Francesco Fonti

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Il rapporto con la Casa di Carità: il ruolo della Provvidenza e la finalità soprannaturale della scuola

Fin dall'inizio della sua duplice carriera di imprenditore e direttore della Casa di Carità, Francesco Fonti dimostrò una grande attenzione ai problemi di natura finanziaria e alla soluzione tecnica delle questioni amministrative, ma, per quanto riguarda in particolare la scuola professionale di Corso Brin, si preoccupò di insistere su alcuni punti essenziali a quello spirito genuinamente cristiano che avrebbe dovuto caratterizzarla.

"Fare" una scuola cristiana, in sintesi, significava per Francesco Fonti "fare" affidamento sulla Provvidenza che, più di ogni altra cosa, dovrebbe rappresentare l'autentica garanzia di tutte le iniziative realmente ispirate dalla grazia divina ( Diario di Fra Leopoldo ).

A maggior ragione questo va detto per chi ha la missione - ed i Catechisti sono fra questi - di favorire la santificazione delle anime.

Le conversioni per decreto, infatti, non hanno mai avuto successo.

Ragion per cui Francesco Fonti annoverava tra le sue letture preferite le vite dei santi più propensi a lasciarsi condurre dalla mano di Dio.

Tra questi gli erano carissimi due nomi: San Giuseppe Cottolengo ed il Servo di Dio Don Giovanni Calabria, fondatori rispettivamente della Piccola Casa della Divina Provvidenza e della Congregazione Poveri Servi della Divina Provvidenza.

Sono realtà dai "titoli" programmatici che spinsero Francesco a studiare con passione le biografie dei due personaggi, sottolineandone con spessi tratti di lapis i passaggi più significativi.

Ne riportiamo alcuni: "La virtù caratteristica del fondatore della Piccola Casa, più ancora della carità, è proprio questa fede eroica, questa fiducia smisurata nella Divina Provvidenza ".7

"Nel suo pensiero la Piccola Casa, poiché opera della Divina Provvidenza, non deve appoggiarsi su capitali o rendite certe, altrimenti andrà presto in rovina".8

"Quest'Opera sia fondata sulla pratica dei Consigli evangelici, e viva interamente abbandonata alla Divina Provvidenza.

Niente domandare, molto pregare; … sia assolutamente proibita ogni sorta di rodarne; non conferenze, non pesche di beneficenza; non ringraziamenti pubblici.

Iddio non ha bisogno di queste cose, e in quest'Opera che è tutta Sua, Lui penserà: noi cerchiamo anime, anime!

Se noi usassimo di mezzi umani, se facessimo conto sull'aiuto, sulla protezione degli uomini, l'Opera subito cesserebbe di essere di Dio".9

L'intento di questi studi era quello di verificare il nesso di causalità esistente tra l'affidamento alla Provvidenza e l'espansione delle Opere fondate dai Santi.

Una volta appurata la fondatezza di questo convincimento ereditato da Fr. Teodoreto, Fonti lo applicò alla maggiore Opera dell'Unione Catechisti ( la Casa di Carità ), professandolo e sostenendolo in tutte le sedi appropriate.

Così, ad esempio, in diverse occasioni il Presidente ravvisò e denunciò il pericolo di svalutare la missione profonda della scuola fondata da Fr. Teodoreto, riducendo la sua gestione alla pura convenienza contabile.

Anche Tessitore, a suo tempo, aveva ricordato come nel Medioevo perfino le Corporazioni più ricche riservassero un seggio del Consiglio a Messer Dio, per rammentare ai membri più ricchi e benestanti che niente e nessuno poteva e doveva sfuggire alla Sua presenza.

Prima dei rendiconti semestrali bisognava anche e soprattutto fare i conti con Lui, col Signore che "scruta i cuori" più dei registri.

Analogamente, anche se con linguaggio e riferimenti meno dotti.

Fonti approfittò proprio delle riunioni del Consiglio di Amministrazione per veicolare alcuni messaggi sul primato della Provvidenza.

Ovviamente, quella espressa nelle righe seguenti è una considerazione personale del Presidente che riportiamo solo per rispetto della verità storica.

