Peter Chan

Andiamo all'ospedale

Andiamo all'ospedale il venerdì 17: è composto nella bara.

Ha il volto sereno, disteso.

Il suo Crocifisso è sul petto, dove l'ha voluto lui.

Tra le mani ha la sua piccola corona del Rosario che portava sempre con sé.

Abbiamo tempo di pregare molto, assieme, mentre fissiamo il suo volto.

Alla sera, a Villa San Giuseppe, una liturgia della Parola, Parola di speranza e di fede in Gesù Resurrezione e Vita, riunisce studenti e amici nel nome di Piero.

Sabato 18 gennaio alle 7,15 siamo nuovamente da lui.

Ancora preghiamo con lui per Papa, Mamma, sorelle.

Arrivano i Fratelli, i suoi amici universitari e numerose persone.

Un ultimo bacio sulla fronte gelida come glielo avrebbero dato Papa e Mamma.

Sono i suoi amici che prendono la cassa, ormai chiusa, e la trasportano al carro funebre.

E Piero ritorna a Villa San Giuseppe.

L'hanno voluto ancora una volta, l'ultima, presente nella Cappella in cui ogni giorno partecipava alla Celebrazione Eucaristica e si comunicava.

La Cappella è gremita.

Ci sono molti Fratelli, molti Catechisti dell'Unione, le Suore della Messa del Povero, Suore, medici, amici di Torino, Demonte e Saluzzo, tutti i suoi compagni della Villa.

Padre Cesare, Cappuccino, cappellano di Villa San Giuseppe, concelebra con don Comba Spirito, amico di Piero e di Giovanni, che è venuto da Demonte.

La funzione è intima, raccolta, commovente.

Sentiamo Piero in mezzo a noi con il suo spirito e il suo sorriso, mentre Padre Cesare, di fronte al mistero della domanda « Perché si muore a vent'anni? » ci apre lo spiraglio della luce della speranza che è Cristo.

Oltre ai Celebranti, passano ad aspergere la salma i suoi fratelli, il Direttore di Villa San Giuseppe, Fr. Igino, Fr. Gustavo.

Poi la bara, portata a spalla dai suoi fratelli e dagli universitari esce dalla cappella, ripercorre il corridoio e ritorna al sole splendente di quel magnifico limpido giorno invernale: sembra il sorriso della natura che vuole rasserenare i nostri occhi offuscati dal pianto.

Il furgone si muove. Si giunge al Cimitero.

Una benedizione ancora nella Cappella del Cimitero e poi ci si avvia alla tomba dei Fratelli delle Scuole Cristiane.

Il Visitatore Provinciale, Fr. Vittorino Ratti, con atto di paterna comprensione per questo figliolo così lontano dai suoi, interpretando il pensiero di tutti i Fratelli, ha voluto che Piero continuasse a rimanere in mezzo ai suoi Fratelli, con i quali è vissuto a Rangoon prima e poi in Italia: è questa la sua seconda famiglia e Piero ne è stato figlio fedele, affezionato, riconoscente.

Sulla tomba, rinnovata di recente dalla volontà di Fr. Giulio Sirocchi e degli Ex-allievi, un giovanile, slanciato San Giovanni Battista de La Salle invita, con il volto e il braccio alzato, a guardare in alto.

Piero è deposto in un loculo accanto a tanti altri Fratelli che già lo hanno preceduto nella Casa del Padre: si trova con i suoi Maestri, lui, l'Ex-Allievo affezionato, fedele ai suoi Fratelli e, mentre rappresenta tanti e tanti Ex-allievi affezionati e fedeli come lui, pare dirci col suo sorriso: « Grazie, grazie! È questo il più grande conforto che potevate dare a Papa, Mamma, sorelle, fratelli. Dio vi benedica e vi conservi sempre… vostro obbedientissimo allievo Peter » con le stesse parole con cui concludeva le sue lettere.

Domenica 21 gennaio, Piero non è più presente fisicamente alla Messa del Povero.

All'inizio della Santa Messa, che viene celebrata per lui, ricordo la sua presenza fra noi di pochi giorni fa e comunico agli ottanta poveri presenti la notizia della sua santa morte, nel silenzio più assoluto e commosso.

Grossi lacrimoni scendono su quelle guance che recano i segni di tante sofferenze, di tanta vita grama, di tanti dolori.

Tutti lo sentiamo ancora con noi con la sua bontà, col suo luminoso sorriso.

Mentre l'onda dei ricordi ritorna e insiste nella mente, la penna corre veloce, guidata dal cuore, senza preoccupazioni di limiti o di regole.

Ogni tanto alzo gli occhi alla fotografia di Piero che ho dinanzi.

Ho il nodo alla gola.

Lo vedo offuscarsi un poco dietro il velo di una lacrima, ma poi gli dico: « Arrivederci, Piero!

Il tuo sorriso radioso, che riflette la luce del volto di Gesù, lo ritroveremo!

Ne siamo certi! Questa certezza è il conforto nel temporaneo distacco! »

Fr. Gustavo Luigi Furfaro

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