Interventi presso l'Ufficio Catechistico Regionale

6° Intervento

Il documento base» il capitolo 10° è un po' tutto su questo tema,, ma credo che là dentro c'è un sacco di materiale che per esempio tocca la definizione del catechista che nel numero, nell'articolo 186 - 187 - 188 viene definito prima testimone, poi un insegnante e poi educatore e il secondo termine con cui viene definito, cioè insegnante, allora là si afferma: questa è la testimonianza più vera del catechista, proprio quando lui diventa insegnante da la, testimonianza migliore nell'ambito della Chiesa, della comunità, del Vescovo, della comunità che lo manda, lui dà la testimonianza più vera, più autentica, del suo essere, da una parte discepolo e dall'altra parte anche apostolo.

Allora, proprio in quegli articoli 186, 187, 188 potremo trovare una bellissima definizione, anche di tipo magisteriale, non inventata da noi, ma del tipo magisteriale.

Un altro punto che vorrei far notare nei confronti di quanto ha detto il confratello è contenuto nell'articolo 184: la comunità che è vitale deve ad un certo momento produrre prima dei catechisti, secondo dei catechisti specializzati: là si parla esattamente di catechisti specializzati e al limite io penso che il motivo sia questo proprio perché si dà una gamma molto ampia, tipo la preevangelizzazione, la evangelizzazione, la catechesi, l'omelia e l'evangelizzazione in settori diversissimi, come per esempio dalla catechesi scolare alla catechesi familiare, alla catechesi per gli anziani, alla catechesi prematrimoniale, ece..

Supposto che anche uno sia arrivato alla maturità della sua vocazione cristiana non credo che possa vantare, a meno proprio non so che abbia dei talenti particolari, non so se possa vantare la possibilità di parlare in modo adeguato, in modo quasi a livello di esperienza, non so, agli adulti oppure ai bambini, nella scuola, per cui credo che il motivo per il quale il documento base parla di esigenza di catechisti specializzati, di scuole catechistiche, cioè rifacendosi un po' alle scuole antiche, dei primi secoli della Chiesa, dei tempi della Patristica, quando venivano raccolti ed educati proprio alla predicazione, e c'era l'imposizione delle mani, come autorizzazione, come mandato della Chiesa.

Io credo che il motivo sia proprio nato da questo, da questa varietà di tipo sociologico, nella quale deve inserirsi un determinato individuo per parlare un determinato linguaggio.

Al limite, per es., quando l'articolo 187 parla di insegnante, sarebbe interessante fare l'esegesi, l'etimologia di questo "insegnare"» che cosa vuoi dire insegnare?, dal passo latino insignare, che potrebbe significare questo: porre un segno su, oppure porre uno davanti ad un segno, oppure fare entrare nei segni.

Ecco, a mio parere, questo ultimo termine è forse il più pertinente.

Pensiamo al segni biblici, pensiamo ai segni liturgici, pensiamo ai segni creaturali, della natura, allora o uno è abile, nel vero senso della parola, fa penetrare nei segni biblici, nei segni liturgici, oppure non può essere un catechista, nel vero senso di mandato, un apostolo, uno che parla.

C'è anche quest'altra espressione, sempre in quel capitolo, adesso non so bene l'articolo, ma parla di mediatore, cioè colui che sta tra Dio e l'uomo e ad un certo momento non si sostituisce a Dio, però tenta di esplicare la parola di Dio con un linguaggio moderno, anzi usa il temine, questo veramente non è qui, ma nel commento dove dice: "deve essere catechista colui che traduce, cioè fa tutto un lavoro di linguaggio, ma con un linguaggio che sia pertinente all'uomo a cui si rivolge, cioè c'è tutto un contesto culturale.

Io direi veramente di sfruttare molto questo capitolo, notando proprio la trafila, proprio ci sono tutti gli elementi, dall'elemento vocazionale alla definizione, alla figura spirituale, al profilo del catechista, alle scuole catechistiche, ai settori della catechesi in cui dovrebbe entrare il catechista.

Dico così perché ho dovuto fare, a Biella, l'ultima lezione che ho fatto io era proprio su questo, così ho dovuto leggere, e mi pare che ci siano delle cose molto belle in questo capitolo, che dovrebbero essere sfruttate.

D'altra parte, per quei che erano a Vallombrosa, c'era anche la relazione di Viganò che mi pare ricca di spunti su questo tema qui: era proprio intitolata "La formazione del catechista", potremmo metterla insieme e farne una buona sintesi, arricchendo sia l'uno sia l'altro.

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