"La Casa di Carità, come sappiamo, è sorta per un esplicito messaggio di Gesù Crocifisso rivolto il 24.11.1919 a Fra Leopoldo: "per salvare le anime, per formare nuove generazioni, si devono aprire Case di Carità per far imparare ai giovani Arti e Mestieri".

Oltre all'esplicita richiesta che ha dato origine all'Opera vi sono altre numerose indicazioni che precisano … lo spirito che deve animare e guidare l'Opera, indicazioni che i Catechisti hanno accettato sulla fiducia del loro fondatore Fr. Teodoreto: …

17.12.1921 "Concedo alla loro mano tutto ciò di cui abbisognano per portare avanti la scuola della Casa di Carità, ma si ricordino sempre di domandare la carità.

Dì loro che l'ho detto tre volte di avere fede in Me …"

Da queste indicazioni … risulta evidente la finalità dell'opera voluta da Dio: servizio gratuito ai poveri, sostentamento con affidamento alla carità, garanzia di assistenza: "concedo alla loro mano tutto ciò di cui abbisognano". …

Fr. Teodoreto nel " Segretario del Crocifisso ", conclude così il capitolo sulla Casa di Carità: "Quest'opera di Carità Arti e Mestieri, voluta da Dio nella sua grande misericordia per la salvezza del mondo, appoggiata unicamente sulla bontà, sulla fede, sulla carità di Gesù Cristo, si estenderà nel corso degli anni a tutto il mondo ".

Fr. Teodoreto ha creduto ai messaggi del Crocifisso avuti tramite Fra Leopoldo e li ha trasmessi ai Catechisti che … hanno a loro volta ulteriore motivo di accettarli.

A conferma di quanto asserito si deve riconoscere che dal 1969 la Casa di Carità è stata gestita con i criteri sopra indicati ed ha superato non poche e non lievi difficoltà per cui si deve concludere che vi è un 'assistenza provvidenziale che la guida e la sostiene e anzi la sviluppa" ( Intervento di F. Fonti al Consiglio di Amministrazione della Casa di Carità, 2 giugno 1995 ).

La limpidezza e la franca correttezza dell'intervento sopra riportato, che invero risale ad anni piuttosto recenti, sono davvero di una coerenza sorprendente rispetto al mandato divino intuito settanta anni prima da Fra Leopoldo.

Questa lettura dovrebbe essere una gradevole sorpresa per quanti temono un mondo cosificato dai codici a barre, eppure alla maggior parte degli "uomini evoluti" fa storcere il naso, quasi si trattasse di una pia illusione.

Ma come nel caso di Brusa, anche l'ottimismo cristiano di Fonti proviene dalla mente e dal cuore di un uomo estremamente pragmatico, abituato fin dalla più tenera età alla spietata concretezza di un mondo, quello industriale, diviso tra cose che funzionano e no, tra conti che tornano e no, senza quelle sfumature che permettono di trovare improbabili vie di fuga dalla realtà.

Il fatto che per l'ennesima volta nella storia dell'Unione venga un monito tanto appassionato da un uomo così ricco di esperienze vere, fatte sul campo del lavoro manuale e contabile, è sicuramente un segno del Cielo.

Un avviso che riappare con cadenze regolari negli scritti di grandi Catechisti e che rimanda costantemente al Diario di Fra Leopoldo.

Il tempo trascorso ( il francescano muore nel 1922, Fonti scrive nel 1995 ! ) non ha scalfito, ne inflazionato il contenuto dell' "avviso" trasmesso.

Si tratta semplicemente di accettarlo o rifiutarlo.

In una riflessione di poco precedente all'intervento suddetto.

Fonti esprimeva in maniera più estesa il suo pensiero: "La fede in Dio e la fiducia nella Divina Provvidenza devono essere virtù di ogni cristiano, tanto più quando si tratta di Opere finalizzate ai fini caritativi, e questo vale per tutto quello che riguarda l'attività dell'Opera, naturalmente anche per quanto si attiene ai mezzi economici necessari per svolgere la propria attività.

