Gli Istituti secolari

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14. Formazione continua

Il c. 724 prevede la formazione necessaria dopo gli impegni.

Essa può essere di un genere particolare fino alla consacrazione perpetua o definitiva; gli statuti ne determinano l'oggetto, il metodo e i responsabili.

Può comprendere studi dottrinali più avanzati, corsi di esegesi, di teologia o di spiritualità.

Questi corsi possono essere seguiti per corrispondenza; se sono organizzati dall'istituto, questo potrà ricorrere a persone di sua scelta.

In tal modo si può prevedere una formazione continua e rispondere al desiderio del Concilio, espresso in PC e ripreso al § 2 di questo c. 724: « I membri devono essere preparati di pari passo tanto nelle scienze umane quanto in quelle divine; i responsabili dell'istituto sentano seriamente la responsabilità della loro continua formazione spirituale ».

Bisogna tuttavia far rilevare certe sfumature del testo conciliare che non sono riprese da questo canone, redatto in maniera troppo giuridica.

Il Concilio chiedeva una formazione seria, tanto nelle cose divine che in quelle umane.

Il motivo indicato è rivelatore; altrimenti gli istituti non saranno in grado di svolgere la propria missione.

Questa duplice formazione - teologica e umana - deve essere molto unificata, e il Concilio ne dà la ragione profonda che resta, a dire il vero, una norma sia per la scelta delle materie che per il metodo da seguire: l'unione tra natura e grazia permetterà ai membri di essere lievito nella pasta, fermento nel mondo, forza per la Chiesa e mezzo per essa di crescere e di diffondersi.

Una teologia delle realtà terrene e una conoscenza seria della morale cristiana sono di grande importanza in una vita consacrata secolare.

Il § 2 del c. 724 sposta certi accenti che sarebbe stato utile conservare: « I responsabili - dice il Concilio - avranno grande cura della formazione soprattutto spirituale dei membri dell'istituto », e dunque anche della loro formazione umana, tecnica e professionale, e della loro formazione ulteriore, quella che continua dopo i periodi di formazione.

La formazione spirituale terrà conto dell'evoluzione della vita di preghiera, permetterà una migliore conoscenza dei misteri divini, allargherà il campo di visione, spesso ristretto da una formazione scolastica, soprattutto nei giovani, metterà l'accento sui valori di esperienza e sulla pratica di un vero discernimento spirituale per riconoscere più facilmente il lavoro della grazia nella vita personale come in quella degli altri, e particolarmente nel contatto apostolico.

Questo discernimento nella presenza al mondo meriterebbe una riflessione nuova, seria e approfondita, adattata alla missione propria degli istituti secolari.

Come avevamo suggerito, il testo del c. 724 deve essere interpretato e completato con le norme conciliari dell' art. 11 di PC.

Nel frattempo, il lavoro e l'esperienza degli istituti saranno per tutti fonte di ispirazione e riveleranno l'importanza della missione particolare della vita consacrata in pieno mondo e gli effetti di questa presenza sul mondo nel quale si collocano i membri di questi istituti.

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