. La carità è causa della compassione fino a che possiamo volere l'eliminazione della sofferenza in un dato individuo.

Ma i santi non possono più volere questo per i dannati, essendo ciò incompatibile con la giustizia di Dio.

Perciò l'argomento non regge.

2. Si dice che Dio è misericordioso nel senso che soccorre quanti è opportuno che vengano liberati dalla miseria secondo l'ordine della sapienza e della giustizia divina; non invece nel senso che egli usi misericordia verso i dannati, se non forse perché li punisce al disotto di quanto meriterebbero.

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