Quanto sopra è confermato dai santi: Don Bosco, Cottolengo, Murialdo ecc. ".

"La Casa di Carità Arti e Mestieri, sorta per volontà manifesta di Dio "per salvare anime e formare nuove generazioni", per mezzo della formazione professionale degli allievi, ha ulteriori e fondati motivi per affidarsi totalmente alla Provvidenza di Gesù Crocifisso che l'ha richiesta per mezzo del Servo di Dio Fra Leopoldo e che ne ha promosso la realizzazione per mezzo di Fr. Teodoreto e dei Catechisti del SS. Crocifisso da lui fondati.

Vi sono chiare indicazioni relative alla conduzione di quest'Opera … tutte espresse nei detti di Fra Leopoldo.

A quanti portano la responsabilità nella gestione di quest'Opera, ed in particolare agli amministratori, è richiesto un grande spirito di fede nel Signore e nella sua Provvidenza, trattandosi di un'opera chiaramente voluta da Dio e volta al servizio del ceto povero. … per ogni esercizio finanziario l'avvio delle attività avviene senza la garanzia di una copertura totale delle spese, in quanto i proventi sicuri sono solo parziali, tuttavia si deve avere piena fiducia nella divina Provvidenza che non lascerà mancare quanto necessita all'Opera.

Tale fiducia si deve avere anche per affrontare spese ingenti e per le quali non si prevede la copertura finanziaria, ma che tuttavia sono ritenute necessario per il buon svolgimento dell'attività formativa. …

La Casa di Carità deve restare fedele alle finalità formative per i giovani ed i lavoratori secondo quanto espresso nei "detti di Fra Leopoldo " e indicato nello Statuto dell'Ente.

I dirigenti ed i collaboratori dell'Opera devono quindi tenere presente il fine per cui è stata istituita e viverlo nel loro compito, con l'aiuto di Dio, perché qualora mancasse questa finalità soprannaturale sarebbe vanificato il fine dell'Opera anche se umanamente perfetto ". ( F. Fonti, Riflessione sui criteri di gestione della Casa di Carità, 9 maggio 1995 ).

"Finalità soprannaturale" è un'espressione che qualifica molto bene il sentire profondo dei grandi Catechisti.10

Nella storia dell'umanità tutte le grandi opere monumentali, dalle piramidi alle cattedrali, hanno avuto finalità soprannaturali.

Poi l'uomo "uccise Dio", come scriveva Nietzsche, e tutto un modo di guardare al senso della vita e del lavoro crollò miseramente.

Eppure, alla fine del XX secolo, in una città dell'Occidente industrializzato e secolarizzato, qualcuno poteva ancora scrivere di Opere materiali aventi un fine non puramente umano.

Questa affermazione, oggigiorno, con l'avvenuta equiparazione della religione all'aberrazione psicologica, ha il sapore della bestemmia: fior di pedagoghi e studiosi della didattica insorgono al solo sentire mescolare le parole "educazione" e "spiritualità cristiana".

Dio è più grande di questi meschini e Francesco Fonti, uomo di salde certezze, non si faceva scrupolo di ripetere in faccia al mondo, quello che Fra Leopoldo più di 70 anni prima scriveva nel chiuso di un convento.

Pensieri simili venivano espressi da Francesco Fonti, all'inizio dell'anno scolastico, alla presenza dei vari insegnanti riuniti per il consueto discorso di benvenuto.

Anche in queste occasioni, sfogliando le carte del Presidente, si può notare come venissero sottolineati con una vistosa riga rossa proprio quei passaggi chiave dai quali maggiormente dipendeva l'identità stessa della scuola.

Era un momento vigoroso per coloro che, travolti dallo stress quotidiano, rischiavano di dimenticare la ragione di tutto: far amare Dio e salvare anime.

"La Casa di Carità è sorta per un fine educativo dei giovani ( vedi detto istitutivo di Fra Leopoldo ).

Per il raggiungimento di questo fine gli insegnanti hanno un compito essenziale per il tempo e la natura del loro rapporto con gli allievi.

Pertanto l'azione formativa ed educativa della Casa di Carità è affidata in buona parte agli insegnanti di pratica e teoria.

Questo richiede un impegno cosciente e responsabile.

Ci è d'aiuto nello svolgimento del nostro impegno considerare il nome della nostra Opera, che è anche un programma.

Casa = ossia comunità di persone legate da vincoli di fine … ambiente in cui si cresce di età, ma anche di consapevolezza.

I suoi vari componenti formano una unità ordinata, fondamentale per la società.

Tutti sono importanti pur avendo condizioni diverse.

L'insegnante in questa comunità-casa deve esercitare la sua azione che sarà certamente una forma di paternità ( Dio ), che aiuta i figli a crescere a diventare adulti anche per l'acquisizione di capacità professionali.

Questa funzione sarà svolta con autorevolezza, nell'ordine, un ordine non imposto con la forza, ma che nasce per esigenza di convenienza, per il raggiungimento del fine.

Di Carità = L'insegnamento è gratuito.

L'opera non ha alcun fine di lucro, ma solo una motivazione d'amore: "per salvare le anime, per formare nuove generazioni" ( 24 novembre 1919 ).

Bisogna che anche noi entriamo in questo fine di misericordia perché il Crocifisso ha voluto la Casa di Carità e, quindi, la nostra attività deve collaborare a questo fine.

Questo fine o messaggio di salvezza è espresso in sintesi nella Devozione- Adorazione che quindi è il fondamento della CCAM e motivo della sua istituzione.

Questa devozione-adorazione, che quindi non è solo una semplice preghiera, sia raccomandata agli allievi affinché sia praticata, e naturalmente anche a noi stessi.

Arti e Mestieri = non è una semplice aggiunta al titolo, ma è una specificazione delle ragioni e del modo secondo cui il lavoro può e deve considerarsi parte integrante del programma educativo dell'Opera.

Dal detto di Fra Leopoldo circa "il salvare le anime" … si deduce che il lavoro degli artigiani, opportunamente … insegnato ai giovani, deve considerarsi come l'attività educatrice e santificatrice caratterizzante la nostra Opera.

Ecco quindi che il titolo CCAM è il programma di attività della nostra Opera che in parte notevole è affidata agli insegnanti.

Gli Insegnanti devono quindi operare fedelmente secondo questo programma certo che non ci mancherà sicuramente l'aiuto della Provvidenza. " ( F. Fonti, manoscritto, Riunione di inizio anno, senza data ).

Questo scritto autografo è, per la sua concisione e per la parola "Dio" scritta in rosso accanto al termine "paternità", molto indicativo: sembra infatti che la scuola, come la famiglia guidata da un buon padre, debba trasformarsi in un riflesso di quella filiazione che ogni credente dovrebbe sperare da Dio.

Questa è una concezione della formazione morale e umana assolutamente in linea con la più pura tradizione pedagogica cristiana.

Qualcosa del genere lo troviamo anche in Sant'Agostino, quando dice che bisogna sforzarsi di far emergere nell'uomo inferiore il "vestigium Trinitatis", lo spaeculum di quella altissima realtà divina che ogni educatore cristiano dovrebbe portare a maturazione.

Fonti, come visto sopra, promosse queste idee presso il Consiglio d'Amministrazione, davanti al Corpo Docenti riunito per l'inizio dell'anno scolastico, ma anche in seno all'Assemblea dell'Associazione Casa di Carità, i cui verbali conservano ampie tracce della sua opera di persuasione ( 15 ottobre 1970, 12 novembre 1974, 11 maggio 1975 ).

Non erano parole gettate al vento, ma la premessa di iniziative di formazione cristiana rivolte agli allievi della scuola:

"Segue un elenco delle attività …

1) Giornate di spiritualità: Sono tre giorni in cui gli allievi partendo dai fatti concreti della vita sociale e del mondo del lavoro analizzano, in un clima di serena amicizia e di proficua preghiera, le cause che condizionano in negativo la persona del lavoratore … così come quegli aspetti positivi che affermano la sua persona favorendo la testimonianza cristiana

2) Gruppi spontanei e Volontari del Vangelo: si radunano un giorno alla settimana dopo le lezioni della sera … per l'evangelizzazione del loro ambiente di famiglia

3) Campo scuola: … nel contatto con la natura alpina si offre una qualificazione dei nostri allievi che non sia soltanto e freddamente tecnica, ma anche cristoformante in Gesù Crocifisso " ( Verbale dell 'Assemblea dei soci dell'Associazione Casa di Carità Arti e Mestieri, 12 novembre 1974 )

Ma i frutti di questa paternità operante, ispirata da Fr. Teodoreto, concretamente dove sono?

Qui ci giunge in soccorso la preziosa testimonianza di un ex allievo della Casa di Carità che, trasferitesi in Argentina, scriveva a Francesco Fonti per ringraziare gli insegnanti e gli amici lasciati a Torino, ma soprattutto per comunicare i risultati ottenuti camminando sulla retta via tracciata dai suoi maestri, non senza fare un fondamentale riferimento a Fra Leopoldo.

"Caro Geometra Fonti, Le mando mie notizie dalla lontana Argentina dalla quale ricordo sempre la mia Patria e gli amici della Casa di Carità.

La fabbrica dove lavoro si chiama Tristan Suarez e si occupa di falegnameria, fonderia, fabbricazione di punte ad elica, lavorazione dei marmi, riparazione di aerei, meccanica.

Abbiamo un grande campo da volo di 160 ettari e per circa due mesi abbiamo ospitato "l'Angelo dei bimbi" ( ndr. Aereo della Croce Rossa? ) da noi completamente revisionato, messo a punto e dotato di radio prima di cominciare il suo nuovo raid sud americano.

Abbiamo anche costruito un villaggio per operai, dormitori, refettori ecc.

Io ho a mio carico il reparto marmi, graniti e pietre, ed il lavoro non mi manca …

Tutta la mia famiglia è ora in Argentina e mio padre fa un viaggio in Italia ogni anno.

In totale sta assente tra viaggio e soggiorno in Italia e Svizzera al massimo 20 giorni.

Il 15 febbraio dello scorso anno ho avuto due gemelli, Giuseppe e Maria ed ora attendo di essere nuovamente padre in luglio. …

Voglio fare una piccola offerta per la Casa di Carità in ringraziamento a Fra Leopoldo che ho invocato quando il mio bambino ha avuto un piccolo disturbo, guarito perfettamente senza bisogno di cure.

Il lavoro è molto, le difficoltà non mancano, ma dopo quello che abbiamo passato in Italia sembrano piccole.

Come vede sono soddisfatto del mio lavoro e la mia famiglia è una grande gioia per me e devo ringraziare il Signore.

La prego di scrivermi quando ha tempo, informandomi dell'attività della scuola.

Saluti da parte mia tutti gli insegnanti e in modo particolare I 'Ing. Gerini che spero in buona salute.

A lei mando il mio saluto affettuoso che estendo volentieri alla sua famiglia.

Alberto Poverelli,11 Buenos Aires, 5 giugno 1949".

Chi l'avrebbe mai detto che dalla lontana Argentina già nel 1949 ( Fra Leopoldo muore nel '22 ) qualcuno avrebbe invocato il nome di Fra Leopoldo e ringraziato gli insegnanti della scuola da lui ispirata?

Solo chi "non ha occhi per vedere" può dare per scontato questo genere di grazie; in verità, sono segni inequivocabili d'incoraggiamento che, come doni inaspettati, giungono dal Cielo a confortare chi lotta tutti i giorni per restare fedele ad un ideale di vita e di missione così alto, da risultare spesso scomodo.

I profitti di questo affidamento totale alla Provvidenza, come visto sopra, non mancano, ma per capire la condizione di Francesco Fonti, bisogna anche considerare lo stato mentale di chi vive sotto la costante minaccia di imprevisti che non permettono, neanche al "giusto", di dormire sonni perfettamente tranquilli.

"Ti scrivo per darti ulteriori notizie sui danni provocati dal temporale di ieri l'altro e di cui Rollino ti ha già informato.

La grandine è caduta per circa una decina di minuti, con una violenza inconsueta e con una forte inclinazione.

Un centinaio di tegole del tetto sono state rotte dalla violenza della grandine ….

I vetri della facciata lungo via Orvieto sono rotti per la maggior parte …

Perfino nella nuova costruzione, con i frangisole quasi chiusi, i chicchi di grandine hanno trovato il modo di passare come proiettili e di romperne parecchi! …

Dopo la rimessa in ordine dei tetti, abbiamo sgombrato e pulito le aule dai rottami di vetro e dall'acqua.

Spiacente doverti dare queste sgradevoli notizie. ( F. Fonti a Carlo Tessitore, 12 agosto 1959 )

Ma non ci sono solo incidenti e spese impreviste.

A chi gliene chiede conto Fonti risponde con l'ottimismo della volontà che caratterizza ogni suo approccio ai nuovi problemi.

"Ho ricevuto la tua lettera, ma credimi che tra il lavoro e le preoccupazioni non sono in condizione di fare tutto quello che dovrei.

Ti assicuro del mio costante ricordo nella preghiera … affinché il Signore ti conceda, per l'intercessione della Beata Vergine, di realizzare e vivere pienamente la tua vocazione di sacerdote catechista.

Da parte mia chiedo al Signore una fede più robusta e più viva che mi aiuti a vivere pienamente la mia vocazione nella fedeltà al Messaggio di amore e misericordia trasmessoci da Fra Leopoldo.

Eccoti ora alcune notizie sulla Casa di Carità: In questi giorni sono terminati gli esami dei corsi diurni e pre-serali …

Nonostante la grave crisi industriale sono stati avviati al lavoro quasi tutti gli allievi qualificati quest'anno e questo costituisce certamente un buon risultato, stante l'attuale congiuntura.

Rimangono invece tutti i problemi e le difficoltà, interne ed esterne che riguardano l'attività della Casa di Carità e di cui alcuni sono così gravi da mettere in pericolo la sua stessa sopravvivenza.

Si tratta di problemi didattici e formativi riguardanti gli allievi e gli insegnanti, di rapporti con la Regione Piemonte, con i Sindacati con il nostro personale; di problemi finanziari assillanti e di altre difficoltà che spesso sono superiori alle nostre stesse capacità.

Tuttavia si tratta di un 'opera certamente voluta dal Signore, quindi confidiamo pienamente in Lui in tutto e per tutto raccomandandoci alla intercessione dei nostri santi Fondatori. " ( F. Fonti a D. Felix, 28.6.1977 )

Questa lettera più di mille altre supposizioni, può descriverci la mole di responsabilità e tensioni che pesava sulla croce di F. Fonti.

Il suo tono non lascia adito alle amarezze, ma allarga uno squarcio sincero, privo di ogni complesso di superiorità, sulla situazione reale di una scuola che non ha mai goduto di raccomandazioni o protezioni "umane".

Anche qui, come nella lettera dall'Argentina, torna il riferimento, quasi l'invocazione all'intercessione di Fra Leopoldo.

È un caso? Non crediamo proprio: c'è semmai un continuo risalire alla fonte del carisma originario, quasi per attingere nuova linfa e contrapporre alla durezza dei fatti negativi, la forza vivificante dei santi.

Indice

7 Domenico Carena, Il Cottolengo e gli altri. Piccola Casa della Divina Provvidenza, Torino, 1983, pag. 143
8 Ibidem, pag. 147
9 Ottorino Foffano, Don Giovanni Calabria, Congregazione dei P.S.D.P.,1981, pag. 202
10 "Quando cominciarono ad essere aperte in Italia e all'estero le nuove sedi ho detto a Francesco: "Effettivamente si stanno avverando i detti di Fra Leopoldo" e lui mi ha risposto: "Purché non si perda il fine ultimo della Casa di Carità che consiste nel salvare le anime, formare nuove generazioni ecc.; bisogna piuttosto fare meno, ma fare bene." ( Bovero )
11 Ex allievo dei corsi festivi di via Feletto ( diretti da F. Fonti )